Titolo: La quiete prima della tempesta
Fandom: Raised by wolves (©
W.A.Hoffmann)
Personaggi: Pete, Striker, Will e Gaston, (nominata) Sarah.
Pairing: Pete/Striker
Rating: PG
Avvisi: slash, contiene in qualche modo spoiler al secondo libro della saga, "Matelots".
Prompt: "Nave pirata" per la
HSM Maouropia Treasure Hunt @
fanfic_italia. La mia scheda è appiccicata
qui.
Disclaimers: Pete, Striker, Will, Gaston, Sarah e tutti gli altri personaggi, le ambientazioni, le navi e le trame citate non mi appartengono, ma fanno parte della serie "Raised by Wolves" creata da W.A. Hoffmann che ne detiene tutti i diritti del caso e con la quale non ho alcun legame. Per maggiori informazioni, potete consultare il suo sito (
qui) e magari comprare i libri.
In soldoni, non la conosco, lei non conosce me, questi personaggi non sono miei e io non ci prendo un euro.
Riassunto: “L'incubo cominciava sempre con le nuvole all'orizzonte."
LA QUIETE PRIMA DELLA TEMPESTA
L'incubo cominciava sempre con le nuvole all'orizzonte.
Pesanti nuvoloni grigi come fumo, carichi di pioggia e pronti a scaricare su di loro l'inferno alla prima occasione. La nave su cui si trovava non era la Lilly ma un'altra molto più piccola e veloce. Il legno delle paratie era ancora buono, le vele intere e le assi sotto ai suoi piedi non scricchiolavano come avrebbero fatto se la nave fosse stata in mare almeno un paio di mesi.
Pete non aveva idea del perché si trovasse lì o che rotta stessero seguendo. Guardava l'orizzonte e non vedeva altro che mare; così lontano dalla costa non c'era niente che potesse prendere come punto di riferimento per orientarsi.
La nave appariva deserta e lui non sapeva se ci fosse davvero qualcuno, da qualche parte. Non sentiva nemmeno qualche voce lontana. Nemmeno le onde; ma non gli importava. L'unica cosa che sembrava attirare la sua attenzione, in realtà, era il fatto di trovarsi lì e non saperne il motivo. Non era mai stato tanto ubriaco da imbarcarsi su una nava a caso. Non senza Striker, almeno.
A quel punto del sogno, il rombo lontano del tuono annunciava l'arrivo di un'altra nave. All'inizio non lo aveva saputo, naturalmente, ma adesso ogni volta aspettava quel suono, ogni volta puntava lo sguardo lontano per anticiparla.
Da principio non era stata che un'ombra vaga e poi era andata definendosi sempre di più, fino a diventare la figura pesante di un vascello senza bandiera. Notte dopo notte Pete aveva tentato di distinguere le figure che camminavano sul ponte ma per quanto si sforzasse, non ne aveva cavato niente.
Era come quando cercava di leggere. Le lettere erano lì, ben chiare sul foglio, ma continuavano a muoversi senza dargli il tempo di capire che cosa volessero dirgli.
Ora, però, c'era qualcosa di diverso. Appoggiò le mani sul bordo e si sporse in fuori, verso l'acqua.
Il vascello sembrava più vicino. Non tantissimo, ma abbastanza da rendersi conto che se lui non si trovava sulla Lilly era perché quella era lì davanti a lui e la stava guardando da più di un mese, immobile in quelle acque sconosciute. Adesso anche gli uomini sul ponte avevano qualcosa di famigliare, erano Will e Gaston, vedeva perfino le sfumature rosse dei capelli del francese pazzo. Avrebbe voluto gridare ma un'ombra si allungò di fianco a lui e catturò la sua attenzione più di qualsiasi altra cosa. Non aveva bisogno di voltarsi per riconoscere Striker nelle spalle dritte e nella forma allungata del viso. La sua ombra era tanto più piccola e così meno slanciata della sua.
“Sai che la scelta è tua, Pete. Lo è sempre stata.”
Quando si voltò, però, Striker non c'era.
E non c'era più nemmeno l'ombra.
Si svegliò di scatto, agitandosi al punto che l'amaca prese ad ondeggiare.
Striker mugugnò qualcosa di incomprensibile e si voltò, incurante dell'agitarsi delle corde sotto al suo corpo, per allungargli un braccio addosso e stringerlo a sé. Pete non aveva fatto che allontanarlo per tutto il giorno, arrivando a pestarlo quando era stato necessario, ma non c'era altro posto dove dormire su quella barca sovraffollata e aveva dovuto adattarsi. Lo lasciò fare, comunque, perché gli sembrava di avere ancora addosso l'aria tesa del sogno e sperava che quello fosse un buon modo di liberarsene.
Ripensò alla barca lontana da lui e all'ombra priva del corpo di Striker al suo fianco. Ripensò al desiderio di Striker che li aveva fatti litigare e che li avrebbe fatti litigare ancora se lui non avesse ceduto. Solo che non voleva. Non era giusto. Sospirò, decidendo che la notte non portava consiglio come diceva Will.
La notte non portava niente, se non l'alba e l'arrivo di Sarah.
Ma questo, sfortunatamente, ancora lui non lo sapeva.
Note:
Temo che le note saranno più lunghe della storia stessa, questa volta. C'è qualcuno che ha letto questa serie di libri oltre a me e alle due (2) persone che secondo Anobii possiedono almeno il primo libro? Spero di no, perché altrimenti mi faranno martire per come ho tirato a caso le dimensioni delle varie barche e la descrizione di Striker che, lo ammetto, non mi ricordo come sia fatto se non che è più basso di Pete. O almeno mi sembra. Quello di cui sono certa è che Pete è molto alto e slanciato e che è bello come un Dio greco. Ora, ammetto che avrei voluto far parlare il Golden One, ma non avrei saputo come rendere la parlata e ho preferito che pensasse e basta, una cosa che l'autrice non ci concede di leggere visto che i libri sono scritti dal punto di vista di Will. Posso azzardare a dire che questa è la prima fanfiction italiana su questa serie in circolazione? Posso? Anche se un po' me ne vergogno, in effetti. Potevo fare di meglio :(
Sono consapevole che questo sia un tentativo molto poco riuscito di incursione in questa saga. L'idea era di renderle giustizia con una cosa totalmente diversa, ma poi non ho avuto tempo e questo è ciò che ne è venuto fuori. Prendetela per quello che è, magari in futuro riuscirò a fare di meglio. Baci.