A fanfic, after so long! And in two languages too! XD
I wrote it when I was at the sea... even if I don't like it, I must confess it could be pretty inspiring...
Fandom: Tsubasa Reservoir Chronicle
Characters/Pairings: Fay, Kurogane (KuroFay) and mention of the rest of the family
Rating: PG
Words count: 1060
Warnings: Spoilerous about something concerning Fay that we discovered around chapter 158 - English version is un-betaed, so please, correct me!
Notes: Written with two purposes in mind! For
kuroxfai Summer Challenge (Prompt:
Chapter 86 splash) ~ For
settemi_ita: Inconfessabile Tradimento (all my writing community duties are
***HERE***)
Title: Flare
E’ una notte serena nonostante il chiasso. In spiaggia c’è aria di festa.
Un’altra piuma restituita, un altro mondo da abbandonare, ma per l’addio c’è tempo; adesso c’è spazio solo per rallegrarsi.
A Sakura qualcuno ha donato dei piccoli fuochi d’artificio da tenere in mano per illuminare la notte, e lei li ha visti come un’occasione per passare del tempo lieto tutti insieme, accendendo il buio sulla riva del mare.
I giochi luccicanti sono innocui, ma Shaoran non può fare a meno di preoccuparsi per la principessa, le sta chino accanto, si assicura che nessuna scintilla si avvicini troppo alla sua mano.
In uno spruzzo di acqua e sabbia, accanto a loro sfrecciano Fay e Mokona. La creaturina agita il suo spruzzo di scintille, che ben presto si esaurisce, così lei salta in braccio a Sakura e cerca di raggiungere con le zampine il bastoncino che la ragazza ha tra le mani.
Tutti ridono.
Tutti tranne il ninja, un po’ in disparte, anche se non ha rifiutato il bastoncino luccicante e per uno come lui è già un passo avanti. Può tenere il muso, ma è lì a festeggiare con loro.
Tutti, persino Fay ride e in questo non c’è nulla di strano. Eppure il riso del mago ha qualcosa di diverso questa sera, anche se i ragazzini non riescono a cogliere cosa sia quel qualcosa che colora il suono della sua voce e l’espressione del suo viso. Dovrebbero essere Kurogane per rendersene conto.
Fay intanto continua a correre e ridere con i suoi fuochi artificiali in mano, non fa caso a quanto si stia spingendo lontano.
La brezza che soffia verso il largo e gli gonfia i vestiti leggeri è un solletico piacevole e i piedi sono carezzati dall’andirivieni irregolare delle onde, acqua fresca, ma non fredda. Non c’è nulla di minaccioso nella schiuma ricamata sulle increspature della corrente, nulla di simile ai cupi oceani che flagellano le coste ghiacciate di Celes.
Sono molte, a dire il vero, le cose che Fay non conosceva prima di partire, non mancano mai di scuotergli il cuore in un piacevole brivido di stupore: un sole brillante, un vento caldo, la pioggia, un mare dove potersi bagnare…
E quella sera poco importa il copione che si era imposto di seguire, quello del personaggio che conosce tutto ed ha già visto tutto. Stasera preferisce non pensarci e sorprendersi.
Fay arresta la sua corsa, la vista della notte specchiata nel mare toglie il fiato. Solo un bastoncino è sopravvissuto, sputa le sue scintille sulla superficie e così i baluginii si moltiplicano. I piedi affondano nel pavimento ondulato di sabbia resa molle dall’acqua, difficile da scrollarsi di dosso, quasi come certi vecchi ricordi.
Quando l’onda torna verso il mare, anche la sabbia scappa via sotto di lui e lo coglie una vertigine, gli manca l’appoggio, così come a volte le sue certezze gli scivolano via dalle mani, ma non se ne preoccupa, non stasera; se anche si sente cadere, pazienza!
“Oi!”, una voce raccoglie la sua coscienza che precipita. Un corpo, un abbraccio, ferma la sua caduta.
“Kurorin!” risponde Fay, voltandosi verso l’altro senza mettere distanza tra loro come al solito, cercando ancor più contatto, ancora più calore.
Gli getta le braccia al collo lasciandolo di stucco, togliendogli l’ispirazione a fare domande. Sa che lo sguardo di Kurogane lo segue sempre, se lo sente addosso come la carezza impalpabile della sabbia, sa che il guerriero è sempre qualche passo dietro di lui, instancabile e con qualche domanda negli occhi. Stanotte però non è fatta per domande, menzogne, pensieri spiacevoli o bisticci, e Fay non è sicuro che il guerriero abbia intenzione di rispettare quella tregua non concordata, deve agire in fretta.
E la felicità può dare alla testa peggio del liquore più infidamente dolce, gli ha già insinuato nel cervello un’ebbrezza frizzante e leggera. E’ sicuramente per questo stato incauto di vaghezza mentale che il mago, perenne fuggiasco, non sente la morsa di alcuna restrizione e si lascia andare.
Il corpo dell’altro, le sue labbra, la sua esistenza… Fay cova da qualche tempo dentro di sé una curiosità viscerale di conoscerli, toccarli, sperimentare in prima persone che sapore abbiano. E per una volta è riuscito a rispondersi con un “perché no?”.
Il bacio sa di acqua salata, dello zolfo dei fuochi e della sorpresa di Kurogane e non avrebbe saputo immaginarsi niente di così straordinario, come un mare estivo durante i bui giorni di Celes.
Quasi non si accorge che il suo gesto è ricambiato, tanto si è perso nell’atto, almeno finché un improvviso dolore sul dorso di una mano e un’imprecazione dell’altro non li costringono ad allontanarsi. Il bastoncino di luce è arrivato agli ultimi barbagli.
“Sta’ più attento a quell’affare!” brontola Kurogane, massaggiandosi la nuca.
“Non ci stavo pensando…” confessa in una risata Fay.
“A quell’affare o a quello che stavi facendo?” domanda il guerriero, senza traccia di imbarazzo o rimprovero, forse un po’ insicuro ed incerto, per quanto lui possa mostrar d’essere. Non c’è accettazione né rifiuto, solo attesa.
L’istante dopo, tutto s’oscura, la fontanella di luce fiammeggiante si spegne, lo scoppiettio di incoscienza nella mente di Fay si dissolve.
“Era solo uno scherzo, Kuropon!” ride e Kurogane si accorge subito della differenza, come di uno schiaffo.
“Sei un idiota!” gli ringhia contro. “E se ci avesse visto qualcuno?!”
E qualcuno li ha visti di sicuro, Fay lo sa bene. C’è sempre quella presenza tenebrosa e costante ad osservarli, ad assicurarsi che le sue pedine si muovano secondo lo schema che ha progettato. Il mago lo sa perché è suo compito fare in modo che ciò accada, uno scambio equo che si perde nella notte, nella neve e nel sangue: una vita importante in cambio di vite insignificanti. Perché quella che ha di fronte ora dovrebbe essere una vita insignificante, giusto?
“Awww~ Kurotan! Che insospettato animo sensibile e timido che ci hai nascosto fino ad oggi! Aspetta solo che lo racconti agli altri!” e Fay comincia a scappare in quella farsa di litigio, così simile alla farsa del loro viaggio, un gioco di strategia così ritorto e perverso che nemmeno lui sa più chi sia più vittima del suo tradimento.
Eppure è ancora lì che corre, ride, inganna, perché lui lo sa bene: permettere alla felicità di legarlo a quell’illusione è come tenere in mano troppo a lungo un fuoco d’artificio.
Finirà soltanto per bruciare.
Owari
*
Flare ~ english version
It is a calm, clear night, despite the racket. There’s some sort of celebration in the air at the beach.
Another given-back feather, another world to leave, but there’ll be plenty of time for goodbyes; for now, there’s just place to rejoice.
Someone has given to Sakura some funny hand-fireworks to light up the night and she, of course, has seen the opportunity they represent: a chance to spend peaceful time together, brightening the darkness of the seaside. The glistening toys are harmless, but Syaoran can’t help worrying for his princess, he’s leaning close by her side, he’s making sure that no sparkle gets to close to her hand.
In a splash of water and sand, Fay and Mokona spurt by. The little creature flails its flaring spray, and soon it is over; disappointment makes its tiny eyes frown, but it passes quickly. The next moment Mokona hops down into Sakura’s arms and stretches its minute paws to steal the fiery stick in her hand.
Everybody laugh.
Everybody beside Kurogane, aside from the group, but still there. And, after all, he didn’t reject the firework.
Everybody, even Fay laughes and there’s nothing unusual in it. Yet, the mage’s laughter has something different this evening, yet the children don’t get it, can’t understand what this something is, this color in his voice and on his face. They should be Kurogane to notice it.
Fay is still running meanwhile, he’s still laughing with the firesprings in his hands, he doesn’t mind how far he’s getting.
The breeze blowing off the coast and swelling his thin clothes is a too pleasant tickle and his feet are fondled by the irregular comings and goings of the waves; fresh water, not cold. There’s no menace hidden underneath the embroidings of foam on ripples, nothing similar to the dull oceans that flog Celes frost shores.
Many are the things that Fay never knew before leaving, they never miss the chance to jolt his heart with an enticing thrill of amazement: a strong sun, a warm wind, rain instead of snow, a sea where one can soak in...
And this night it’s not important to follow the script, to be perfectly in character, to play the role of the one who knows everything, who’s already seen everything. This night he’d rather let himself being surprised.
Fay ceases his run, the sight of the night mirrowed on the sea is breathtaking. Just one stick survives, it spits proudly its sparkles on the surface and so the gleams are multiplied. His feet sink into the wavy floor of sand, made yielding by the water, hard to shake away as much as some old memories.
When the wave retreats to the sea, the sand runs away with it, away from under his weight, and he’s caught by a vertigo, he loses the support of the ground, like sometimes his certainties slip away from his fingers, but he doesn’t worry, not tonight; if he falls, who cares?
“Oi!”, a voice takes in his conscience. A body -an embrace- stops his fall.
“Kurorin!” Fay cries happily, turning to the other one without getting the distance he’s always seeking, looking instead for more contact, more warmth.
He circles his neck leaving him speachless, depriving him of his inspiration to ask questions. Fay knows that Kurogane’s look is always following, he can feel it, an impalpable caress on his skin, he knows that the warrior is always some steps behind him, watching, his eyes hiding some questions. This night, though, is not made for questions, lies, unpleasant thoughts or quarrels, but Fay is not sure if the other one is aware of this unspoken truce, so he must act quickly.
And happiness can go to one's head worse than the most treacherously sweet liquor, it has already blown a sparkling inebriation into his brain. It’s certainly because of this regarless mind vagueness if the mage, the fugitive, doesn’t feel the vice of his familiar restrictions and lets himself go.
Kurogane’s body, his lips, his existence... Fay hatches a deep-seated curiosity from some times now, to know them, touch, experience what kind of flavour they could have.
For once he manages to answer “why not?”.
The kiss tastes of salty water, sulphur from the fireworks and Kurogane’s surprise and Fay never could imagine anything so amazing before, like the vision of a summer sea in the dark days of Celes.
He almost doesn’t notice that his gesture is reciprocated, lost as he is in the act, at least until a sudden pain on the back of his hand and a muffled curse of his companion force them to move away. The stick has came to its last flares.
“Pay attention with that crap!” Kurogane grumbles, massaging his nape.
“I wasn’t thinking” Fay confesses with a light chuckle.
“About the fiery thing or about what you were doing?” the warrior asks without any trace of embarrasment or blame, maybe a little unsure as much as he can show. There’s no acceptance nor refusal, he’s just waiting.
The next moment everything goes black, the bursting spring of light dies and the bright recklessness in Fay’s head dissolves.
“It was just a joke, you silly Kuropon!” he laughes and Kurogane is immediately aware of the difference, like a slap.
“Idiot!” he barks. “Someone could see us!”
And someone actually saw them, Fay knows it well enough. There’s always the gloomy and constant presence watching them, making sure that his pawns are following the scheme he prepared for them. The mage knows, because it is his task, his duty, to make sure that everything is in its right place, a fair trade lost in snow and blood and night: an important life in exchange for other insignificant ones. Because the life he has in front right now should be unimportant, right?
“Awww~ Kurotan! What unsuspected shy and sensitive soul you have! I must tell the others, right immediately!” and Fay runs away from Kurogane’s range in that farce of a fight, so painfully similar to the farce of their journey, a war game so twisted and perverse that not even he knows who’s more victim of his treason anymore.
Still, he’s running, laughing, pretending, ‘cause he knows well enough: letting happiness tie him to this illusion is exactly like holding the fireworks in hand for too long.
It’ll only burn.
Owari