La prima consulenza, cari lettori, è sempre un'emozione difficile da dimenticare. (Poi se l'emozione è stata suscitata l'altro ieri, ancora più difficile da dimenticare.)
Devo dire che questo termine mi ha dato non poco da penare. L'etimo era e resta piuttosto incerto (direte voi: e se era facile che te lo chiedevano a te?, ma io sorvolo sulle vostre domande bislacche, per non dire sulla vostra grammatica approssimativa). Tuttavia la consulenza mi è stata richiesta dalla cara
sourcream_onion, che tra le altre cose mi fornisce il materiale per tenere in piedi questo programma, quindi non potevo rifiutarmi.
Il termine è SMEBRA, e la frase è la seguente:
potter mi smebra quasi il male minore
La prima ipotesi affacciatasi alla mia mente è di una derivanza diretta dal verbo SMEMBRARE (fare a pezzi, dilaniare). Si sa che le M pre-labiali tendono a scomparire sotto le penne dei nostri arguti copisti e le tastiere dei nostri dotti autori. In tal caso però la frase porrebbe un altro annoso quesito: come interpretare "il male minore"? Cosa potrebbe mai essere questo "male minore"?
Varie fonti di cui non disquisiremo in questa sede sembrano autorizzarci a sostituire "minore" con "inferiore".
Quando a "male", ebbene, con ogni probabilità è qui una forma gergale-dialettale per "mallo". (La "e" finale, è provato, viene usata in molti dialetti meridionali quale sostitutivo scritto di una "o" effettivamente afona. E le doppie sono sempre, sempre un problema.)
Il mallo, per chi non lo sapesse, è l'involucro carnoso che ricopre le noci e altra frutta del genere.
Ora, non vorrei calcare troppo la mano sull'EVIDENTISSIMA metafora sessuale nascosta in quella che poteva sembrare, all'occhio poco esperto, una frase dal significato del tutto oscuro, ma è d'uopo riscrivere la frase in termini meno ostici. In tal modo potrebbe leggersi:
"Potter mi sta quasi dilaniando il testicolo inferiore" (a morsi, presumo, ma l'autrice evidentemente non si dilunga nella descrizione del fiero pasto - e lode a lei per questo)
ma, lasciatemelo dire, in questo modo si perde la magnifica musicalità della frase originale (avete notato che è un dodecasillabo? Verso un po' bistrattato nella storia della lirica italiana, ma di grande carica espressiva).
Nel caso sussistessero obiezioni di tipo anatomico, ricordo a tutti che la sottoscritta non è docente di anatomia né tantotemo (risatina leziosa) un'androloga, tuttavia sarebbe interessante suggerire ai signori obiettori un ripassino sulla nozione di "asimmetria del corpo umano", che non guasta mai e porta a scoperte emozionanti.
Si chiude qui questo breve special de L'ora di Filologia. Spero, cara
sourcream_onion, che il mio modesto lavoro abbia risolto i tuoi annosi dubbi filologici.