[Huntik Secrets & Seekers] L'Ultimo Bacio

Aug 23, 2011 17:20

Autore: reilin
Titolo: L'ultimo bacio
Fandom: Huntik Secrets & Seekers
Personaggi: Zhalia Moon; Klaus
Word Count: 1429 (W)
Rating: Giallo
Genere: Song- fic, Malinconico, Drammatico
Avvertimenti: Missing Moments, Angst, What if?, OOC
Note: Gli ultimi istanti della vita di Klaus visti dagli occhi di Zhalia. Una What If? ispirata all'omonima canzone di Carmen Consoli. Data la natura degli eventi trattati, la trattazione dei personaggi potrebbe risultare OOC.
Disclaimer: 1. I personaggi di Huntik appartengono ad Iginio Straffi e alla Rainbow SpA;
2. L'Ultimo Bacio: dall'album "Stato di Necessità" di Carmen Consoli © 1999
3. Partecipante al The One Hundred Prompt Project con il prompt 081. addio




Magica quiete velata indulgenza
dopo l'ingrata tempesta
riprendi fiato e con intenso trasporto
celebri un mite e insolito risveglio

È davvero tutto finito, ora… tutto tace: la battaglia al castello di Vlad Dracul è ormai terminata ed è arrivato il momento di andare via.
«Aspettami qui, mentre vado a recuperare Lok e Sophie», ti dice Dante, senza guardarti nemmeno in viso. Tu annuisci e abbassi la testa, mentre lui si allontana da te.
Ti senti stanca, spossata: questo scontro ha messo a dura prova non solo il tuo corpo, ma anche e soprattutto il tuo animo. Chiudi gli occhi e nella tua mente passano velocemente le immagini della giornata appena trascorsa: alla fine ti sei mostrata a Dante e agli altri per quella che sei realmente, li hai traditi, quasi uccisi… il fatto che alla fine tu abbia deciso di rimanere dalla loro parte, voltando definitivamente le spalle a Klaus e all’Organizzazione non vuole assolutamente dire che tu sia meno colpevole di fronte ai loro occhi: questo lo sai bene, e lo ricordi ancora a te stessa mordendoti il labbro.
Un suono, come di una voce strozzata, ti risveglia dai tuoi pensieri: ti guardi attorno, cercando di capire da dove possa provenire quel lamento.

Mille violini suonati dal vento
l'ultimo abbraccio mia amata bambina
nel tenue ricordo di una pioggia d'argento
il senso spietato di un non ritorno

«Klaus!», esclami sorpresa, riconoscendo il tuo mentore nella sagoma dell’uomo che giace a terra coperto di sangue. “Deve essersi gettato dal tetto del castello per evitare lo sguardo pietrificante di King Basilisk”, ti dici, avvicinandoti cautamente a lui.
Respira a fatica, le sue vecchie spalle sono incurvate dal dolore ed il suo sguardo è vacuo, assente: due lacrime scendono sul tuo viso, mentre ti chini su di lui e capisci che sta morendo.
Si volta verso te, e pianta quei suoi occhi inquietanti e penetranti nei tuoi, poi, dopo alcuni interminabili istanti, dalle sue labbra fuoriesce un sibilo appena percettibile: «Zhalia… ».
Altre lacrime escono dai tuoi occhi senza che tu te ne accorga, senza che tu possa far nulla per fermarle: gli stringi la mano ed abbozzi un sorriso che vorresti fosse rassicurante, ma che invece non riesce a nascondere tutta la tua sofferenza.
«Bambina mia, sto morendo», ti dice stringendoti impercettibilmente la mano, e sembra quasi che rida, che sia sereno.
Nonostante tutto il male che ha compiuto, nonostante ti abbia inculcato falsi ideali ed illusioni, non puoi fare a meno di ricordare con infinita malinconia e gratitudine quella sera d’autunno di tanti anni fa, quando lui ti tese una mano e ti portò via per sempre da quelle strade fredde e buie: dal cielo cadevano fine gocce di pioggia che sembravano fili d’argento, proprio come i capelli di Klaus… lui ti rivolgeva mille attenzioni e ti parlava di un grande futuro, e tu eri talmente felice che ti girava la testa.
«Klaus, resisti per favore, non… non andartene», gli chiedi con la voce rotta dal pianto.
Lui tende una mano verso di te, fino ad accarezzarti il viso: ­«Eri una bambina così docile, Zhalia…», ti dice, poi i suoi occhi si socchiudono diventando sottili come due fessure, nelle quali non puoi fare a meno di notare tutta la sua delusione, «ora sei diventata una donna: come vorrei che il tempo si fosse fermato a quei giorni… », la sua voce è ora molto simile ad un lamento strozzato, mentre la sua mano si allontana dal tuo viso, lasciando sulla tua guancia un’impronta del suo sangue.
«Perdonami, Klaus…», lo supplichi, e cerchi con tutta te stessa di illuderti che questo non sia il vostro addio.

Di quei violini suonati dal vento
l'ultimo bacio mia dolce bambina
brucia sul viso come gocce di limone
l'eroico coraggio di un feroce addio
ma sono lacrime
mentre piove

Il corpo del tuo mentore è percosso da scosse: perché sta ridendo sommessamente, al punto da rimanere senza fiato? Gli lanci un’occhiata preoccupata ed interrogativa, che lui sembra non cogliere, tanto è preso a sogghignare, al punto che ormai la sua voce è rotta da violenti attacchi di tosse che lo fanno piegare su sé stesso.
«Klaus…?», richiami la sua attenzione, scossa da brividi di autentico sconcerto.
È proprio in questo momento che la voce roca dell’uomo, ormai ridotta a poco più di un rantolo, pronuncia quelle parole che non volevi sentire, ma che dure e pesanti come macigni giungono fino al tuo cuore: «Perdonarti, dici, Zhalia? Io ti ho presa con me quando eri sola al mondo e morivi di fame… ti ho allevata come una figlia, ho puntato tutto su di te, e tu… tu mi hai ripagato diventando la marionetta di Dante Vale e della Fondazione Huntik… guardami, Zhalia: è colpa tua se sto morendo! Sai di essere marcia dentro, lo sai benissimo che quelli come noi non potranno mai essere accettati dalle persone come quel Vale e gli altri cercatori della Fondazione… ciò nonostante hai voluto provare a redimerti voltandomi le spalle, tradendo l’Organizzazione... tu sei stata il mio più grande errore, Zhalia Moon: avrei dovuto capire fin da subito che eri una debole buona a nulla destinata a nient’altro che a trascinarsi da un fallimento ad un altro. Io muoio per tua mano, Zhalia Moon, ma a te resta una vita più triste della morte stessa: vedrai che i tuoi amici cercatori ti volteranno le spalle e sarai di nuovo sola perché alle persone come te non è concesso il lusso della redenzione…».
Il suono delle parole pronunciate dall’anziano cercatore giunge alle tue orecchie come una condanna inappellabile: dentro di te senti che lui ha ragione su tutta la linea… sei una nullità che non sa fare altro che sbagliare e ferire chi le porge la mano. Senti le lacrime bruciare sul tuo viso come gocce di limone, mentre sei inginocchiata davanti al solo padre che tu abbia mai conosciuto e, a testa bassa, non riesci a trattenere i singhiozzi che scuotono il tuo intero essere.
Dopo aver pronunciato concitatamente questa frasi cariche di rabbia, Klaus è scosso da fortissimi attacchi di tosse, al punto che un rivolo di sangue fuoriesce dalla sua bocca ed il suo respiro diventa ancora più affannoso e crepitante.
«Zhalia, io non ti perdonerò mai…», sibila Klaus, poi un rantolo si agita nella sua gola, seguito da un pesante e rumoroso ultimo respiro: i suoi occhi diventano vitrei, i tratti del suo viso e le sue membra si rilassano, cadendo nel pesante abbandono della morte.
Klaus è morto, ti ha lasciata sola con i tuoi sensi di colpa, difficilmente dimenticherai le sue ultime parole cariche di rancore: il tuo pianto, che fino a quel momento era stato sommesso e silenzioso, esplode in disperati e convulsi singulti, è come se ti avessero strappato il cuore dal petto, come se davanti ai tuoi occhi fosse calata un’oscurità eterna. Ti chini su di lui, fino ad abbracciare il suo corpo privo di vita e continui a piangere fino a perdere la cognizione del tempo e dello spazio: ci sono solo le tue lacrime salate, i tuoi gemiti di dolore ed il corpo di Klaus che col passare dei minuti perde il suo calore vitale.
Dopo aver pianto e gridato fino a perdere ogni forza, riesci infine a riprendere in qualche modo il dominio su te stessa; con un gesto di estrema pietà, le tue dita chiudono le palpebre stanche di Klaus sui suoi occhi ormai inanimati, poi ti chini su di lui e posi un veloce bacio sulla sua fronte.
«Grazie di tutto, Klaus», gli sussurri , prima di alzarti in piedi, sperando con tutta te stessa che dovunque lui sia ora, possa sentirti: ora è giunto il momento di affrontare le conseguenze del tuo essere vissuta sempre nella menzogna… probabilmente ha ragione Klaus: ti sei macchiata di così tante colpe da non poter essere perdonata, però hai deciso che ce la metterai tutta per espiare i tuoi errori e diventare una persona migliore, affinché il sacrificio della sua vita non sia stato vano.
Nonostante tu sia consapevole di essere rimasta nuovamente sola al mondo, dentro di te senti una forza nuova: per la prima volta nella tua vita sei veramente te stessa, ed in qualche modo saprai ricostruire la tua vita su basi davvero autentiche. Ti asciughi le lacrime dal viso col dorso delle tue mani e ti dirigi verso l’ingresso principale del castello, pronta a fronteggiare la prima prova della tua nuova esistenza: sostenere lo sguardo di coloro che fino a poche ore fa ti consideravano parte della loro squadra di cercatori ed amici.

fanfiction, huntik secrets & seekers, autore: reilin

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