Titolo: Scherzi di dubbio gusto
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Dantalion "Huber", Gilles De Rais, William Twining
Wordcount: 1361 (
fiumidiparole)
Prompt: 25 Senses: Sight / 015. Colorful Glitter @
kinks_pervs + Blu per la Missione 3 della
quarta settimana del
COW-T 3 @
maridichallengeNote: Angry!sex, Handjob, Lemon, P0rn, Yaoi
Dantalion uscì a passo pesante dal bagno, le sopracciglia corrugate in un'espressione di pura ira.
«Sitri...» ringhiò a mezza voce «Se lo prendo...!». Mentalmente era già sul piede di guerra. Più si guardava addosso più si sentiva rodere dalla furia: tutti quei puntini blu gli davano veramente fastidio, tanto più che brillavano pure. Il suo cervello stava già lavorando per trovare un modo efficace di vendicarsi.
«Ciao, Dantalion! ♥».
Arrivato in bagno per pettinarsi e sistemarsi, Dantalion aveva avuto un increscioso incidente con un tubetto di gel per capelli. L'oggetto, all'atto di essere preso in mano dal demone, era di fatto esploso, ricoprendolo fino al bacino di brillantini blu che scintillavano alla luce della stanza.
«Ma che...?!» esclamò il demone, sgranando gli occhi mentre si guardava il torace nudo e rilucente. Gettò da parte il tubetto con un gesto stizzito e digrignò i denti, arrabbiato: quel coso non era roba sua. Doveva avercelo messo qualcuno per fargli uno scherzo ed era pronto a scommettere che quel qualcuno fosse il suo avversario politico Sitri.
Per fortuna che era domenica e che quindi le lezioni erano sospese: non poteva presentarsi al suo principe elettore - nonché capoclasse - conciato a quel modo. L'avrebbe punito in modo esemplare e quella era l'ultima cosa di cui aveva bisogno. Inoltre, era una fortuna che non ci fossero le lezioni anche perché così aveva l'occasione per vendicarsi di quell'umiliante affronto.
Dantalion uscì a passo pesante dal bagno, le sopracciglia corrugate in un'espressione di pura ira.
«Sitri...» ringhiò a mezza voce «Se lo prendo...!». Mentalmente era già sul piede di guerra. Più si guardava addosso più si sentiva rodere dalla furia: tutti quei puntini blu gli davano veramente fastidio, tanto più che brillavano pure. Il suo cervello stava già lavorando per trovare un modo efficace di vendicarsi.
«Ciao, Dantalion! ♥».
Dantalion rabbrividì e si volse a guardare alla sua destra: le coperte ancora disfatte del suo letto - mezze stese sul pavimento - erano in parte sollevate e nello spazio ombreggiato sotto il materasso si intravedevano due grandi occhi e la sagoma di una persona.
L'espressione che comparve sul volto del granduca comunicava apertamente disgusto.
«Gilles De Rais... mai una volta che tu entrassi in scena in modo normale!» esclamò esasperato.
Il demone uscì da sotto il letto e si erse in tutta la sua notevole altezza schiudendo le labbra in un sorriso lascivo mentre squadrava da capo a piedi il suo interlocutore.
«Mmmh... sei molto migliore di quanto avessi immaginato, sai? Molto più sexy» disse, facendo un passo verso il granduca. Il rumore del tacco dei suoi stivali riecheggiò nel silenzio che si era improvvisamente impossessato della stanza.
Dantalion rimase interdetto per un momento, poi qualcosa scattò nella sua testa. A quel punto inveì: «Come sarebbe a dire sei molto migliore di quanto avessi immaginato?! È opera tua questo?!».
Gilles si portò alla bocca la mano guantata e vi nascose dietro una risata divertita.
«Pensavi fosse stato Sitri?» chiese, continuando ad avvicinarsi a lui.
«Sì» disse senza esitazione il Nefilim, iniziando ad arretrare.
Quando arrivò a ridosso del muro, si ritrovò Gilles di fronte. La distanza tra di loro era così poca che sarebbe bastato allungare una mano per annullare la distanza.
«Che cosa vuoi? Se è solo prendermi in giro, sappi che te la farò pagare...» ringhiò Dantalion.
«Oh, no. Non è questo» dichiarò De Rais.
Semplicemente, gli posò le labbra sulla bocca in un bacio a sorpresa che lasciò il granduca di stucco.
Le sue guance divennero paonazze e rimase a subire per qualche secondo.
«Sei stupendo, Dantalion. Voglio fare l'amore...» sussurrò Giles sulle sue labbra. All'udire quelle parole il ragazzo s'irrigidì e cercò di svincolarsi dalla presa dell'altro, il quale per contro gli posò entrambe le mani sulle natiche e le palpò con foga, tenendolo vicino a sé.
«F-fermo!» esclamò Dantalion, cercando ancora una volta di liberarsi.
«Sei così affascinante con tutti questi brillantini, sai?» sussurrò Gilles. Così dicendo schioccò le dita ed i suoi vestiti sparirono.
Si aggrappò alle spalle possenti di Dantalion e strusciò il proprio inguine contro il suo, già foderato dei pantaloni della divisa scolastica.
«Maledetto...!» sibilò il demone dai capelli neri, digrignando i denti.
Ribaltò la situazione, schiacciando contro la parete De Rais con veemenza, come se volesse fargli male.
Gli prese il pene ed iniziò a masturbarlo con energia e movimenti scoordinati, dettati dall'ira: stava cercando di vendicarsi per l'affronto subito, solo che lo stava facendo in una maniera che non gli era molto congeniale.
«Oh, Dantalion...!» sospirò, appoggiandosi contro la parete.
Il granduca iniziò a prenderci un po' la mano dopo qualche momento, periodo in cui il pene dell'altro demone si indurì parecchio. Era palesemente eccitato.
Per parte sua, anche Dantalion si stava eccitando parecchio nel fare ciò che stava facendo, anche se non provava niente per Gilles, al contrario di quest'ultimo.
All'improvviso De Rais cinse il collo del partner e gli strinse le gambe attorno al bacino. La sua erezione era rivolta verso l'alto ed era poggiata contro lo stomaco del granduca.
Quest'ultimo - certo che la presa del suo compagno sul suo collo non si sarebbe affievolita - si portò le mani ai calzoni e li calò assieme alla biancheria. Si afferrò l'erezione e cercò di guidarla alla cieca - e non senza provare imbarazzo - verso il fondoschiena di Gilles. Riuscì finalmente a penetrarlo dopo alcuni tentativi fallimentari che avevano sortito soltanto l'effetto di far emettere al partner gridolini incoerenti di piacere.
Quando affondò in lui non riuscì a reprimere un sospiro: era molto più piacevole di quanto avesse mai potuto immaginare. L'impulso di spingersi ancor più in profondità per aumentare il piacere venne automaticamente; tuttavia lui non ebbe occasione di prendere in mano le redini della situazione: De Rais iniziò a dondolarsi, oscillando con il corpo, permettendo all'erezione di Dantalion di farsi strada in lui.
Quest'ultimo dovette appoggiarsi contro la parete per non cadere, accorgendosi che le gambe iniziavano a non reggerlo più.
Fu lui il primo a venire, e lo fece nel corpo di Gilles, il quale s'inarcò e gemette, continuando a muoversi perché l'erezione del granduca si spingesse più a fondo in lui. Adesso gli provocava anche meno dolore, dato che il pene si era lubrificato.
Venne anche lui a distanza di pochi minuti, ansimando a voce decisamente troppo alta. Il suo sperma schizzò sul torace di Dantalion, aggiungendosi al gel pieno di brillantini di cui già era macchiato.
«Oh...» ansimò De Rais, cadendo con il capo sulla spalla dell'altro, il quale si accasciò a terra lasciandosi scivolare contro la parete.
«Non dirmi che non ti è piaciuto, Dantalion...!» esclamò Gilles, vedendo lo sguardo corrucciato sul viso del Nefilim. Con una mano gli accarezzò l'addome, sporcandosi di gel e del suo stesso seme.
Il granduca si morse un labbro, arrossendo leggermente: non voleva darla vinta a Gilles, ma neppure poteva negare totalmente che quel rapporto gli fosse piaciuto.
«Dantalion!».
Dantalion sobbalzò sentendosi chiamare dalla voce di William Twining, capoclasse nonché principe elettore e discendente di Salomone. Dal tono sembrava alterato.
«Oh, sembra che il principino sia arrabbiato...!» cinguettò Gilles sorridendo.
La porta vibrò sotto i colpi di William.
«Dantalion Huber! Apri la porta, adesso!».
«Va' vai!» sibilò il granduca all'altro demone, allarmato dall'insistenza di Twining.
«Ci rivedremo presto, vero Dantalion?» domandò De Rais, mettendo su un broncio che per un momento lo fece somigliare ad una ragazzina.
«Vattene!» ribadì il Nefelim, togliendoselo di dosso. Nel rimuovere la propria erezione dal suo sedere Gilles emise un ansito.
«Che cos'è stato quel rumore?!» chiese William.
Dantalion si mise in piedi e si affrettò a chiudersi i pantaloni, nascondendovi il pene.
«N-niente! Sono inciampato nelle scarpe!» mentì Dantalion, rosso per l'imbarazzo: doversi inventare una scusa così umiliante per mascherare il suo compare. Aveva una gran voglia di ucciderlo in quel momento.
«A presto, allora» disse Gilles, lanciandogli un ultimo bacio prima di strisciare nudo sotto il letto e svanire.
A quel punto Dantalion si avvicinò alla porta e l'aprì per metà.
«Sì, William?» domandò, cercando di sembrare il più naturale possibile.
«Alcuni studenti hanno sentito degli strani rumori provenire dalla tua stanza... rumori che sembravano gemiti...» dichiarò William, scoccandogli un'occhiata a dir poco gelida.
«L'avranno immaginato» si affrettò a rispondere Dantalion, aprendo un po' di più la porta «Probabilmente mi hanno sentito russare...» soggiunse.
Che vergogna, essere costretto a mettersi così in ridicolo davanti al principe elettore. Con che coraggio gli avrebbe chiesto di appoggiarlo come nuovo imperatore...?
Gli occhi del capoclasse caddero inevitabilmente sul suo petto, attirati dall'inusuale luccichio.
«Perché sei ricoperto di brillantini blu?» domandò perplesso.
«Un incidente con il gel per capelli...» rispose il granduca, stirando le labbra in un sorriso forzato che però sembrò convincere Twining.
«Mi raccomando, cerca di non disturbare più gli altri, altrimenti dovrò punirti» minacciò William, prima di andarsene.
Dantalion lanciò un sospiro di sollievo nel richiudere la porta. Rilassò le spalle e chiuse gli occhi per calmarsi.
«C'è mancato veramente un pelo... maledetto Gilles!».