Titolo: Good girls go bad
Autrice:
p-willFandom: Originale
Personaggi: Ficcy, in tutta la sua gloriosa idiozia
Rating: G
Conteggio parole: 517 (FDP)
Disclaimer: Sono mie, continuo a non capire chi se le vorrebbe prendere. Sì, il titolo invece è dei Cobra Starship.
Note: Gente, non so che dirvi, solo che se questa cosa sta per diventare veramente una saga servono più vichinghi (cit.) ci vuole un nome. Nel mentre, il #teamangeli si becca 500 parole di randomness per punto di non ritorno @
COW-T, quarta settimana, di
maridichallenge.
Potrà sorprendervi saperlo, ma c’era un tempo in cui Ficcy - l’unica, l’inimitabile, l'irripetibile Ficcyna, dalle curve al posto giusto e i puntini di sospensione in qualsiasi posto - era una ragazzina timida ed inesperta che non metteva mai il naso fuori di casa. Vedendola adesso, come domina la scena con i suoi aggiornamenti sempre pertinenti, come ammalia Contest ogni volta e ogni volta ancora si conquista nuove parole di lode e nuovi capslock da Reccy, come ogni tanto si presenta addirittura in pubblico con l’html mezzo in vista - che fa scik, non poco di buono come dice quella mucca frigida di Recensione - e i tag chiusi male riuscendo ad essere comunque bellissima, sembrerebbe quasi impossibile, ma questa è la verità. Ficcy però è molto pudica, e non ama parlare del suo periodo buio.
Da piccola se ne stava sempre da sola, nascosta in camera di Autrice ad imbrattare un quaderno o un diario segreto. Non che si vergognasse, ma si sentiva incompresa, come se al mondo non ci fosse nessuno in grado di capire lei, le sue trame mozzafiato, le sue struggenti storie d’amore tra ragazze dai capelli color del grano maturo verso le dieci-dieci e mezza di un venerdì mattina d’estate e ragazzi dagli occhi verdi come il fondo di un lago in tempesta (quando la corrente fa alzare la fanghiglia). Era una tipa piuttosto solitaria, un po’ più sognatrice e un po’ meno presa dai fatti importanti della vita - aspetto fisico, numero di commenti, amykette, tanto per capirci -, però già a quell’età sapeva di essere destinata a qualcosa di grande, di essere speciale.
Il giorno in cui Autrice riuscì a farsi mettere il computer in camera scoprì di aver avuto, naturalmente, ragione. Stava sbirciando sopra la spalla di Autrice, impegnata ad accumulare foto dell’uomo della sua vita (di quella settimana) come se non ci fosse un domani, quando tra un sito e l’altro notò delle frasi che attirarono la sua attenzione. “Storie amatoriali”, diceva un sito, “prendere i personaggi di un libro e farne quello che vuoi!” spiegava in parole più semplici un forum, e per Ficcy fu come un fulmine a ciel sereno. Non era sola! Aveva trovato qualcuno come lei, che la capisse, con cui parlare! Passò giorni e giorni a leggere, informarsi, studiare valanghe di nomi e definizioni mai sentite, benché la maggior parte per mera cultura personale - avrebbe evitato le Mary Sue come la peste, questo era sicuro; le sue protagoniste erano tutte bellissime e buonissime, ma avevano un sacco di difetti… da qualche parte - e a prendere il coraggio a due mani per presentarsi.
L’unica cosa che la trattenesse era che in quei forum la gente sembrava così… supponente, e distratta. Commentava poco, e i commenti erano sempre così lunghi e pieni di opinioni. Lei aveva bisogno di attenzione, di qualcuno che la sapesse apprezzare per quello che era - la perla nata da una mente geniale -, aveva bisogno di complimenti, tanti e subito. Per questo tentennava, ed esitava a sbocciare in tutta la sua bellezza, finché…
«Come hai detto che si chiama questo sito, Effeppì?»