Titolo: Sequitur clades, forte an dolo principis incertum
Fandom: DC Comics/RPF
Beta:
cialy_girlPersonaggi: Nerone, Ra's Al Ghul
Rating: Pg
Parole: 499 (W)
Note: Il titolo proviene da Annales di Tacito
- Mia moglie me l'ha chiesta XD nel contesto in cui me l'ha domandata aveva anche senso! E' ovviamente dedicata a Linda perché se non fosse per lei follie di questo genere non potrebbero mai nascere XD
- Ambientata tra il 60/63 d.C., durante la costruzione della Domus Transitoria, prima casina di Nerone, e nel 64, durante il grande incendio.
Disclaimer: Ra's Al Ghul non mi appartiene, e Nerone non ci ha mai fatto cose, giurin giuretto che non voglio insuinare nulla invece sì. Comunque non ci guadagno, sono solo pazza.
«Non pensate abbastanza in grande, Nerone.»
Delle tante accuse che gli siano mai state rivolte, questa rappresenta una novità. Rialza lo sguardo dal progetto della Domus Transitoria per osservare l’ultimo architetto rimasto. Lancia una veloce occhiata anche ai soldati all’uscita - non è paranoia, semplice precauzione, perché quell’uomo ha qualcosa di pericoloso, Nerone l’ha capito subito - prima di rispondergli.
«Voi credete?»
Il tono sarcastico sembra non funzionare dato che l’altro si limita ad avvicinarsi, continuando a parlare come se nulla fosse. Da dove hanno detto che proviene questa persona?
«Non vi manca la creatività per costruire qualcosa di davvero magnifico, Imperatore.» Continua, mentre Nerone realizza quanto le sue parole somiglino ai sibili dei serpenti: «Allargando questa sala-»
«Non posso allargare questa sala.» Lo ferma immediatamente, irrigidendosi: «Ci sono altri edifici. C’è la città. Come avete detto di chiamarvi?»
«In via ipotetica,» replicò lui, buttando giù il modellino della casa proprio accanto alla Domus di Nerone: «Non c’è nulla di male a ragionare in via ipotetica.»
«È uno spreco di tempo.» Ma l’uomo ricomincia a parlare, e le varie idee che gli propone hanno qualcosa di davvero grandioso.
«La città.» Continua a borbottare Nerone, di tanto in tanto.
«Una città malata, Imperatore.» Improvvisamente l’uomo lo fissa con attenzione: «A volte, la distruzione è l’unico mezzo per poter dare vita a qualcosa di migliore.»
Gli avevano detto che è un uomo molto importante nell’Oriente, un illustre architetto, gli avevano detto che averlo al proprio cospetto sarebbe stato un onore.
«Ra’s Al Ghul.» Si ripresenta, sorridendo.
«Nessuno toccherà Roma o il mio Impero, Ra’s Al Ghul.» Afferma, studiandolo, utilizzando un tono deciso: «La scelta non è tra degrado e distruzione. Roma è meglio di quel che pensate.»
Ra’s Al Ghul sorride nuovamente, gli pare per supponenza, come se improvvisamente Nerone fosse diventato un bambino. Fa cadere un’altra costruzione del modello.
«Spero solo che sappiate cogliere un’opportunità quando questa si presenta, Imperatore.»
***
«Roma brucia!»
Quelle parole non avrebbero nessun significato realmente catastrofico se, dicendole, gli uomini non sembrassero così dannatamente spaventati.
Capitano molti incendi, a Roma; sono gli speculatori edilizi che bruciano i terreni per ricomprarli a prezzo basso e rivenderli, sono gli incidenti che capitano in un luogo sovraffollato e con delle case costruite perlopiù di legno. Non è un fatto insolito.
Delle tante cose che sarebbero potute accadere…
Roma brucia.
La tragedia che si presenta davanti a Nerone ha qualcosa di terribile e, mentre ordina di aprire i suoi giardini, mentre cerca una soluzione per aiutare tutte quelle persone, la sua mente vaga a quando sarà finito, a quando le fiamme si spegneranno e potrà evitare che qualcosa del genere accada di nuovo, a quando finalmente potrà ricominciare da capo.
Il ricordo vivido dello straniero lo assale, ma cerca immediatamente di scacciarlo. Roma non aveva bisogno di questo, cerca di convincersi, Roma è meglio di così.
Eppure, nel momento in cui a gran voce il suo popolo cerca il colpevole, Nerone di Ra’s Al Ghul non riesce a fare mai menzione.