[Glee] Rainbow In The Dark

Jun 14, 2011 16:17

Titolo: Rainbow In The Dark
Autrice: lisachanoando (lizonair)
Beta: melting_lullaby
Capitolo: 1/1.
Riassunto: "Ha solo dieci anni quando gli capita di posare gli occhi addosso ad una cosa come quella, e se non fatica a capire che cos’è - i suoi compagni di scuola più grandi, alle medie, non fanno che sfogliarle nascosti negli anfratti dei corridoi, anche se le figure che Dave è riuscito a sbirciare passando loro accanto mentre loro non se ne accorgevano sembravano profondamente diverse da quelle sulle quali lascia scivolare gli occhi adesso - in qualche modo è decisamente più complicato, per lui, cercare di capire che cosa ci faccia una rivista come quella in camera del cugino Tobias."
Fandom: Glee
Personaggi/Pairing: Dave Karofsky, accenni di Dave/Kurt onesided sul finale.
Genere: Introspettivo.
Rating: R/NC-17.
Avvertimenti: Angst.
Wordcount: 2362
Disclaimer: Dave non è mio, anche perché se fosse mio questa fic sarebbe canon. Non ci guadagno una lira e bla bla bla.
Note: Sono felicissima di avere trovato tempo e modo di scrivere questa storia, non perché l'avessi in testa da molto (in realtà il pensiero mi ha attraversato la mente solo quando ho visto il prompt riviste sotto il letto @ terza Notte Bianca), ma perché mi mancava un po' scrivere qualcosa su Dave, qualcosa che esplorasse per bene il suo personaggio non necessariamente in relazione a Kurt :3 E sono parecchio soddisfatta del risultato, per cui bene così XD

A RAINBOW IN THE DARK
La prima, naturalmente, non la compra. Ha solo dieci anni quando gli capita di posare gli occhi addosso ad una cosa come quella, e se non fatica a capire che cos’è - i suoi compagni di scuola più grandi, alle medie, non fanno che sfogliarle nascosti negli anfratti dei corridoi, anche se le figure che Dave è riuscito a sbirciare passando loro accanto mentre loro non se ne accorgevano sembravano profondamente diverse da quelle sulle quali lascia scivolare gli occhi adesso - in qualche modo è decisamente più complicato, per lui, cercare di capire che cosa ci faccia una rivista come quella in camera del cugino Tobias.
Lo sa, lui, come si chiamano quelli che gli piacciono gli uomini nudi. Si chiamano froci, così dicono i compagni di scuola più grandi, e parlano come femmine, si vestono come femmine e si truccano come femmine. Il cugino Tobias però non è niente del genere. Ora, Dave non lo conosce granché bene, perché è un parente dal lato di mamma e quindi vive con tutto il resto della sua famiglia fuori da Lima, perciò si va a trovarlo solo per le feste comandate, e quindi Dave non sa se per tutto il resto del tempo il cugino Tobias si vesta come una femmina, parli come una femmina e si trucchi come una femmina, e ancheggi anche in quel modo esagerato che fanno i suoi compagni di scuola più grandi quando devono imitare uno di quelli là, ma quando lo vede lui il cugino Tobias si veste come un maschio, parla come un maschio, non si trucca e puzza pure un po’. Nessuna femmina che Dave conosca puzza, per cui è evidente che il cugino Tobias non può essere uno di quelli che i suoi compagni di scuola più grandi chiamano in quel modo.
In ogni caso, la rivista è lì, Dave non può fare finta che non c’è. O magari sì, potrebbe fare finta, solo che non gli riesce tanto bene di smettere di guardarla. Ci riesce, naturalmente, se ci prova tanto, ma non così bene come vorrebbe, dal momento che ogni volta che riesce a voltarsi verso il gioco elettronico sulla televisione poi finisce sempre per tornare con gli occhi all’angolino di rivista che sbuca da sotto il cuscino del letto disfatto di suo cugino.
Forse aiuterebbe uscire dalla stanza, ma è che si annoia coi grandi che giocano a carte e fumano in salotto. Il cugino Tobias è stato gentile a dirgli che poteva restare in camera sua a giocare. Dave dovrebbe essere più bravo e non sentire così forte il bisogno di sbirciare fra le sue cose, soprattutto perché se il cugino Tobias ha nascosto la rivista sotto il cuscino evidentemente è perché non voleva che fosse trovata.
Però, conclude Dave, decidendosi a spegnere la consolle e posare per terra il joystick, alzandosi in piedi e raggiungendo la rivista, tirandola fuori da là sotto con uno strattone liberatorio che gli fa sperare di non averla strappata, è pur vero che, se il cugino Tobias davvero non avesse voluto che quella rivista fosse trovata, l’avrebbe nascosta meglio.
Si siede nuovamente per terra, aprendo la rivista ad una pagina a caso e poggiandosela sulle ginocchia. Sfiora con lo sguardo le figure, molte delle quali sono particolarmente bizzarre e pittoresche, limitandosi a toccare solo gli angoli delle pagine, e solo quando è certo di volere andare avanti, di essersi riempito abbastanza gli occhi di tutte le stranezze che ha visto.
Le foto che vede non lo colpiscono granché, a parte per qualche risata che esplode quando vede qualcuno di quei maschi tutti pelosi e muscolosi fare cose assurde. Tipo ce n’è uno che si è fatto fotografare contro una parete, e ha addosso una specie di giacca di pelle tutta rovinata, e c’è una cosa simile alla coda di un cavallo che gli esce dal sedere, ed è una cosa troppo ridicola perché Dave non spenda almeno una decina di minuti della sua vita a riderne.
Poi però arriva all’ultima pagina, e nell’ultima pagina ci sono delle specie di annunci, come quelli della rivista automobilistica che suo padre compra ogni mese, con la differenza che qui le persone non sembrano vendere macchine o pezzi di ricambio, ma più che altro loro stesse.
Inarcando un sopracciglio, Dave leggiucchia qualcosa qua e là, ma si ferma veramente a leggere un annuncio con attenzione solo quando il suo sguardo viene attirato da una foto in bianco e nero che qualcosa dentro di lui trova particolarmente piacevole. Il ragazzo è biondo, coi capelli a caschetto, somiglia un po’ a quel tipo di quella boyband che non gli è mai interessato granché, in realtà, ma per qualche motivo vederlo in quella foto piccola e strana, così senza niente addosso e con una mano a coprirgli là sotto, gli scombina lo stomaco.
L’annuncio recita “ragazzo ventenne per compagnia occasionale, no impegni sentimentali, no soldi, sesso solo protetto”. Capisce la metà delle cose che l’annuncio dice, ma quel poco che afferra gli parla di cose sporche che sarebbe meglio tenere segrete. Cose che non piacerebbero a mamma e papà, se le scoprissero. E il suo stomaco è ancora tutto attorcigliato.
Piega la rivista in due e la infila velocemente nello zainetto. Spera solo che il cugino Tobias non ne noti l’assenza abbastanza a lungo da permettere al Natale di finire, e a loro di tornare a Lima.
*Nelle settimane successive, Dave guarda la rivista una volta al giorno. Non tutta, l’ultima pagina, quella con gli annunci. La foto del ragazzo in bianco e nero, per la precisione. Non sa che farci, per la verità, però ne ha voglia, per cui semplicemente ogni sera, dopo cena, prima di andare a dormire, prende la rivista - che ha nascosto sotto il letto, perché il cugino Tobias forse non si veste come una femmina, non si trucca come una femmina e non parla nemmeno come una femmina, ma di sicuro è stupido come una femmina, mentre lui no, e lui la rivista se non vuole farla trovare non la nasconde certo sotto il primo cuscino che incontra - la posa sul copriletto, si siede a gambe incrociate, la apre e guarda la foto. Non succede niente di particolare, semplicemente lui resta lì a sentirsi stringere lo stomaco fino a quando fa male, poi si stufa, la mette via e va a dormire.
Continua così per un po’, poi succede che scopre il football e tutto il resto, rivista compresa, perde interesse.
Si ricorda dell’esistenza della rivista solo quasi quattro anni dopo. Capita che ci sia questo ragazzo, in squadra con loro. Non è proprio un granché, come viso, occhi e tutto il resto, non è biondo e non ha i capelli a caschetto, è pallido e pieno di efelidi sul petto e sulla schiena, ma il problema sono le spalle. Le spalle e la linea della colonna vertebrale, così curva a flessuosa, il modo in cui poi si inarca alla base per perdersi nella rotondità delle natiche.
È un bel problema, sia nel senso che è proprio bello, sia nel senso che è un problema piuttosto grave, dal momento che a volte Dave fatica proprio a togliergli gli occhi di dosso. E stavolta di anni non ne ha più dieci, ne ha quattordici. E la fitta che sente alla base dello stomaco, quella tensione insopportabile interiore che si trasforma in una tensione ugualmente insopportabile fra le sue cosce, non può più scambiarla per curiosità, o per chissà cos’altro.
Che cos’è, lo capisce. Lo capisce subito. Ed è terrificante.
Quando torna a casa, si china e sbircia sotto il letto. Ci sono certe nuvole di polvere che se sua madre sapesse che non spazza là sotto da chissà quanti secoli lo disconoscerebbe e provvederebbe ad esorcizzargli la stanza passando lo straccio con l’acqua santa.
La rivista, comunque, è ancora lì. È tutta consunta, coperta da una patina di polvere che ha reso del tutto opaca la copertina un tempo appariscente e colorata, ma è ancora lì. E l’ultima pagina, quella degli annunci, è ancora in perfette condizioni. Così come la foto di quel ragazzo, che Dave non guarda da anni ma la cui sola vista provoca in lui una reazione talmente violenta e immediata da fargli quasi paura.
Si masturba frettolosamente, con quella sensazione così angosciante ancora addosso. Ha paura di se stesso, ha paura che qualcuno potrebbe scoprirlo, soprattutto ha paura di cosa questa novità possa significare, ma sa - come sa che il sole sorge al mattino e tramonta la sera - semplicemente sa che se non si tocca esploderà. Per cui si tocca. Infila una mano oltre l’orlo dei pantaloni e dei boxer e si tocca.
Succede anche il giorno dopo, e quello dopo ancora. Alla quarta volta, l’insoddisfazione è tale che afferra il cellulare e, piuttosto impulsivamente, compone il numero indicato dall’annuncio. Quando la voce suadente dell’operatrice gli ripete il messaggio preregistrato che lo informa che il numero selezionato è inesistente, non sa se sentirsi sollevato o ancora più frustrato. E, in preda a quest’incertezza, chiude la porta della camera a chiave come non aveva fatto neanche mentre si masturbava, e scoppia a piangere.
*Il ragazzo dalla schiena sinuosa si trasferisce in un’altra scuola la primavera successiva. Dave, per qualche giorno, spera che la sua assenza possa comportare una specie di calo di voglia, un qualsiasi segno, insomma, che possa fargli capire che il problema non era lui, ma solo quel ragazzo.
Solo che non è così, scomparso quel primo oggetto del desiderio la mente di Dave non ci mette molto a trovarne un secondo, e gli spogliatoi cominciano a diventare invivibili. Dave sacrifica buona parte della propria attenzione nel cercare di mantenere sotto controllo gli impulsi mentre fa la doccia e si cambia insieme a tutti gli altri, e tale è lo sforzo che deve concentrare in questo che tutti gli altri ambiti della sua vita - studio, relazioni sociali, perfino lo sport, che è il motivo principale per cui sta facendo questo sacrificio - ne risentono.
Non vuole più vedere quella foto sulla rivista, comunque. Mai più. Perciò una mattina che non c’è scuola esce e va a comprarne un’altra. Non nelle vicinanze di casa sua, ovviamente. Fa uno sproposito di chilometri a piedi e cambia quartiere, dove nessuno lo conosce, s’infila in un minimarket e compra una decina di riviste delle più svariate. Alcuni sono settimanali femminili, altri mensili su caccia e pesca o fai da te, e poi ci sono i porno, naturalmente. Etero, lesbo e gay.
Butta via praticamente tutto, tranne uno dei settimanali femminili ed uno dei mensili sul fai da te. Li regalerà ai suoi genitori, sperando di addormentare l’irrazionale spinta del senso di colpa che parte dal fondo dello stomaco e minaccia di rovesciargli le viscere se non fa qualcosa per liberarsene.
Una volta in camera sua, comunque, restano solo lui e la rivista nuova. La copertina patinata è colorata, lucida, così attraente. I contenuti non assomigliano per niente a quelli della vecchia rivista del cugino Tobias - il cugino Tobias, chissà che fine avrà fatto? Sono anni che non ne sente più parlare; ogni tanto, il terrore di poter fare la stessa fine, di poter essere rinnegato e dimenticato dalla sua intera famiglia, lo mangia vivo, e ci sono notti in cui è talmente forte che Dave non riesce a dormire, passa le ore a fissare il soffitto con gli occhi sbarrati e prega di risvegliarsi l’indomani mattina scoprendo che non si è trattato d’altro che di un brutto sogno - no, non c’entra niente, questa nuova rivista, con la rivista del cugino Tobias. I ragazzi immortalati nelle foto fra le pagine talmente sottili da sembrare di carta velina sono tutti slanciati, magrissimi, efebici. Assomigliano più ai suoi gusti - e no, non è un brutto sogno, Dave lo sa, non lo sarà mai. Questi sono i suoi gusti. Questo è lui.
La morsa allo stomaco si fa più stretta, il calore insopportabile. Si masturba tenendo gli occhi serrati, stringendo la propria erezione fra le dita con tanta forza da farsi quasi male, come in una penitenza.
Quando ha finito, spazza sotto il letto. E poi nasconde la rivista.
*Kurt, praticamente, gli esplode dentro. Gli esplode nello stomaco, rovesciandolo al contrario, gli esplode nella testa, colonizzandola per intero, gli esplode fra le cosce, riversandogli addosso una tale quantità di tensione che a volte masturbarsi una volta sola, per quanto bello possa essere il ragazzo scelto fra le pagine della rivista, non basta più. Nessuno sembra bello abbastanza.
Kurt è chiassoso, ma il problema non è nemmeno quello. No, il problema non è la sua sfacciataggine, non è l’orgoglio col quale vive una condizione che Dave non riuscirà mai a sentire completamente propria, che pagherebbe per poter sentire ancora meno propria di quanto già poco non la senta propria, il problema non è l’offensiva schiettezza delle sue reazioni ai loro insulti, il problema non è la luce battagliera con la quale li affronta anche quando si sente accerchiato e messo con le spalle al muro, no.
Il problema è che Kurt è bellissimo. Kurt è bellissimo, e Dave lo vuole così tanto che non riesce a toglierselo dalla testa, mai. Mai mai mai. Vorrebbe riuscirci, vorrebbe tornare a quei pochi minuti di solitudine prima di andare a dormire, quando guardare una figura e sentirsi lo stomaco annodato per un paio di minuti erano già due condizioni sufficienti per potersi sentire soddisfatto. Oggi si masturba sulla fotografia di qualche ragazzo dai lineamenti perfetti e, nel momento in cui viene, un flash del viso di Kurt, di una sua spalla, della rotondità così soda del suo sedere, delle sue gambe lunghissime o dei suoi fianchi così fini ed eleganti, è sufficiente per rendere vano tutto quello che ha fatto per cercare di scaricare un po’ di frustrazione.
Kurt gli sta facendo perdere la testa del tutto. È non è per invidia che prende a spintonarlo con forza sempre maggiore. Non è per negare ciò che profondamente sente di essere. O forse sì, è anche per invidia, è anche per paura, è anche per tutte quelle cose che lui stesso ancora non comprende appieno, ma soprattutto è perché lo vuole, eppure sa con certezza che non lo avrà mai.
E questa consapevolezza non può nasconderla sotto al letto assieme alle riviste.

autore: lisachan, fanfiction, glee

Previous post Next post
Up