Titolo: Andando a caccia di Vilcinghiali
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Borak Torn-heart, Grom'tor Torn-heart
Wordcount: 2346 (
fiumidiparole)
Note: Incest, Lemon, Rough Sex, Yaoi
Grom'tor digrignò i denti, il viso di colpo più caldo e le guance di un verde più intenso.
«Sei tu che mi hai provocato, Grom'tor. Lo sai che mi piace vederti ricorrere alla violenza» spiegò Borak con totale nonchalance «Non ho saputo resistere...».
«Ti... sembra il momento?!» chiese il più grande con una punta di stizza nella voce. Come a voler sottolineare la cosa, il suo stomaco protestò un'ennesima volta.
La desolazione della Valle di Torvaluna si estendeva sotto gli occhi di Grom'tor e Borak Torn-heart. I due Orchi erano ormai abituati al rumore dei loro piedi sul terreno morto e al cielo verde acido punteggiato da comete di roccia avvolte in una scia dello stesso colore che altro non erano che gli Infernali della Legione Infuocata che si abbattevano sugli accampamenti di Orda e Alleanza nel tentativo di distruggerli.
Ma di tutto ciò ai due Torn-heart non importava niente.
Il rumore dello stomaco di Grom'tor riecheggiò nell'aria immobile in maniera sin troppo udibile, a dispetto della spessa armatura di metallo che lo rivestiva dalle spalle ai piedi. L'Orco produsse un grugnito insoddisfatto come unico segno di aver effettivamente udito il brontolio.
Borak, al suo fianco, rimase in assoluto silenzio: non era la prima volta che lo stomaco di suo fratello maggiore esprimeva ciò che lui, in quanto guerriero temprato e fiero, non voleva comunicare. Era da quando si erano allontanati dal piccolo tugurio in cui vivevano con il loro padre per andare a procurare un po' di carne fresca che lo stomaco di Grom'tor manifestava un appetito che si faceva sempre più acuto, a giudicare dai gorgoglii via via più intensi.
Il rumore si ripeté dopo pochi metri, intenso quasi quanto il precedente.
Stavolta Grom'tor brontolò: «Possibile che non ci sia neanche un dannato Vilcinghiale in vista?!».
«Fratello, calmati... siamo vicini alla Fortezza dei Wildhammer, probabilmente li hanno abbattuti per avere di che nutrire i loro soldati» fece presente Borak in tono diplomatico.
L'altro si bloccò in mezzo al sentiero e pestò stizzito un piede sul lastricato di sassolini scuri.
«E noi cosa dovremmo riportare da nostro padre? La carne di Diemetradonte di Vilfuoco è troppo fibrosa!» ringhiò e una smorfia di disgusto gli deformò i lineamenti già in parte alterati dalla rabbia.
L'ultima volta che non erano stati in grado di trovare dei Vilcinghiali si erano dovuti arrangiare cacciando i Diemetradonti vicini alle pozze di Vile e si erano sorbiti per una settimana una carne talmente dura e secca che Grom'tor aveva preferito disertare sistematicamente i pasti adducendo scuse sempre più ridicole e bizzarre. Non voleva né mangiare quella carne disgustosa né ammettere di essere schizzinoso dinanzi a suo padre, che faceva il possibile per farli sopravvivere senza dover ricorrere alla stregoneria. Preferiva di gran lunga rimanere a stomaco vuoto per giorni.
Borak si era rifiutato di lasciarlo digiunare e l'aveva raggiunto nel suo "nascondiglio" per portargli alcuni dei tuberi che Oronok - il loro padre - raccoglieva vicino a dove vivevano. A Grom'tor non piaceva mangiare solo verdure, ma era pur sempre meglio di niente.
«Non per forza, Grom'tor. Se ci spostiamo più a est dovremmo trovarne degli altri» esclamò il fratello più giovane, poggiando una mano sulla larga spalla dell'altro.
Lo stomaco di quest'ultimo espresse il suo disappunto prima che potesse farlo l'Orco di persona.
«Andiamo, forza» lo esortò Borak, camminando come per precederlo.
«Laggiù! Ahah!».
Grom'tor gridò talmente forte che suo fratello sobbalzò. Prima che potesse chiedergli cosa ci fosse da urlare in quella maniera, suo fratello maggiore impugnò l'ascia che portava in spalla e si lanciò fuori del sentiero levandola al cielo.
Borak alzò lo sguardo in atto di esasperazione e si affrettò a seguirlo.
Lo trovò fermo diversi metri più avanti, circondato da alcuni Vilcinghiali. Ce ne erano tre in totale e Grom'tor se la stava cavando egregiamente tenendoli a bada tutti contemporaneamente.
Borak sospirò ed un accenno di sorriso gli apparve sul viso, anche se rimase celato dietro la benda che indossava per coprire la metà inferiore della faccia, così come il lieve intensificarsi della carnagione delle guance, che si fece di un verde un poco più scuro. Grom'tor suscitava in lui emozioni e desideri che non avrebbero dovuto essere rivolti né ad un maschio né tantomeno ad un fratello. Se il loro padre li avesse scoperti, Borak era sicuro che ne sarebbe rimasto sconvolto.
La forza e la sete di sangue che esprimevano i movimenti e l'atteggiamento di suo fratello erano come benzina gettata sul fuoco. Erano ancora entrambi Orchi giovani e gli impulsi e i desideri corporei erano più intensi che mai.
Borak si morse il labbro inferiore pronunciato, cercando di frenare l'istinto. Sentì l'ardore fiorire in lui, accendere i suoi sensi e spingerlo inesorabilmente verso Grom'tor, che stava abbattendo l'ultimo Vilcinghiale.
Quando la bestia fu a terra, l'Orco guerriero vi si accanì brutalmente, dilaniando le carni con l'ascia e gridando trionfante. Era in ginocchi, chino sulla sua preda, e stava dando le spalle a suo fratello.
Il rivestimento di metallo della sua armatura non faceva che aumentare agli occhi del più giovane la prestanza fisica del fratello più grande.
La vista delle natiche - benché nascoste sotto l'armatura - gli ricordò quanto fossero toniche e quanto piacere gli avessero dato l'ultima volta che le aveva accarezzate, palpate, ghermite.
Borak non riuscì più a trattenersi ed avanzò silenzioso come l'assassino esperto che era divenuto. La posizione era l'ideale per farlo arrivare alla sua preda senza che questa se ne avvedesse. Era esattamente così che agiva anche in missione.
Grom'tor non aveva idea di cosa avesse scatenato. Si era abbandonato alla sete di sangue e al desiderio di violenza che lo possedevano sempre quando impugnava la sua arma. Era un modo perfetto per dimenticare almeno temporaneamente il bisogno di riempirsi lo stomaco.
Era talmente preso che non si rese conto della presenza alle sue spalle fino a che non sentì cadere la metà inferiore della sua armatura.
«Che diavolo...?! Borak!» esclamò voltandosi di scatto, ma suo fratello gli cacciò un dito dentro il fondoschiena nudo prima che potesse fermarlo.
Grom'tor sobbalzò e grugnì, chiudendo gli occhi e serrando i denti.
La falange del fratello era entrata per metà nonostante non fosse lubrificata e stava cercando di penetrare ancora di più.
Grom'tor strinse il sedere per riflesso, reprimendo un gemito decisamente poco virile quando un'altra porzione del dito di Borak fu entrata.
«Fratellino... vuoi smetterla con quel dito-oh!» esclamò il più grande, sobbalzando alla fine della frase.
Sentì il peso dell'altro premere sulla sua larga schiena mentre si allungava a sussurrargli all'orecchio: «Non credo che tu possa ancora prendere altro, fratello...».
Grom'tor digrignò i denti, il viso di colpo più caldo e le guance di un verde più intenso.
«Sei tu che mi hai provocato, Grom'tor. Lo sai che mi piace vederti ricorrere alla violenza» spiegò Borak con totale nonchalance «Non ho saputo resistere...».
«Ti... sembra il momento?!» chiese il più grande con una punta di stizza nella voce. Come a voler sottolineare la cosa, il suo stomaco protestò un'ennesima volta.
Borak lo ignorò completamente, preferendo piuttosto concentrarsi su ciò che stava facendo. Grom'tor percepì il suo dito muoversi affondando e ritraendosi come per uscire, anche se la mancanza di lubrificazione gli impediva di uscire sino a che non avesse applicato una forza sufficiente e Grom'tor stesso non glielo avesse consentito con un piccolo aiuto. Il ritmo del movimento era serrato e la sensazione che causò nel primogenito dei Torn-heart era dannatamente familiare per quest'ultimo.
«Non dirmi che non ti piace...» lo stuzzicò verbalmente Borak. Dal tono di voce trapelava la sicurezza in se stesso e in quanto stava facendo. Era perfettamente consapevole di ciò che stava provocando in suo fratello e se ne compiaceva.
Un gemito più simile ad un rantolo che altro sfuggì alle labbra del fratello più grande in risposta a quanto detto dal più giovane.
A Grom'tor stava piacendo tantissimo ciò che Borak stava facendo, specialmente per il fatto che era assente il lubrificante: in quel modo provava anche una discreta quantità di dolore fisico e bruciore che serviva ad acuire ulteriormente il piacere che gliene derivava. Sapeva che non era esattamente normale che il dolore fosse un fattore eccitante; tuttavia, poteva farci ben poco. Il fatto che Borak fosse a conoscenza di quel suo strano punto debole e che fosse un assassino esperto gli permetteva di trovare sempre la maniera di accontentarlo. Era in quei momenti che era felice che il suo fratellino avesse deciso di impiegare la sua intelligenza per divenire un esecutore di morte e torture.
«C-continua...» mugolò, inarcando la schiena e contraendo i muscoli delle cosce «Entra ancora di più» lo esortò con più urgenza.
Borak sogghignò soddisfatto mentre forzava ulteriormente l'orifizio del fratello, causandogli altri grugniti e sospiri.
Grom'tor si ritrovò a ringraziare tacitamente il fatto che fosse stato privato della metà inferiore dell'armatura: l'ultima cosa che desiderava in quel momento era trovarsi con l'erezione schiacciata tra il suo corpo e il metallo.
Con mano leggermente tremante si afferrò il pene turgido e cominciò a masturbarsi. Iniziava a sudare e sentire il forte desiderio di liberarsi anche del resto dell'armatura per raffreddarsi un poco.
Borak riuscì a cacciargli nel fondoschiena l'intero indice, fino a far aderire la nocca del medio contro la sua natica. Col polpastrello gli accarezzò l'umida parete interna, sfregando con una certa energia per far sì che la muscolatura tesa cedesse.
«Borak... smettila di perdere tempo e entra!» ringhiò Grom'tor, aumentando la foga con cui si stava masturbando.
Il secondogenito non si fece di certo pregare: voleva prepararlo ad accogliere la sua erezione - che stava deliberatamente ignorando nonostante il fastidio sempre maggiore - ma se era così ansioso di andare avanti, chi era lui per dirsi in disaccordo?
Bruscamente sfilò la falange dal sedere di Grom'tor, facendolo sobbalzare. Il bruciore si attenuò a malapena nel breve intervallo di tempo che trascorse col fondoschiena libero, poi tornò a farsi sentire con incredibile forza quando fu l'erezione di suo fratello a rimpiazzare il suo dito.
Grom'tor aprì la bocca e lanciò un gridolino assolutamente imbarazzante di godimento e sofferenza insieme. L'unico occhio funzionante risultava avere la vista appannata per l'estasi.
Il pene di Borak era ben turgido e ingombrante, più di quanto fosse largo l'orifizio di Grom'tor; eppure costrinse il sedere del più grande ad accoglierlo con la forza. Il lubrificante continuava a mancare e l'attrito era tale che Borak grugnì per lo sforzo e la sofferenza.
Grom'tor raddrizzò la schiena, irrigidendola mentre veniva penetrato dolorosamente e senza alcuna grazia, esattamente come piaceva a lui.
Ansimò pesantemente, il respiro che raschiava in gola mentre entrava e fuoriusciva velocemente. Continuava a masturbarsi senza tregua. Rallentò solo quando Borak iniziò a spingere, distratto dalla rinnovata ondata di piacere e dolore che gli si diffuse in corpo.
«Oh, sì…!» gemette con voce roca «Borak sto... o-ohw, sì!».
Grom'tor levò la testa verso il cielo e tenne la bocca aperta senza emettere altri rumori mentre finalmente raggiungeva l'orgasmo, schizzando senza alcun ritegno il terreno morto sotto di sé.
Continuò a muovere la mano forsennatamente per assicurarsi che tutto il seme fuoriuscisse. Ansimava e sembrava sul punto di collassare. Neanche dopo aver affrontato un fitto gruppo di nemici si era mai ridotto in condizioni così pietose.
Alle sue spalle Borak continuava a spingere, aumentando sensibilmente la forza e la velocità di ogni affondo. Adesso che non era più sostenuto dall'adrenalina che pompava rapida nel suo corpo, il dolore gli si riversò addosso con incredibile crudezza, strappandogli un verso rabbioso.
«Puoi fare un po' più piano?» chiese, la voce ancora un poco arrochita.
«Non posso Grom'tor... come te anche io voglio venire... e ci sono vicino...!» sbuffò Borak, gli occhi socchiusi mentre l'estasi del momento lo avvolgeva, trascinandolo inesorabilmente verso l'orgasmo.
«E allora vedi di muoverti!» lo esortò senza alcun tatto il maggiore.
Per tutta risposta le spinte si fecero ancora più forti e solo dopo qualche altro minuto finalmente anche Borak arrivò al tanto desiderato e ricercato orgasmo.
«Ah!» ansimò esausto, appoggiandosi alla schiena del fratello, che dovette sorreggersi meglio con le mani per evitare di franare pietosamente al suolo sotto il peso non indifferente del più giovane.
Quest'ultimo venne dentro di lui senza alcuna riserva, continuando a premere sino a che non si fu completamente svuotato. Solo allora si fermò, dando a Grom'tor la sua meritata tregua.
Borak uscì con inaspettata delicatezza dal fondoschiena del fratello maggiore, il quale poté a quel punto lasciarsi cadere finalmente disteso su un fianco a terra, quasi addosso al cadavere di uno dei Vilcinghiali che ancora giacevano attorno a loro.
«Non è stato male, nonostante il posto» commentò Borak ansimante, allacciandosi di nuovo i pantaloni di cuoio.
«Già» convenne Grom'tor, decidendo di soprassedere sull'ultima parte «Mi era mancato...» confessò.
Borak si mise seduto vicino a lui e gli rivolse uno sguardo complice.
Il lamento di uno stomaco vuoto si levò a spezzare l'atmosfera stranamente intima che si era creata tra i due, ma stavolta non era Grom'tor la fonte.
«Era l'ora che ci fosse qualcun altro a morire di fame oltre a me!» esclamò esasperato quest'ultimo, puntellandosi su un gomito e mettendosi seduto a sua volta.
«Con tutte le energie spese negli ultimi minuti mi sorprenderei del contrario» ammise Borak ridacchiando.
Si levò lentamente in piedi e rivolse un'occhiata al fratello maggiore.
«Allora, vuoi rimanere ancora a lungo lì seduto mezzo nudo? Di certo i Vilcinghiali non ti salteranno in braccio!» lo prese in giro il secondogenito.
Grom'tor grugnì irritato e ringhiò: «Se tu ti decidessi a restituirmi la metà mancante della mia armatura...!».
Borak sobbalzò leggermente, rendendosi conto solo allora che effettivamente era lui ad essersi impossessato della parte inferiore della tenuta dell'altro. Sghignazzando gliela rese indietro, osservandolo avido mentre la rimetteva.
Grom'tor non si curò delle audaci occhiate del fratello minore e si rivestì in fretta, recuperando l'ascia che aveva lasciato conficcata nel fianco di uno dei cadaveri. Il suo stomaco tornò a farsi sentire chiaro e forte, strappandogli un mugolio insofferente.
«Sbrighiamoci con questi e andiamo a cercarne degli altri... prima che decida di mangiarmi la poca carne raccolta senza neanche aspettare di cuocerla!» sbottò mentre tornava a depredare i cadaveri delle loro carni.
Borak si piegò di fianco a lui per aiutarlo e rise della sua affermazione.
«Schizzinoso come sei vorrei proprio vederti farlo» lo sfidò apertamente, estraendo uno dei suoi pugnali e utilizzandolo per tranciare via una coscia del povero Vilcinghiale.
Grom'tor brontolò qualcosa a voce così bassa che il rinnovato lamento congiunto dei loro stomaci coprì le sue parole.