Sotto la pioggia

Jun 29, 2014 10:09

Titolo: Sotto la pioggia
Rating: Verde
Genere: Fluff, Generale
Personaggi: Add, Eve (Imperatrice Nasod), Ferdinand, Oberon, Ofelia
Wordcount: 1601 (fiumidiparole)
Prompt: Matrimonio / #02. Tight @ think_fluff
Note: Gen
Una mano sottile rivestita di un guanto delicato gli premette sulla fronte, poi quella stessa mano lo costrinse a voltarsi di nuovo supino.
Add mugolò infastidito ma subito dopo si produsse in un sospiro di sollievo quando gli venne posata sulla fronte bollente una pezza umida.

«Ofelia? Sta piovendo». 
Ad Hamel in genere il tempo era meraviglioso e sembrava sempre estate, ma quando veniva il brutto tempo arrivavano temporali veramente terrificanti ed il più delle volte lo facevano a sorpresa. 
Era quello ciò che era capitato ad Eve: la Regina Nasod era uscita da Hamel per andare nei Campi nel circondario della città per allenare le sue abilità assieme ai suoi fedeli servitori Nasod. Voleva andare al Sepolcro di Noah, dove - secondo le voci che aveva udito da Chung - si trovavano dei Mercenari Rossi posseduto che erano temibili avversari in combattimento; tuttavia aveva fatto in tempo ad arrivare solo alla Fontana della Guarigione prima di essere colta da una tempesta in piena regola. 
Ofelia comparve al fianco di Eve munita di ombrello - che non si sapeva da dove avesse preso - e subito lo predispose per difendere la sua padrona dalle intemperie. 
«Dobbiamo tornare indietro» esclamò Eve, voltandosi per tornare al campo che aveva appena attraversato. I mostri che lo popolavano non erano più avversari degni del suo livello come invece erano stati qualche tempo prima, per cui non sarebbe stato difficile ripercorrere in fretta la strada fino ad Hamel. 
La sua attenzione fu attirata da un cespuglio che prese ad ondeggiare per qualche momento. 
Oberon e Ferdinand comparvero immediatamente, le lame sguainate a protezione della loro Imperatrice, la quale non capiva come un mostro potesse essere riuscito ad arrivare fin lì. La Fontana della Guarigione era un luogo protetto da qualsiasi incursione nemica, poiché era stata designata come un luogo dove gli avventurieri potevano riposare senza il timore di essere colti di sorpresa dai mostri. 
Eve era pronta a combattere, tuttavia non appena il misterioso aggressore comparve dal cespuglio barcollando il Nasod esclamò: «Non attaccate!». 
Oberon e Ferdinand si erano già mossi ma si bloccarono all'udire l'ordine, senza indietreggiare. Ofelia seguì dappresso Eve, che si stava avvicinando al corpo che, dopo essersi trascinato per qualche passo era poi caduto a terra scosso da forti brividi. 
L'Imperatrice si inginocchiò sull'erba bagnata vicino al giovane e scostò i capelli bianchi dal suo viso, studiandolo per qualche momento. Lo riconobbe come il ragazzo che aveva cercato di aggredirla a Belder tramite degli strani moduli Nasod. Ricordava vagamente che il suo nome fosse Add. 
Benché all'epoca fosse stato un avversario pericoloso, adesso non sembrava essere nelle condizioni adatte per costituire una minaccia alla sua persona. 
Eve gli accarezzò il volto fradicio, scoprendo che al tatto la sua pelle scottava. 
«Ferdinand, raccoglilo» impartì la regina dei Nasod rialzandosi e facendosi da parte per permettere al suo servitore di adempiere al suo dovere. 
Ferdinand ripose la sua lancia sulla schiena e raccolse il corpo del giovanotto, quindi Eve guidò la piccola spedizione verso Hamel.

Quando Add riprese conoscenza si rese conto di avere il naso otturato e la testa che pulsava dolorosamente, come se gli avessero appena dato una bastonata sul capo. Si sentiva esausto, quasi avesse camminato per giorni e giorni senza mai fermarsi, però attribuiva quella sensazione al fatto che era da un po' di tempo che non mangiava. 
Inseguire il team di ricerca dell'Eldrit era una cosa che lo impegnava a pieno e preferiva non perdere di vista il suo minuto obiettivo piuttosto che obbedire ai suoi bisogni fisiologici. Non aveva mai badato molto ad essi neanche durante la sua prigionia nell'antica biblioteca Nasod. 
Nonostante non si sentisse affatto bene, il ragazzo si crogiolava nel piacevole tepore che lo avvolgeva completamente. 
Si voltò su un fianco, nascondendo la metà inferiore del viso nel lembo profumato delle coperte che lo coprivano e si rannicchiò in posizione fetale. Il materasso su cui giaceva era morbido come il suo cuscino e lo invogliava a sottostare al naturale impulso di continuare a dormire. 
Udì un rumore di passi attutiti e di tacchi che picchiavano sul pavimento, anche se non molto forte, poi una voce femminile che ordinava in tono basso: «Ofelia, dammi la pezza umida...». 
«O... felia?» ripeté mentalmente Add, cercando di focalizzare un ricordo ben preciso nel suo passato non troppo lontano. Non aveva una cattiva memoria, ma le sue condizioni fisiche disastrate non gli permettevano di pensare lucidamente come al solito. La sua mente brillante era oppressa dal malessere. 
«Ofelia... Ofelia...». 
Sapeva che era un nome importante o comunque correlato strettamente a qualcosa che reputava di fondamentale importanza. Era una sensazione che gli nasceva da dentro, nel profondo, ma che non riusciva a definire con un ricordo razionale. 
Una mano sottile rivestita di un guanto delicato gli premette sulla fronte, poi quella stessa mano lo costrinse a voltarsi di nuovo supino. 
Add mugolò infastidito ma subito dopo si produsse in un sospiro di sollievo quando gli venne posata sulla fronte bollente una pezza umida. 
«Lasciatelo riposare. Ofelia, occupati di lui io devo andare ad avvertire gli altri...» disse la stessa voce femminile e delicata che aveva parlato prima. 
Add l'aveva già sentita ma non riusciva a identificarla, almeno non finché non si rese conto che in sottofondo la sua voce aveva un vago timbro riecheggiante. 
Improvvisamente si ricordò dove avesse già sentito il nome Ofelia e a cosa - o meglio chi - fosse correlato. 
Con uno scatto repentino si mise seduto aprendo gli occhi, inchiodandoli sulla snella e minuta figura vestita di bianco che gli stava dando le spalle. 
La regina dei Nasod, Eve. 
«Tu...!» disse sogghignando. Fu questione però solo di un momento, prima che un capogiro lo costringesse a piombare di nuovo sdraiato. 
Gli stava scoppiando la testa. 
Eve si era girata sentendolo parlare e adesso gli stava tornando vicino. 
«Non dovresti sforzarti tanto. Stai male» gli fece presente. 
«Che cosa mi hai fatto?» domandò Add. 
«Non sono stata io ma la pioggia» rispose la regina Nasod «Sei svenuto davanti a me e io ti ho solo portato al riparo... e cambiato quegli abiti logori e inzaccherati» aggiunse. 
Add si sentì mortalmente imbarazzato, non tanto per il fatto di essere stato salvato dal Nasod che voleva rapire e studiare né per l'essere collassato sotto le intemperie quanto piuttosto per l'essere stato spogliato da lei. Solo pensare a cosa potesse aver visto gli faceva desiderare ardentemente di nascondersi. 
Era un Nasod, non una ragazza; eppure il suo atteggiamento era in tutto e per tutto identico, quasi fosse un vero essere umano e ciò lo metteva non poco in soggezione. 
D'istinto l'albino si strinse addosso le coperte come per mascherare la propria nudità; tuttavia, si accorse che non era nudo bensì vestito. 
Sollevò le coperte e sbirciò sotto, prima di abbandonarsi di nuovo steso sul materasso continuando a guardare in basso per cercare di capire che cosa quel Nasod gli aveva fatto indossare mentre era privo di sensi. 
«Che diavolo ho addosso...?» chiese dopo un po', chiudendo gli occhi e posandovi sopra un braccio per traverso. Si stava stancando terribilmente e lo sforzo non era poi così intenso: si trattava solo di tenere gli occhi aperti. Questo la diceva lunga sul suo stato di salute. 
Eve temporeggiò a rispondere, incuriosendo il suo interlocutore, che riportò la sua attenzione su di lei. Notò che stava guardando altrove e che sembrava a disagio, per cui immaginò il peggio. 
Con uno sforzo che mise a dura prova le sue poche energie, si sedette sul materasso e si guardò addosso: si trattava di un abito elegante, decisamente - forse addirittura troppo. 
Indossava una camicia bianca sopra alla quale portava un gilet nero ed una giacca con due code di rondine a falde larghe, un paio di pantaloni bianchi e grigi con una linea sul davanti che divideva di netto i due colori e scarpe bianche lucide. 
Era un look talmente formale che gli sembrava ridicolo; ciononostante trovava l'abbigliamento assai caldo e nelle sue condizioni attuali la cosa non gli dispiaceva affatto. 
«È un tight» spiegò semplicemente Eve, lisciandosi la gonna del vestito con aria aristocratica «È l'unica cosa che Ofelia è riuscita a trovare. Per di più è di lana, in questo modo non avrai freddo...» aggiunse, fissandolo dritto negli occhi con le sue iridi dorate e luminose. Il suo sguardo non trasmetteva nessun sentimento, anzi, sembrava cercare di sondare le profondità dell'animo del giovane che si trovava davanti per capire come si sentisse. 
Add non poté fare a meno di fissarla di rimando e assumere uno sguardo colmo d'imbarazzo per tutte le premure che gli aveva usato. 
Non era avvezzo a ricevere simili trattamenti, avendo vissuto gran parte della sua vita da solo. In più lei era un Nasod, una creatura artificiale che per lui era degna soltanto di essere designata come cavia da laboratorio. Non avrebbe mai reputato possibile che un giorno gli avrebbe potuto salvare in qualche modo la vita. 
Con una fatica immane l'albino riuscì a formare con le labbra la parola "grazie"; tuttavia, ebbe appena il tempo per darle voce, poiché l'attimo dopo ricadde disteso sul materasso, privo di sensi. 
Eve gli spostò dalla fronte la pezza e vi posò la mano, senza dare a vedere di aver compreso quanto il giovane che aveva innanzi le fosse riconoscente per il suo aiuto. Non sembrava che fosse una cosa che per lei avesse una qualche rilevanza. 
In tono piatto commentò: «La febbre sta aumentando di nuovo». 
Sollevò lo sguardo portandolo su Ofelia, in piedi nei pressi della porta della stanza in attesa di ordini. 
«Va' a prendere altra acqua fredda...» impartì Eve, prendendo il panno che aveva spostato ed immergendolo di nuovo nella bacinella sistemata sul comò vicino al letto «E anche altre coperte» aggiunse. 
Ofelia uscì senza dire niente ma l'Imperatrice sapeva che aveva capito e che sarebbe tornata a breve con ciò che le aveva richiesto. 
Coprì di nuovo il malato lasciandogli fuori solamente il viso arrossato, che carezzò leggermente lungo la guancia segnata da una sorta di lunga cicatrice viola che gli attraversava l'occhio. 
Era un ragazzo curioso quell'Add. Non capiva perché fosse tanto interessato a lei, però non aveva cercato di attaccarla in quel momento, mentre era sveglio. Poteva essere stata la febbre o la consapevolezza della propria debolezza fisica; tuttavia era convinta che se fosse riuscita a comprendere le motivazioni alla base delle sue azioni avrebbe potuto trasformarlo da potente nemico in valido alleato. 
E di alleati, adesso che erano arrivati ad Hamel, che era assediata da demoni che diventavano sempre più forti, il suo gruppo ne aveva bisogno.

rating: safe, fandom: elsword

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