[Professor Layton] A bit homesick

Nov 19, 2010 23:20

Fandom: Professor Layton
Titolo: A bit homesick
Rating: PG
Conto Parole:  775 ( fiumidiparole )
Personaggi: Hershel Layton, Luke Triton
Avvertimenti: Nessuno
Note: Sto gioco mi sta ciucciando il cervello. Comunque sia, questa è una fic spoiler free \O/ Quindi non abbiate paura di leggere, perché niente vi verrà sputtanato u_u <3 è un’ipotetico prequel , con un Luke decenne che pensa un po’ a casa, un po’ alla sua nuova vita. E comunque, viva gli orsetti di pezza.
Riassunto: Ce lo ha lì affianco, l’orsetto che gli ha regalato per salutarlo, il giorno in cui si sono conosciuti. All’inizio pensava che il signor Layton fosse una persona stramba, sempre col sorriso sulle labbra; forse perché nel viso di suo padre non vede un’espressione felice da troppo tempo - e lui ha appena dieci anni, non riesce a ricordarsi poi molto del passato, in verità.
A bit homesick

Sulla riva del Tamigi, il tempo sembra più mite. Dal grande fiume arriva l’odore del mare, delle campagne lontane, e il rumore dell’acqua che scorre è quasi morbido, estremamente delicato.
Gli ricorda casa sua.
Ci ha messo un po’, ad abituarsi, ad avere affianco qualcuno che non sia suo padre - non che fosse molto presente, comunque. Ad avere affianco qualcuno che gli parli, che gli faccia trovare una buona tazza di tè sul tavolo appena sveglio, che quando è un po’ triste gli compra qualche caramella, o un peluche.
Ce lo ha lì affianco, l’orsetto che gli ha regalato per salutarlo, il giorno in cui si sono conosciuti. All’inizio pensava che il signor Layton fosse una persona stramba, sempre col sorriso sulle labbra; forse perché nel viso di suo padre non vede un’espressione felice da troppo tempo - e lui ha appena dieci anni, non riesce a ricordarsi poi molto del passato, in verità.
Adesso, dopo qualche settimana, è diverso.
Abbassa lo sguardo, si rigira tra le mani un cubo di Rubik che l’uomo gli ha dato per passare il tempo - “Io lo trovo rilassante, ma l’ho già finito tante volte. È tuo, se vuoi.” gli aveva detto gentilmente, sorridendogli dietro una tazza di Classico Fruttato. Vorrebbe riuscire a pensare meno, perché nel suo cuore ci sono tante cose che si scontrano e questo gli fa venire un po’ di mal di testa. Fissa i colori, cerca di riempire i quadri, ma la vena leggera di malinconia gli impedisce di concentrarsi.
Sospira, abbassando le mani e tornando a guardare il fiume. Quasi non si accorge di quando il suo mentore gli si siede affianco, tendendo la mano verso di lui, piena di caramelle avvolte in carte coloratissime. “Vuoi?”
“Oh, grazie.” risponde, prendendone una. Il professore lo guarda, gli scompiglia appena i capelli - il cappello dimenticato per distrazione nell’ufficio dell’adulto. Lui mastica e gusta il sapore di limone, prima di sospirare appena. La mano di Layton si trasforma in una pacca amica. “Tutto bene, Luke?”
Il bambino annuisce senza guardarlo, un sorriso buffamente forzato sul suo volto. Il Tamigi lo rapisce - non ci era mai stato così vicino, prima di oggi. “Sì, professore.”
“Sembri triste.”
“Oh, no, no.” Scuote la testa con forza, e prova a guardarlo. Non vuole approfittare della sua bontà, di lui che è sempre così gentile e generoso. “Sto bene.”
“Mhh…”
L’uomo si tocca il mento, mentre lo osserva attentamente - gli ricorda tanto quando si concentra su un enigma, o su qualche testa di rettile antico trovato in chissà quale luogo che chissà se mai vedrà. Gli scappa uno sbuffo divertito, mostra i dentini e Layton si riallontana, sorpreso. “Che c’è?”
“Ha una faccia buffa, professore!” esclama senza pensarci.
“Ehi, questo non è una cosa che direbbe un vero gentiluomo inglese.”, e scuote la testa, incrociando le braccia prima di sciogliersi nell’ennesimo sorriso. “Dai, vieni qui.” gli dice poi allargando le braccia, vedendo il suo visino farsi rosso per la vergogna del rimprovero.
A Luke piace stare con quell’uomo. Incarna il suo ideale in tutto e per tutto, sa che vorrebbe diventare come lui, da grande. Guarda l’erba tra le sue gambe, fa sbattere la punta dei piedi l’una contro l’altra. “Mi manca un po’ casa.”, bisbiglia un po’ come se fosse qualcosa di sbagliato, come se avesse paura di farlo sentire in colpa, o qualcosa del genere.
“Puoi tornarci quando vuoi, Luke.”
Lui annuisce, lo sa. Glielo ha letto negli occhi la prima volta che lo ha incontrato, che con lui sarebbe stato bene, che non avrebbe mai avuto problemi. È felice, col professor Layton. Però, per quanto suo padre stesse poco tempo con lui, per quanto preferisse il lavoro alla famiglia, è sempre un bambino, e un po’ ha nostalgia di casa. È normale, era pronto quando se n’è andato.
Tira appena su col naso, ma non piange. I veri gentiluomini non piangono, non in pubblico, almeno. In compenso, sfrega appena la testa contro il suo petto - in fondo questo non glielo ha ancora vietato nessuno, quindi va bene, no?
“Ehi, Luke”dice l’uomo sottovoce, accarezzandogli la testa “ti va un gelato?”
Vorrebbe ribattere, dire che non è un bambino e che non ha bisogno di questi trucchetti per sentirsi meglio. Però non si rifiuta mai un invito da un uomo così gentile, quindi annuisce un paio di volte, con forza, dando il permesso al professore di alzarsi in piedi e tendergli la mano.
Lui la prende, stringe con una il professor Layton e con l’altra la zampetta del suo orsetto, il cubo di Rubik riposto accuratamente dentro il marsupio.
Casa gli manca un po’, ma in fondo, con quell’uomo gentile vicino, per un po’ potrà farne a meno.

professor layton, fanfiction, autore: naripolpetta

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