REQUIEM 4^ CAP ( NC - 17 )

Apr 17, 2008 17:53

PERSONAGGI: Susan Bones, Ernie Mcmillan, Hannah Abbott, Justin Ficht-Fletchey, Rodolphus Lestrange, Hermione Granger... GENERE: drammatico - guerra RATING: NC 17 TEMI CRUDI SCONSIGLIATI A LETTORI MINORENNI. UNA FINESTRA SULLA FF: Avevamo lottato, anche dopo la morte di Harry, anche dopo l'inganno che aveva permesso a Voldemort di lasciar volare le nostre ali, per poi spezzarle nel sangue...in una notte di estate. E' una ff su una possibile versione della Seconda guerra. NO SPOILERS 7^ libro, tiene conto degli eventi ufficiali della saga solo fino al 6° libro. Londra 0.1

“ Prendeteli tutti. ”
“ Noo! ”
…Il volto di Susan, un istante prima che su di lei calasse quel cappuccio…
“ Andate, andate! ”
…Le urla di Ernie, che è riuscito a dirci tutto con una sola occhiata rivolta a George, la voce soffocata dal sangue in quell’unico nome urlato verso il vicolo.
So che aveva ragione.
Ma ho detestato me stessa, mentre seguivo George tra i palazzi, vicolo dopo vicolo, dopo che i messaggi sono partiti con i nostri patronus, mandati appena siamo riusciti a distanziarli.
Proseguo per forza di inerzia.
Inciampando. 
E correndo. E piangendo.
Perché potremmo non rivedere più Susan ed Ermie.
E potremmo non trovare nessuno qui, dove siamo corsi, il cuore che minaccia di esploderci nel petto.
Ma dobbiamo fare il possibile.
Roy potrebbe essere da solo.
La via è deserta. Tutta la Londra Magica è una cupa copia di come si era ridotta tre anni fa.
Eppure, tra le macerie di Diagon Alley, la speranza era tornata.
Se ne è andata di nuovo, quando le voci si sono rincorse, confermandoci poco a poco che Voldemort non era morto. E questa è la sua vera vittoria.
Merlino ti prego, Merlino, ti pre-
Uno scoppio alle nostre spalle.
Una luce rossa che ci manca per un pelo.
“ Fermi! ”
Ci ripariamo dietro a un palazzo, il cuore in gola.
Non adesso, non adesso che siamo quasi arrivati!
Sento la punta della bacchetta di George toccarmi i capelli, poco sopra la fronte. Un brivido freddo a percorrermi, l’effetto della disillusione.
Restiamo immobili per lunghi istanti.
I soldati sospettano che sia stato praticato un incantesimo, ma non possono fare altro. Non possono capire dove ci troviamo esattamente.
Sono richiamati da una sorta di loro capo, sentiamo il fischio che precede uno scoppio in cielo di scintille. Ormai conosciamo bene i segnali di ciascun “tipo” di nemico.
Dal palazzo, nessun rumore.
Justin…
Ho paura. Paura di non trovare ne lui ne Roy.
E se non avesse fatto in tempo a tornare? Se i soldati avessero scoperto, o torturato qualcuno per conoscere il nascondiglio?
Fin dove si è estesa l’operazione di retata?
“ Non ancora ” sussurra George. “ Aspetta. ”
Le voci di Susan ed Ernie…mi martellano nella testa.
I passi si allontanano, così come le loro voci colme di frustrazione per un’ulteriore cattura che avrebbero potuto garantirsi, crescendo nella ‘stima’ dei Mangiamorte.
Alzo gli occhi verso le mura della casa.
Da una delle finestre, un pianto di bambino.
Roy.
“ Adesso! ”
Corriamo nell’androne del palazzo, fermandoci davanti alla porta dello sgabuzzino che conduce al solaio segreto.
Siamo qui, Roy…siamo qui.
Ormai quasi senza fiato, sciogliamo l’incantesimo.
Apriamo la porta, e…
Non sono pronta ad affrontare quello che ci troviamo davanti.
Come puoi spiegare a qualcuno l’immagine di un bambino che piange, si dimena nella stretta di due braccia, le guance rosee rigate di lacrime incessanti?
Non vuole sentire alcuna ragione dalla voce che cerca di calmarlo.
I suoi occhi non vedono il volto di Justin, che lo sta rassicurando.
Hanno visto troppo…troppo.
“ Ho avvertito gli altri ” mormora Justin. “ Ci aspettano. Kingsley al Ministero cercherà di ritardare le ricerche. ”
Dal suo evitare di parlarne, capisco che sa, o per lo meno immagina cosa sia successo.
Non veder tornare Susan ed Ernie, ma solo noi due…in quelle condizioni…è stato sufficiente.
Anzi, probabilmente ancora prima del nostro arrivo ha saputo…e ha agito. Se nessuno di noi fosse scampato alla retata…Roy doveva essere protetto.
Per un attimo sembra che il cugino di Susan, l’ultimo sopravvissuto della sua famiglia, non abbia più lacrime da piangere. La sua piccola schiena sussulta, circondata dalle braccia di George.
Guarda fisso verso di me, ma so che i suoi occhi non mi possono vedere. Ciò che non hanno più visto, che non potranno più rivedere, colma i suoi pensieri.
George lascia che il piccolo spezzi l’abbraccio. Non ha più voce per urlare, non avrebbe probabilmente più energie per sfuggire alla realtà.
“ Hannah…dobbiamo andare. ”
Non biasimo George per questo tono duro.
Sta solo cercando di reagire.
Annuisco, asciugandomi le lacrime. Un istante dopo Roy si fionda verso di me. Ci sono domande che ha il terrore di fare.
Lo so bene, perché sono le verità che io non vorrei mai dover affrontare.
“ Guido io la materializzazione di Roy…Sei distrutta, Hannah. Appoggiati a Justin. ”
Annuisco di nuovo.
Sembra tutto così lontano…irreale…nel silenzio del quartiere ormai diroccato.
Barcollo, quando ci ritroviamo nel campo di erica.
“ La Passaporta è là…”
Cammino sostenendo Roy in un abbraccio…che è a sua volta una richiesta di appoggio.
Prima di potermene rendere conto, qualcuno mi ha chiuso alle spalle la porta del rifugio.
Hermione sta accarezzando Roy.
Justin e Ron parlano sommessamente. Non riesco a sentire altro.
“ Hannah! ”
Il senso di vertigine e di nausea mi strozza, mi fa mancare il fiato.

“ Dove sei stata stamattina? ”
Sorrido a Susan, mentre stiamo scappando dal tavolo del buffet verso una delle terrazze di Smith Manor. “ Ci siamo viste. ”
Non ho bisogno di dire altro.
Mi ha capito al volo, e dal suo sorriso capisco che è sinceramente felice per me…per noi.
Non è stato sempre facile confidarmi con Susan su questo…anche se non ho mai dubitato che lei mi volesse bene. Questo però, lo sapevo bene, non rendeva scontato e doveroso che lei mi capisse…
Non ha mai cercato di convincermi che quanto sentivo per Christine fosse travisato. Non mi ha mai guardata con pietà, o con compassione…
Però non mi ha mai neppure nascosto i dubbi che provava.
Quindi so che ogni sua espressione è sincera. Non mi sta abbracciando felice quanto lo sono io, ma è felice che io possa esserlo, anche se solo per qualche ora.
Non siamo amiche perfette…ma sicuramente sincere, tra di noi.
Esserlo sempre e comunque è una continua sfida.
Ci sentiamo strane, in questo dopo-guerra.
E’ tutto così…fragile, instabile.
Vediamo una possibile, enorme felicità, ma le gambe su cui vogliamo correrle incontro sono malferme, deboli. L’aria attorno a noi è densa di sensazioni che non sono la sola malinconia, la mancanza di chi non ce l’ha fatta…
Non so, forse…forse abbiamo solo paura di essere felici…Come se sentissimo di non meritarlo del tutto. Stupido, no? E’ assurdo…
Susan stringe una mano alla mia.
“ Dove scappate, signorine? ”
Ci voltiamo verso l’origine di quella voce. La padrona di casa, la madre di Zach, sta venendo verso di noi insieme ad un uomo.
Veste un elegante completo grigio scuro. Sembra avere sulla cinquantina d’anni e i modi affabili.
La sua conversazione con la Signora Smith sembra iniziata ormai da molto quando lei la interrompe per presentarci. Entrambi ci guardano, provocandomi un disagio che non riesco a spiegarmi.
“ Piacere di conoscervi. ”
Rispondo al saluto dell’uomo con cortesia.
Il suo sguardo è rilassato, ma anche vigile, curioso.
"  Siete state membri dell’Ordine che ha sconfitto i maghi chiamati Mangiamorte, quella famosa notte a Hogwarts. ”
“ Si dicono tante cose…” osserva Susan.
“ Non volete che la gente lo creda…? E’ una cosa di cui andare orgogliosi, no? ”
Quanto…nei giorni e nei mesi successivi…ci sarebbero stati chiari il vero, derisorio significato di quelle domande!

Le nebbie del sogno si diradano e riprendo conoscenza su una brandina, sentendomi addosso un panno che mi copre fin sotto il mento.
C’è appena la timida luce di un paio di candele, attorno a me. Rende la figura di Hermione, che mi ha appena coperta, solo accennata.
Sto per dire qualcosa, quando da una stanza accanto sentiamo arrivare delle urla.
“ Roy! ” Mi alzo a sedere di scatto.
Un altro incubo, povero Roy.
No, cos’altro deve affrontare, maledizione?!
“ No, tu stai qui…” le mani di Hermione i stringono leggermente sulle mie spalle.
La guardo al colmo della frustrazione.
“ Sei svenuta, Hannah. E sei debole ” insiste. “ Roy adesso è al sicuro. Gli starai vicino quando ti reggerai in piedi. ”
Volgo lo sguardo al muro, adirata. Non con lei…non saprei nemmeno dire con chi.
E’ semplicemente un bisogno di sfogarsi…un bisogno disperato…figli odel senso di colpa per essere ancora qui, ancora libera. Mentre loro…
“ Vogliono che proteggiamo Roy…”
“ E non lo state facendo? ”
Mi ha capito al volo.
“ …Tu e George avete rischiato la vita per arrivare a prenderlo e portarlo qui. Non sapevate se Justin fosse arrivato…”
“ E loro dove sono…adesso? Hermione...li hanno incappucciati…”
Non riesco a continuare.
Una sola parola in più…e quell’orrore che ho permesso succedesse…prenderà una forma…una forza…che non riuscirò a domare.
Non riesco ad affrontare il pensiero che potrei non rivederli più.
“ Hannah…Da mesi abbiamo accettato di prendere queste misure, quando…in caso di una retata alla quale non si riesca a fuggire tutti. Da mesi…da quando tutto è ricominciato. Sai che è la sola cosa possibile, dopo aver preso questa strada. ”
“ …non si riesca a fuggire tutti…” mormoro, le lacrime agli occhi.
Non ho la forza di guardarla in viso.
Mi sento molto meno coraggiosa di lei, molto meno capace di affrontare l’idea dei nostri migliori amici in una cella degli interrogatori.
Susan…
Il solo pensiero dello stato in cui sono stati trovati alcuni cadaveri nelle ultime settimane…è un veleno nelle mie vene.
“ Hannah…avete fatto la cosa giusta. Io…non ho bisogno di chiedervi come è andata, per saperlo. ”
“ Davvero? Beh, io no. Io…non mi fido più di me stessa…e forse non riuscirei a farlo…con gli altri. Non credo di poter affrontare tutto una seconda volta. ”
“ Sì, che puoi. Perché non sei sola. ”
“ Tu non capisci. Non sono come te e Ron…non sono come Harry e Ginny, io…Sono una stupida capace solo di aver pau…”
“ Smettila! ” mi interrompe, alzando la voce. “ Credi che noi siamo eroi? Se hai bisogno di ricordare, ti rinfresco la memoria…C’eri anche tu quando ebbi quell’attacco isterico…e io sarei coraggiosa? ”
Mi cinge i polsi, costringendomi a guardarla.
“ Hannah…devi essere forte per loro due…per quello che hanno fatto. Per Roy…E per noi. Questa volta abbiamo solo noi stessi…Finchè non troveremo il modo di finirla per sempre con Voldemort, abbiamo solo noi stessi. ”

Continua…

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