Titolo: Operazione Polvere Bianca
Fandom: Originale
Rating: G
Conteggio parole: 794 (W)
Scritta per: Scrittura Creativa, Lezione VII. Indicazione: scrivere un racconto che sia metà di tono leggero e metà di tono drammatico, o viceversa.
Quando ci comunicarono gli ordini, tutti pensammo: un’operazione facile facile. Squadra numerosa, ampia copertura per i settori centrali, quattro o cinque esploratori e neppure le avanguardie avrebbero avuto troppi problemi. Il punto di convergenza non era lontano; in un’ora, forse, saremmo stati tutti a casa.
Certo, l’orario era rischioso, col sole già alto, ma lo era sempre; e i nostri scarsi risultati nell’arte della mimetizzazione ci rendevano facili prede dei nostri nemici, ma non più del solito. La natura di quel luogo ci era ostile, lo era stata fin dal primo momento. Noi l’affrontavamo con la dedizione dei soldati.
Gli esploratori uscirono per primi, col loro caratteristico passo a zigzag. Il problema degli esploratori era tutto il tempo che perdevano a studiare questo e quello prima di decidersi ad arrivare al punto; per deformazione professionale, forse, anche nella tana si aggiravano con l’aria intenta e curva di chi deve sminuzzare la sua razione in cinque parti prima di decidersi a mangiarla.
Quella mattina Billy Joe si soffermò a studiare una larga chiazza di caffè per un minuto intero prima di decidere che non gli interessava; Chuck scandagliò in ogni sua parte l’interno di un tappo di plastica; e quando finalmente arrivò il segnale, Bertram stava ancora analizzando - e dicono i maligni, assaggiando - una briciola di biscotto al burro con una scaglietta di cioccolato. (Più d’una volta aveva tentato di convincere la comunità a preparare un’operazione contro una grossa riserva di biscotti che giurava di aver fiutato dalle parti della credenza, ma nessuno gli aveva dato retta.)
Uscimmo in fila indiana. L’operazione del giorno, soprannominata Operazione Polvere Bianca, aveva il punto di convergenza nel Barattolo di Zucchero sulla prima mensola sopra i fornelli. Era stata pianificata a lungo dai nostri strateghi; il Barattolo, dicevano le nostre stime, conteneva zucchero a sufficienza per riempire la tana e tutti i nostri magazzini e far felice la Regina, che stava entrando nel periodo della deposizione e aveva bisogno dei chicchi bianchi più di chiunque altro.
Metà della squadra era già montata sulla mensola, Billy Joe e Chuck giravano intorno al Barattolo dando istruzioni al resto della truppa e le retrovie avevano lasciato la tana. Gilbert raggiunse il buchino vicino all’imboccatura e conquistò il Barattolo per primo, aprendo la strada a tutti noi. Per tre cicli dalla tana al Barattolo l’Operazione Polvere Bianca andò a meraviglia. Quando depositavi la tua scorta, dovevi combattere la voglia di fermarti a guardare la montagna bianca che pian piano si accumulava nel magazzino della tana.
Ma poi andò tutto a rotoli.
I posti nelle avanguardie erano i peggiori, e non a caso non li voleva nessuno; se qualcosa andava storto, potevi giurarci che eri il primo a restarci secco sotto una scarica di gas velenoso. Ma non se la passavano meglio nelle retrovie: se partiva l’ordine della ritirata e i nostri nemici scoprivano la tana - e questo avveniva molto più spesso di quanto ci piacesse pensare - quelli nelle retrovie erano i primi a finire imbottigliati all’interno e sterminati insieme al resto della comunità, mentre i settori centrali potevano rompere le righe e disperdersi, trovando scampo nelle scanalature dei mobili o nei buchi dei muri. Ma senza tana, e senza superiori, non sarebbero comunque vissuti a lungo.
Quello che successe quella volta fu che uno dei nostri nemici si accorse di noi. Non accadeva sempre; sapevamo di generazioni e generazioni della nostra specie che si erano avvicendate senza che i nemici si accorgessero di loro. Ma periodicamente l’equilibrio si rompeva, e allora era guerra. La nostra era una lotta atavica, che a volte eravamo destinati a perdere.
Solo una parte di noi sopravvisse all’Operazione Polvere Bianca. Il buon risultato conseguito - il Magazzino 1 pieno fino al soffitto - ci ripagò solo in parte delle tremende perdite di quell’attacco, anche se, come sempre succedeva, ce ne dimenticammo presto. Gilbert, l’aprifila, perì sotto la prima salva di gas velenoso. Chuck fu impietosamente annegato nel lavandino. Billy Joe riuscì a riparare nella tana, ma il veleno gli lasciò la salute così debilitata che sì spense poco dopo, un grosso grano di zucchero a fargli compagnia nel momento dell’estremo saluto.
L’esploratore Bertram non fu più visto. Alcuni dicono che sia morto anche lui per il veleno, o che sia stato spazzato via dai nostri nemici. Altri che sia partito, unendosi forse a una nuova comunità, mettendo le sue conoscenze al servizio di altri della nostra specie. Altri ancora pensano che un predatore sia stata la sua fine.
Ma a qualcuno piace pensare che si sia piuttosto mutato in una delle mitiche formiche solitarie di cui raccontiamo ai nostri piccoli, e che abbia infine trovato la grossa riserva di biscotti dei suoi sogni e vissuto il resto della vita felice e indisturbato in una crepa della credenza.
Glielo auguriamo tutti.