Titolo: Il Cespuglio e la Fatina
Fandom: Code Geass
Personaggi: Euphemia Li Britannia, Cornelia Li Britannia
Rating: Per tutti
Conteggio Parole: 359 (capitolo I), 441, (capitolo II), 364 (capitolo III). 1164 (totali) [FiumiDiParole]
Riassunto: [...]Nel ventre del fiero Cespuglio, riposa una minuscola Fatina dai capelli rosa.
Le sue ali sono troppo piccole, per librarsi nel cielo, ma lei non lo sa perché nessuno le ha mai insegnato a volare.
Note: Ha partecipato all'iniziativa di Fanworld.it "Cielo d'Estate". °w°
A me piace considerarla una specie di piccolo esperimento per avvicinarmi al fandom. E' piccola e orribile e carina a modo suo.
Grazie in qualunque caso. <3
E' la prima volta che posto in questa community, benchè la seguo sempre con gran piacere ormai da un po'. éwè *sta tremando di paura* Spero di non fare nessun danno irreparabile. ç.ç
In un piccolo angolo di paradiso dimenticato dal mondo vive un Cespuglio di rose.
Non ha un aspetto particolarmente bello o rigoglioso ed è anche un po’ vecchio, ma non gli importa.
Resiste con testardaggine alle intemperie, rubando l’acqua, quando necessario, alla coltivazione circostante.
Non gli importa davvero se la bambina che l’ha piantato lo ha oramai abbandonato da parecchi anni ne che i pochi passanti che riescono a scorgerlo attraverso gli alberi, spesso, lo additino come brutto e da estirpare.
Svetta ugualmente maestoso tra le possenti querce, come un re; ed ogni anno sboccia con orgoglio, ricoprendosi di due soli fiori dalle tinte ametista e l’intossicante profumo dolciastro.
Nel ventre del fiero Cespuglio, riposa una minuscola Fatina dai capelli rosa.
Le sue ali sono troppo piccole, per librarsi nel cielo, ma lei non lo sa perché nessuno le ha mai insegnato a volare.
Dorme serena rannicchiata su un fianco, protetta dall’inaccessibile groviglio di rami e spine acuminate.
Ad ogni risveglio -che sia esso agli inizi della Primavera o in Inverno inoltrato-, il Cespuglio si cura sempre di farle trovare tutto ciò di cui è certo abbia bisogno.
Acqua, cibo, calore. Affetto e compagnia.
La Fatina vorrebbe tanto, anche una sola volta, per un secondo soltanto, uscire fuori. Vedere cosa si cela al di là dell’inaccessibile intreccio di foglie che le nasconde il mondo alla vista ma non trova mai il coraggio di dirlo al suo amico Cespuglio.
Quelle premure tanto gentili le scaldano il cuore e lei finisce sempre con il sentirsi inevitabilmente in colpa per quello sciocco desiderio che coltiva in segreto.
“Se qualcosa ti turba, piccola Fatina, non devi fare altro che dirlo. Ti ascolterò.” sussurrano le foglie smosse dalla brezza.
Lei nega e sorride. Ringrazia il Cespuglio per il semplice fatto di esistere.
E dopo essersi saziata ed aver ringraziato nuovamente con un leggero bacio per ogni corolla si stende e torna a riposare.
La frangia le ricade morbida sulla fronte diafana, mentre una foglia leggermente più grande delle altre si sposta per coprire il suo corpicino nudo e mettere al sicuro le ali da eventuali insetti troppo curiosi.
Quelle ali che lei non saprà mai essere troppo piccole, per volare, perché il Cespuglio non le hai mai insegnato a farlo.
Socchiude un occhio, la piccola Fatina, e, a fatica, mette a fuoco il marrone sbiadito dell’intreccio che la custodisce.
Uno strano odore mai sentito prima le accarezza le narici, sospinto da un’insolita brezza particolarmente gelida.
E’ strano, quell’odore. Un po’ aspro, appena appena pungente; le rinfresca piacevolmente le viscere ogni volta che lo respira.
Ma è così dolce che la Fatina non resiste.
Lentamente si solleva sulle braccia e si mette seduta. Poggia con estrema delicatezza le mani sull’unica foglia verde che le ha fatto da coperta e rimane qualche secondo ad ascoltare l’amico respirare.
Il Cespuglio sta dormendo.
Dev’essere quel periodo in cui anche lui si concede qualche tempo di riposo in sua compagnia. Le piace, dormire abbracciata ad un suo rametto sapendo che anche lui sta facendo altrettanto ma quel profumo le continua ad accarezzare le narici e rinfrescare le membra e…
Riapre gli occhi, sorridendo.
Piano scosta la foglia e muove qualche passo leggero, fino a raggiungere il muro di rovi che le fa da scudo.
Sollevandosi sulle punte per guardare oltre una spina acuminata riesce ad intravedere uno spruzzo di cielo azzurro, limpido come i suoi occhi.
Sorride emozionata, come se lo vedesse per la prima volta. Scivolando tra un ramo e l’altro riesce a raggiungere l’estremità del Cespuglio.
Da quella posizione l’angolo celeste che riesce a scorgere è ancora più ampio e il profumo diventa più intenso.
Sbatte le palpebre, estasiata: non immaginava, che il Mondo Esterno potesse avere odori tanto deliziosi. Vorrebbe tanto vederla con i suoi occhi, la fonte di quel profumo.
Poggia il palmo su di un piccolo ramo che le farà da trampolino per il decollo e deposita un bacio leggero sulla corteccia.
E’ solo colpa sua, se non è mai riuscita ad uscire fino a quel momento. E’ una fifona e non è certo colpa del Cespuglio se lei è sempre stata troppo codarda per porgli una semplice domanda.
Sorride ancora e, in silenzio, spicca il volo.
Le vuole bene, il Cespuglio, è suo amico; le avrebbe certamente risposto di sì. Tanto torna subito.
La sensazione di librarsi in aria come una farfalla è tutta nuova ed incredibilmente piacevole, ma le sue ali sono troppo piccole per sostenere il suo peso, e la dolce Fatina precipita al suolo pochi istanti dopo essersi separata dall’amico.
Affonda in uno strano manto bianco mai visto prima, che le gela la pelle appena ne entra in contatto.
Piange una lacrima di rugiada quando si rende conto che il calore del Cespuglio non può più proteggerla, ora che sono lontani.
Ha tradito la sua fiducia; avrebbe dovuto chiedere, prima di azzardarsi a realizzare da sola un desiderio tanto sciocco.
Il suo ultimo battito è per lui, che tanto l’ha amata e custodita come la gemma più preziosa.
Quando il cespuglio si risveglia, ai primi tepori della Primavera, la brutta sorpresa che il destino gli ha riservato gli fa quasi perdere la ragione.
Il minuscolo corpicino della Fatina giace, inerme, a pochi passi da lui. E’ rannicchiato su un fianco, gli da la schiena e sembra stia dormendo beata tra i primi ciuffetti d’erba.
Ma la pelle è incredibilmente pallida ed un’ala si è spezzata.
Il suo primo impulso è quello di gridare, anche se sa benissimo essere un cespuglio incapace di farlo.
Si tende disperato verso di lei ma le radici lo tengono saldamente ancorato al terreno e non ha foglie da poterle far cadere addosso, per riscaldarla almeno un po’.
Quel giardino è diventato d’improvviso incredibilmente gelido.
Perché è lì? Perché è uscita? Senza di te non è in grado di sopravvivere, è troppo piccola. E indifesa. E non sa volare, nessuno glielo ha insegnato; tu non hai voluto insegnarglielo perché altrimenti l’avresti persa per sempre. E’ troppo piccola. Ha bisogno di te. Ha bisogno di te!
Se fosse l’odiosa bambina che lo ha abbandonato dopo averlo piantato lì scoppierebbe a piangere, ma è solo un cespuglio e i cespugli non hanno occhi con cui poter piangere.
Il cuore di rovi in cui la teneva rinchiusa per proteggerla si spezza e cade a terra.
Da quell’anno il Cespuglio smise di fiorire e divenne ancora più malandato e ancora più vecchio ma non si arrese.
Impiegò giorni, mesi, anni per riuscire ad allungarsi i centimetri sufficienti a raggiungere l’amica tanto amata. Fece crescere intorno al corpo ormai freddo della piccola Fatina uno scudo di rovi e spine da cui, questa volta, non sarebbe potuta uscire più nemmeno volendolo.
Poi, finalmente tranquillo, si addormentò.
“Va tutto bene. Sono qui, e ci sarò sempre. Va tutto bene. Un giorno, magari, potrei insegnarti a volare, se vorrai. Va tutto bene.
Se qualcosa ti turba, piccola Fatina, non devi fare altro che dirlo. Ti ascolterò.”
Visse ancora tanti e tanti anni, il Cespuglio, con il solo scopo di proteggere la piccola Fatina dai pericoli del Mondo Esterno.
Continuò a curarsi di farle trovare sempre tutto ciò di cui era certo avrebbe avuto bisogno.
Acqua, cibo, calore. Affetto e compagnia, nel caso un giorno si fosse svegliata.
Ma non fiorì mai più.