[ORIGINALE SOVRANNATURALE] Ricordi fantasma

Nov 08, 2009 10:12


ISPY COLPI'
(per fortuna XD)

[Originale Sovrannaturale] Ricordi fantasma
Personaggi/Pairing: Matthew Angelic, Isabella Cluster, Matt/Isa
Rating: PG
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico, Malinconico, Sovrannaturale, Mistero
Counter: 1152 (OpenOffice)
Note:
  • Sì, sì, SIIII, questi personaggi sono miei è_é Guai a chi li tocca. Sono i protagonisti della mia terza saga, Il labirinto del Gattomatto, facente parte della Trilogia di Lorelei. Sono belli, sono pucciosi, e sono tremendamente innamorati... ma io ho intenzione di farli soffrire fino alla fine, oh yeah u_u
  • Questa storia partecipa all'iniziativa di Criticoni, Criticombola. Il prompt utilizzato è il seguente: #46. Parco (categoria luoghi) + #10. Ricordi, per il Crack meme di
    michiru_kaiou7.

Ricordi fantasma

Sentiva il rumore di una fontana zampillante in lontananza, ma non la vedeva. Girò tante volte su se stessa, osservando il paesaggio che a ogni giro cambiava.
Primo giro...
… alberi sempreverdi...
Secondo giro...
… fiori colorati ammantati dall'ombra scura del cielo...
Terzo giro...
… quella fontana.
Si immobilizzò, tremando. Il paesaggio ora lo riconosceva, anche se l'ultima volta che era stata in quel posto era una bellissima giornata di sole, che illuminava i fiori variopinti e le chiome verdi degli alberi. Inoltre quella volta pullulava di gente, mentre ora... c'era solo lei. Inoltre l'atmosfera non era delle migliori: era tutto fermo in una dimensione immobile, in attesa del sorgere del sole all'orizzonte. Anche lei rivolse il viso a est; sentiva il corpo fremere nell'attesa, le tremavano le gambe e le mani. Stava per cadere a terra quando si accorse che dietro di lei c'era una panchina.
- Grazie al cielo - mormorò sedendosi.

Passarono quelli che le sembrarono secoli, ma il sole non si decideva a sorgere. Forse era troppo presto?, si chiese. Gli orologi dei giardini, però, sistemati su alti lampioni, indicavano sempre lo stesso orario: quello dell'alba. Lei deglutì, cominciando a sentire piccoli brividi su per la schiena.
- Hai paura? -
La ragazza scattò in avanti, alzandosi repentinamente e girandosi verso chi aveva parlato: dietro la panchina c'era un bel ragazzo dai capelli castani spettinati, gli occhi azzurri che la fissavano intensamente e un sorriso appena accennato; si reggeva alla struttura di ferro con le braccia, piegato in avanti. Inclinò la testa di lato, facendo una risata leggera.
- Hai paura? - le chiese ancora. Lei deglutì, tremando.
- Non ho paura - mentì con convinzione. Lui rise più forte, piegando le bellissime labbra in un sorriso divertito; poi alzò di nuovo lo sguardo e... la guardò come se fosse la cosa più bella del mondo. Deglutì, facendo un passo indietro, e subito negli occhi azzurri del ragazzo passò un lampo di tristezza.
- Davvero non hai paura? - Aggirò la panchina e le si avvicino con passo lento. Quando furono uno davanti all'altra si guardarono per qualche secondo negli occhi. Lei rimase ammagliata dalla lucentezza di quelli azzurri di lui, che sembravano l'unico elemento che in quel momento stesse risplendendo di luce propria, in quel giardino. Non se ne accorse, ma smise istantaneamente di tremare. Vide il ragazzo fare un sorriso più rilassato e alzare una mano verso la sua guancia per accarezzargliela. Lei lo lasciò fare, inclinando anche la testa per fare in modo che le sue dita premessero di più sulla sua pelle calda.
Da lontano cominciò ad arrivare una cantilena. Un motivetto strano, inquietante ed ipnotico, che le fece aggrottare la fronte e socchiudere gli occhi che aveva chiuso per assaporare meglio quel momento. Vide un lampo di tristezza passare in quelli dello sconosciuto.

- Isa, Isa, Isa la Bella. Isa, Isa, Isa la Bella… Dove sei, mia piccola Isa? -

- Isa... la Bella?... - sussurrò in trance. Poi spalancò gli occhi, boccheggiando, e ricominciò a tremare, impaurita. - Questa voce... Il mio nome... Sta dicendo il mio nome, Isabella, vero? - Si chiuse le braccia attorno al corpo, tremando più violentemente.
Il ragazzo abbassò lo sguardo. - E' felice di averti ritrovata, Isa... -, poi però sorrise nervosamente. - In realtà lo siamo entrambi -
Isabella lo guardò dubbiosa. - Cosa... cosa intendi? Chi sei? Di chi è questa voce? - chiese.
Lui la guardò con occhi tristi. Le si avvicinò, e Isa lo lasciò fare mentre la abbracciava e le premeva le labbra su una tempia, cercando di calmarla con lievi carezze sulla testa bruna e sulla schiena.
- Sei cresciuta, Isa. Io non fatico a credere che tu mi abbia dimenticato, ma Lui sì... Questo parco non ti dice nulla? - le sussurrò facendola dondolare sul posto, dolcemente.
Isabella chiuse gli occhi per un attimo, assaporando il calore di quell'abbraccio, poi li riaprì e si guardò attorno. In un flash vide un bambino dalla zazzera castana sorridere, seduto vicino a lei su quella stessa panchina verde di prima. Spalancò gli occhi man mano che i ricordi tornarono a galla, boccheggiò ed emise un verso strozzato. Contemporaneamente sentì il ragazzo annuire e stringerla più forte, fin quasi a soffocarla.
- Isa... - sussurrò con voce rotta dal pianto. Isabella singhiozzò e si strinse di più a lui.
- Matthew? Matt? - Lo sentì annuire nell'incavo della spalla, e cominciò a piangere più forte, aggrappandosi a lui e alle sue spalle larghe.
Quanto tempo era passato? Erano solo due bambini quando si erano incontrati...
- Dieci anni e ti ricordi ancora di me? - singhiozzò. - Di quella bambina stupida, cattiva e irritante che non è cambiata? -
Sentì Matt ridere e scostarsi un po'. Lo imitò, cercando di asciugarsi quante più lacrime poteva, ma il polsino della felpa che Matt indossava arrivò prima, così come le sue mani. Lo vide sorridere teneramente mentre le accarezzava il volto; poi si piegò su di lei e le baciò una guancia, riprendendo a stringerla forte. Sembrava che non volesse farla andare via.
Isabella stava per parlare quando, di nuovo, quella cantilena si fece sentire.

- Isa, Isa, Isa la Bella. Isa, Isa, Isa la Bella… Dove sei, mia piccola Isa? -

Isa guardò verso l'alto, sfregando una guancia sulla spalla di Matt, che si era immobilizzato.
- Chi è? - chiese a voce bassa. Matt non le rispose; si limitò a lasciarla e indietreggiare fino alla panchina, con gli occhi azzurri intristiti. Da dietro la schiena, sotto la felpa, tirò fuori una maschera dalle sembianze feline e fece per metterla sul viso.
- Ci incontrerai ancora, ma fuori da questo mondo illusorio. Ti prego, ti prego Isa... - Matthew stava scomparendo. Il suo corpo stava diventando trasparente, lasciando dietro di sé il nulla, e Isabella, disperata, gli corse incontro tendendo le braccia verso di lui. “Ti prego” cosa, Matt?, si chiedeva piangendo.
- No! Matthew! Mattheeew! - Quando lo raggiunse, però, lui era già scomparso. Il tempo strano di quel mondo si era preso gioco di lei, allungando le distanze fra loro. Isa cadde in ginocchio, disperata, e prese a battere i pugni per terra. Solo in quel momento notò che lei e tutto il parco stavano scomparendo come Matthew... e all'orizzonte il sole aveva cominciato ad albeggiare...

*
Si svegliò nella sua cameretta, assonnata e tutta arruffata. Guardandosi attorno riconobbe i mobili della propria stanza, e l'attanagliò solo la vaga sensazione di non essere stata lì fino a quel momento. Però non ricordava nulla.
- Isa! Svegliati! - Dal piano di sotto sua madre la chiamava, furente. Isabella Cluster guardò le lancette della sveglia che teneva sul comodino, che segnavano le otto di mattina, e sbadigliò.
- Cos'ho dimenticato? - si chiese sottovoce mentre si alzava dal letto. Fece spallucce immediatamente, però: se era una cosa importante prima o poi l'avrebbe ricordata.

originali: la trilogia di lorelei, ship: trilogia di lorelei: matt/isa, michiru_kaiou7's meme, writing comm: criticoni, criticoni: criticombola, !fanfiction

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