Titolo: Rimedi da soldato
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Eitrigg, Varok Saurfang
Wordcount: 4214 (
fiumidiparole)
Prompt: Varok è stressato dai doveri della sua nuova carica come Capo degli Orchi e Eitrigg si offre di aiutarlo a rilassarsi per il
P0rnfest #10 @
fanfic_italiaNote: Handjob, Lemon, Rimming, Yaoi
Varok sobbalzò leggermente, emettendo un basso grugnito di sorpresa.
«Dritto al punto, eh?» disse in tono sarcastico.
«Non è ancora proprio dritto» fece Eitrigg, ridendo a voce bassa, afferrando meglio il pene dell'altro e cominciando a muovere la mano per masturbarlo.
Varok Saurfang aveva appena avuto il tempo di svegliarsi nella sua nuova camera da letto nel Mastio Grommash - nonché ex stanza privata dei due precedenti Capoguerra - che già qualcuno bussava insistentemente alla sua porta per ottenere la sua attenzione.
La luce del sole filtrava dalle finestre creando rettangoli sul pavimento il cui angolo gli fece intuire che era ancora presto per le visite ufficiali e le altre incombenze.
L'Orco si mise seduto, si stropicciò gli occhi stanchi e ricacciò oltre le spalle i lunghi capelli incanutiti dall'età che aveva sciolto la sera avanti.
«Entrate» disse con voce irritata è rassegnata insieme.
La porta si aprì piano ed Eitrigg si manifestò sulla soglia.
«Oh, Eitrigg... sei tu» borbottò Saurfang con una lieve inflessione di sollievo «È successo qualcosa?» chiese subito dopo, guardingo. Se era venuto lui personalmente a svegliarlo forse era accaduto qualche fatto grave a Orgrimmar che richiedeva la sua attenzione.
L'anziano consigliere scrollò le spalle ampie alla domanda del suo superiore.
«Niente di grave, Varok» lo rassicurò Eitrigg. Il tono amichevole era dettato dai lunghi anni durante i quali avevano prestato insieme servizio sotto il comando di Thrall, Garrosh e Vol'jin. Erano invecchiati insieme dentro le aride valli di Orgrimmar.
Saurfang rilassò impercettibilmente la sua postura a quella risposta.
«Sono solo venuto a comunicarti i tuoi impegni di oggi in qualità di Capo degli Orchi in carica» aggiunse Eitrigg «Visto che con la tua disposizione d'animo verso questo genere di doveri hai messo paura a tutti gli altri assistenti».
Varok grugnì passandosi una mano sulla faccia in atto di esasperazione: era consapevole di aver trattato con maniere tutt'altro che educate e gentili i poveretti incaricati di fargli presente ogni mattina l'elenco dei doveri che la sua nuova carica comportava.
«Non puoi occupartene tu, Eitrigg? Non sono fatto per le questioni burocratiche...» protestò Varok in tono esausto «Sei stato il consigliere di tre Capoguerra, dovresti essere in grado di...».
«Lo sai che non ho l'autorità per farlo, Varok» lo interruppe prontamente il suo interlocutore «Sono incombenze che spettano a te».
Fece una pausa momentanea, quindi soggiunse: «Già che hai menzionato le questioni burocratiche... c'è una pila di documenti che aspetta di essere letta da te da diversi giorni».
Il nuovo Capo degli Orchi roteò gli occhi e si ributtò giù a letto. Eitrigg sorrise di fronte a quella palese manifestazione di sconfitta e proseguì nell'assolvere al suo incarico, elencando gli impegni di Saurfang per la giornata che era appena iniziata.
Quest'ultimo di quando in quando emetteva versi lamentosi da sotto le coperte, come a sottolineare quanto ciascuno di quegli impegni fosse pesante e indesiderato per lui.
Quando Eitrigg ebbe terminato la lista, Varok grugnì e si girò dall'altra parte senza degnarlo di ulteriori attenzioni.
Il consigliere si era in parte abituato a quel genere di reazioni da parte sua nell'ultimo periodo: in virtù della loro lunga amicizia, Varok non si era mai preoccupato di "recitare" la parte del veterano sempre ligio al dovere in sua presenza e non aveva fatto mai mistero circa le sue intenzioni o i suoi desideri.
Quel suo atteggiamento era un "privilegio" riservato solo a pochi - e tra questi Eitrigg era l'unico che attualmente poteva goderne.
L'anziano Orco si avvicinò al letto e si avvalse della sua posizione di consigliere per fare ciò che sarebbe costato la vita alla maggior parte di coloro che servivano presso il Mastio Grommash: afferrò le coperte e le tirò via bruscamente, lanciandole oltre il fondo del materasso e creando un piccolo turbine d'aria fredda che fece rabbrividire l'occupante del materasso.
Varok emise un basso verso simile ad un ringhio mentre si appallottolava nudo nel centro del letto, continuando a dare le spalle all'altro.
«Varok Saurfang, alza immediatamente il culo da quel letto, sistemati e va' a fare il tuo dovere!» lo ammonì in tono risoluto Eitrigg «Non costringermi a ribaltare il materasso con te sopra, perché sai benissimo che lo farei!» aggiunse subito dopo.
Saurfang rimase fermo per qualche altro istante, poi lentamente si mosse e si mise seduto, girandosi verso l'amico.
Il suo sguardo esprimeva perfettamente il suo stato d'animo, un misto di rabbia, frustrazione e stizza.
Si fissarono per qualche momento; infine il signore di Orgrimmar cedette: «Posso almeno avere il tempo di mangiare qualcosa oltre a vestirmi?».
«Va bene, concesso... ma non metterci troppo» esclamò Eitrigg.
L'altro allora si alzò con uno sbuffo e si apprestò a prepararsi per un'altra lunga giornata.
«Non è andata male, Varok» commentò Eitrigg in tono soddisfatto, entrando nella camera di Saurfang mentre quest'ultimo stava finendo di cenare.
Il diretto interessato sbatté il suo boccale mezzo vuoto sul tavolo e lo guardò in cagnesco.
«Stai cercando di farmi ridere?» brontolò mentre si riempiva di nuovo il boccale versandosi della birra da una caraffa «È stata una giornata pessima» commentò prima di portarsi un boccone di pollo alla bocca. Masticò vigorosamente e deglutì con un altro sorso dal suo boccale.
«È stato orribile, non sono fatto per fare visite di controllo negli avamposti fuori Durotar! E leggere tutte quelle scartoffie di carichi e transiti di merci mi ha fatto venire mal di testa!» ringhiò.
Varok si portò una mano alla testa e sospirò pesantemente, lanciando un'occhiata quasi implorante al suo vecchio amico.
«Sono un soldato, non puoi chiedermi di ricoprire un simile ruolo a tempo indeterminato! Ho accettato perché non mi avete dato alternative ma continuo a sperare che troverai qualcuno più adatto di me» esclamò, colto da un momento di esasperazione «O che magari ti deciderai a prendere tu il comando...» aggiunse subito dopo, sorseggiando altra birra.
Eitrigg gli si avvicinò lentamente, aggirando la sedia su cui era sistemato per andare a piazzarglisi alle spalle. Varok lo seguì con lo sguardo solo per metà prima di tornare a dedicarsi alla sua cena. Almeno quella riusciva a donargli un po' delle forze che ogni giorno se ne andavano via come se niente fosse occupandosi della gestione di Orgrimmar.
«Io posso consigliarti, Varok, ma non sono in grado di prendere le redini del potere» commentò Eitrigg, producendosi in una roca risata «E... posso aiutarti a rilassarti» aggiunse a voce più bassa.
Saurfang sobbalzò leggermente percependo le mani ruvide dell'amico scendere a massaggiargli l'esigua striscia di pelle alla base del collo che la sua armatura sprovvista di elmo lasciava indifesa e facilmente accessibile.
«Non uscirtene con sviolinate su quanto sia teso, per piacere...» borbottò Varok, chiudendo gli occhi e abbandonandosi contro lo schienale. Doveva ammettere che il tocco di Eitrigg era stranamente delicato per un Orco del suo stampo.
«Va bene, però posso dire che questa armatura è un po' d'impiccio al momento» ribatté Eitrigg in tono leggero, suscitando una breve risata nell'altro.
«E per cosa sarebbe d'impiccio, se posso chiedertelo?» domandò Saurfang di contro.
«Pensavo che volessi rilassarti...» disse il consigliere.
«Sì, ma...» il Capo degli Orchi s'interruppe e ruotò il busto per poter guardare in faccia l'altro «Credevo volessi massaggiarmi le spalle».
Dirlo lo fece sentire a disagio e le sue guance si fecero più calde. Probabilmente anche il suo colorito era diventato un po' più intenso.
Stavolta furono le sue parole a suscitare l'ilarità di Eitrigg.
«Io non so fare i massaggi alle spalle!» esclamò, la voce resa un poco più stridula dalle risate che ancora non erano del tutto cessate.
«Ah... no?» fu tutto ciò che Varok riuscì a dire.
«Pensavo più ad un modo di rilassarsi più... drastico» ammise Eitrigg «E so per certo che è cosa piuttosto frequente tra i soldati».
Varok lo guardò con un blando cipiglio scettico. Aprì e richiuse la bocca un paio di volte, poi rimase a fissarlo mentre realizzava con fin troppa chiarezza il significato delle sue parole. Aveva visto e vissuto troppe guerre per non essere a conoscenza delle debolezze carnali cui i soldati andavano incontro senza troppa difficoltà nei lunghi periodi passati lontani dalla loro casa e dalla loro famiglia. Spesso e volentieri aveva assistito - e talvolta anche preso parte in prima persona - a piccole orge tra soldati che tentavano da troppo tempo di frenare i loro più bassi istinti.
Si era sempre distinto per l'autocontrollo di certi impulsi, ma era pur sempre un Orco di carne e ossa e come tale era vulnerabile a determinati appetiti, anche se aveva più resistenza della media.
«Vuoi fare sesso?» domandò. Non riuscì ad evitare un'inflessione scettica nella sua voce: Eitrigg non gli era mai sembrato tipo da fare certe cose col primo che passava, né tantomeno con altri maschi.
«Se lo dici in quel modo sembra quasi che tu non l'abbia mai fatto» lo brontolò l'altro.
«Ovviamente l'ho già fatto. Come hai sottolineato, è cosa abbastanza comune tra i soldati...» fece una breve pausa e si alzò in piedi per andare a mettersi di fronte alla sua controparte «Solo che non pensavo tu avessi certe preferenze».
Eitrigg fece un gesto di sufficienza con la mano.
«Ho avuto modo di fare pratica, non preoccuparti... e Thrall a suo tempo ne è stato ben felice» disse a mo' di spiegazione.
Saurfang sgranò gli occhi, guardandolo come se gli avesse appena dato uno schiaffo morale. In effetti, fare una simile rivelazione così a cuor leggero lo aveva colto non poco alla sprovvista.
«Thrall...? Cioè tu e Thrall avete...?» chiese, senza riuscire a finire la frase.
«Quando era Capoguerra era molto incline a farsi sopraffare dagli impegni e dallo stress... un po' come te» spiegò Eitrigg semplicemente «E io ero l'unico abbastanza vicino per dargli una mano... o anche due, a volte» rise della sua stessa affermazione.
Varok non riuscì a non ridere a sua volta. Si sentiva in un certo senso sollevato nell'apprendere che persino Thrall soccombeva allo stress di tanto in tanto. A lui era sempre parso così controllato e perfettamente in grado di gestire tutto.
«Ora che so che anche il grande Capoguerra Thrall apprezzava il tuo aiuto per rilassarsi sono decisamente tentato di accettare la tua offerta» rispose Saurfang, increspando le labbra in un sorrisetto. Scostò la sedia dal tavolo trascinandola sul pavimento, facendo rumore.
Il suo consigliere lo guardò con una certa soddisfazione.
«Sei così impaziente?» commentò quest'ultimo.
Varok scrollò leggermente le spalle e rispose: «Siamo entrambi in armatura, solo per toglierla ci vorrà un po'».
«Giusta osservazione» constatò Eitrigg.
Entrambi si accostarono al letto. Varok fu il primo a cominciare a spogliarsi, subito seguito dall'altro.
Eitrigg era anziano e la sua lunga esperienza come guerriero aveva fatto sì che divenisse alquanto abile per quanto riguardava le armature. Si sfilò la sua con la rapidità di chi è ormai avvezzo a portarla come una seconda pelle.
Ovviamente anche Varok non era da meno: nonostante avesse detto che ci sarebbe voluto un po' per spogliarsi, di fatto non ci mise così tanto.
Quest'ultimo si ritrovò a constatare con sorpresa che Eitrigg era ancora prestante nel fisico come poteva esserlo un Orco decisamente più giovane. Era la prima volta che lo vedeva nudo e la cosa gli dava una strana sensazione, benché fosse anche abbastanza piacevole.
Si scoprì a suo completo agio nudo davanti al suo consigliere. Non era d'altronde la prima volta che Eitrigg lo vedeva in quel modo, visto che spesso lo raggiungeva in camera alla sera o al mattino per fargli delle comunicazioni - come era peraltro accaduto quella mattina stessa.
«Come... lo facciamo?» domandò Varok.
«Be', visto che sei tu che devi rilassarti... intanto stenditi» esclamò l'altro per contro.
Il Capo degli Orchi assentì col capo e scrollò debolmente le spalle, quindi seguì la sua direttiva e si sdraiò sul letto, mantenendosi su un lato di esso. Si posizionò supino, con le gambe leggermente piegate e divaricate e i piedi appoggiati sulla pelliccia che fungeva da coperta.
Eitrigg si posizionò accanto a lui, stendendosi su un fianco e portando senza esitazioni la mano tra le sue cosce, stringendogli il pene ancora flaccido.
Varok sobbalzò leggermente, emettendo un basso grugnito di sorpresa.
«Dritto al punto, eh?» disse in tono sarcastico.
«Non è ancora proprio dritto» fece Eitrigg, ridendo a voce bassa, afferrando meglio il pene dell'altro e cominciando a muovere la mano per masturbarlo.
Era da un po' che Saurfang non si concedeva simili distrazioni. La mano callosa e forte di Eitrigg aveva una bella presa su di lui e sapeva bene che ritmo adottare per dargli il piacere necessario ad eccitarlo, ma senza esagerare.
Varok si ritrovò quasi costretto ad emettere mugolii per sfogare in qualche maniera le meravigliose e corroboranti sensazioni che gli regalava il suo corpo sotto la paziente e capace stimolazione di Eitrigg.
«Adesso posso capire perché Thrall fosse contento dei tuoi metodi...» commentò Saurfang con un sorrisetto mentre inarcava lievemente la schiena, sollevandola dal letto.
«Spero che tu non abbia pregiudicato le mie capacità in materia per la mia età» il suo consigliere strinse con un poco più di forza il pene già mezzo duro dell'altro.
Quest'ultimo scosse piano la testa.
«Non penso di essere nelle condizioni di dire niente in proposito» rise, terminando in un verso un po' più acuto, indice di godimento.
Lasciò scivolare lateralmente un braccio, intercettando il corpo di Eitrigg un po' alla cieca. Una volta che l'ebbe trovato andò al suo membro, che non faticò per niente a trovare: era già ben turgido e protendeva obliquamente verso l'ombelico del proprietario.
Lo strinse al meglio che la posizione gli concedeva, quindi rivolse un ghigno ad Eitrigg.
«Dovrei restituirti il favore» disse, iniziando a masturbarlo.
Era semplice e quasi liberatorio farlo. Non doveva usare il cervello ma farsi solamente guidare dall'istinto e dalle reazioni fisiologiche del suo insolito compagno.
Eitrigg smise di masturbarlo poco dopo con un grugnito di difficile interpretazione. Si mise carponi e si avvicinò al suo superiore - che ancora se lo stava lavorando.
«Passiamo alla fase successiva» disse. Pareva più una richiesta implicita con un velo di impazienza e di supplica nel tono che un'affermazione.
Varok lo lasciò libero di muoversi, dando così il suo tacito consenso a lasciarlo fare.
Eitrigg si spostò e andò ad inginocchiarsi tra le gambe aperte del suo partner, sistemandosi in maniera tale da stare ben saldo sulle gambe piegate e con la schiena dritta - o almeno per quanto potesse essere considerata tale quella di un Orco nella media.
Si mise il medio in bocca, lo succhiò e poi lo estrasse ricoperto di saliva. Varok aveva visto cose ben peggiori di quella nella sua vita e rimase imperturbabile ad aspettare che il suo compagno fosse pronto.
«Adesso devi rimanere rilassato. Non stringere» diede istruzioni quest'ultimo, portando il dito tra le sue chiappe.
Varok respirò a fondo e rimase disteso, cercando di non irrigidirsi mentre percepiva la falange umida che percorreva la sua pelle alla ricerca dell'ingresso al suo fondoschiena.
«Più in alto...» lo guidò con voce leggermente tremula il Capo degli Orchi, scoprendosi alquanto ansioso di sentirlo entrare. Non pensava che avrebbe mai desiderato una intrusione del genere.
Eitrigg seguì il solco tra le sue natiche, sfiorandogli piano la pelle, soffermandosi dove percepì una piccola depressione.
«Qui?» chiese, premendo il polpastrello senza fare eccessiva forza. Se non era il punto giusto, non voleva fargli del male inutilmente.
Non ci fu bisogno che Saurfang gli rispondesse: il suo orifizio anale lo lasciò entrare, almeno per il primissimo tratto del dito. Già alla fine dell'unghia cominciò a sentire resistenza.
Il suo partner grugnì a volume decisamente udibile, chiudendo gli occhi mentre pazientemente cercava di controllare l'istinto di stringere le natiche e spingere fuori il corpo estraneo. Fu una reazione totalmente spontanea e gli ci volle un poco per riuscire a trovare quell'autocontrollo ferreo che lo rendeva il guerriero onorevole e leale che era.
Eitrigg mosse il dito lentamente, accarezzandogli la parete interna dell'orifizio come se le carezze fossero la chiave per ottenere l'accesso alle sue zone più intime.
Varok esalò un sospiro pesante: non aveva mai ricevuto simili attenzioni; invero, le trovava assai piacevoli e ne voleva di più. Strinse di riflesso le natiche per cercare di accelerare l'intrusione ma ne ottenne solo una buona dose di dolore.
Il gesto non sfuggì all'attenzione di Eitrigg: «Rimani rilassato...».
«Errore mio» ammise l'altro in un soffio, sperando che non trapelasse troppo il suo disagio. Per sua sfortuna, il suo partner era abbastanza attento da accorgersi del suo stato d'animo alterato: aveva avuto un sacco di tempo per fare pratica nel leggere le emozioni di Thrall dalle sue azioni e dalle sue espressioni. Varok sotto molti aspetti gli somigliava.
Saurfang tornò a sforzarsi di lasciar fare interamente a Eitrigg. Era da tantissimo tempo che non faceva una cosa simile e non si era mai considerato un vero esperto, per cui era lieto che l'altro fosse molto più preparato di lui in materia.
Pian piano l'apertura del suo fondoschiena si abituò al dito del suo consigliere, il quale decise di spingersi un po' più a fondo. Sapeva che l'ingombro del suo dito non era per niente paragonabile a quello della sua erezione, però era un inizio.
Varok sobbalzò e si morse il labbro istintivamente per sopprimere un verso assolutamente indecente e quasi femminile ma purtroppo non ci riuscì. Da qualche parte dentro il suo corpo Eitrigg aveva sfiorato un punto più sensibile degli altri, cogliendolo completamente alla sprovvista.
«Muoviti con quel dito» ringhiò in tono imperativo, sbuffando rumorosamente dalle narici in segno di impazienza. Stava diventando doloroso continuare ad aspettare.
L'ordine non piacque all'altro Orco, che gli fece presente in tono di ammonimento: «Non avere così tanta fretta».
«Avevi detto che mi avresti aiutato a rilassarmi... ma così mi stai solamente provocando senza darmi nessuna soddisfazione!» sbottò stizzito Varok, puntellandosi sui gomiti e sollevandosi leggermente per guardarlo, digrignando i denti al suo indirizzo.
Eitrigg la prese sul personale... e nemmeno poco.
«Nessuna soddisfazione, eh?» domandò in tono di sfida. Estrasse con un gesto secco e senza il minimo garbo la sua falange dal posteriore di Varok, strappando a quest'ultimo una colorita imprecazione.
Prima che potesse avere il tempo di aggiungere qualsiasi altra cosa Eitrigg lo ghermì per le cosce e gli sollevò le gambe, portandosele sulle spalle mentre si piegava a mettere la faccia tra di esse, all'altezza dell'apertura di Varok.
Il Capo degli Orchi si ritrovò ad essere compresso tra il cuscino e le spalle del suo consigliere, costretto a stare col fondoschiena sollevato e il collo fortemente inclinato. Il mento gli premeva sulla cassa toracica e si sentiva leggermente soffocare.
«Eitrigg! Che diav-oh...!».
Sgranò gli occhi e la sua frase terminò precocemente con un mugolio rauco, colmo della sua sorpresa ma soprattutto del suo piacere: la lingua dell'altro Orco era andata ad insinuarsi tra le sue chiappe, laddove fino a poco prima si agitava il suo dito medio. Era umida, scivolosa e audace e dannatamente piacevole nonostante l'estensione non fosse sufficiente a spingersi troppo in profondità.
Varok si inarcò con la schiena, schiacciando il proprio sedere contro la sua faccia e continuando a mugolare. Non stava offrendo un bello spettacolo di sé, lo riconosceva, ma al momento non gli importava. Si afferrò l'erezione e iniziò a masturbarsi con foga e in maniera quasi convulsa.
Eitrigg era soddisfatto, anche se non aveva la possibilità di esternarlo. Adesso non si sarebbe certamente azzardato a lamentarsi delle sue performance...!
Continuò a leccare ancora per diversi minuti, eccitandosi per i versi emessi dal suo compagno, il quale dal canto suo si stava masturbando con un tale trasporto che riuscì ad arrivare all'orgasmo in breve. Schizzò verso l'alto e il suo sperma gli ricadde sull'addome e scese anche più giù, macchiando i capelli canuti di Eitrigg.
Quand'ebbe terminato di eiaculare si abbandonò come un peso morto, ciondolando di fronte al suo partner e aggrappandosi a malapena con le gambe alla sua schiena e alle sue spalle.
«È stato davvero... rilassante...» commentò Varok in tono quasi beato. Era da parecchio tempo che non si sentiva così improvvisamente stanco e appagato.
L'altro finalmente si decise ad abbandonare la sua attuale posizione.
«Non è ancora finita» disse, ergendosi di nuovo con la schiena dritta, lasciando scivolare di lato le cosce dell'altro. Si afferrò il pene e lo guidò senza esitazioni dentro l'orifizio posteriore del Capo degli Orchi, strappandogli un gemito accorato.
«Piano!» grugnì mentre il suo consigliere cominciava a muoversi in lui. La sua erezione scivolava nel suo corpo grazie alla gran quantità di saliva che Eitrigg ci aveva lasciato preventivamente, ma ciò non toglieva niente alle dimensioni non indifferenti del pene dell'anziano Orco.
Il corpo estraneo era ben turgido e oltre la capacità della muscolatura di Varok, che si tese fino a bruciare per il dolore; ciononostante, con i suoi colpi Eitrigg stava andando a centrare un punto ancor più sensibile di quello che aveva trovato per caso.
«Oh, sì...!» ansimò Varok, guardando verso il soffitto con cipiglio stupito, gli occhi e la bocca spalancati. Sentiva male ma al tempo stesso il piacere che gli derivava dalla stimolazione di quella zona profonda era tale da coprire buona parte delle percezioni negative.
Eitrigg sorrise compiaciuto di fronte alla sua reazione. Il suo sedere si era allargato a sufficienza da permettergli di entrare, ma gli anelli di muscolatura erano ancora abbastanza stretti e rigidi e strofinare la sua erezione contro di essi era meraviglioso per lui; inoltre, il suo corpo era caldissimo.
Saurfang si aggrappò alla pelliccia sotto di sé con una mano mentre l'altra la portava alla bocca. Si morse l'indice, cercando di sopprimere almeno in parte gli osceni gridolini di dolore e piacere che sgorgavano quasi spontaneamente dalla sua gola.
Riprese a masturbarsi e il suo pene ritornò tosto nel giro di pochissimo, a dispetto dell'orgasmo che aveva avuto solo poco prima.
I movimenti di Eitrigg si fecero rapidamente più feroci e Varok dovette impegnarsi per non cominciare ad urlare nel vero senso della parola. Avrebbe attirato l'attenzione non solo di tutte le guardie del Mastio Grommash ma addirittura dei cittadini di Orgrimmar che si trovavano ancora nei paraggi dell'edificio a quell'ora. Dopotutto, era da poco passata la comune ora di cena.
Eitrigg venne dopo diversi minuti, muovendosi come un forsennato nel corpo del suo compagno, che reclinò la testa affondandola nel cuscino con forza. Sentiva il suo seme riempirlo e la cosa gli piacque moltissimo, tanto da indurlo a venire una seconda volta. A questo giro schizzò sul torace di Eitrigg, come se volesse marchiare il suo territorio.
«Avevi ragione... mi serviva proprio... rilassarmi così» disse Varok con un lieve affanno.
«Sono contento che ti sia piaciuto così tanto» esclamò il suo consigliere, guardandolo dritto negli occhi con un'espressione quasi libidinosa «Mi sembri ancora un po' teso, sai...? Dovrò rimediare».
Colpi insistenti sulla porta massiccia della camera da letto di Varok Saurfang lo strapparono al miglior sonno delle ultime settimane. L'Orco, disteso su un fianco nel suo letto, si puntellò su un gomito e ruotò il busto, sollevandosi leggermente. Nel farlo urtò con la spalla qualcosa di solito e massiccio che si trovava nel letto insieme a lui e si girò istintivamente a controllare di cosa si trattasse.
Eitrigg dormiva supino nell'altra metà del letto, l'espressione innocente di chi sta dormendo un sonno profondo e sereno. Varok corrugò le sopracciglia mentre lo guardava.
Ricordava di aver fatto sesso insieme a lui fino a notte fonda, che era stato bellissimo e sfiancante e che entrambi erano crollati addormentati lì dopo essersi barbaramente puliti con uno straccio raccolto in camera e umidificato con dell'acqua potabile presa da una caraffa quasi vuota; tuttavia, in quel momento il suo cervello era ottenebrato dal sonno e non riusciva a riconnettere ciò che aveva condotto Eitrigg nel suo letto.
I colpi alla porta si ripeterono dopo poco, riuscendo a far breccia nello stato di dormiveglia di Saurfang, che balzò seduto come se fosse stato punto da uno scorpione. La consapevolezza che Eitrigg si trovava lì con lui lo colpì come un pugno in pieno stomaco, poiché l'unica conseguenza di ciò era il fatto che a bussare alla sua porta non potesse essere l'anziano Orco, bensì qualche altro dei suoi assistenti con l'incarico di fargli presente quel che aveva da fare nella giornata. Chiunque fosse, non era di certo nessuno cui Varok fosse interessato a far sapere con chi aveva trascorso la notte.
«Eitrigg! ... Eitrigg!» bisbigliò agitato, scuotendo l'Orco per le braccia con foga.
Il poveretto si ridestò allarmato e si guardò intorno, aspettandosi di vedersi accerchiato da nemici; invece, l'unica persona che vide fu Varok.
«Perché mi hai svegliato con tanta urgenza?» domandò, la voce quasi del tutto sveglia.
«Fai piano!» gli intimò Saurfang, cercando di non urlare a sua volta «Qualcuno degli altri assistenti sta bussando alla porta... devi nasconderti, non possono trovarti qui a letto con me!» spiegò.
Continuavano a bussare. Stavolta una stridula vocetta maschile - che certamente apparteneva a un Goblin - chiamò anche: «Gran Supremo Saurfang?».
Eitrigg rivolse un'occhiata complice al suo compagno.
«Sarà il nostro segreto» disse, ridacchiando mentre si lasciava scivolare sul pavimento, strisciando sotto al materasso.
«D'accordo, ma rimani nascosto» rispose come se il suo interlocutore fosse ancora vicino a lui. Si alzò rapidamente dal letto e andò ad aprire al fastidioso Goblin, premurandosi di rispondere alle sue richieste attraverso un sottile spiraglio, nascondendo il suo corpo nudo dietro il battente.
Da sotto il letto, Eitrigg rideva sommessamente della situazione, immaginandosi la faccia di Varok mentre tentava di guadagnare il tempo necessario a darsi una sistemata e farlo "fuggire" prima di doversi dedicare ai suoi doveri di Capo degli Orchi.