Titolo: You numb my pain
Fandom: Castle
Pairing: Ryan/Esposito
Rating: PG15
Conteggio parole: 526 (FDP)
Genere: Angst, Hurt/Confort, Romantico
Warning: Flashfic, slash
Note: Scritta per il Come as you are not 3 @ fanfic italia.
L'icona l'ho presa da
qua (luogo dove probabimente potrete vederla da...mmmh...domani credo!)
Riassunto: "Non si erano aspettati un conflitto a fuoco, dovevano fare solo qualche domanda di routine a quel tizio. Non era nemmeno sospettato dell’omicidio su cui stavano indagando. Invece l’uomo aveva tirato fuori la pistola e aveva esploso due colpi e poi era fuggito."
Perché è una maschera: io che scrivo slash...angst? Suvvia può capitare solo una volta l’anno! E non sono nemmeno così sicura che sia effettivamente slash! Ed è la prima volta che scrivo su questo fandom (che io oltretutto shippo una coppia completamente diversa!).
You numb my pain
L’impatto della pallottola contro la carne aveva fatto un rumore umido, osceno. Ryan era caduto a terra con un grido, il sangue che si allargava sul bianco della camicia. Esposito si era chinato sul compagno urlando nella radio:
- Agente a terra!
Poi aveva guardato il volto sofferente di Kevin, disperato:
- Coraggio, cariño, resisti, stanno arrivando i soccorsi. Non mollare!
Kevin si leccò le labbra, aveva tanto freddo ma lo confortava la presenza del suo compagno, del suo migliore amico. Sentiva che con Javier al suo fianco sarebbe andato tutto bene. Esposito gli teneva la mano come aveva fatto tante volte prima di allora. Non si erano aspettati un conflitto a fuoco, dovevano fare solo qualche domanda di routine a quel tizio. Non era nemmeno sospettato dell’omicidio su cui stavano indagando. Invece l’uomo aveva tirato fuori la pistola e aveva esploso due colpi e poi era fuggito. Esposito osservò il volto così pallido di Kevin, gli era sempre piaciuto il contrasto della sua pelle scura contro quella chiara del compagno, ma ora quel pallore lo riempiva di sgomento. Gli occhi di Kevin si stavano chiudendo e lui lo spronò a resistere. E Kevin aveva provato ad allungare le labbra in un sorrisetto sghembo.
- Non provarci nemmeno a lasciarmi, Kev, comprende?
- Javi…
Ryan si leccò le labbra aride: avrebbe voluto dirgli tante cose ma in quel momento sentiva solo il dolore scavargli dentro con artigli roventi e la mente scivolare via verso un limbo ovattato. Javier sosteneva la testa di Kevin cercando di arrestare l’emorragia con qualsiasi cosa si trovasse sotto mano. Quando l’autoambulanza si fermò col suo rumore sordo e i paramedici presero in consegna il ferito, Esposito si trovò solo per strada, le mani lorde del sangue del compagno. Non si era reso conto che il viso era umido di lacrime e sudore. Il furore che covava dentro esplose all’improvviso: avrebbe preso quel figlio di puttana. Kevin avrebbe capito.
Kevin nuotava lottando per ogni bracciata contro quel liquido lattiginoso e viscoso. Sapeva che non doveva mollare, ma era così debole e le forze cominciavano a mancargli. Dall’altra parte lo aspettava Javier, questo Kevin lo sapeva e sapeva anche che doveva lottare per tornare da lui. Non capiva come e perché fosse in quella situazione ma i ricordi di loro insieme lo spronarono a continuare quella agonizzante nuotata. Quando Ryan aprì gli occhi la stanza d’ospedale era avvolta dalla penombra. Javier gli teneva la mano e lo guardava con un’espressione piena d’amore e paura.
- Sei stato qui tutto questo tempo?
Mormorò rauco Kevin.
- No. Prima ho preso quel bastardo hijo de puta che ti ha fatto questo!
Javier sorrise, con una mano scostò i capelli dalla fronte umida di Ryan. Gli posò un bacio leggero sulle labbra riarse. Ryan chiuse gli occhi.