"Il club delle piccole morti" di Tommaso Capolicchio.
Protagonisti della storia sono dei giovani cresciuti senza solidi valori moralli e accomunati da una visione della vita troppo routinaria per poterla apprezzare quando si trovano di fronte a delle difficoltà. Sono giovani che guardano molto all'apparenza e al divertimento, con la pretesa di risolvere tutto col sesso o con la droga. Dopo un po' questo tipo di vita stanca, e così alcuni di loro, quelli più forti, cercano di trovare un modo per dare una svolta alla propria vita, rivelandosi di sostegno anche per gli amici; altri però decidono di unirsi ad un gruppo molto ristretto di aspiranti suicidi per darsi la morte a vicenda [il che deve avvenire nel giro di un mese da quando firmano il contratto]. Resterà per ultimo l'organizzatore, di cui solo l'ultimo aspirante suicida potrà conoscere l'identità. Le uniche condizioni per accedervi sono la maggiore età, seguire le indicazioni fornite dall'organizzatore circa luoghi, ora, "turni" e l'impossibilità di tirarsi indietro.
Man mano che le vicende dei personaggi si intrecciano, molti di loro riusciranno a riscoprire le emozioni vere (soprattutto le ragazze), altri si toglieranno la maschera lasciando vedere il lato umano che tenevano nascosto per difendere una reputazione che anche se negativa dava un senso alla propria esistenza, come il pornografo; una ragazza che, dopo aver tentato il suicidio nel camerino di un negozio, si innamora e decide di non voler più morire - ma aveva firmato un contratto...
no, non vi dico se la fa franca o no. So che speravate di saperlo. ^^
I personaggi sono tanti e le loro interazioni studiate molto bene. L'unico valore che conoscono è l'amicizia, ma quest'intesa non risparmia comunque alcuni di loro.
Mi è piaciuto molto l'intreccio che svela tutto senza fretta, dando il tempo di mettersi nei panni di ognuno e di riflettere sulle loro scelte, sino ad un finale inatteso. E mi è piaciuto il fatto che nessuno dei personaggi dà giudizi morali, nemmeno il commissario che svolge le indagini, in questo modo anche noi lettori non siamo condizionati da giudizi e possiamo goderci solo i fatti e le persone.
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Dev'essere per questo motivo che il libro non è per nulla angosciante.
L'autore si occupa principalmente di sceneggiature, già si vede dallo stile poco "narrativo" con cui è scritto. Il libro risulta infatti molto simile a un copione, per questo l'ho voluto leggere ad alta voce impostando il tono in base allo stato d'animo dei personaggi.
Per chi è di Roma e dintorni, dal 3 al 22 febbraio ci sarà lo spettacolo teatrale.
http://www.argot.it/argot_studio.htm