Titolo: God put a smile upon your face
Fandom: RPF Fandom (?)
Personaggi:
chia25,
ary_true MONDO INGHIOTTTIMI
Parte: 1/1
Rating: PG
Conteggio Parole: 1196w. (
fiumidiparole)
Warnings: Fluff, Future!fic, What If
Note: Per prima cosa, partecipa al
W.W.F. di
fiumidiparole, Seconda settimana : Fluff Week vivaddio, almeno qui ci sguazzo, con il prompt HURT/COMFORT!FLUFF.
Questa fic nasce principalmente dal fatto che amo
ary_true come poche persone al mondo ed averci discusso stasera mi ha veramente ucciso. Quindi
el_defe ha parlato di fic con
lisachanoando e io sono partita e ho cominciato a chiedermi se potessi fare una cosa del genere - mi è stato risposto di sì e yay! Chiara è felice. Parte tutto dal fatto che io e la signorina succitata vogliamo entrambe andare all'Università a Pisa e fondamentalmente tutto nasce da questa cosa e dai millemila progetti che facciamo ogni giorno in ogni modo in ogni luogo e in ogni lago - quindi è una cosa molto crack e molto what if e che, fondamentalmente, potete apprezzare solamente se siete "di famiglia", vista la quantità non irrilevante di rimandi vari ed eventuali. &hearts
Ary, amore mio, ti voglio bene. Questa fic è un po' un patetico tentativo di farmi perdonare e ricordarti che, quando ti chiamo sunshine, io non scherzo neppure un po'. &hearts
GOD PUT A SMILE UPON YOUR FACE
Ary affonda il naso nel cuscino, ignorando il computer che dalla scrivania ancora gracchia sulla partita e desiderando con la forza della disperazione che tutto il mondo, a parte quel piccolo appartamento a Pisa, scompaia assolutamente nel nulla per non ritornare mai più. Questo è esattamente il genere di giornate in cui detesta visceralmente tifare una squadra di calcio - per di più composta da bellissime minchie che lei ama come poche altre persone al mondo e con cui, a parte sfoghi momentanei, non riesce veramente ad arrabbiarsi perché, dai, come puoi arrabbiarti con uno come Sammy che sorride come se il suo sorriso fosse la forza che permette all'universo di muoversi e di risplendere di luce ultraterrena? Non si può, ecco, o almeno lei non può, come ha urlato più e più volte durante la partita, pure quando la t!list, assatanata, chiedeva a gran voce la sua testa e quella del resto del tridente - anche se pure loro, esattamente come lei, passata la frenesia della partita torneranno ad amarli e a scrivere i loro nomi di qualsiasi superficie scrivibile contornati da cuoricini nerazzurri.
Sente la chiave girare nella porta e controlla svogliatamente l'orologio, constatando che, effettivamente, nonostante il caos della partita potrebbe benissimo essere Chiara di ritorno da Firenze -e suona molto come “di ritorno dall'oltretomba” e Ary se ne fotte allegramente di simili pensieri perché, seriamente, come hanno potuto perdere una simile partita?
«Ary?» si sente chiamare, mentre la compagna d'appartamento getta sul tavolo dell'ingresso - minuscolo ingresso uguale minuscolo appartamento da dividere, avrebbero dovuto capirlo da subito ma chissenefrega, stanno bene anche così - più o meno qualsiasi cosa abbia addosso, cappotto sciarpa guanti borsa chiavi di casa in un tripudio di fruscii e schiocchi che terminano con il borsello che si apre e una quantità improponibile di spiccioli (seriamente, perché tiene una quantità di monetine simile in un borsello che palesemente non può contenerli tutti?) si rovesciano sul pavimento in un gioioso tintinnio che non fa che far salire ancora il nervoso a Ary, che risponde all'amica con un mugolio contrariato, rigirandosi sul letto in modo da non vederla entrare nella stanza con il sorriso che di sicuro starà sfoggiando.
«Ah, ma sei qui.» constata Chiara, entrando in camera saltellando su una gamba sola mentre cerca contemporaneamente di sfilarsi la maglietta di Jovetić, sciogliere i capelli e scaldarsi dopo quel pomeriggio di gennaio passato allo stadio. Occhieggia distrattamente lo schermo del pc, prima di sospirare. «Liz ti sta invocando a gran voce, sclerando in ogni angolo del webmondo.» ridacchia poi, sedendosi sul bordo del letto, che cigola pianissimo.
«Sì, sono qui.» sbotta Ary, giusto un pelino più irritata di quando non vorrebbe e giusto un pelo più calma di quanto aveva pensato di poter essere vista tutta la situazione generale - tra l'altro, probabilmente le sta anche salendo un po' di febbre e si sente di poter odiare tutto il mondo senza una ragione specifica, come se ci fosse bisogno di una ragione specifica durante giornate simili. «Facciamo che nessuna delle due parla di nessuna partita, ti va?»
Chiara si blocca un secondo, la mano che aveva allungato a sfiorarle la spalla che si blocca a mezz'aria e poi si abbassa accompagnata da uno sbuffo, mentre comincia ad accarezzarle lentamente i capelli, ciocca dopo ciocca, insistendo delicatamente ogni volta che trova un nodo.
«Giacomo mi ha detto, sì. Mentre tornavamo.» sospira, allontanando con un calcetto la maglietta viola in modo che finisca dietro il comodino, lontano dagli occhi dell'amica. «Mi dispiace, lo sai. Ci sto male anche io.»
«Sì, ma il punto è che la Fiorentina ha vinto e tu sei felice comunque mentre l'Inter ha perso e io non sono felice e non posso esserlo, ecco.» sbotta la ragazza, girandosi verso di lei così di colpo da farla quasi sobbalzare; la guarda con gli occhi grandi grandi e lucidi e arrabbiati e Chiara sospira ancora, alzandosi.
«Lo so.» sospira piano, infilandosi una tuta e poi scomparendo attraverso la porta che dà sul salotto e sull'angolo cottura. «Non ti ho chiesto di esserlo.»
«...Che stai facendo?» s'informa Ary, curiosa, nel sentire rumore di stoviglie spostate di malagrazia e poi il sibilo del fornello misto ad un'imprecazione mugolata. «Ti serve una mano?»
«Tu sta' lì e lascia fare a me.» la rassicura Chiara, e Ary può vederla alzare gli occhi al cielo mentre, probabilmente, sta saltellando in giro per i due metri quadri di cucina che possiedono alla ricerca di qualcosa che, ovviamente, o non è stipato nei due metri quadri o sarà sicuramente nell'ultimo posto dove lei potrà cercarlo. «E rispondi a Liz, a Def o a chiunque sia che rompe le palle con quel suono d'avviso di msn.»
Ary annuisce, appena rinfrancata - anche se riserva uno sguardo accigliatissimo alla maglietta che Chiara non è riuscita a nascondere bene, prima di sprofondare sulla sedia alla scrivania e digitare rapidamente qualcosa - “no, non sono morta impiccandomi con la sciarpa comprata al derby dell'anno scorso” e “sì, Chià è rientrata ed è viva anche lei”e godendosi le solite, sane risate dei battibecchi un po' finti e un po' affettuosi di Def e Liz che litigano riguardo un sacco di cose assolutamente inutili e importantissime allo stesso tempo, come la bellezza oggettiva della figlia di Wes e Yolanthe o il fatto che la swedebitch sia ormai vicina all'omicidio di Leo o anche come Pep sia una cosa sempre più gay ogni giorno che passa. Quasi ignora il rumore del cucchiaino contro la porcellana e delle imprecazioni sempre più mugolate di Chiara nella stanza accanto, almeno finché lei non appare sulla soglia della porta con una tazza di porcellana azzurra enorme e piena fino al bordo di late caldo e, probabilmente, miele.
«Tieni.» sbuffa con un sorriso, appoggiandola sulla scrivania e poi chinandosi ad asciugare le gocce di latte che ha fatto cadere nel portare la tazza, come sempre. «Bevi prima che si raffreddi, via.»
Ary si lascia sfuggire un singhiozzo piccolissimo ed estremamente tenero nel prendere la tazza e portarsela alle labbra, affogando per un secondo nel calore piacevolissimo del latte ed affogandoci con un certo gusto anche un paio dei biscotti che Chiara ha recuperato in qualche modo - probabilmente, si dice, erano proprio questi gli oggetti misteriosi e totalmente fuori posto che stava cercando prima tra un'imprecazione e l'altra. O forse il miele. O magari entrambi.
«Meglio?» Chiara si allunga sul letto, sfogliando distrattamente il libro che dovrebbe studiare e giocherellando un po' con il lapis. Si lascia sfuggire un sorriso quando Ary annuisce, raggiungendola sul letto e sbirciando la copertina del tomo che sta leggendo.
«Immunologia.» scandisce lentamente e con aria quasi disgustata, prima di lasciar ricadere la copertina con un leggero tonfo. «Mi prendi in giro. Mi sta anche salendo la febbre, credo.»
Chiara sorride, poggiando le labbra sulla sua fronte e constatando che probabilmente sì, qualche linea di febbre sta salendo - e non è una bella cosa, non lo è mai, quindi tira via il libro - sempre lì, dietro il comodino, l'angolo delle cose-che-Ary-non-deve-vedere - e le passa un braccio intorno alle spalle, appoggiando la fronte contro la spalla più vicina.
«Ti preparo ancora un po' di latte, ti va?» mugola piano, sorridendo - e Ary, nonostante tutto, sorride con lei.