Se mai avessi voluto cercare ancora più polvere, pacchi di polvere, e buio, ed umidità terrigna, greve di tempo, ecco, quello sarebbe stato l'angolo giusto. Laddove le travi portanti del tetto iniziano a cadere, a cercar terra.
Quello il posto, mio il tempo.
Ma stava lì, inutile fare domande.
Intanto, come e perchè trasportarlo per cinque rampe di scale strette, poco spazio di manovra, per fargli tritturare solo silenzio.
Potevo forse scegliere, sembrava rispondere già di suo.
Quando strada fa rima con potenza, un riparo per la pioggia e le notti di nebbia e poi, un nastro infinito, la vita. Quando appartenere a qualcuno, condividerne le scelte, ognuna delle quali costruirà altri mondi, e non importa se ne assaggerai solo un pezzettino, però ci sei.
Ecco, allora non immagini. Di finire così, ramengo in un solaio.
Grato che ancora ti si lanci uno sguardo ed un pensiero, anche bambino.
Imbozzolato da una traversa di ragni, la tua fine, cedendo oggi una valvola domani il cuore.
Per questi occhi e queste mani, avrei voluto; che tu fossi il mio alfiere. Ora, posso dirlo.