“Ho ancora il bracciale.” mormorò, dondolando appena la busta della spesa. Rin aveva insistito per accompagnarlo a casa e il cuore di Aiichirou si era bloccato a metà tra fibrillazione ed arresto. Il che era scientificamente impossibile, ma era così che l'aveva sempre fatto sentire il nuotatore. “Sapevo che non ci sarebbe stato posto più sicuro.” fu la sua risposta. Rin era diverso. Era normale cambiare negli anni -lui stesso era meno timido, più sicuro di sé- ma non sapeva se contare quel cambiamento come un miglioramento. Sembrava distante, nonostante il suo sorriso e Ai si ritrovò a chiedersi se fosse davvero felice. “Sono contento che tu stia ancora inseguendo il tuo sogno.” disse, però, perché aveva perso da tempo il diritto di chiedergli cosa pesasse sul suo cuore. “Cos'è successo al tuo?” Sembrava che Rin, invece, non sentisse il tempo trascorso. Guardò il marciapiede con interesse, sentendo la testa girare, un'ondata di amarezza che gli riempiva la bocca. Gli aveva confessato di voler diventare un biologo marino, in una di quelle giornate in cui tutto sembrava andare bene e il suo sorriso illuminava tutto quanto. Esistevano anche giornate del genere, intere ore in cui Rin stava bene, senza il macigno del passato a renderlo triste o nervoso. Era per quelle giornate che sopportava quelle in cui persino uno sguardo riusciva a fargli perdere le staffe. “Miyuki.” Si sentì subito in colpa nell'accusare la figlia del proprio fallimento ed aprì la bocca per correggersi, senza trovarne il coraggio. “Anche se l'università era difficile, avrei voluto avere la possibilità di mettermi in gioco. Ma pare sia destino che arrivi tardi a certe conclusioni, eh, senpai?” disse invece, ancora una volta riferendosi a qualcosa di molto più ampio di quel rimpianto. Aveva trovato un lavoro, almeno. Adorava sua figlia, nonostante le notti insonni. Non poteva dire di avere una brutta vita. Solo... C'era un vuoto, ancora. C'era sempre stato, nonostante si fosse sforzato di riempirlo, a volte concentrandosi più su quell'obiettivo, piuttosto che sulle sensazioni che quella pienezza avrebbe dovuto dargli. C'era un vuoto che soltanto una persona poteva colmare, perché soltanto lui poteva incastrarsi perfettamente lì e farlo funzionare. “Credevo che sarei stato furioso.” Sollevò gli occhi verso Rin, ma non lo stava guardando, lo sguardo dritto davanti a sé, le mani ficcate in tasca come se volesse bloccarle dal fare qualcosa di stupido. Riconobbe quel gesto perché l'aveva fatto un milione di volte. “Sei sparito. Non mi hai mai scritto. Il giorno prima eri ovunque, quello dopo ero... E credevo che ti avrei preso a pugni, rivedendoti.” spiegò, stringendo i denti. “Non volevo disturbarti.” gli rispose, in automatico. Era quello che si era ripetuto per anni. Aiichirou si fermò sotto casa, osservando la sua schiena allontanarsi. Anche l'ultima volta era andata così. L'aveva lasciato andare, fingendo di non esistere, di non avere un oceano di sentimenti nel petto, un continuo tormento che gli chiedeva solo di essere sfogato. “Ma sei sempre uguale, solo più triste. Mi dai fastidio. Dovresti essere felice. Se sei lontano da me, almeno devi essere felice.” gli disse Rin, fermandosi. Doveva averlo sentito. Il respiro che si bloccava, il tonfo della schiena contro la parete. La lotta per non piangere, soprattutto. L'Ai di diciassette anni l'aveva guardato andare via, fermarsi un momento e ripartire. Il cuore in frantumi, mille parole non dette a bloccargli la gola, aveva pensato di poterlo rendere felice così e di imparare ad esserlo senza di lui. L'Ai di ventidue si spinse via dalla parete, lasciando cadere il sacchetto ed annullando lo spazio tra loro. Lo abbracciò da dietro, sprofondando con il viso nella sua giacca, nella schiena. “Non ha senso senza di te.” Gli sembrò di sentirlo ridere senza allegria nella voce. “Allora tienimi qui.” “Sì.”
Oddeus che bella çwç e meno male che le cose si sono concluse bene tra loro due çwç (o almeno questo è quello che si presagisce nel finale) (no, deve finire bene, punto e basta è_é) Grazie mille per la fic <3
Meraviglia ;w; un Ai così non me lo sarei mai aspettata, ma è bellissimo. E anche Rin. Mi hai prima spezzato e poi ricucito insieme il cuoricino. L'ultima frase, quando finalmente Ai trova il coraggio di non lasciare andare ancora Rin - I MIEI FEELS. Asdfghjkl
Rin aveva insistito per accompagnarlo a casa e il cuore di Aiichirou si era bloccato a metà tra fibrillazione ed arresto. Il che era scientificamente impossibile, ma era così che l'aveva sempre fatto sentire il nuotatore.
“Sapevo che non ci sarebbe stato posto più sicuro.” fu la sua risposta.
Rin era diverso. Era normale cambiare negli anni -lui stesso era meno timido, più sicuro di sé- ma non sapeva se contare quel cambiamento come un miglioramento.
Sembrava distante, nonostante il suo sorriso e Ai si ritrovò a chiedersi se fosse davvero felice.
“Sono contento che tu stia ancora inseguendo il tuo sogno.” disse, però, perché aveva perso da tempo il diritto di chiedergli cosa pesasse sul suo cuore.
“Cos'è successo al tuo?”
Sembrava che Rin, invece, non sentisse il tempo trascorso.
Guardò il marciapiede con interesse, sentendo la testa girare, un'ondata di amarezza che gli riempiva la bocca.
Gli aveva confessato di voler diventare un biologo marino, in una di quelle giornate in cui tutto sembrava andare bene e il suo sorriso illuminava tutto quanto. Esistevano anche giornate del genere, intere ore in cui Rin stava bene, senza il macigno del passato a renderlo triste o nervoso.
Era per quelle giornate che sopportava quelle in cui persino uno sguardo riusciva a fargli perdere le staffe.
“Miyuki.”
Si sentì subito in colpa nell'accusare la figlia del proprio fallimento ed aprì la bocca per correggersi, senza trovarne il coraggio.
“Anche se l'università era difficile, avrei voluto avere la possibilità di mettermi in gioco. Ma pare sia destino che arrivi tardi a certe conclusioni, eh, senpai?” disse invece, ancora una volta riferendosi a qualcosa di molto più ampio di quel rimpianto.
Aveva trovato un lavoro, almeno. Adorava sua figlia, nonostante le notti insonni.
Non poteva dire di avere una brutta vita. Solo...
C'era un vuoto, ancora. C'era sempre stato, nonostante si fosse sforzato di riempirlo, a volte concentrandosi più su quell'obiettivo, piuttosto che sulle sensazioni che quella pienezza avrebbe dovuto dargli.
C'era un vuoto che soltanto una persona poteva colmare, perché soltanto lui poteva incastrarsi perfettamente lì e farlo funzionare.
“Credevo che sarei stato furioso.”
Sollevò gli occhi verso Rin, ma non lo stava guardando, lo sguardo dritto davanti a sé, le mani ficcate in tasca come se volesse bloccarle dal fare qualcosa di stupido. Riconobbe quel gesto perché l'aveva fatto un milione di volte.
“Sei sparito. Non mi hai mai scritto. Il giorno prima eri ovunque, quello dopo ero... E credevo che ti avrei preso a pugni, rivedendoti.” spiegò, stringendo i denti.
“Non volevo disturbarti.” gli rispose, in automatico.
Era quello che si era ripetuto per anni.
Aiichirou si fermò sotto casa, osservando la sua schiena allontanarsi.
Anche l'ultima volta era andata così. L'aveva lasciato andare, fingendo di non esistere, di non avere un oceano di sentimenti nel petto, un continuo tormento che gli chiedeva solo di essere sfogato.
“Ma sei sempre uguale, solo più triste. Mi dai fastidio. Dovresti essere felice. Se sei lontano da me, almeno devi essere felice.” gli disse Rin, fermandosi.
Doveva averlo sentito. Il respiro che si bloccava, il tonfo della schiena contro la parete. La lotta per non piangere, soprattutto.
L'Ai di diciassette anni l'aveva guardato andare via, fermarsi un momento e ripartire.
Il cuore in frantumi, mille parole non dette a bloccargli la gola, aveva pensato di poterlo rendere felice così e di imparare ad esserlo senza di lui.
L'Ai di ventidue si spinse via dalla parete, lasciando cadere il sacchetto ed annullando lo spazio tra loro. Lo abbracciò da dietro, sprofondando con il viso nella sua giacca, nella schiena.
“Non ha senso senza di te.”
Gli sembrò di sentirlo ridere senza allegria nella voce.
“Allora tienimi qui.”
“Sì.”
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Grazie mille per la fic <3
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Asdfghjkl
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