Fandom: Professor Layton
Titolo: Happy Birthday, baby Triton
Rating: Pg
Beta:
mikamikarin Conto Parole: 543 (
fiumidiparole )
Personaggi: Luke Triton, Hershel Layton
Avvertimenti: Ma nessuno, nessuno \o\
Note: Scritto per il compleanno di
ladycroix ! Perché volevo farle qualcosa di carino, ma ho poco tempo per colpa di una merdosissima certificazione di giapponese è questo è quello che è venuto fuori ;_; Mi dispiace, spero ti piaccia comunque ;O; <3! Compleanno @
bingo_italia Riassunto: Papà non c’era mai, troppo impegnato a fare il sindaco a Mist Haley. Guardavo sempre il suo posto vuoto con tristezza, ma col tempo avevo imparato a non badarci più. In fondo, un padre assente non può essere considerato padre fino in fondo, così ho sempre creduto.
Mamma mi preparava la colazione più buona del mondo, la mattina del mio compleanno. Quando entravo in cucina, c’era un odore forte di ciambelle appena sfornate, sul tavolo fette biscottate e marmellata di fragole, cioccolata e zuccherini colorati, al centro un pacco che col passare del tempo diventava sempre più piccolo rispetto alla mia grandezza. Papà non c’era mai, troppo impegnato a fare il sindaco a Mist Haley. Guardavo sempre il suo posto vuoto con tristezza, ma col tempo avevo imparato a non badarci più. In fondo, un padre assente non può essere considerato padre fino in fondo, così ho sempre creduto.
Quando sono andato via di casa per diventare l’apprendista del professor Layton, ho salutato mia madre piangendo, ho salutato la mia infanzia come una cosa finita troppo presto, e avevo appena dieci anni.
Pensavo che sarebbe stata dura, qualcosa di cui io non sarei mai e poi mai stato all’altezza. Lui era dannatamente grande - alto, adulto, così perfetto rispetto a me che ero solo un bambino. Avevo timore di lui come avevo timore di mio padre. Ma poi avevo capito, col passare dei giorni, che nonostante papà e il professor Layton fossero amici, non avevano assolutamente niente in comune, analizzando i loro caratteri. Papà non c’era mai; lui era sempre accanto a me. Papà quando c’era mi rivolgeva un saluto e poi andava nel suo studio, o in camera perché era stanco o si era portato il lavoro a casa; il professore tornava dalle sue lezioni ogni giorno all’ora di pranzo per uscire poi alle tre, ma non perdeva occasione di chiedermi come andasse, come avessi passato la giornata, se al suo ritorno avessi voluto fare una passeggiata con lui sul Tamigi.
Ogni tanto mi sentivo cattivo, cattivo come può sentirsi un bambino quando pensa che il padre che aveva era peggiore di quello che avrebbe voluto, sempre lì con lui, con la tuba in testa, che sorrideva e gli insegnava la sua arte della deduzione, l’archeologia, come fare il tè perfetto. Io avrei voluto avere il professor Layton come padre, al posto di Clark Triton. Un giorno glielo dissi tra lacrime, e lui mi prese da parte e col tono più gentile del mondo mi disse: “Tuo padre ha tanto lavoro da fare, e so bene che non è proprio il massimo. Ma ti vuole bene, tantissimo.” E io piansi ancora di più.
Sono stati mesi lunghi, quelli col professore lontano da casa. Non sono tornato dai miei nemmeno una volta, dopo essere andato via. Il giorno del mio undicesimo compleanno, ho chiesto al professore di poter tornare a casa, lui ha sorriso e mi ha portato dai miei genitori.
E dentro c’era quello che per anni mi era sembrato di non aver mai avuto.
Mio padre con una torta in mano, che cantava tanti auguri sorridendo. Mia madre dietro che annuiva, felice come non lo era mai stata. Il professore che mi guardava come a dirmi “Visto, che ti vuole bene?”
Non c’era la cioccolata, né le ciambelle, né il burro e la marmellata. Non c’erano regali, non qualcosa di materiale, almeno.
C’era mio padre che per la prima volta mi stringeva forte e mi augurava buon compleanno, e credo di non avere ricordo più bello che quello, della mia infanzia.