Di incidenti domestici e ricorrenze importanti

Jul 19, 2014 22:19

Titolo: Di incidenti domestici e ricorrenze importanti
Rating: Verde
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life
Personaggi: Gilbert Nightray, Oz Vessalius
Wordcount: 2438 (fiumidiparole)
Prompt: 25 Senses: Sight / 025. Stained Shirt @ casti_puri
Note: Caffè Pandora!AU, Shonen-ai. Scritta per il compleanno di xshade_shinra
Vessalius dondolò sui talloni, le mani intrecciate dietro la testa e l'espressione scocciata.
«Ma in casa tua non c'è niente da fare per passare il tempo!» obiettò, aggiungendo uno sbuffo per sottolineare ulteriormente la sua noia.

«Gil, quanto manca ancora? Ho fameee!». 
Gilbert era al lavoro ai fornelli già da un po' e la cucina sembrava diventato a tutti gli effetti un campo di battaglia. Il moro sembrava stare impegnandosi particolarmente per preparare la cena, dando fondo a tutte le sue capacità culinarie affinate nel suo lavoro al Caffè Pandora, dove lavorava assieme al suo giovane ospite. 
«Manca ancora un po', Oz. Perché non vai in soggiorno?» propose Gilbert, voltandosi a guardarlo. 
Coi capelli corvini legati sulla nuca, le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti ed un grembiule bianco a coprire buona parte dei vestiti sembrava molto più innocente di quanto potesse dare a vedere in ben altre occasioni. Solo con pochi riusciva a mettere a nudo il suo lato tenero senza sentirsi minimamente in imbarazzo ed uno di questi era proprio Oz. 
Vessalius dondolò sui talloni, le mani intrecciate dietro la testa e l'espressione scocciata. 
«Ma in casa tua non c'è niente da fare per passare il tempo!» obiettò, aggiungendo uno sbuffo per sottolineare ulteriormente la sua noia. 
Perlomeno al Caffè Pandora c'erano Alice e Break con cui parlare o semplicemente come intrattenimento, data la facilità con cui Alice si metteva a bisticciare con l'albino; per questo ci trascorreva gran parte del tempo libero anche quando aveva il giorno libero. 
Lì invece l'unico passatempo veramente interessante era Gilbert, che attualmente era impegnato in ben altre cose che non pensare al suo intrattenimento. 
«Ah, beh...» esordì Nightray arrossendo, cercando di pensare a qualcosa che potesse fare per ingannare il tempo. 
Oz varcò la soglia della cucina prima che la sua mente elaborasse un suggerimento da dargli. 
Subito Gilbert si allarmò: «Oz che fai? Ti ho detto di non entrare!». 
Voleva che la cena rimanesse una sorpresa finché non fosse stato tutto pronto. Non voleva che tutti i suoi sforzi per renderla un momento molto più piacevole del solito andassero in malora. 
Quello era il loro primo anniversario da quando si erano messi insieme ufficialmente e si stava impegnando con tutto se stesso da giorni per organizzare una cena romantica che fosse perfetta. 
Il giorno prima aveva anche chiesto a suo fratello minore Elliot se potevano scambiarsi i turni per una volta, così da avere l'indomani libero - Oz non aveva avuto di questi problemi perché per sua fortuna l'anniversario cadeva giustappunto nel suo giorno libero. 
Inizialmente Elliot era andato su tutte le furie: anche se Gilbert non era di turno in cucina quel giorno - altrimenti molto probabilmente il più giovane sarebbe stato prossimo all'omicidio - Elliot pareva avere altri programmi in merito a come trascorrere il suo pomeriggio. 
A fargli cambiare idea era stato il tempestivo intervento di Vincent, che aveva fatto notare ad Elliot come il turno del fratello coincidesse perfettamente con quello di Leo. 
Gilbert non aveva idea di cosa ci fosse tra quei due da indurre Elliot a calmarsi e convincerlo a concedergli quello scambio; tuttavia Vincent sembrava esserne al corrente e tanto gli bastava. 
Non aveva intenzione di intromettersi negli affari privati di suo fratello. 
Una volta ottenuto il cambio di turno ed essere tornato a casa dopo il lavoro aveva steso una lista dettagliata di cosa gli servisse per preparare il pasto della sera seguente. L'indomani mattina era andato a fare la spesa e poi subito dopo un pranzo leggero - che senso aveva mangiare normalmente visto l'evento in programma per la sera - aveva cominciato a mettersi al lavoro. 
Oz era arrivato solo nel tardo pomeriggio, esattamente come Gilbert gli aveva chiesto, in modo da poter preparare la maggior parte del pasto in pace. 
Il biondo rise mentre voltava una sedia e si sedeva su di essa girata al contrario, posando il mento sulle braccia incrociate sulla spalliera. 
«Sì, lo so ma io mi annoio, quindi ho deciso di guardarti lavorare» decretò, piegando leggermente il viso di lato ed assumendo uno sguardo supplichevole «Non posso...?». 
Gilbert rimase spiazzato: come poteva dirgli di no quando lo guardava con un'espressione del genere? Negargli ciò che chiedeva l'avrebbe fatto sentire dannatamente in colpa. 
«Ah, d'accordo! Rimani pure lì» acconsentì «Ma non gironzolare per la cucina» aggiunse: non voleva certo andargli addosso mentre si spostava, col rischio di fargli male. 
«Agli ordini!» asserì il più piccolo portando una mano alla tempia. 
Rise gaiamente, divertito dalla sua stessa risposta. 
Gilbert arrossì vedendolo così allegro: gli piaceva il suono della sua risata. Il suo viso si illuminava di una luce calda quando era felice e quella stessa luce lo riempiva di un piacevole calore. 
L'avrebbe voluto sempre vedere così allegro e sorridente. 
«Gil, sta bruciando qualcosa?». 
Gilbert uscì da quel momento di trance come da un sogno. Sobbalzò sorpreso e si volse a dare nuovamente le spalle ad Oz per occuparsi della carne che effettivamente stava bruciando nella padella. 
Allarmato il moro si affrettò a voltare la carne dall'altro lato ed assicurarsi di non aver rovinato tutto. Con un sospiro di sollievo notò che non c'erano stati danni. 
«A che pensavi?» chiese Oz ridacchiando. 
«Ero sovrappensiero» si giustificò Gilbert rimanendo vago «Grazie dell'avviso». 
«È anche la mia cena!» scherzò il biondo «Lo sapevo che guardarti cucinare sarebbe stato divertente!». 
Il moro assunse un'espressione imbronciata mentre si allungava a prendere dalla credenza pensile un pentolino. 
Passò al bancone vicino al fornello e si mise a preparare della crema al cioccolato, facendo la spola tra la ciotola ed il fornello. 
Non era facile riuscire ad avere il controllo quando si facevano più cose assieme, soprattutto in cucina. C'era bisogno di essere sempre attenti ad ogni cosa in ogni momento. 
Gilbert era particolarmente bravo in questo. Riusciva a fare tutto senza farsi prendere dal panico - almeno finché rimaneva concentrato - e a farlo bene. 
Oz era incantato dai suoi movimenti fluidi mentre camminava in giro per la cucina per raccogliere gli ingredienti necessari a terminare la preparazione della carne e proseguire in quella della crema di cioccolato. 
Era un vero cuoco provetto. 
Nightray spostò il pentolino con la crema sul fornello. 
Vessalius si perse ammirando il suo profilo posteriore, pensando che era tutta una sua proprietà, esattamente ciò che era lui per Gilbert. 
Studiandolo gli sorse spontaneo l'impulso di cingerlo - o quantomeno toccarlo. Era un desiderio del tutto normale data la natura della loro relazione. 
Si alzò dalla sua sedia e si accostò a Gilbert tenendosi alle sue spalle. La sua piccola statura lo aiutò senz'altro a passare inosservato, tanto più che il suo fidanzato aveva la testa a ben altre cose. 
Quando le sue mani gli si posarono sui fianchi stringendo appena Gilbert sobbalzò palesemente per la sorpresa e così facendo si rovesciò addosso il contenuto del pentolino che aveva in mano. 
La crema di cioccolato gli finì sulla camicia e sul grembiule, ustionandolo. 
Gilbert lanciò un grido e barcollò all'indietro, finendo addosso a Oz, che piccolino com'era venne travolto in pieno. 
Rovinarono a terra entrambi, ma ciò non impedì al moro di continuare a contorcersi per il dolore atroce al petto. 
Vessalius dalla sua posizione riuscì a slacciargli il grembiule e a sgusciar via da sotto di lui, andando ad inginocchiarsi dinanzi al padrone di casa. Gli afferrò l'indumento e glielo strappò praticamente di dosso, poi fu il turno della camicia. 
«Sta' fermo un attimo, Gil» esclamò il biondo mentre cercava di afferrarlo per il colletto della camicia. 
Era di statura troppo minuta per costringerlo con la forza ad obbedirgli, per cui doveva cercare di spogliarlo della camicia impegnandolo in altro modo. 
Lasciò perdere il colletto e gli afferrò il viso, bloccandolo il tempo necessario a posare le proprie labbra sulle sue. 
Il gesto colse di sorpresa Gilbert, anche se in maniera positiva: la bocca di Oz era tiepida e gentile sulla sua e si muoveva languida cercando di indurre una qualche reazione da parte sua. Il moro mugolò qualcosa di indefinito ma si zittì nel momento stesso in cui la lingua di Oz gli varcò la bocca in cerca della sua lingua. Allo stesso tempo si placò, dando così modo al suo compagno di spogliarlo della camicia sporca, che lasciò cadere sul pavimento. 
«Va meglio adesso, eh?» esclamò recidendo il contatto. Gilbert ne rimase deluso ma non lo diede a vedere. 
«Sì, decisamente» asserì timido, esalando un sospiro. 
Gli occhi verdi del più piccolo caddero immediatamente sulla vecchia cicatrice che gli attraversava il torace - uno spiacevole ricordo della loro infanzia - ma non si soffermarono su di essa, attirati piuttosto dalla pelle arrossata che la circondava. 
«Ti fa male?» domandò Oz apprensivo, accarezzandogli la cute lesa con tocco leggero «Forse è meglio metterci del ghiaccio sopra...». 
Gilbert arrossì di piacere a quel contatto nonostante un po' gli dolesse essere toccato sulla pelle ustionata. 
«Sì, forse è meglio...» ammise, prima di affrettarsi a rimettersi in piedi «Però non adesso, devo finire di cucinare e...!». 
«Calmati. Ci penso io a finire qui» lo interruppe Oz, sollevando una mano per interromperlo «Tu va a cambiarti». 
Il moro assunse un'aria mortificata e fece per ribattere, ma Oz ormai era abituato a leggere ed interpretare i suoi gesti e le sue espressioni. 
«Non preoccuparti per la cena. Non sono così imbranato ai fornelli» lo rassicurò il biondo, facendogli la linguaccia con aria scherzosa «Quello che è successo è stata colpa mia, quindi devo rimediare in qualche modo. Ora muoviti a cambiarti!». 
Gilbert tentennò ancora qualche secondo, desolato di dover lasciare l'onere della cucina al suo partner proprio nel momento in cui tutto era quasi pronto; ciononostante, aveva ragione: doveva occuparsi dell'ustione, perché cominciava a fargli veramente male anche se non c'era più alcuna mano ad accarezzarla. 
Alla fine decise di dare ascolto al suo fidanzatino ed uscì dalla cucina, lasciando quest'ultimo alle prese con la parte finale della preparazione della cena. Oz si reputava molto fortunato per il fatto che l'incidente fosse accaduto quando ormai la carne era quasi pronta, dato che non sarebbe stato capace di seguire la cottura molto a lungo in maniera accurata. 
Prese due dei piatti che Gilbert aveva preparato e messo da parte per non sporcarli né romperli e vi posò sopra le due bistecche; dopodiché si accinse a predisporre il contorno. 
Il suo lavoro come cameriere al Caffè Pandora gli aveva insegnato quanto potesse essere importante la disposizione del cibo nel piatto. Per dare una buona impressione ai clienti non si doveva solamente usare posate tirate a lucido, tovaglie immacolate e fiori per decorare i tavoli. Anche come veniva posizionato ogni singolo componente dei vari piatti era essenziale per catturare l'interesse dei clienti. Per questo Oz si era premurato di farsi spiegare da Leo i trucchi su come disporre le varie pietanze e adesso poteva vantare una discreta abilità in merito. 
Si apprestò a sistemare il contorno di patate e verdure appena tiepide - Gilbert le aveva preparate in precedenza e poi le aveva messe in una piccola pentola che aveva sistemato vicino al fornello acceso, così da mantenerle calde - e a disporre il tutto in tavola - che a differenza del resto della cucina era stata apparecchiata di tutto punto, con tanto di candela al centro e bicchieri di cristallo. Cercò di fare il più in fretta possibile in maniera tale che quando il suo partner fosse tornato - cosa che prevedeva sarebbe accaduta in un futuro molto prossimo - trovasse tutto quanto già pronto. 
A quel punto il biondo si preoccupò di ripulire il fornello ed il pavimento dai residui di crema al cioccolato. Era così impegnato ad attendere a quel compito che neppure si accorse del ritorno del padrone di casa nella stanza. 
Gilbert si era soffermato sullo stipite della porta ad osservare ciò che Oz aveva fatto. 
Aveva mantenuto i capelli legati sulla nuca ed aveva cambiato sia la camicia sia i pantaloni. Adesso indossava dei jeans azzurri aderenti sostenuti in vita da una cintura nera e una camicia bianca col risvolto del colletto più alto e rigido e le maniche ampie che terminavano con stretti polsini che era stata volutamente lasciata aperta sul torace non tanto per fare colpo su Oz - cosa di cui non aveva bisogno - bensì perché il tessuto non strusciasse sulla pelle ustionata e al contempo non venisse sporcato dalla pomata di cui si era cosparso. 
Il moro non avrebbe saputo disporre in maniera tanto esteticamente bella il cibo nel piatto, per cui era felice che fosse stato Oz a farlo. Il suo sguardo si soffermò sulla visuale che aveva di quest'ultimo dal suo punto di osservazione e non poté fare a meno di arrossire: il biondo era carponi sul pavimento e gli stava dando le spalle - o, per dir meglio, il sedere. 
Gilbert era una persona piuttosto timida e molto pudica, però in un tale frangente non poté fare a meno di immaginare il corpo del suo fidanzato in quella stessa posizione ma completamente nudo, come aveva già avuto modo di vederlo in numerose altre occasioni. 
L'audacia della sua immaginazione lo sorprese al punto che emise un verso soffocato di stupore. Fu un rumore leggero ma consentì ad Oz di capire che era tornato. 
Vessalius si volse nella sua direzione, appoggiandosi col sedere sui talloni e raddrizzando la schiena mentre voltava il capo a guardarlo. 
«Wow, come sei elegante!» esclamò mentre si rialzava in piedi «Non credevo che ti saresti vestito così elegante per una cena a casa tua...! Sapendolo mi sarei vestito molto meglio anche io!» soggiunse fingendosi imbronciato, guardando i suoi pantaloni larghi beige e la camicia bianca che gli stava anch'essa abbastanza larga. Non era facile per lui trovare abiti eleganti della sua taglia, data la sua statura più da bambino che da ragazzo già maturo. 
Gilbert divenne paonazzo di fronte a tanti complimenti. 
«Non... era mia intenzione... all'inizio» cercò di giustificarsi, arrossendo tanto da far imporporare persino collo e orecchie «Solo che... insomma...» si bloccò, non volendo accennare all'incidente di poco prima per non far sentire ulteriormente in colpa il suo compagno. 
«Sì, ho capito» lo precedette quest'ultimo per evitargli ulteriore imbarazzo, avvicinandoglisi e prendendolo per mano, intrecciando saldamente le dita alle sue «Mangiamo? Sono curioso di sentire che sapore ha la tua cena...». 
Oz fece per incamminarsi verso il tavolo ma Gilbert rinserrò la presa sulla sua mano e lo attirò a sé, stringendolo contro il suo torace, incurante del dolore. 
Il biondo avvertì un intenso odore di erbe provenire dalla sua pelle, segno che si era occupato per davvero della sua ustione. 
«Gil?» borbottò Vessalius contro il suo corpo, colto di sorpresa dal suo gesto. 
Gilbert gli posò un dolce bacio tra i capelli, facendolo avvampare. 
«Sono felice di poter passare la serata solo con te, Oz...» gli sussurrò con il tono di voce con cui in genere si confessavano vicendevolmente piccoli segreti. 
Il biondo ci mise un po' prima di rispondere: «Mi dispiace di averti rovinato la serata, Gil...». 
La sua voce era intrisa di sincero pentimento. 
«Non hai rovinato niente» lo rassicurò Gilbert, affondandogli la mano tra i capelli fino a scendere sulla nuca, sulla quale esercitò una lieve pressione affinché il suo partner sollevasse il viso verso di lui. 
Oz non oppose resistenza e si lasciò guidare nel movimento, allungandosi al contempo e mettendosi in punta di piedi per raggiungere meglio le labbra di Gilbert, le quali ben presto si unirono alle sue in un lungo e casto bacio pieno di affetto. 
Come di tacito accordo dopo qualche minuto si separarono, rimanendo incatenati da un lungo sguardo d'intesa. 
«Mangiamo?» domandò Gilbert. 
«Okay... ah, Gil!» Oz si bloccò mentre procedeva verso il tavolo. 
«Sì...?» 
«Buon anniversario». 
Gilbert gli rivolse un caldo sorriso accompagnato da un'espressione serena che non era facile vedergli impressa in viso ma che riusciva a riscaldare il cuore del biondo. 
«Buon anniversario, Oz».

rating: safe, pairing: oz/gil, fandom: pandora hearts

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