[RPF My Chemical Romance] 15 Febbraio
Titolo: 15 Febbraio
Fandom: RPF My Chemical Romance
Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Rating: PG 13
Avvisi: Slash, oneshot
Note: Scritta per il Love!Fest.
Riassunto: “Quando progetto danni alle spalle di Frank mi aspetto un minimo di comprensione!”
15 Febbraio
“E’ come tentare di forzare una serratura con un’aringa bagnata!”
Mikey sputò il caffè che stava bevendo con tanto impegno.
“Cos’è che è?!” domandò guardandolo come se fosse diventato scemo. Che poi, in effetti scemo lo era sempre stato.
“E’ una citazione.”
“Citazioni di chi?!”
“Non lo so, me l’ha rifilata una su Twitter...”
“Gee...” iniziò il fratello avvicinandosi con cautela, come se Gerard si fosse improvvisamente trasformato in un lupo mannaro, o qualcosa di simile “Che stai facendo?”
In effetti vederlo rannicchiato dietro lo stipite della porta non lo faceva sembrare l’uomo più mentalmente sano del mondo.
“Sto spiando Frank.” replicò con tutta la calma del mondo.
“Ah... E perché?”
“Perché ne ho voglia.”
“Ah...”
“Smettila di dire ah!”
“Eh...”
“Mikey!” sbottò alzandosi di scatto, andando verso di lui e rubandogli il caffè “Quando progetto danni alle spalle di Frank mi aspetto un minimo di comprensione!”
Il fratello non disse nulla, per non subire ripercussioni, non voleva ficcare il naso tra quei due, quindi meno s’immischiava e meglio era.
Gee intanto tornò nei pressi della porta che dava sul corridoio, e dall’altra parte c’era un’altra soglia che portava al camerino di Frank, dove lui se ne stava stravaccato coi piedi per aria su una poltrona, mentre suonava alla chitarra un motivetto dei Green Day.
San Valentino era stato il giorno prima. Il fottutissimo giorno di San Valentino, pieno di cazzate, di smancerie, di cioccolatini, fiorellini, bacetti e tutte le menate che il consumismo portava con sé, Gee era stato buono e aveva fatto il proprio dovere con Lindsey, ovvero un’impegnativa, nonché palesemente soddisfacente, nottata furoreggiante di fuoco e baci.
Però adesso era un altro giorno, adesso non c’erano mogli né figlie, adesso era tempo di dedicarsi ad un’altra specie di festeggiamento. Aveva tentato di carpire qualche informazione a Frank, ma lui si era rinchiuso in quel sorriso ebete che gli faceva venire il nervoso, per ogni domanda che gli poneva lui rispondeva con un sospiro o con uno sguardo indecifrabile, che Gerard puntualmente non capiva.
Dannazione, certe volte il suo chitarrista aveva un cuore davvero di pietra, con una serratura di acciaio pesante e anche poco oliata. Era da lì che gli era venuta in mente quell’astrusa citazione che una fan gli aveva lasciato su Twitter, non ne aveva capito molto il contesto, ma chi se ne fregava.
Avrebbe voluto sapere cosa ronzava in testa al suo pseudo ragazzo, ma era una delle cose più complicate al mondo.
Non che si aspettasse granché... Anzi, a dir la verità non si aspettava proprio nulla. Ma almeno un bacio gliel’avrebbe anche potuto dare, invece di mettersi immediatamente a provare, e poi filarsela nel camerino senza neanche rivolgergli una parola coerente.
Gee, che cazzo, stai diventando un’adolescente mestruata! Scosse la testa bevendo un caffè dal sapore orrendo, e si voltò verso il divano, Mikey era svanito nel nulla, come al solito. Il codardo svaniva non appena Gee manifestava avvisaglie di gelosia nei confronti di Frank, pivello, non aveva fegato per sostenere una conversazione sull’amore.
O comunque su quella strana e ribollente cosa che teneva Gee e Frank uniti.
Sprofondò tra i cuscini, gli facevano male le gambe a forza di stare in piedi, si sdraiò poggiando la testa sui braccioli e sospirando, aveva un gran sonno, e una gran voglia di dormire, la notte scorsa non è che c’era riuscito poi molto...
Qualcosa gli solleticò il labbro inferiore, scivolando poi dalla sua pelle. Poi successe di nuovo, lievemente, qualcosa di morbido, vellutato, con un profumo delicatissimo.
Alzò le palpebre lentamente, credendo stare ancora sognando, o essere preda di un’allucinazione sensoriale.
Invece no.
Invece c’era Frank seduto in una posa incredibile su di lui e stava staccando uno per uno i petali di una rosa scarlatta, lasciandoglieli cadere dolcemente sulla bocca.
“... Oh...”
“Benvegliata principessina...” gli sorrise Frank, facendogli un sorriso al miele che lo tramortì quasi “Lo sai che è quasi sera?”
“Fa niente...” fu la prima cosa che disse, e in effetti dopo quella visione non gli importava nemmeno sapere su che pianeta si trovasse.
Frank gli sorrise di nuovo, gli accarezzò il viso col dorso delle dita, e si abbassò su di lui, depositando sulle sue labbra un languido bacio, delicato, soffice come i petali delle stesse rose di cui avvertiva il profumo.
“Questo cosa sarebbe?” domandò una volta staccatisi di pochi millimetri.
“Un buon San Valentino, anche se un po’ in ritardo.” sussurrò Frank sfiorandogli la punta del naso “Mi mandi via?”
“Assolutamente.” Gee gli passò le braccia intorno al collo, stringendolo leggermente, tanto per non farlo scappare, anche se sembrava che il chitarrista non ne avesse alcuna intenzione “A dir la verità pensavo che ti fossi dimenticato.”
Frank si sistemò meglio su di lui, dandogli un altro bacio a fior di labbra.
“Non posso dimenticarmi di te.” Gli scostò una ciocca di capelli rossi dalla fronte, piantando il proprio sguardo nel suo “Sei dentro di me.”
Gee si sporse leggermente verso di lui, suggendogli piano la bocca. Intavolarono un lungo bacio saffico in cui persero completamente, la lingua di Frank come al solito era intraprendente, giocava, lo solleticava, lo accarezzava avanzando e tornando sui suoi passi, per poi accarezzarlo di nuovo, ancora e ancora, in un rincorrersi continuo che tolse il fiato ad entrambi, lasciandoli piacevolmente spaesati dopo almeno una ventina di minuti in cui tutto si era fatto umido e intenso.
“Noto che ti ero mancato.” mormorò Gee con un sorrisino, accavallando le gambe e rilevando una certa pressione reciproca tra le cosce.
“Tantissimo.” sorrise lui, dandogli un bacetto sul collo, prima di scendere con le mani e andare a intaccare la fibbia dei suoi jeans, tanto per rimanere in tema.
“Allora non serviva un’aringa per aprire la tua serratura...”
“Eh?” Frank lo guardò sorpreso.
“Niente.” glissò prendendo il suo viso tra le mani e scoccandogli un’altra lunga serie di baci mentre si rotolavano scompostamente sul divano per togliersi ogni cosa fosse d’impiccio, come per esempio i vestiti.
No, niente aringhe. Concluse Gee tra sé e sé, infilando le dita nei pantaloni del suo chitarrista che sembrava già impaziente. Per forzare una serratura del genere basta soltanto un buon gioco di mani.