Cari amici e spettatori de L'ora di Filologia, è con immenso piacere che annunciamo la riapertura straordinaria dell'unica trasmissione al mondo che rimboccandosi le maniche fino alle spalle trae a piene mani dalle profondità magmatiche della lingua italiana e vi immerge stinchi compresi nei misteri più ermetici del nostro splendido idioma. E ora, se siete riusciti ad arrivare fin qui senza prendere un respiro, è d'uopo una lacrimuccia scintillante di asfissia.
La consulenza di oggi ci è stata richiesta dal caro collega e critico
defenderxl e merita due parole di presentazione. Non si tratta di un'opera letteraria, bensì della viva voce di una delle nostre consorelle internettistiche, una delle nostre cugine, madri, zie o fratelli transessuali. Il genio linguistico, vogliamo dimostrare, non si applica solo alla letteratura. Quando è troppo trabocca nell'uso di tutti i giorni come uno spruzzo di ketchup sulla tovaglia, ed è questo il caso.
Vediamo ora la citazione:
non fare la bandiera gialla, o decidi che l'ironia si può usare sempre e allora non puoi rompere la f**a a chi decide di usarla per cambiare in meglio questo mondo ricolmo di immondizia che sono gli archivi di fanfiction che tutti hanno il diritto di leggere, oppure non la usi neanche tu ed eviti di continuare a fare la spiritosa nascondendo però una cattiveria senza uguali!!!!!
Non mi soffermerò sulla sublime espressione "non puoi rompere la f**a" e sul suo stupendo paradigma di rivendicata mascolinità: altri più competenti se ne occuperanno. Ci concentriamo invece oggi su quell'enigmatico "bandiera gialla" che tanto ha angustiato letterati e filologi di tutto il mondo.
In un interessante scambio epistolare,
defenderxl mi ha edotto sulle tesi dei miei illustri colleghi in proposito. Lungi da me il voler essere sprezzante, ma devo confessare di averle trovate ben poco soddisfacenti. Vediamole in una rapida carrellata:
A) Simbolo di mare ingrossato - Potente, certo, ma perché? L'interlocutrice ha forse una marea di sentimenti che le montano dentro come il mare agitato? O la si accusa di cattiva digestione? Meteorismo? In questo senso potrebbe significare "Sorella, finiscila con la peperonata alle sei di mattina", ma la sfumatura è quasi premurosa.
B) Presenza di colera - Può darsi: ma in quel caso l'interlocutrice sarebbe lì lì per tirare le cuoia. La frase quindi si interpreterebbe come "non provare a far finta che stai per morire per impietosirmi, stronza" o anche "vai a sputare germi sulle tue amichette, lebbrosa".
C) Locale riminese - Non sono informata riguardo ai locali riminesi, ma immagino che potrebbe essere un senso lato per "faccia di piadina".
D) Nota canzone della scorsa generazione - "Finché vedrai sventolar bandiera gialla
tu saprai che qui si balla ed il tempo volerà..." cantava quel tale. Questa opzione, in sincerità, mi convince meno delle altre. Andrebbe interpretata come "non pensare di andartene a ballare mentre ti sto sconocchiando le ossa", oppure "non metterti a ballare il twist mentre parli con me", o ancora "cazzo canti le canzoni di tuo nonno, cessa". Poco soddisfacente.
E) neologismo gergale nato ad Amici di Maria de Filippi - No comment.
L'espressione, come avrete capito, è ricchissima di possibilità ermeneutiche. Devo confessare che neanch'io sono riuscita a decidermi tra due interpretazioni, a mio parere ugualmente affascinanti, e per questo ve le propongo entrambe.
1) Bandiera gialla era, in origine, bandiera a galla: notate la palatalizzazione della G velare. L'espressione, quindi, non si riferisce a una bandiera di colore giallo, ma al fatto che, dopo i cannoneggiamenti, delle navi affondate restavano solo qualche fasciame e le bandiere a galleggiare tristemente sul pelo dell'acqua. In questo senso, la frase significherebbe "non pensare di essere rimasta superstite perché come ho aperto il culo alle tue amiche lo apro pure a te con una carabina" - o qualcosa del genere.
2) Bandiera gialla è certamente una bandiera bianca sporca di vomito. La bandiera bianca, simbolo di pace e armistizio, diventa un'arma offensiva allorché l'interlocutrice furiosa ci vomita sopra e la tira ancora calda in faccia all'avversaria. In questo senso, la frase assume un ben complesso senso di "non tirarmi schifezze vomitate in faccia, STRONZA, o comunque se proprio devi metti una regola per cui possiamo farlo tutti così vado a mangiare un po' di pecorino e torno".
Anche questa puntata straordinaria de L'ora di Filologia è giunta a conclusione. Vi lascio commossa con la mia riflessione personale, che spero si inciderà a fuoco nei vostri cuori palpitanti: "Il problema è sempre la lingua. Come, quando e dove usarla".
Alla prossima!