[Professor Layton] Teapots look at us

Mar 08, 2010 21:53

Titolo: Teapots look at us
Fandom: Professor Layton
Pairing: Layton/Luke (accennatissimo)
Rating: PG
Disclaimer: nessuno di questi personaggi mi appartiene, ma sono proprietà della Level 5, e questa robina è scritta per divertimento e non per lucro :D
Riassunto: Come Luke è bravo ad osservare gli altri, è altrettanto bravo a conoscere se stesso.
Note: è scritta per il contest per la festa della donna indetta da FiumidiParole :D!


Di me dicono che sono la migliore amica di ogni gentiluomo di origine inglese.
Hershel Layton è un vero gentiluomo inglese, come si professa in continuazione di essere. Per questo, tutti i giorni alle cinque, non può evitare di sedersi - nel suo salotto, in un sala, in un bar (quello più silenzioso e discreto che riesce a trovare, o il meno peggio fra quelli che il luogo gli offre) - e prepararsi, od ordinare a seconda del caso, un buon the caldo. Ogni giorno alle cinque gli suona un campanellino interno, uno dal suono grazioso e delicato, e lui non può assolutamente sottrarsi alla sua decennale abitudine; e poi non sarebbe assolutamente cortese declinare l’invito del solito appuntamento con la signora teiera.
“Luke, ragazzo mio, il tempo per giocare ora diventa-“
“Il tempo del the, professore.”
Luke ha sedici anni e il doppio dei denti, che formano un sorriso splendente. Da mezzora sta cercando di risolvere un puzzle - far scappare una stupida principessa togliendo dei quadrati: ma se è davvero una principessa, non può semplicemente pagare qualcuno per farsi salvare? -, ma il suo sguardo più appassionato lo rivolge sempre al suo mentore. “Lo so, sono anni che con lei, credo di conoscere a menadito le sue abitudini e tutti i particolari che la contraddistinguono da ogni altro gentiluomo inglese.”
Il ragazzo mette a bollire il the preferito del suo mentore - una foglia rinfrescante, un pizzico di erba melliflua dolce e un goccio di limone per equilibrare, ovviamente tutto in questo preciso ordine: Layton non sa più berlo se non preparato appositamente dal suo allievo. Quando si trova in viaggio o in impossibilità di sfruttare la sua grande abilità, migliorata ed applicata negli anni, ripiega sempre su un altro gusto, perché le sue papille gustative non sopporterebbe lo stesso nome con un sapore diverso: il procedimento può essere lo stesso, ma è solo Luke a dargli un sapore speciale.
“Ah sì, Luke? E, sentiamo un po’, cosa mi contraddistingue così apertamente da ogni altro gentiluomo inglese mio pari? Non mi sembra di essere così straordinario da poter essere considerato eccezionale.”
Il contenuto bollente va a finire nella teiera, perché si raffreddi con la porcellana: Luke la sente sussultare, ma sbatte un paio di volte gli occhi e si dice che è stata solo un’allucinazione.
(“Nessuno da mai ascolto ad una vecchia signora e ai suoi problemi. Oh, i giovanotti di oggi!”)
Aspetta per mezzo minuto, per poi riempire la tazza e mettere la teiera al suo posto, sulla credenza dietro il divano in salotto; lì, ad osservare tutto come un graziosissimo giudice.
(“Oh, come sei stato gentile, però, a mettermi qua. Potrò assistere in prima fila ad una bella scena tra due sciocchini. Oh oh, mi divertirò molto, oggi.”)
“Quanti giri di parole, professore!”, scoppia a ridere il ragazzino, mentre mescola rapidamente il the nella tazzina di porcellana per Hershel - rapido ma comunque attento affinché non uscisse neppure una goccia, il professore odia gli sprechi. “Ecco qua”, e sorridendo gliela porge con un piattino sotto.
Layton ride mentre si siede sulla sua poltrona preferita, il posto migliore in cui gustarsi a pieno il profumo delizioso della specialità di Luke. “Sì, scusa. Su, mi hai incuriosito, adesso.”
Gli da ancora la schiena mentre inizia a parlare, le due foglie melliflue che si aprono spargendo il loro dolcissimo odore per tutta la stanza. “Beh, il mio elenco ovviamente non conta della sua straordinaria intelligenza, che già la classifica una spanna sopra la norma… la saprei riconoscere in mezzo a mille persone col suo stesso viso.”, pronuncia con una sicurezza solida come una roccia, mentre con le mani sminuzza una foglia rinfrescante per il suo the, particelle minuscole che cadono nell’acqua calda  “Lei mescola il the una volta in senso orario e la successiva in senso antiorario, per un totale complessivo di venti volta, ognuna lunga un secondo, non un decimo di più. Appoggia il piattino all’angolo destro in alto del tavolino, poi beve tenendo la tazzina solamente con due dita, senza però alzare il mignolo. A proposito di dita, ha sempre le unghie curatissime ma mai lunghe. E…”
“D’accordo, d’accordo, basta così!”
Le risate di Hershel Layton, quando sono di cuore, sono facilmente riconoscibili: gli occhi si inumidiscono, e Luke riconosce immediatamente anche questo.
“Certo che sei proprio un osservatore attentissimo, i miei complimenti. Ti ho davvero cresciuto bene, allora.”
“Sì, davvero.”
Il sedicenne, quando il suo the è pronto, dal pentolino lo fa direttamente finire nella sua tazza, una grande di quelle per la colazione, un regalo del suo mentore. Si siede di fronte a lui, cercando di imitarne il portamento elegante e distinto, risultando al contrario rigido e nervoso nella postura costretta. Si rilassa quando il professore gli rifila un’occhiata divertita e comprensiva.
“Sei veramente sbalorditivo.”
Hershel sorseggia piano il suo the, e così fa Luke, ma lui deglutisce con fatica, abbassando lo sguardo, e arrossisce. Gli fanno piacere da morire i complimenti del suo maestro, e ancora più piacere gli fanno adesso. Le punte delle scarpe sono dure contro il pavimento; le rotea, cercando di creare meno rumore possibile, ma tanto abbastanza per distrarlo dal bere dell’uomo. Così adulto.
Come sa osservare bene gli altri, il ragazzo è bravissimo nel riflettere su se stesso.
“P… professore.”, esclama con un po’ troppa enfasi dopo un silenzio - per lui imbarazzante, per l’altro solito ed essenziale. Vuole parlare, ma non sa come. Essere diretti non va bene, non è da gentiluomini, è sempre meglio procedere e spiegarsi lentamente, con cortesia; bisogna essere educati anche nell’esporre le proprie idee.
Il pensiero si dischiude come le foglie: bisogna solo saperlo immergere nella giusta acqua, alla giusta temperatura, al giusto momento che dev’essere quello e mai nessun’altro. Sospira, perché preparare il the è mille volte più facile, perché è un complesso di operazioni matematiche.
“Professore, vuole sentire un indovinello?”
“Un gentiluomo inglese non si tira mai indietro.”, dice sorridendo e poggiando la tazzina sopra il piattino. “Sono tutto orecchi, ragazzo mio.”
Sa di essersi cacciato in un bel guaio, perché proprio non sa cosa inventarsi. Fa ricorso a tutto il suo sangue freddo e alla sua inventiva per non andare in crisi.
“Allora…”, comincia cercando di tenere un tono abbastanza rilassato e colloquiale, “un ragazzo deve raggiungere casa sua attraverso un bosco, e ha solo dieci minuti . Ha tre vie possibili per poterlo fare: A, B e C. Dobbiamo tenere conto che è un ragazzo molto frettoloso. La strada A è quella più corta, ma è irta di ostacoli: un laghetto, un covo di serpenti; forse sono facilmente distruttibili, ma rimangono un’incognita. La strada B è quella battuta, con qualche ostacolo qua e là, ma è davvero lunghissima, e il ragazzo non sa se farcela. La strada C è molto lunga, meno dell’altra, ma facilissima, e percorrendola a passo normale ci metterebbe esattamente diciannove minuti per compierla tutta, quindi dovrebbe affrettarsi, e il ragazzo in verità ha molta fretta di tornare a casa. Ma gli pare davvero troppo facile perché possa essere quella giusta. Se lei fosse il ragazzo, cosa farebbe?”
Hershel Layton lo guarda stranito e sorpreso. “Ma che razza di indovinello è, Luke, dove l’hai sentito!”
Quello arrossisce violentemente, imbarazzato come non mai, sotto i colpi inferti dalla risata incontrollata dell’uomo. È sicuro di aver fatto una figura orribile, di essersi mangiato in un sol colpo tutta l’ammirazione e i complimenti. Questo lo butta un po’ giù, e si ritrova a sospirare mentre non riesce a sentire come scemano, fino ad esaurirsi, le risate dell’altro.
“Scusa, non è assolutamente da gentiluomo ridere del proprio interlocutore. Insomma,” tossicchia con la mano davanti alla bocca, “è di sicuro un dilemma originale e ben spiegato.”
Luke alza la testa, ma guarda tutto tranne il professor Layton - saluta la teiera con lo sguardo, e quella sembra rispondere all’occhiata. Uh?
“Secondo me dovrebbe scegliere la C, senza affrettarsi più di tanto. In fondo la casa è sempre lì.”
Luke sarà tanto bravo, nell’osservare, ma Layton non per nulla è il suo maestro.
“Ma professore, il ragazzo ha davvero fretta di arrivare…”
“Ragazzo mio, il ragazzo però deve fare i conti con la sua fretta. Potrebbe scordarsi di allacciarsi le scarpe e inciampare, potrebbe peccare di superbia come la volpe contro la tartaruga e fermarsi, perdendo tempo ed occasioni. Per la fretta, potrebbe non godersi un tramonto sulla strada, non aiutare un’anziana signora in difficoltà. Certamente la scelta migliore è la C, per lui e per la casa; ma nessuno lo obbliga ad arrivare così presto. Dieci minuti sono davvero un tempo troppo ridotto per qualsiasi cosa, non trovi?”
Layton accavalla le gambe davanti all’espressione quasi addolorata di Luke, a cui replica con un sorriso. Gli fa cenno, con una mano, di sedersi accanto a lui.
“Ma professore,” e quello gli prende le mani sopra le sue, le carezza, “il ragazzo…”
Hershel Layton lo interrompe con un solo cenno del capo.
“È troppo presto, Luke.”
E il suo fare diventa serio, quello di un uomo e non più di un tutore. Parla, ed è come se tratteggiasse le lacrime negli occhi del giovane.
“Sei troppo giovane, troppo inesperto. Devi fare ancora troppe cose, devi vedere luoghi, persone, posti. Aspetteremo. Ti aspetterò.”
“Me lo promette?”
Ha quasi paura di offenderlo con quell’apparente mancanza di fiducia, ma tutto è dissipato dal sorriso adulto e sereno dell’adulto.
“Un gentiluomo inglese mantiene sempre le sue promesse. Dovresti saperlo, Luke.”
Arrossiscono entrambi quando le mani s’intrecciano e, per quanto quel rossore appaia strano sul volto adulto di Hershel Layton, sulle sue guance mature, Luke le bacia quasi apposta per farlo esplodere ancora di più.

“Uff…” sospira Luke con la testa sul petto dell’altro e la sua mano sulla spalla - scende piano sul braccio, posizionandosi poi sul fianco e lì rimanendo.
“Sì, ragazzo mio?”
“È una cosa stupida, niente…”
“Dai, ragazzo, dimmi, niente è stupido quando esce dalle tue labbra.”
“… professor Layton, ho come l’impressione che la teiera ci stia guardando…”

autore: mikamikarin, professor layton, fanfiction

Previous post Next post
Up