[RPF Adam Lambert] A Sucker For Your Sound

May 20, 2010 11:04


Titolo: A Sucker For Your Sound
Autrice: shinu (cuorefreddo)
Beta: lyrael67 
Fandom: RPF cantati
Pairing: Adam Lambert/Tommy Ratliff (cantante e relativo tastierista).
Genere: PWP 
Rating: NC17
Warnings: slash, linguaggio, sesso descrittivo, voyeurismo/esibizionismo 
Contaparole: 1678 (Criticoni), capitolo unico
Prompt: scritta seguendo i prompt dirty talk e una libera interpretazione di sesso in luoghi pubblici (di nascosto) dalla lista di acardia17  @ hotfic_exchange , e il prompt 48 (luogo di ambientazione: Sotterranei) della Criticombola per conto della sfida Ultimo Minuto.
Disclaimer: L'unica cosa reale è la gaiezza di Adam, il resto è tutto frutto della mia fantasia. I due sono persone reali, non mi appartengono e non si intendono offese alla loro persona con questa storia.

Note: Questa fic è stata ispirata dal famoso bacio durante gli American Music Awards - praticamente tutto quello che dovete sapere sulla coppia per leggere questa fic - ed è stata scritta per il compleanno dell'amorevole acardia17 . ♥
La storia è legata alla canzone A Sucker For Your Sound degli I Monster (qui video, testo e traduzione) da cui prende anche il titolo in segno di omaggio, e alle atmosfere di For your Entertainment dello stesso Adam Lambert (qui in versione decente). A loro appartengono le citazioni rispettivamente alla fine e all'inizio della fic.

Trama: Adam, Tommy, un camerino. Assolutamente PWP.



Oh!
Do you know what you got into?
Can you handle what I'm about to do?
‘Cause it's about to get rough for you,
I'm here for your entertainment.*

"Shh, fa' piano!"

Tommy non poté trattenere un gemito e si morse il labbro mentre Adam torceva una mano nei suoi boxer. Dall'altro lato della porta del camerino su cui le sue spalle erano premute si riuscì chiaramente a distinguere la voce di Lauren, la loro assistente trentenne, assicurare ad un giornalista che Adam sarebbe stato pronto per una breve intervista in una decina di minuti.

"Sei tu che non hai fatto altro che pomiciare selvaggiamente con chiunque ti capitasse a tiro, stasera," ansimò Tommy. "Non venire a dirmi che non te la sei cercata. Me l'hai fatto divenire duro quasi all'istante, con quella cazzo di canzone."

Adam ridacchiò, sbottonandogli i pantaloni di pelle per avere più spazio di movimento. "Perché a te questo dispiace immensamente, vero?" gli alitò sul collo, muovendo la bocca sulla sua pelle per andare a mordergli un lobo, senza curarsi del vistoso orecchino argentato.

Tommy fremette, arpionandogli aggressivamente il sedere e tirandoselo addosso. "Voglio venirti in bocca, razza di puttanella." gli soffiò sulle labbra. "Chissà che sentire il mio gusto in gola non ti impedisca di flirtare con qualsiasi essere di sesso maschile che incontri appena uscito di qui!"

"Beh, sicuramente funzionerà per i prossimi dieci minuti," ammiccò Adam con un largo sorriso canzonatorio, lasciandosi cadere in ginocchio. "Tu però riuscirai a non fare troppo rumore?"

Non lasciandogli il tempo di rispondere gli calò i pantaloni, aprì la bocca e vi risucchiò gentilmente dentro quella carne bollente e tesa per l'eccitazione, strappandogli un mugolio che interruppe qualsiasi rimostranza.

Tommy digrignò i denti, chiudendo gli occhi e appoggiando la testa all'indietro contro il legno sottile. Al di là della porta si sentirono dei passi andare e venire, e il cigolio sferragliante delle ruote di un carrello metallico pieno di dio sa cosa. Trovandosi nei sotterranei di un grande teatro, qualsiasi suono riecheggiava tra le pareti, favorito da uno strano gioco di acustica: non il massimo, per una sveltina. Tommy si portò una mano al volto, mordendosi la carne morbida tra il pollice e l'indice nel tentativo di soffocare i suoni disperati che gli uscivano di gola, e abbassò lo sguardo.

Dal basso Adam gli sorrise, la bocca piena della sua erezione, cominciando a muovere la testa avanti e indietro. Con una mano accarezzò la porzione esclusa da quell'inferno umido, scendendo poi a solleticargli e coccolargli i testicoli. Dopo qualche momento - ma avrebbero potuto anche essere ore - Adam serrò con forza le labbra attorno al suo glande e succhiò con tutta la forza che aveva, roteando forsennatamente la lingua attorno a quel che aveva in bocca. Il gemito rauco di Tommy fu così intenso che Lauren bussò preoccupata alla porta.

"Tutto bene lì dentro, Mr. Lambert?"

La risatina di Adam vibrò tutt'attorno alla lunghezza di Tommy, dato che ora era scivolato di nuovo in avanti, ingoiandolo quasi del tutto. "Sei un cazzo di imbuto, ecco cosa sei," boccheggiò Ratliff tra un ansito e l'altro, tenendo la voce accuratamente bassa nonostante l'affanno. ‘Fanculo, probabilmente Lauren li avrebbe sentiti comunque - conoscendola, in quell'esatto momento se ne stava con l'orecchio incollato alla porta, la maledetta pervertita - ma non aveva intenzione di rendersi più ridicolo del necessario. "Fammi venire, figlio di- mpfh."

Non riuscì a completare la frase perché Adam fece qualcosa con la gola mentre contemporaneamente gli infilava un indice - umido di saliva, sudore e fluidi - tra le natiche, stuzzicando tormentosamente la sua apertura. "Cazzo," alitò Tommy senza emettere suono, tornando a spingere la testa all'indietro mentre lo sentiva farsi strada oltre lo stretto anello di muscoli. Senza potersi trattenere oltre, spinse i fianchi in avanti un paio di volte e venne.

Questa volta il pugno che si premette sulla bocca servì ad attutire il suono gutturale che gli sfuggì dalle labbra, ma nei sussulti dell'orgasmo tirò una gomitata alla porta, provocando un altro scoppio di risatine trattenute - e di vibrazioni dolorosamente deliziose - in Adam, che stava scrupolosamente leccando via le ultime tracce di seme dal suo uccello. Lambert lo fissò per un momento con occhi pieni di malizia prima di lasciarlo andare, alzandosi in piedi.

"Tutto bene, Lauren, non preoccuparti," gridò, la voce resa roca dal precedente sforzo, mentre Tommy ansimava ad occhi chiusi contro la porta.

"E' atteso per una breve intervista, Mr. Lambert, non tardi troppo!"

La voce di Lauren suonò stranamente vicina e Adam inarcò suggestivamente le sopracciglia, scambiando uno sguardo complice con Tommy. Il ragazzo fece un lento sorriso, ancora senza fiato, e lo attirò sé per un bacio. Nelle sue intenzioni avrebbe dovuto essere qualcosa di indolente e soddisfatto, ma chiaramente l'altro non era dello stesso pare. Quando le loro bocche finalmente si separarono, ansanti, Adam gli premette la sua erezione su un fianco, provocandogli un brivido.

"Non hai idea di quanto vorrei scoparti," sussurrò, "piegarti sul tavolo del trucco e sbattertelo dentro."

La mano di Tommy, che stava scivolando tra i loro corpi per raggiungere l'uccello dell'altro, si bloccò all'istante mentre il suo volto andava a fuoco e impallidiva nello stesso momento. Tentò di dire qualcosa, ma lo sguardo penetrante di Adam lo teneva inchiodato alla porta senza via di scampo. Era in momenti come questo che si rendeva conto di come l'altro avrebbe potuto fargli - o fargli fare - qualsiasi cosa, e lui non avrebbe opposto la minima resistenza.

"O anche qui, che ne dici?" mormorò la voce. Si sentì il tintinnio di una fibbia che veniva slacciata e un frusciare di stoffa. "Prendere quel tuo bel culetto stretto e farti venire sulla porta del camerino... con l'orecchio di Lauren a quattro centimetri di compensato da noi. Chissà se sentirebbe i singoli schizzi?"

Le salde dita di Adam si strinsero attorno al polso di Tommy, che lo fissava come ipnotizzato. Con una lieve pressione lo fece voltare lentamente contro la porta, finché non vi si premette sopra con una guancia, le mani aperte ai lati della testa e le gambe lievemente divaricate, i pantaloni di pelle nera dimenticati in una pozza ai suoi piedi. Il suo sedere nudo faceva capolino da sotto la giacca di lustrini che aveva indossato per lo spettacolo, magro e pallido e ricoperto da una lievissima patina di traspirazione.

Adam intrecciò le mani alle sue, incollandoglisi addosso. Tommy poté sentire ogni parte del proprio corpo venire ricoperta dall'altro - pantaloni di sartoria contro le sue cosce nude, la bocca di lui che si strofinava morbidamente tra i capelli corti della sua nuca, l'ampio torace che quasi lo schiacciava sul legno della porta - e al centro di tutto il suo uccello, bollente e asciutto, che gli si annidava lungo la piega delle natiche. Si inarcò all'indietro come poté, preso dall'urgenza di sentirlo su di sé in tutta la sua lunghezza. Le parole erano come sparite dalla sua mente, lasciandolo con gli occhi sgranati a prendere brevi respiri tremuli, come una preda messa all'angolo. Adam avrebbe anche potuto prenderlo così, telegrafò il suo cervello frenetico, senza preparazione!, ma l'informazione sembrò andare persa nel flusso sconvolgente delle sensazioni. Era un'esperienza bizzarra raggiungere dei picchi di eccitazione mentale così intensi in uno stato di totale soddisfazione sessuale, ma, come scoprì, una cosa non impediva l'altra.

"Peccato non avere il tempo per fare le cose per bene," bisbigliò la voce di Adam a pochi centimetri dal suo orecchio, "per questa volta mi dovrò accontentare."

Continuando a mordicchiargli e baciargli la nuca cominciò a spingersi lentamente contro di lui, facendogli scivolare l'erezione tra le natiche e poi tornando al punto di partenza. Tommy ebbe un fremito quando la sentì sfiorare la sua apertura e passare oltre, sfregandosi avanti e indietro. Assecondò le spinte sporgendo all'infuori il bacino e contraendo i muscoli, cercando di offrirgli il maggior contatto possibile. Ansimarono assieme mentre i movimenti di Adam si facevano sempre più veloci, in un crescendo lento ma deliberato, dimentichi della situazione e del luogo.  Lambert usò il suo collo per soffocare i gemiti sempre più pressanti, boccheggiando sulla sua pelle. Quando finalmente venne, spargendogli un'ondata perlacea sulle natiche, lo morse forte su una spalla e il suono strozzato gli riverberò fino nelle ossa.

Rimasero premuti l'uno contro l'altro per qualche minuto, in una bizzarra sorta di abbraccio. Poi Tommy sentì Adam sollevarsi con un sospiro, e dopo qualche armeggiamento di nuovo il rumore della fibbia che veniva allacciata. Si tirò su anche lui, sfilandosi distrattamente i boxer e usandoli per ripulirsi alla meglio prima di lanciarli nel cestino. Le gambe gli tremarono quando si chinò a raccogliere i pantaloni, e sentì la mano di Adam posarglisi affettuosamente sul sedere, accarezzandolo con il pollice in un gesto possessivo.

"Adoro i tuoi capelli," lo sentì dire mentre si rialzava, abbottonandosi e ricomponendosi. "Corti e pungenti dietro, ma davanti abbastanza lunghi perché tu ti ci possa nascondere in mezzo. Come una corazza," rifletté pigramente. "Da cosa ti proteggi?"

La domanda restò irrisolta. Le dita di Adam si arrampicarono lungo le vertebre sporgenti di Tommy fino a raccogliersi a coppa sulla sua nuca, accarezzandogli i capelli con il pollice nello stesso modo che aveva usato poco prima. Poi si chinò in avanti a baciarlo, facendogli guizzare la lingua in bocca e stringendo il suo volto tra le mani.

"Devo andare, ora." Lo scalpiccio nervoso di Lauren al di là della porta era chiaramente udibile. "E niente flirt con esseri maschili indeterminati, prometto." Gli fece un sorriso un po' malandrino. Tommy non disse nulla, limitandosi a fargli un cenno senza staccargli gli occhi di dosso.

E poi si ritrovò solo in un camerino che non gli apparteneva, Adam chissà dove a firmare autografi alle fan. Era così che funzionava, con lui. Aveva il talento di farti sentire l'unica persona nell'universo, e lo usava con generosità - permettendoti persino di credere, per un folle momento, di avere tu le redini - ma bastava uno schiocco di dita per infrangere l'illusione. Tommy assaporò quietamente il sapore della verità, mentre si faceva scivolare ancora una volta la frangia sugli occhi.

Oh, don't you know,
Oh, you're not the kind of boy
I bring home to my mother and father
Mother and father

I'm a sucker for your sound
And I love it when you're loud
I'm a sucker for your sound,
You know I'm playing with you now.*

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NOTE:  (*)Traduzione delle canzoni:
1) Oh!/Sai in che cosa ti sei appena cacciato?/Puoi gestire quello che sto per fare?/Perché le cose per te si mettono male/sono qui per il tuo divertimento. [si ringrazia acardia17 per la consulenza]
2) Oh, non lo sai che/oh, non sei il genere di ragazzo/che presenterei a mia madre e mio padre/mia madre e mio padre. Sono dipendente dai tuoi gemiti/adoro quando sei rumoroso/sono dipendente dai tuoi gemiti/lo sai che sto solo giocando con te.



autore: shinu cuorefreddo, rpf: musica, fanfiction

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