Titolo: Thin Ice
Fandom: RPF Pattinaggio sul ghiaccio
Pairing:Stéphane Lambiel/Johnny Weir
Parte: 1/?
Rating: pg15 per ora
Disclaimer: Stéphane Lambiel e Johnny Weir ovviamente non mi appartengono, non insinuo nulla sulle loro preferenze sessuali, ciò che scrivo non è accaduto blablabla.
Note: angst, accenni a disturbi alimentari
Riassunto: If you live on the ice and the ice's getting thin, what can you do?
Le lame scorrevano agili sul ghiaccio. La pista era immacolata e liscia, il cielo fuori dal palazzetto aveva appena cominciato ad essere illuminato dalla tenue luce del sole mattutino. Gli spalti ricoperti dai seggiolini erano deserti e silenziosi. Una sola ombra si stagliava, muovendosi aggraziata, sulla distesa gelida e apparentemente immobile.
Johnny si lasciava trasportare dai propri pattini neri, girovagando senza meta a poca distanza dalla balaustra.
Sentiva in lontananza Galina muoversi a bordo pista. Svoltò e si diresse verso il centro, ruotò su sé stesso in una delicata piroetta e si fermò immobile, assente.
<< Pronto? >> lo chiamò Galina.
Johnny guardò la sua allenatrice; annuì e respirò profondamente.
Qualche secondo dopo le prime note cominciarono ad invadere l'ambiente.
I movimenti erano naturali ormai; la grazia era qualcosa a cui non doveva nemmeno pensare. Non ci aveva mai pensato, a dire il vero; era sempre stata una sua componente, un qualcosa di innato. Triplo axel, triplo toe. Galina lo incitava da bordo pista, urlandogli qualcosa in russo che non riuscì a decifrare. Saltò e qualche fiocco di neve si alzò con lui. Amava quella sensazione. La sua mente si perse nella musica e nel suono rilassante dei graffi delle lame sul ghiaccio.
Gennaio. Un nuovo anno. Johnny aveva sempre odiato il Capodanno. Non sopportava tutta quell'ipocrisia, quel credere ciecamente che l'anno successivo sarebbe stato migliore e quel non fare niente per migliorarlo davvero. Odiava vedere la gente brindare nei bar, ridere e scherzare come se il passato si potesse cancellare semplicemente cambiando calendario.
Represse una risata chiudendo un flip. Era così patetico da parte sua pensare certe cose. Proprio lui, che da mesi si trovava bloccato nella stessa, frustrante situazione.
Socchiuse gli occhi come per ripararsi dal sole quando l'immagine di quel volto che cercava di cancellare si fece prepotentemente spazio nella sua testa.
Stéphane. Avevano passato quella competizione incollati, come se fossero stati gemelli siamesi. Avevano parlato per ore e ore, avevano pattinato assieme, erano caduti, avevano riso, si erano alzati... e alla fine si erano baciati. In quel momento una crepa aveva iniziato a corrompere il ghiaccio candido e li aveva fatti sprofondare. Anzi, lo aveva fatto sprofondare. Stéphane era rimasto in piedi. Forse era stato proprio lui a spingerlo. Fatto sta che si era allontanato correndo, era sparito, senza voltarsi indietro, mentre lui affondava sempre di più.
Si risvegliò all'improvviso quando la sua guancia entrò in contatto con qualcosa di freddo.
Aprì gli occhi mentre un dolore sordo lo invadeva.
<< Tutto bene? >>
Si alzò sui gomiti. Per un attimo la vista gli si annebbiò. Annuì verso Galina e si rialzò faticosamente in piedi. La musica si era fermata.
Pattinò fino al centro della pista, chiuse gli occhi e respirò profondamente.
La musica ricominciò, ma l'unica cosa che riusciva a sentire era il ghiaccio farsi sempre più sottile sotto le sue lame.