TITOLO: I used to live alone before I knew you
FANDOM: Inception
PERSONAGGI: Arthur\Eames
PROMPT: scritta col set epsilon per la community
1frase RATING: da PG a NC17
DISCLAIMER: Arthur e Eames non mi appartengono (ma da sta sera Nolan è il mio uomo preferito nel mondo, quindi va bene così *delira* XDD), così come il resto di Inception. E’ tutto di Nolan e io non scrivo a scopo di lucro.
PAROLE: 3217 W
NOTE: allora, per quanto riguarda queste mini storie sono in ordine temporale, diciamo XD Da prima dell’Inception a dopo passando, ovviamente, per il periodo del lavoro stesso. Per quanto riguarda l’ultima, quella col prompt “polvere”, è da considerare staccata da tutto il resto della storia e non come un finale. E’ solo che quel prompt mi si era infilato in testa in quel modo e non c’è nessun posto nella storia in cui poteva andare bene XDD Quindi, è rimasto una cosa staccata da tutto il resto.
#GELOSIA
Arthur vorrebbe, davvero, fare finta di niente e auto convincersi che non sia quello che sembra, ma non può ignorare quel qualcosa che sente bruciargli nello stomaco e quasi corrodergli dentro mentre guarda la receptionist dell’albergo strusciarsi contro Eames -strusciarsi, toccarlo e praticamente spalmarglisi addosso come una gatta- e capisce di essere irrimediabilmente, definitivamente geloso.
#LAVORO
Sono entrambi i migliori in quello che fanno e tutti e due sono consapevoli di esserlo, quindi non c’è assolutamente niente di strano nel fatto che siano seduti davanti ad una birra (un bicchiere di vino, nel caso di Arthur) in un piccolo pub, in cui Eames è riuscito a portare Arthur dopo aver insistito per ben tre volte, ridendo e discutendo di quanto siano stati grandi nel loro ultimo lavoro.
#BIANCHERIA
Eames si è chiesto spesso se un tipo fissato con i vestiti come Arthur fosse attento ai capi di abbagliamento non direttamente visibili tanto quanto a quelli che lo sono; ha scoperto che sì, la sua biancheria è curata esattamente come il resto del suo guardaroba, che è costosa e di classe esattamente come si aspettava, che gli sta divinamente bene e che è estremamente facile da togliere di mezzo.
#SESSO
Per entrambi è cominciata col sesso senza nessun altra complicazione: semplicemente, si sono ritrovati a dare sfogo a quella strana attrazione che li ha travolti all’improvviso, alla tensione palpabile nell’aria tra loro, alla voglia irresistibile di assaporare l’uno la bocca dell’altro; la cosa sorprendente era stata scoprire che oltre ai loro corpi erano state le loro menti a fare l’amore.
#LINGUA
Eames ha capito appena ha conosciuto Arthur che si trattava di un tipo dalla lingua tagliente, una di quelle persone con la risposta sempre pronta e difficilissime da prendere contropiede; col tempo, ha imparato che quello non è l’unico modo in cui sa usare la lingua così eccezionalmente bene.
#OSSESSIONE
Non è che Arthur abbia un’ossessione per Eames come gli ha detto Cobb prima di partite per Mombasa solamente perché sapeva in che parte del mondo fosse o perché è stato in grado di fornire all’altro un indirizzo piuttosto sicuro dove trovarlo; essere informato e sapere cose sulle persone è semplicemente il suo lavoro, quindi lui non ha nessunissima ossessione per Eames e, di certo, non è assolutamente agitato all’idea di lavorare di nuovo con lui.
#PALLONE
E’ che avere Eames intorno, a volte, lo manda nel pallone: lo fa diventare deconcentrato, nervoso e incapace di focalizzarsi, tutte cose che implicano lasciare che il controllo delle situazioni gli sfugga di mano e questo non va assolutamente bene.
#ISTANTE
E’ sufficiente un istante, il tempo che ci mette la bocca di Cobb a pronunciare il nome di Arthur e la propria mente ad elaborare ciò che questo implica, ed Eames decide che sarà della partita: alla mancanza di immaginazione del Point Man può rimediare lui.
#CAFFE’
Arthur ama il caffè, praticamente da sempre, e non ha mai fatto mistero di non essere in grado di iniziare la giornata prima di averne mandata giù una tazza; ultimamente, più o meno da tre o quattro settimane dopo che hanno iniziato a lavorare per Saito, c’è sempre una tazza di caffè fumante ad aspettarlo tutte le mattine sulla sua scrivania e, oramai, ha capito da dove proviene già da un po’.
#LENZUOLA
Le lenzuola sono quelle anonime di qualsiasi hotel, banalmente bianche come tutte le lenzuola del mondo, e l’odore pregnante del tabacco delle sigarette di Eames mescolato a quello del dopobarba di Arthur è tutto ciò che resta tra le loro pieghe a testimoniare il passaggio dei corpi dei due uomini in quel letto.
#DENTI
Arthur sa benissimo che non dovrebbe lasciarglielo fare, che si vedrà il segno domani mattina, che i colletti delle camicie si spostano e che può già immaginare il sorrisetto ghignante sulle labbra di Ariadne, ma non riesce ad impedire ai denti di Eames di mordergli la zona sensibile del collo, segnarla centimetro dopo centimetro e procuragli una serie di brividi più profondi del marchio che resterà sulla sua pelle.
#FOTOGRAFIA
Eames sta rimpiangendo con tutto sé stesso, intanto che ridacchia apertamente, di non avere una macchina fotografica a portata di mano, perché l’immagine di Arthur che finisce a terra con un piccolo tonfo mentre Yusuf mostra loro il funzionamento del suo sedativo è una di quelle scene che andrebbero immortalate per sempre in una fotografia da tirare fuori in futuro per il proprio divertimento personale.
#ALBA
Non è la prima volta che succede ed è sempre spettacolare in modi che Eames non sa descrivere, meglio del sesso che ha mai fatto con qualsiasi altra persona nella propria vita, qualcosa di caldo e profondo, qualcosa di travolgete ed assoluto che lascia entrambi storditi e senza fiato; eppure, ogni volta, prima che arrivi l’alba Arthur è, già, lontano e quando apre gli occhi Eames trova accanto a sé solo la metà fredda e vuota del letto.
#PENNA
Arthur ha questo assurdo vizio di giocare con le penne: se le rigira tra le dita, ci giocherella mentre parla, ne mordicchia i tappi quando è concentrato, picchietta con l’estremità contro un labbro quando sta riflettendo e tutta un’altra serie di cose che Eames, ne è certo, finiranno per farlo impazzire.
#NOTE
Eames oramai si è abituato alle note di Arthur sparse ovunque sui dossier e sui fascicoli che prepara per i loro lavori (una serie di scritte in una grafia piccola è ordinata, una marea di appunti e aggiunte su cosa fare, cosa non fare e come farlo) e crede che, per quanto in passato lo abbiano quasi portato sull’orlo di un esaurimento nervoso, oramai gli mancherebbe non trovarsele più sotto gli occhi.
#SFUMATURE
C’è tutta una serie di sfumature nel loro rapporto, nel mondo in cui si parlano e nelle battutine che si lanciano a vicenda, che lascia intendere molto di più di quanto si potrebbe immaginare; tutta una questione di gesti solo accennati, sorrisi maliziosi e lunghi sguardi pieni di significato che sono molto più eloquenti di quanto lo sarebbe qualsiasi di tipo di parola.
#MANETTE
“Però, sei piuttosto pratico ad usarle.” dice allegro Eames quando Arthur gli libera i polsi dalle manette, dopo che hanno provato per l’ennesima volta la parte in cui il forger si fingerà Peter Browing con Fisher, e può giurare di vedere il Point Man arrossire, nonostante lo sguardo assassino che gli lancia.
#SIGNIFICATI
Eames si domanda, nel breve lasso di tempo che ci mettono i suoi occhi a farsi pesanti e lui a scivolare nel livello successivo del sogno, se sia soltanto il PASIV ad avergli fatto immaginare una serie di significati nascosti e decisamente maliziosi dietro al “vai a dormire” di Arthur, ma ha la netta sensazione che il sorrisetto sulle labbra dell’altro provi tutto il contrario.
#COMPUTER
Dopo il lavoro per Saito Arthur ha continuato a sentire Ariadne per lo più tramite computer, via mail: la ragazza gli scrive della sua vita a Parigi, delle lezioni, di tutti i nuovi progetti a cui sta lavorando ed Arthur si ritrova a ridacchiare tutte le volte che le legge perché era sicuro che avrebbe fatto strada; ovviamente, ha rivisto Cobb e i suoi figli: è stato a casa sua, ha giocato con James e Philippa e ha letto la gioia sui volti di entrambi per avere, di nuovo, il padre accanto; Eames si è presentato alla porta del suo appartamento circa due settimane dopo che avevano finito il lavoro con una bottiglia di vino rosso in mano, dicendogli che stava morendo di sete e che non gli era mai piaciuto bere da solo.
#SETE
Arthur, in realtà, di sete non ne aveva affatto (per lo meno, non di vino), ma contro ogni buon senso (e una buona parte delle previsioni di Eames)lo aveva lasciato entrare e così si era ritrovato con le mani del forger infilate sotto la camicia e le proprie tra i capelli dell’altro, mentre la bottiglia di vino era rimasta abbandonata sul tavolo della cucina.
#OROLOGIO
Eames può percepirlo chiaramente muoversi nel letto, allungare il braccio verso il comodino, fare un verso contrariato mentre legge l’ora sull’orologio che si è sfilato la sera prima e scostare le coperte per alzarsi; prima che i suoi piedi tocchino il pavimento, il forger afferra Arthur per un braccio e lo trascina, di nuovo, sotto le coperte senza permettergli alcuna lamentela.
#VIAGGIO
La prima volta che Eames gli ha proposto di andare con lui a Mombasa il Point Man l’ha guardato come se gli fossero spuntate delle antenne al posto delle orecchie e non ha preso minimamente in considerazione la cosa, ma ben presto ha scoperto i vantaggi di quel viaggio.
#SABBIA
Nel periodo che hanno trascorso a Mombasa i soldi non sono stati, di certo, un problema e nessuno dei due ha cercato un lavoro (cosa che ha fatto molto felice Eames e che ha lasciato, inizialmente, interdetto Arthur, che ha passato i primi giorni all’erta perché si aspettava che qualche vecchio socio di Eames o chissà chi altri facesse irruzione nell’appartamento ad armi spianate da un momento all’altro, prima di rilassarsi sul serio); Eames ha mostrato subito ad Arthur il modo in cui intendeva spendere le giornate: dormire fino a tardi al mattino, giocare nei casinò la sera e fare l’amore con lui sulla sabbia fina delle spiagge della città tra le due cose.
#PELLE
La pelle gli brucia da morire ed è sicuro che le scottature che il sole di Mombasa gli ha regalato (non è certo colpa sua se ha una carnagione estremamente delicata) ci metteranno giorni a guarire e che quella notte non gli faranno chiudere occhio, ma Arthur sta ringraziando di non avere la propria pistola con sé, al momento, perché niente riuscirebbe ad impedirgli di usarla contro Eames che sta ridendo divertito, mentre lo paragona ad un pomodoro troppo maturo.
#BOSCO
Durante tutto il tragitto che li riporta all’appartamento, Eames non fa altro che ripetergli come avrebbe dovuto, decisamente, tenersi lontano dal sole fortissimo delle prime ore del pomeriggio e continuare a ridacchiare senza controllo; Arthur lo fulmina con un’occhiataccia quando gli fa notare come lui non straveda affatto per il mare e le spiagge ma, considerando che l’altro non accenna minimamente a smettere, si limita a troncare la conversazione decretando che la prossima volta che proporrà di andare da qualche parte dovrà essere un posto di montagna, un bosco o qualcosa del genere perché, in caso contrario, potrà anche scordarsi che lui si lasci coinvolgere.
#BRACCIALE
Eames l’ha visto in una vetrina e non ha potuto far meno di pensare ad Arthur, tanto che non ha saputo resistere all’entrare nel negozio e compralo: è un bracciale molto semplice - una fascia unica di acciaio rigido e satinato, con una piccola placca di carbonio a sormontarlo -, ma comunque esattamente del tipo che piacerebbe ad Arthur e, quando glielo vede intorno al polso, il forger è sicuro di non essersi sbagliato.
#AEREO
Arthur non capisce proprio cosa ci trovi Eames da sghignazzare nel fatto che l’aereo su cui dovevano salire sia in ritardo di ben due ore e che lo stiano aspettando esattamente da quello stesso lasso di tempo, visto che a lui la cosa sta facendo solamente salire un gran nervoso; quando l’altro lo afferra per un polso e lo trascina verso il bagno dell’aeroporto le idee gli si fanno molto più chiare.
#TAGLIO
Non è il taglio dei vestiti che indossa che lo rendono uno spettacolo da cui è quasi impossibile staccare gli occhi; Eames l’ha visto con ben altro che giacche, cravatte e pantaloni costosi e ha capito che è il modo in cui lui indossa gli abiti ad essere speciale.
#CHIAVE
Arthur poggia la chiave nella sua mano con un gesto quasi distratto, come se non fosse niente di che, accompagnandolo con un “Tieni, così eviterai di innervosire, di nuovo, i vicini a morte quando vieni qui” e un sorriso appena accennato che lascia interdetto Eames solo per un istante e, poi, lo fa tornare a stiracchiarsi nel letto.
#MELODIA
Non è esattamente la canzone più melodiosa che abbia mai ascoltato e Eames non è propriamente intonato, ma Arthur è grato di sentire quel motivo sussurrato contro il suo orecchio quando si sveglia di soprassalto nel cuore della notte e si aggrappa al suo braccio col respiro affannato.
#LIBRO
Eames lo trova seduto a gambe incrociate sul letto - un libro tra le mani, il portatile poggiato di fianco, lo sguardo che si sposta rapidamente dall’uno all’altro mentre la sua mente elabora informazioni - totalmente assorto nel suo lavoro e resta immobile sulla soglia della porta a contemplare l’immagine di perfezione che ha davanti.
#MASSAGGIO
Le mani di Eames massaggiano i muscoli tesi del collo di Arthur, risalgono fino alla base della nuca per, poi, scivolare decise verso le prime vertebre della schiena e Arthur si lascia andare contro quei tocchi con un mugolio soddisfatto.
#REGALO
Fare un regalo ad Arthur non è mai una cosa semplice né un’impresa di poco conto, ma ad Eames l’immaginazione non manca e vedere la faccia sorpresa dell’altro è una ricompensa sufficiente per lo sforzo che un tale compito richiede.
#GELO
Arthur grida il suo nome due volte, lo chiama con tutto il fiato che ha in corpo dopo che l’eco degli spari hanno smesso di risuonare nell’aria, e quando si accorge che l ‘altro non gli risponde e non si muove sente il gelo invadergli lo stomaco e il respiro bloccarglisi nei polmoni, finché non vede Eames muoversi e sollevarsi da terra.
#CANE
Arthur non ama particolarmente i cani e, invece, preferisce i gatti che ha sempre trovato animali più affini e vicini al proprio carattere; quindi, si domanda come esattamente sia finito con quella specie di grosso cane combina guai che sa essere Eames a volte nella propria vita.
#ROSSETTO
La donna di fronte a lui è bionda e bellissima ( e seriamente, Eames deve avere una qualche ossessione perle bionde appariscenti od essere convinto che ce l’abbia lui), con due labbra carnose che si tendono in un sorriso malizioso sotto un pesante strato di rossetto quando avanza nella sua direzione ancheggiando sui tacchi.
#SGUARDO
Arthur la fissa per qualche istante, si sporge verso di lei, sussurra un “Non è con lei che voglio fare l’amore” contro il suo orecchio e quando torna a fissarla negli occhi sotto il suo sguardo c’è, di nuovo, Eames.
#OSCURITA’
Certe volte, la notte, capita che Eames se ne stia sveglio e ad osservare Arthur dormire, attento a non fare rumore per non interrompere il sonno leggero dell’altro: fissa il suo profilo seminascoto nell’oscurità, le palpebre chiuse che tremolano nel sonno e si domanda quale siano i sogni del ragazzo steso accanto a lui quando non è collegato al PASIV.
#TATUAGGIO
I tatuaggi di Eames sono, a parere di Arthur, così profondamente brutti da rappresentare un oltraggio alla vista di chiunque abbia un minimo di buon gusto; fortunatamente, il Point Man può dedicarsi ad un’altra serie di attività che coinvolgono quei tatuaggi e gli fanno dimenticare quanto orribili da guardare siano: tracciarne i contorni con le dita, sentire la pelle tatuata scivolargli sotto le mani o percepire i muscoli dell’altro guizzare sotto le figure d’inchiostro.
#DOLCE
Eames passa le dita tra i capelli scompigliati di Arthur, li osserva ricadergli disordinatamente sulla fronte e lascia che il profumo dolce delle ciocche scure lo culli mentre si addormenta.
#OCCHIALI
Sono in macchina da più di tre ore, oramai, diretti verso il luogo dell’appuntamento con il loro nuovo cliente, mentre il sole di quella calda giornata riflette con forza contro il parabrezza della decappottabile che corre sul’asfalto e alcuni raggi più forti degli altri colpiscono gli occhi di Arthur; il Point Man strizza le palpebre infastidito, Eames si sfila gli occhiali da sole che porta appesi alla camicia e glieli porge sfiorandogli una guancia con le dita.
#SALATO
Arthur lo bacia sulla bocca e, poi, sull’osso della mandibola fino ad arrivare all’incavo della clavicola, mentre sente il sapore salato della pelle di Eames sulla lingua.
#ANNIVERSARIO
Per il primo anniversario del lavoro Fisher, Saito ha mandato ad ognuno di loro una cassa di champagne insieme all’invito all’inaugurazione del nuovo hotel che ha comprato; Arthur, dopo essersi assicurato con cautela del contenuto effettivo delle due casse di fronte alla porta del suo appartamento, decide che, considerando come si vanti sempre di essere quello più forte dei due, potrà occuparsi Eames di portarle dentro.
#LACRIME
Eames non ha mai visto Arthur piangere da che lo conosce perché, in realtà, Arthur non è il tipo di persona che piange facilmente, ma quando entra nella stanza e vede gli occhi umidi dell’altro, e subito dopo una foto di Mal poggiata lì vicino, capisce che quelle tracce umide sul viso dell’altro sono dovute a delle lacrime e si limita a stringerlo forte tra le braccia.
#QUADRO
Nonostante col tempo Eames abbia appurato che Arthur è molto di più del tipo precisino e impostato che appare appena lo si conosce (e che se la cava ad improvvisare molto meglio di quanto lui stesso credesse), il forger sa che preferisce avere sempre un quadro chiaro delle situazioni e tutti i dettagli sotto controllo; semplicemente, a volte, gli piace alterare qualcuno dei dettagli di quel quadro studiato con così tanta precisione per divertirsi un po’.
#RIPETERE
Arthur lo fissa con il migliore dei suoi sguardi contrariati, uno di quelli che potrebbero far ghiacciare il fuoco o tremare le pietre, e incrocia le braccia sul petto “Eames,” dice con un tono esasperato “non farmelo ripetere ancora: vatti a cambiare perché non intendo mettere piedi fuori finché sarai conciato in quel modo.”
#INTERROGATORIO
Eames non è mai stato il tipo da farsi molti problemi sul proprio lavoro o che si è mai soffermato su quelle che qualcuno potrebbe definire le implicazioni morali che esso comporta, ha sempre fatto quello che doveva fare per arrivare dove voleva arrivare, e ora più che mai non è interessato a preoccuparsi se quello che sta facendo sia giusto o sbagliato: colpisce il tipo che hanno catturato ancora una volta e continuerà senza fermarsi finché non avrà detto tutto quello che sa, perché l’unica cosa che gli interessa e riportare Arthur a casa.
#MAGLIA
La maglia di Eames, la prima cosa che gli è capitata sotto mano appena ha aperto gli occhi quella mattina, gli sta grande almeno di due taglie e, praticamente, ci sta nuotando dentro, ma è comoda, calda e ha un odore così buono - un odore che sa così tanto di Eames - che potrebbe, anche, non togliersela più.
#LATTE
A Eames non è mai piaciuto il latte, persino da piccolo se ne teneva il più lontano possibile, ma la prima volta in cui ha visto la schiena nuda di Arthur, che ha visto il pallore di quella pelle mentre tracciava con le dita il percorso della sua spina dorsale, ha pensato che non gli sarebbe dispiaciuto perdersi nel bianco latte di quel corpo per sempre.
***
#POLVERE
Eames osserva lo strato di polvere che lentamente si sta accumulando sulla stoffa costosa delle giacche ancora ordinatamente appese al loro posto, sulle camicie piegate nei cassetti, sui gilet sistemati nello scompartimento più alto dell’armadio e pensa che, davvero, è arrivato il momento di liberarsene, ma tutto quello che riesce a fare è restare immobile e domandarsi quand’è che la polvere inizierà a posarsi anche su di lui.