Feb 02, 2005 01:09
Ero solo. Steso come un bianco frutto dell'inverno. Cercavo solo di proteggermi manovrando una coperta troppo corta, la tua coperta. O stavo solo lasciando complice che il gelo della sera mi scendesse addosso nascosto fra le note e le parole che mi stavano attraversando.
Per te parole sensuali
strette fra le braccia di uno sconosciuto
e per te attraverso il silenzio parole mute alla dolcezza
Pensa che tutto questo è una follia
che scava nei tuoi pensieri
nell'ora più solitaria della notte.
Sul mio letto. Districandomi fra l'inevitabile e il superfluo. Scivolo in un sonno autoinflitto oppure alzo la testa solo un poco e senza volerlo lascio che il sole tramonti dentro di me. Solo per un attimo, i suoi raggi si riflettono fra molteplici stanze fino ad infrangersi nei miei sogni, collassando nel mio sonno.
In quella vertigine momentanea sento le tue pagine che si mescolano.
Mentre non riesci ad abbandonarti senza rassicurazioni sussurrate, sfiorate sulla punta delle dita, create per separare in una carezza i tuoi capelli, blandirli mentre raccolgono il mio messaggio dalle loro morbide estremità e corrono a raccontarlo ad ogni recondito del tuo corpo.
Solo suoni molli, insensati finchè non compresi per il loro colore, necessari per non lasciarti aprire gli occhi ancora.
La storia è finita, il tempo si è sciolto e sta dettando le sue ultime volontà attraverso le mie parole arcane.
feandilcitazioni