[HP] ~ Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.

May 05, 2010 20:28

Titolo: Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco. (Considero valore tutte le ferite)
Autore: janetmourfaaill. (lachesilie)
Fandom: Harry Potter.
Personaggi e pairing: Draco Malfoy.
Rating: PG.
Warning: AU, Self-centered, Angst, Introspettivo.
Word count: 546.
Note: Mi sono immaginata Draco nella sua casa di campagna, all'imbrunire. Isolato dal contesto magico, c'è solo lui e la sua vita, le sue considerazioni stanche su quella che è divenuta la sua esistenza.
E sarà periodo, sarà - non so che cosa, onestamente - ma scriverla mia ha come un po' demolita dentro. Forse perché è stato un po' come scrivere su di me - perché Draco sono io, in questo caso, e in modo anche abbastanza palese.
A parte ciò, credits per il titolo al grandissimo Erri De Luca e alla sua splendida poesia, "Valore", che è tra le cose più belle che io abbia mai letto e sentito, profondamente e totalmente.
Partecipante al F3.U.CK.S fest @ fanfic_italia , ringraziando ovviamente anche settenote , dal cui Set Bemolle - già claimato mesi fa - estraggo "Il fiume" di Ludovico Einaudi. Vi consiglio di ascoltarla mentre leggete, infonde un senso di... pace.
Dedicato a tina_nocturne , più per un fatto istintivo che per altro. Dedicato anche a me, perché ne ho bisogno.



Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.

(Considero valore tutte le ferite.)

Le ore, veloce o lenti che siano, si susseguono per Draco come monete di piccola taglia riposte in un vaso con noiosa costanza, una dopo l'altra, senza tenerne il conto.
Passano e scivolano tra un foglio o un tavolo, una sigaretta fumata all'aperto sotto un freddo tagliente o un vento leggero, tra pratiche e lettere, visite e soste. Ha ore che gli graffiano la schiena e gli chiedono perdono per essere così pesanti e farlo penare a tal modo, ha minuti frenetici che disprezzano la sua calma e si affrettano al suo posto scorrendogli addosso con pinne agitate e ruvide, ha secondi di cui non si accorge e che ridono di lui a quel modo infantile e argentino leccandogli dita e polsi senza sosta.
Giorni su giorni su giorni su giorni su giorni e a Draco sembra di bere sempre la stessa acqua e camminare sempre sulla stessa strada, spinto contro un terreno che lo inghiotte sempre nello stesso modo, attratto da momenti che lo portano a commettere sempre gli stessi errori, spaventato da percorsi che finisce sempre per seguire ciecamente.
Settimane su settimane su settimane su settimane su settimane ed è come assimilare sempre gli stessi concetti, analizzare con calma e freddezza i propri sbagli per poi commetterli lo stesso e con meticolosità, con una puntualità matematica. Pasti freddi da consumare in religioso silenzio senza condirli o apparecchiare, mentre fuori è già pomeriggio inoltrato e Draco inspira sbattendo velocemente le palpebre e chiedendosi dove sia finita la luce di poco fa - ed è strano perché non sempre è spiacevole perdere tempo a questo modo, a volte gli sembra quasi di vorticare in una calma che comprende solo se stesso e che lo vela di nulla e illusione, ma è un susseguirsi di niente che gli appartiene e di cui è consapevolmente geloso.
Ha stagioni su cui fare affidamento e mesi su cui orientarsi seguendo scie di abitudine che si ripetono anno dopo anno, e a volte si rende conto di non star propriamente vivendo, gli si gonfia il petto e ne scaturisce un respiro stremato, angosciato, che gli percorre il corpo intero prima di bruciargli le labbra e sfuggirgli con passione - ma sono attimi, momenti che fuggono da lui perché temono il suo giudizio fermo e imperturbabile, e subito è un tornare a quello che c'era prima accontentandosi di vivere (oppure no) di secondi e minuti e ore che fanno da cornice a un quadro che non c'è.
A Draco piace ascoltare la musica senza rendersi conto di starlo facendo; gli piace che essa si confonda con l'ambiente come l'aria, che si disperda entrando in contatto con i suoi gesti e tutto quel tempo che passa senza che nulla lo scandisca in nessun modo. Sente le note poggiarsi morbidamente sul legno e agitarsi sulle pareti, addossarsi accanto ai libri, adagiarsi piano sulla sua pelle e segnarla con quel candore di cui lui ha estremo bisogno per rendersi conto di poter sentire, ancora, di poter sentire in ogni senso e di essere lì, antagonista di quel tempo che non lo ascolta e non lo segue e non lo vuole. Quel tempo che non gli appartiene, che sembra vivergli addosso, al suo posto.
E così ogni volta, stancamente, guarda il cielo ed è già sera.

autore: janetmourfaaill, !challenge: f3.u.c.k.s. fest, harry potter, fanfiction

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