[DC New Gen] I think I've realized my first mistake

Dec 13, 2009 23:16

Titolo: I think I've realized my first mistake
Fandom: DC New Gen
Beta: cialy_girl
Personaggi: Ibn Al Xu’ffasch/ Lena Luthor
Rating: PG16
Parole: 1.154 (W)
Prompt: At Christmastime it's hard, but when you're having fun/There's a world outside your window @ Michi
Note: Er. Non è colpa mia.
Titolo da Gentlemen Aren't Nice di Emilie Autumn,
Disclaimer: No mio - un po' sì - no lucro, divertimento.


Il Natale non è esattamente la sua festa preferita - diciamo che le feste, in generale, non gli vanno esattamente a genio - ma questa ha le potenzialità per diventare uno dei Party Peggiori del Secolo, al pari dell’Halloween dove le zucche presero vita e cercarono di mangiarsi gli uomini. Una cosa molto triste.
Questa festicciola voluta da Tim, che deve farsi strada nel mondo dell’industria, ha dei difetti non da poco.
Uno: suo padre. Suo padre che sorride ad ogni donna che gli passi davanti e, ok, sta interpretando un ruolo, ma Ibn non si è ancora abituato alla figura parterna-distante, figuriamoci alla figura paterna-casanova.
Due: gli invitati. Il difetto degli invitati è che ci sono. E che, a volte, tentano di comunicare con lui.
Tre: Mar’i. Mar’i che gironzola allegra in giro, intrattiene gli ospiti di cui sopra e si fa benvolere da tutti, del tipo che dove passa cominciano a crescere fiori. Mar’i che si è fatta accompagnare da Lian e insieme, di tanto in tanto, si fermano per ridacchiare di qualcosa, poi ricominciano il giro. Mar’i che non si sente a disagio, Mar’i che sguazza felice tra la folla priva di imbarazzo, con l’approvazione di Bruce che, appena lei gli si avvicina per ringhiare contro qualche donna che si è presa troppa confidenza, le accarezza la testa e le sorride dolcemente. Ibn avrebbe voluto passare il Natale con lei, da qualche parte, lontano da occhi indiscreti e microspie di qualunque tipo, soli davanti ad un camino o una cosa così. Però la ragazza si sta divertendo, le va bene tutto questo, e trascinarla via gli sembra una forzatura, semplicemente perché lui si sente inadatto, poi.
Quattro: Lena Luthor. Ne avevano parlato per ore, a casa, se invitarla o meno, arrivando alla conclusione che era impossibile organizzare una festa del genere e fingere che i Luthor non esistessero senza ripercussioni. Perciò avevano spedito l’invito, sperando che non accettassero. Illusi.
Quinto: Lena Luthor. Con suo padre.
Insieme, visti da vicino, sono una roba terrificante. Ti fanno venir voglia di gettare le armi a terra, implorare pietà e giurare fedeltà eterna. Sono circondati ad un alone di forza e sicurezza, con quei sorrisi/ghigni da “Guardaci, siamo potenti, siamo carismatici, il mondo è ai nostri piedi e non puoi proprio farci niente”, per non parlare dei loro atteggiamenti da superiori - e non del tipo che cerca di fare il superiore perché si sente inferiore, ma del tipo che fa il superiore perché è superiore. Terrificanti, appunto.
Sono cinque i punti che rendono la festicciola odiosa, dannosa e atroce. Ibn vorrebbe essere da qualsiasi altra parte - esclusa la Titans Tower, Krypto, l'Arkham Asylum e ovunque si trovi Ra's al Ghul - piuttosto che intrappolato tra sorrisi e moine.
«Che palle.» borbotta Lena, dietro di lui.
Ora. Ibn è stato addestra fin da piccolo a non lasciar trapelare emozioni, a non lasciarsi cogliere di sorpresa, a dimostrarsi sempre pronto in qualsiasi situazione. Ed è grazie a questa infanzia traumatica che non ha fatto un salto di tre metri, urlando come una ragazzina, al suono della voce. Si volta, con finta nonchalance, verso la ragazza e: «La festa non è di tuo gradimento, Luthor?» le chiede, strafottente.
«Preferirei essere con Allan a scopare.»
Ibn scrolla le spalle: «Mi sembra la giusta punizione per i tuoi crimini.» concorda.
«La tua ragazza non sarebbe d’accordo con te.»
«Touché.»
«E tu?» chiede a sua volta, spostando lo sguardo dalla folla indefinita: «Com’è che ti sei fatto intrappolare? Non ti si vede mai in società.»
Ibn alza le spalle: «Sono certo che ci arriverai da sola in meno di due minuti, Lena, aggiungendo anche una domanda che dovrebbe far vacillare la mia autostima.»
«Oh, puoi giurarci. Sei qui perché stai elemosinando un po’ di affetto paterno - che Brucie, ovviamente, regala a Mar’i -, perché vuoi dimostrare al mondo intero che sei una brava persona, perché non hai avuto il coraggio di chiedere alla tua fidanzata di smollare tuo padre - cosa che tanto non avrebbe fatto -, perché hai un forte complesso di inferiorità verso, uhm, tutti i membri della tua famiglia, tutti i villain che conosci e persino verso il passante che ti cammina davanti per sbaglio. Come sono andata?»
«Sette e mezzo. Mancava la domanda.»
«Quale autostima?»
«Otto pieno.»

Di tante cose che reputava impossibili - il suo passaggio al lato scuro, uccidere una persona, apprezzare Allan Wilson, concordare con Conner Kent Junior - baciare Lena è certamente una di quelle. Il peggio del peggio è il provare piacere, ovviamente.
Che poi bisognerebbe considerare le conseguenze, le motivazioni. Ad esempio: il disgusto di Bruce, l’odio di Mar’i, il dover lasciare l’Infinity o addirittura il suo ruolo da eroe se la cosa salta fuori. Il fatto che lei stia solo cercando di vendicarsi di Mar’i - tu ti scopi il mio ragazzo, io mi scopo il tuo, logicamente. Roba che non capita nemmeno agli Uomini Oggetto.
Le labbra di Lena sono morbide - non velenose, come credeva -, il suo profumo è buonissimo - eppure fino a due secondi fa, quando era ancora in grado di intendere e di volere (bei tempi), lo trovava fastidioso -, per non parlare delle sue mani, una tra i capelli - è strano avercela lì, ecco, essere accarezzato così da lei, quasi più strano di avere la sua lingua in bocca - e l’altra aggrappata al collo.
Come ci siano arrivati fino alla sua stanza Ibn non lo sa, non capisce nemmeno come sia stato possibile - forse sì: alcol, disperazione, masochismo - ma lo detesta, e detesta se stesso. Potrebbe anche girare i tacchi e llasciarla lì, a dire il vero, invece di infilare una mano sotto la maglietta, sentirla mugolare e premere di più il bacino verso il suo.
Al buio è semplice sfilarle la maglia e togliere la propria, è semplicissimo baciarla di nuovo - mordere leggermente il labbro inferiore -, andare a toccarle i seni con le mani. Davvero tanto semplice.

Si rivestono velocemente; Lena naturalmente non pare neanche un po’ scossa da quello che ha - ok, hanno - appena fatto, sembra anzi annoiata all’idea di dover tornare di sotto. Al contrario di Ibn non cerca i vestiti con una sorta di nervosismo: è preoccupata che qualcuno possa notare la loro assenza e fare due più due, ma neanche troppo.
«È stato uno sbaglio.» afferma Ibn, quando sono davanti alla porta, pronti per uscire. Lena alza gli occhi al cielo.
«Batboy, per carità. Lascia perdere le seghe mentali, vuoi? Io non dirò nulla, tu non dirai nulla, sarà come se non fosse mai successo nulla. Rilassati. Non rompere.»
Assurdamente, perché è assurdo, si alza sulle punte dei piedi e posa le labbra sulle sue, in un bacio casto. Esce per prima senza aspettarlo.
La guarda confuso allontanarsi - ma è successo davvero? - e per un attimo capisce cosa abbia spinto Allan ad avvicinarsi a lei. Poi si incammina a sua volta verso la festa, nascondendo tutto in un angolo della sua mente, con i segreti peggiori.

pg dc lovvo: lena luthor, challenge: michiru, pg dc lovvo: ibn al xu’ffasch, fandom: dc lovvoverse

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