Titolo: Sorprese sotto i pantaloni
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Dante/Nero
Wordcount: 1712 (
fiumidiparole)
Prompt: 20 Clothes / 008 - Tanga/Perizoma @
kinks_pervsNote: Age difference, Drunk!sex, Lemon, Yaoi
Dante era abituato a vederlo con indosso boxer di vari colori dato che durante i periodi più caldi erano l'unica cosa che indossava in casa, ma non di certo il sottile filo di quello che era impossibile non riconoscere come un tanga. Lo vedeva chiaramente affondare nella linea tra le sue natiche e sparire sotto il bordo della cintura.
Dante si sentì ribollire il sangue nelle vene a quella vista.
«Ragazzo...» esclamò con voce improvvisamente roca, gli occhi che brillavano di lussuria vera e propria.
«Dai, ragazzo... siamo quasi a casa... e smettila di agitarti!».
Dante serrò la presa sul polso di Nero, bloccandolo contro la sua spalla. Era un quarto d'ora che cercava di trattenerlo fermo a cavallo della sua schiena ma senza ottenere significativi risultati: quando era ubriaco il suo giovane partner diventava smanioso e difficile da tenere sotto controllo; ciononostante il maggiore continuava ad invitarlo a trascorrere qualche serata in locali a bere alcolici fino a tarda notte, come anche quel giorno.
Quest'ultimo era grato delle sue origini miste, altrimenti gli sarebbe stato facile sbronzarsi tanto quanto il suo compare - e poi chi li avrebbe aiutati a tornare all'agenzia?
Nero abbandonò il capo contro l'ampia spalla del più grande bofonchiando qualcosa di insensato e poi mugugnando in maniera piuttosto equivoca.
«Ehi, ma che hai adesso?» chiese incuriosito Dante, stranito dagli strani versi che gli risuonavano vicino all'orecchio.
Il suo interlocutore non gli rispose, limitandosi a continuare a emettere lo stesso verso ed iniziare a strusciare l'inguine contro la sua schiena solida.
«O-oh! Certo che sei davvero una persona diversa da ubriaco, sai...?!» esclamò Dante, sorridendo beffardo «Dovrei farti sbronzare così ogni volta che ho voglia di scoparti, sono certo che saresti decisamente più collaborativo che da sobrio...».
«Lo senti... come sono duro?».
Nero pronunciò quelle poche parole con voce roca e con palese fatica. In aggiunta alla già enorme difficoltà sua nel parlare si aggiunse il fatto che aveva praticamente parlato nel cappotto del suo partner, fatto che aveva contribuito ad offuscare buona parte della frase.
Dante si fermò in mezzo al marciapiede e se lo sistemò in groppa facendolo sobbalzare appena.
«Hai detto qualcosa?» chiese, voltando la testa verso la sua e aprendo bene le orecchie. Era un'impresa non da poco dialogare con Nero in quelle condizioni.
Il ragazzo tornò a mugolare parole in maniera indistinta, quindi si premette con forza contro la schiena del suo partner.
In questo modo fu impossibile per quest'ultimo non avvertire il duro profilo all'interno dei suoi pantaloni. Era una percezione piacevole e provocante, specialmente per il lento ma costante strofinio del più giovane, che evidentemente voleva che prendesse viva consapevolezza delle manifestazioni carnali dei suoi desideri.
Era insomma un palese invito a scopare e Dante non era certo il tipo da ignorare certe richieste.
«Pazienta ancora un po' e potrò occuparmi di te nella maniera migliore, ragazzo» gli promise con un sorrisetto carico di malizia.
Nero sospirò e allacciò con più forza - nei limiti delle sue attuali possibilità - le gambe attorno al suo torace per aderire di più al suo corpo e renderlo ancor più partecipe della portata della sua erezione.
Per fortuna la Devil May Cry non era ancora molto distante: bastarono pochi altri minuti per arrivarci.
Dante era impaziente di toccare con mano quanto il suo fidanzatino fosse eccitato. Sembrava vergognarsi ogni volta che si eccitava, come se fosse un peccato capitale desiderare fisicamente il proprio compagno; invece adesso pareva più che propenso a sbandierare la cosa a tutto e tutti.
Non appena ebbero varcato la soglia dell'agenzia, Dante lo depositò sul pavimento in posizione eretta per poi allontanarsi e andare a togliersi il cappotto.
Nero protese una mano verso di lui nell'attimo in cui realizzò che si stava allontanando e fece per afferrarlo per l'orlo della manica ma lo mancò di un soffio.
Il leggero sbilanciamento, unito allo scarso equilibrio del ragazzo, lo fecero finire prono a terra.
All'impatto emise un goffo e ridicolo verso a mezza voce che attirò l'attenzione di Dante.
Quest'ultimo finì di sfilare il cappotto e lo scaraventò sul divano prima di girarsi verso il suo compagno, che nel frattempo si era voltato a dargli le spalle e cercava di rimettersi in piedi.
Il più grande sbatté le palpebre numerose volte e la mascella cedette allo spettacolo che gli si parò di fronte: la felpa rossa era leggermente sollevata e i jeans a vita bassa che Nero era solito portare, in quella particolare posizione, stavano ancora più bassi e lasciavano intravedere una parte della biancheria che indossava.
Dante era abituato a vederlo con indosso boxer di vari colori dato che durante i periodi più caldi erano l'unica cosa che indossava in casa, ma non di certo il sottile filo di quello che era impossibile non riconoscere come un tanga. Lo vedeva chiaramente affondare nella linea tra le sue natiche e sparire sotto il bordo della cintura.
Dante si sentì ribollire il sangue nelle vene a quella vista.
«Ragazzo...» esclamò con voce improvvisamente roca, gli occhi che brillavano di lussuria vera e propria.
Nero girò in parte il busto per lanciargli un'espressione inebetita che si trasformò in una più allarmata nell'attimo in cui vide il suo partner piombargli addosso come un avvoltoio.
Dante lo costrinse a terra col peso del proprio corpo, quindi si spostò e lo girò supino.
Lo baciò con impeto, le labbra che si muovevano frenetiche sulle sue. Nero era sopraffatto dalla foga del gesto e tutto ciò che poteva fare era, banalmente, sottostare.
Le sue guance presero fuoco e iniziò ad ansimare mentre il maggiore gli penetrava la bocca con la lingua, forzandolo ad aprirla con movimenti languidi ma vigorosi.
Il sapore dell'ultimo cocktail che Nero aveva tracannato era ancora forte e Dante ne assaporò fino in fondo il gusto.
Il suo cavallo dei pantaloni sfregava contro l'inguine del ragazzo; cosicché quest'ultimo poté ben avvertire che anche il suo partner si stava eccitando.
All'improvviso il bacio si interruppe e il padrone di casa scese più in basso, in maniera tale che le mani fossero libere di armeggiare con la cintura dei jeans dell'altro.
Aprì abilmente la fibbia e tirò giù i pantaloni per un breve tratto.
«Non pensavo ti piacesse certa biancheria intima femminile...» commentò divertito mentre il tanga veniva allo scoperto.
Sul lato anteriore era solamente uno striminzito triangolino di pizzo nero a trama fitta che sembrava sul punto di lacerarsi in due nel tentativo di contenere l'erezione del ragazzo. Il glande scoperto e appena umido gli fuoriusciva dal lato sinistro.
Nero si inarcò leggermente quando con le dita gli accarezzò il duro rilievo, offrendosi alle sue attenzioni.
Dante lo lasciò in sospeso qualche secondo, compiacendosi della sua espressione di estremo bisogno, prima di decidersi a soddisfarlo. Inserì i polpastrelli degli indici sotto lo stretto elastico del tanga e lo abbassò lentamente, liberando finalmente la sua erezione.
Nero ansimò pesantemente e sollevò il bacino con un gesto spasmodico per aiutarlo a sfilargli lo scomodo indumento, ottenendo di sentirlo solo abbassare di pochissimo.
Dante gli accarezzò con le dita il membro duro, tenendolo dritto perpendicolarmente al suo corpo e poi accogliendolo in bocca. Con la lingua lo percorse tutto, ricoprendolo di saliva, poi lo succhiò avidamente.
Nero gemette con voce acuta e incontrollata, muovendosi a scatti per l'improvviso piacere immenso. Le sue guance divennero paonazze e il respiro irregolare.
La sbronza non lo aiutava affatto a controllarsi e allo stesso tempo amplificava ogni tipo di percezione fisica, incluso il piacere.
La lingua di Dante si soffermò sull'apertura nel glande e vi incuneò l'apice particolarmente bagnato, causandogli altro piacere e altri gemiti osceni e incoerenti.
Il più grande era felice oltremodo di poterlo sentire in maniera così forte e carica di passione. Lo eccitava da impazzire; infatti mentre gli succhiava il pene si era aperto la zip dei pantaloni ed aveva estratto la sua erezione, stretta saldamente nella sua mano libera, e si stava masturbando a ritmo sostenuto.
Ubriaco com'era, a Nero non servì molto per arrivare all'orgasmo. Impiegò a malapena cinque minuti e venne nella bocca del suo compagno, il quale fu ben felice di ripulirgli il pene, inghiottendo fino all'ultima goccia il suo sperma.
Il ragazzo si abbandonò sul pavimento, improvvisamente esausto.
«Non è ancora finita, ragazzo» esclamò Dante, raddrizzandosi e mostrando la mano stretta attorno alla sua erezione.
Nero lo guardò mentre si masturbava con foga, tendendo e flettendo i muscoli addominali, chiaramente visibili anche attraverso il sottile e aderente tessuto della sua camicia. Non riusciva a mettere bene a fuoco il viso, però riusciva chiaramente a distinguere il vivo colorito sulle sue guance.
«D-Dante...» biascicò a fatica, le palpebre calate a metà sugli occhi in un'espressione piuttosto stanca.
L'interpellato gli sollevò la felpa con immensa fatica, scoprendogli il ventre.
A quel punto procedette a masturbarsi fino a venire ed eiaculò nella conca del suo ombelico e all'esterno di essa, schizzando anche il pavimento e gli abiti, com'era inevitabile che accadesse.
Nero era talmente stanco da non riuscire neppure a rendersi conto di cosa stesse accadendo. Percepiva qualcosa di umido e viscoso sulla pancia ma non capiva cosa fosse.
«Ah... finalmente!» sospirò Dante con soddisfazione, raddrizzandosi «Non riuscivo a resistere più...!».
Guardò compiaciuto la macchia bianca che aveva lasciato sulla sua pelle, come se fosse un marchio che ne dimostrava la sua proprietà.
Lentamente si alzò dalle sue gambe e si piegò a raccoglierlo. Ormai Nero era arrivato al limite delle forze, tant'era che si abbandonò più che volentieri tra le sue possenti braccia.
«Okay, visto che sei esausto andiamo a lavarci e a dormire» esclamò con inflessione leggermente paterna, incamminandosi pian piano verso le scale.
Nero si risvegliò nel letto, confuso e sfinito. La luce del sole trapelava dalle tende, segno che era già mattina.
Lentamente si voltò dalla parte opposta, facendo attenzione a non muovere troppo la testa e richiuse gli occhi, pronto a riprender sonno all'istante.
«Perché non mi hai mai detto della tua passione per la biancheria intima femminile?».
Un sussurro gli giunse all'orecchio, impedendogli di riaddormentarsi. Il ragazzo sollevò lo sguardo ancora inebetito dal dormiveglia ad incrociare gli occhi del maggiore, illuminati di energia.
«Che c'entra? Come fai... a saperlo?» borbottò il più giovane, confuso.
«Stanotte l'ho visto» sogghignò Dante con l'aria di chi si era divertito davvero tanto.
Il più giovane aggrottò le sopracciglia e strinse le labbra in una smorfia irritata piuttosto buffa; dopodiché affibbiò al suo partner una gomitata nelle costole.
«Fottiti, pervertito...! Non verrò mai più a-ah... bere con te...!» protestò alzando leggermente la voce.
Lo sforzo lo mandò di nuovo al tappeto; pertanto si accasciò sul cuscino, chiudendo gli occhi e masticando qualche imprecazione a malapena percettibile.
«Riposati pure, ragazzino. Adesso che so il tuo piccolo segreto non credere che lascerò perdere tanto facilmente...» gli promise il maggiore, carezzandogli delicatamente i capelli.