Regalo di Natale: Breve storia di tre storie

Jan 03, 2014 16:55

Micro-raccolta di flash per un totale di quasi 1000 parole, scritta appositamente ed unicamente per medlannister e non destinata ad essere apprezzata o capita da altri.
Oddio, non è detto che lei l'apprezzi, eh, ma io ci ho provato.
Mia sorella aveva chiesto per Natale una ff in cui veniva shippata con chiunque. Io l'ho accontentata ben due volte, inserendo pure come bonus una cosina che lei non aveva voluto chiedere, ma siccome è la mia gemella e le voglio tanto bene gliel'ho scritta lo stesso (vincendo la repulsione).

Lo schema della ff è inserito nel cut, sennò mi gioco la sorpresa. Buon Natale, twinc adorata! < < < < <



TITOLO: Breve storia di tre storie
FANDOM: Laphroaig (perché ritengo meriti un fandom a parte)
PAIRING: Ferusa, Perao, Pedusa (e poi non dire che non ti amo ù_ù)

Percy Weasley era sempre stato tante cose. Ubbidiente, disciplinato, intelligente, educato; peccava d'orgoglio, ma non si era mai vergognato di una cosa simile, non considerandolo del tutto un difetto. Geloso, però, non lo era mai stato - o meglio, magari lo era stato da piccolo nei confronti dei propri fratelli, ma crescendo aveva raggiunto una consapevolezza di sé tale da fargli perdere anche quella brutta tendenza.
No, non era geloso. Almeno non finché non vide per la prima volta Fera e Med passeggiare assieme, mano nella mano, lungo uno dei viali che attraversavano il grande parco di Hogwarts. Non si erano accorte di lui, che veniva nella direzione contraria, e continuarono a camminare tranquille con le dita intrecciate. Chiacchieravano e a tratti ridevano tra loro, raccontandosi cose che Percy non avrebbe mai saputo; ad un certo punto si fermarono, si avvicinarono e le loro labbra si sfiorarono in quello che aveva tutta l'aria di non essere un primo bacio, ma solo uno di tanti scambiati nel corso di tante e tante passeggiate. Un bacio pieno di sicurezza, tenerezza, familiarità.
A quella vista Percy si girò e tornò indietro, verso la scuola, a grandi passi. Per la prima volta in vita sua si sentì geloso - terribilmente, crudelmente, colpevolmente geloso. E non sapeva nemmeno perché, o per chi.

- Dov'è che hai messo la mia sciarpa?
- È lì dove l'hai lasciata, sul letto.
Sbuffando, Fera recuperò l'indumento e lo indossò con un gesto nervoso. - Grazie, - borbottò, - sto andando fuori di testa.
Percy fece un mezzo sorriso, le si avvicinò e sistemò il nodo della sciarpa. - Non ce n'è motivo, - disse. - Andrà tutto bene, sta' tranquilla.
- Se conoscessi i miei, non parleresti così.
- Beh, non possono essere così terribili se hanno una figlia come te.
- Infatti sono peggio.
Percy scosse la testa e mise le mani sulle spalle di Fera, con l'intento di abbracciarla, ma lei si divincolò e prese a sistemare la borsa. - Mio padre ti farà il terzo grado, - brontolava nel frattempo. - Vorrà sapere di cosa ti occupi, da quanto ci conosciamo, ti porrà domande sulla magia... mentre mia madre farà insinuazioni idiote ogni cinque secondi.
- Insinuazioni?
- Battutine. Frecciatine. "Quand'è che mi fate un nipotino?" e cose del genere. Ama vedermi arrossire.
Percy sospirò, poi prese le mani di Fera e la costrinse a fermarsi. - Ascoltami, - le disse, - andrà tutto bene. Se tuo padre mi farà domande, risponderò. Se tua madre farà battute, la ignorerò. Non sarà peggio di una riunione del Wizengamot, no?
Sorrise di nuovo, e stavolta riuscì ad abbracciarla. La sentì fare resistenza per un attimo e poi sciogliersi, ricambiando l'abbraccio. - Ho solo paura che non ti piacciano, - la udì mormorare contro la sua spalla. - Sono strani, ansiosi, ironici e... Babbani.
- Come te senza magia, insomma.
- Spiritoso.
Fera tentò di divincolarsi di nuovo, ma stavolta Percy la tenne stretta. - Andrà tutto bene, - le sussurrò in un orecchio, - te lo prometto.
Quello parve tranquillizzare del tutto la ragazza, perché Percy la sentì rilassarsi e strofinargli il viso contro il collo. Continuò ad abbracciarla finché lei non sollevò la testa e non gli sorrise. - Andiamo ad affrontare questa dannata cena, allora, - disse Fera.
Uscendo assieme a lei dalla porta di casa, mano nella mano, Percy non riuscì a fare a meno di pensare a cosa avrebbe detto se la madre di Fera gli avesse chiesto dei nipotini. L'unica risposta che gli veniva in mente era: "Prima possibile".
Non gli mancava altro per sentirsi completo assieme a lei.

Le unghie di Med erano corte e irregolari, eppure questo non aveva impedito loro di lasciargli segni rossi ed evidenti sulla schiena. Percy li esaminò ancora per qualche secondo, prima di distogliere lo sguardo dallo specchio e infilarsi la maglia. Perché, perché si era spinto così oltre? Che gli stava succedendo?
Da quando Fera lo aveva lasciato, si era visto già quattro volte con Med. Non andava bene. Ad ogni incontro si diceva che era l'ultimo, che non ci sarebbe cascato di nuovo, ma poi si ritrovava sotto casa di lei e tutto ricominciava da capo. La spogliava pensando a Fera e finiva volendo Med, desiderando Med, lei e nessun'altra - e non andava bene.
Lei rappresentava tutto ciò che lui non sopportava: la sua arroganza e il suo pungente sarcasmo gli facevano letteralmente schizzare la rabbia al cervello, e da quando Fera se n'era andata lui non aveva più interesse a trattenere le proprie reazioni. Gli scontri con Med erano verbali e fisici, persino all'apice dell'amplesso si scambiavano insulti misti ad oscenità, si mordevano le labbra a sangue e si graffiavano la pelle con una crudeltà che poco aveva della passione.
Eppure, nonostante tutto ciò, Percy non si era mai sentito così appagato in vita sua. Usciva dalla casa di Med distrutto e spossato, ma anche privo della capacità di compiangere se stesso e la propria solitudine. Volere una come Med andava davvero contro ogni logica, ed era allo stesso tempo perfettamente sensato. A cosa gli era servito stare tanto tempo con una persona cui voleva bene? Solo a farsi del male quando ne era stato abbandonato. Meglio allora una relazione così, sbagliata e insensata, cadenzata solo dalla reciproca voglia e contornata da dubbi e sensi di colpa. Meglio i morsi e i graffi e le parole velenose di Med, capaci di scuoterlo nel profondo e far uscire una parte di lui che credeva sepolta, o meglio dimenticata. Meglio, mille volte meglio lei, così sbagliata, così totalmente incompatibile con lui e allo stesso tempo così capace di farlo stare bene.
Percy credeva che solo con Fera si sarebbe sentito completo. Ma da quel giorno, per tutto il tempo che durò quella follia, non fece che pensare alle unghie irregolari di Med sulla sua pelle.

laphroaig, caro babbo natale

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