TITOLO: Lucida follia
FANDOM: Inception
PERSONAGGI: Arthur\Eames
RATING: NC17
PAROLE: 480
PROMPT: 7 “I due protagonisti si odiano, ma finiscono a letto insieme dopo una sbronza.”, storia scritta per la mdf di
it100 DISCLAIMER: non mi appartiene niente, è tutto di Nolan (sfortunatamente, anche Arthur ç_ç), nè tanto meno qualcuno mi paga per scrivere ciò (vorrei anche vedere eheeh)
NOTE: innanzitutto, diciamo è ambientata prima del film. Poi, lasciatemi ribadire quanto ami sempre e comunque questi due *O* In fine, voglio dire che per una volta è stato LOL lasciarsi andare allo scrivere scene porn nel modo più pieno di cliché possibile, invece di sforzarsi per farlo in modo originale e non stereotipato come tento di fare di solito XD
Arthur sapeva benissimo che non avrebbe mai dovuto iniziare a bere quella sera, la presenza di Eames era sempre in grado produrre disastri di proporzioni epiche che richiedevano restasse totalmente sobrio e che si posizionavano in una delle prima postazioni della lunga lista di motivi per cui lo odiava, ma il loro ultimo cliente aveva insistito così tanto perché partecipassero a quella specie di party che aveva organizzato per celebrare il lavoro che avevano concluso con successo per lui, tampinandolo fino all’esasperazioni perché si divertissero tutti e mangiassero e si godessero la musica e bevessero. Così, alla fine, Arthur aveva ceduto e aveva iniziato a bere. Era stata una pessima idea, ovviamente. Senza sapere minimamente come fosse successo, si era ritrovato in una della camere dell’hotel in cui si trovavamo quella sera, completamente nudo ed insieme ad Eames. Questo non era assolutamente accettabile e non aveva alcun senso. Perché lui ed Eames si odiavano, questa era una cosa che sapevano anche le pietre. Arthur odiava il modo in cui Eames non prendeva mai niente sul serio, in cui ogni cosa era sempre un gioco per lui; odiava il modo in cui facesse di tutto per irritarlo e fargli saltare i nervi (nonché i suoi piani), odiava le sue battutine e le sue improponibili camicie. Ed Eames odiava come Arthur fosse incapace di rilassarsi e mancasse completamente di immaginazione, odiava le sue risposte sempre pronte, la sua precisione esasperante e le sue cravatte costantemente abbinate con le giacche. Sì, loro due si odiavano assolutamente. Eppure, quando le mani di Eames avevano iniziato a spogliarlo, indumento dopo indumento, Arthur aveva sentito una serie di brividi caldi per tutto il proprio corpo che l’avevano fatto gemere e fatto nascere dentro una frenesia incontrollabile di spogliare l’altro a suo volta (colpa dell’alcol, tutta colpa dell’alcol); quando Eames lo aveva preso per i fianchi e spinto verso il letto non aveva opposto resistenza e, non appena la lingua del Forger aveva iniziato a stuzzicare i suoi capezzoli e a morderli piano, si era perso in quel mare di piacevole sofferenza; quando lo aveva sentito spingersi dentro di lui, mentre le sue dita avvolgevano la sua erezione e i denti gli mordevano la pelle sensibile del collo, e la testa gli girava un po’per l’alcol e un po’ per il calore intossicante da cui si sentiva circondato, aveva strizzato gli occhi e smesso di pensare a qualsiasi cosa.
Era tornato a connettere con la realtà solo dopo, il fiato corto e la testa ancora leggera, e aveva pensato che avrebbe dovuto alzarsi da quel letto e sparire dall’altra parte del mondo (non che avesse la forza necessaria per farlo, a dirla tutta), ma non si era mosso di un centimetro e l’ultima cosa che aveva visto prima di addormentarsi era stato il ghigno sulle labbra di Eames.