[Gintama] Un imbuto si presta a più metafore romantiche di quanto si possa immaginare.

Jan 17, 2010 18:58


Titolo storia: Un imbuto si presta a più metafore romantiche di quanto si possa immaginare.
Autore: janetmourfaaill .
Fandom: Gintama.
Personaggio/Coppia: (Serie generale) Sakata Gintoki, Kagura, Shinpachi.  
Rating: PG.
Conteggio Parole: 1247(OpenOffice).
Avvisi: Generale, Commedia.
Disclaimer: Non è roba mia, sia lode al sacrosanto et venerando et chi più ne ha più ne aggiunga Maestro Sorachi che io amo et stimo et venero profondamente con gaudio e gioia fangirlistica abbestia emmobbastaperchémistorompendoparecchiodistascena.
Note: Li amo, tutti e tre. Dippiù Gin - perché Gin è Gin, c'è poco da fare - ma comunque li adoro tutti.


Un imbuto si presta a più metafore romantiche di quanto si possa immaginare

In quella casa del diavolo, di Domenica, regnava decisamente troppo silenzio.
Non che fosse colpa di Shinpachi o di Kagura, d'altronde era stato lui stesso a vietare categoricamente alcun tipo di attività troppo rumorosa, come guardare la televisione cantando a squarciagola il nuovo singolo di Ostu senza curarsi di spaccare i timpani a mezzo vicinato, o inseguire Sadaharu - cioè, Sadaharu, non un cagnetto adorabile a caso - per tutto l'appartamento rendendo quel già abbastanza malridotto luogo un campo di battaglia.
Insomma, in fin dei conti Gin non era stato poi così restrittivo; solo, si aspettava che i suoi compari si attenessero alle semplici norme della convivenza civile senza minacciare di ridurre lui e il suo status mentale in briciole.
Tutto quel silenzio, seppur agognato almeno quanto l'ultimo numero di Jump, alla lunga lo annoiava. Gli sembrava di condividere una tomba, anziché un'abitazione - ed era deprimente, parecchio, già.
Così si era alzato in piedi di malavoglia, trascinandosi in cucina e rivolgendo a Kagura uno sguardo a metà tra l'assonnato e il risentito. - Allora, li apriamo questi dannati regali o no? -
Lei aveva aggrottato le sopracciglia e si era girato a guardarlo con la sua solita espressione corrucciata, prima di rispondergli con un'alzatina di spalle. - Pensavo non volessi del baccano. - Gli fece notare, togliendosi di dosso il grembiuletto. - E poi non ti è mai importato molto del Natale. Anzi, ero convinta te ne fossi dimenticato. Comunque ora ti porto il tuo regalo. Augh. - Gli passò di fianco saltellando su una gamba e raggiungendo Shinpachi, il quale stava dormicchiando indisturbatamente sul sofà. - Shinpachi. Shinpachi, sveglia, gli diamo il regalo! - Lo strattonò senza troppo garbo sotto continue occhiate infastidite di Gin. - Come sarebbe a dire “gli diamo”, voi non vi siete regalati nulla? -
- Ce li siamo scambiati ieri. -
- E perché mai? -
- Pensavamo non volessi baccano, oggi. -
- Dovete per caso ingaggiare una banda per scartare due regali in croce?! -
- Beh, in ogni caso ecco il tuo regalo. Augh. - Kagura gli porse un pacchetto dalla forma assurda e decisamente mal ridotto, mentre Shinpachi si tirava su e si rimetteva gli occhiali, sbadigliando. - Buon Natale. - farfugliò, senza troppo entusiasmo. Poi sia lui sia Kagura puntarono gli occhi su Gin, rimanendo in silenzio.
Questi fece una smorfia, iniziando a strappare la carta di un verdognolo piuttosto deprimente.
- Ti piace la carta? -
- No. -
- È dello stesso colore delle mutande della Signora Otose. Identico! -
- Ma che bisogno c'era di farmelo notare? E poi come diavolo fai a sapere di che colore ha le mutante quella vecchia?! -
- Beh, gliele ho regalate io. -
- Ah, capisco, l'annata dei regali inutili. -
- Dai apri, apri! -
Finì di scartare del tutto e finalmente estrasse il suo regalo dall'involucro, salvo poi fissarlo per qualche istante, allibito.
- Un... imbuto. -
Kagura annuì convinta, dietro di lei Shinpachi arrossì vistosamente. - Sì, beh, non avevamo soldi. Io a Kagura ho regalato mezzo pacchetto di riso... -
- Non è vero, è un regalo significativo, invece! - sbottò Kagura offesa, guardando male Shinpachi. Si voltò nuovamente verso Gin, la cui espressione avrebbe potuto ispirare pietà a una pietra. - Ho deciso io di regalarti un imbuto. - Affermò, continuando ad annuire e guardando l'amico con una serietà più unica che rara. Gin ricambiò lo sguardo, piccato. - Tante grazie. Almeno tu il riso lo puoi mangiare. Ragazzina egoista, andrai all'inferno! -
- Lasciami parlare, gorillone! -
- Ehi! Non osare darmi mai più del Kondo! Mai più nella vita! -
- Quell'imbuto ha un senso, ti dico! - Kagura sbatté entrambi i piedi per terra con violenza, spaccando a metà una mattonella. Shinpachi sbarrò gli occhi, parlando con voce stridula. - Ma dico, ce n'era bisogno?! -
- Cattiva ragazzina. Per punizione mi darai tutto il tuo riso e andrai a vendere l'imbuto. Col ricavato comprerai del curry e stasera lo cucinerai. È tutto. Augh. -
- Augh lo dico io, gorillone! E lasciami finire! -
- Ti avevo avvertita di non darmi mai più del Kondo! Ero stato specifico! Mai più nella vita! -
Kagura incrociò le braccia, inspirando profondamente e ficcandosi un'alga in bocca. - Avevo pensato di regalarti il numero di Jump di questo mese, però poi mi sono detta che un imbuto era più simbolico. - Non diede retta ai rantoli di dolore di Gin e proseguì, imperterrita. - Se non ci fossero gli imbuti, l'acqua uscirebbe fuori dal contenuto, quando si tenta di versarla da qualche parte. Senza un imbuto in casa, prima o poi, si va incontro a qualche disastro. Gli imbuti sono sottovalutati; in realtà sono utilissimi, anche se a prima vista non sembra. Servono a mantenere la calma, in un certo senso. A ridimensionare le cose. - Kagura succhiò per bene la sua alga, annuendo. - Ecco, tu sei un po' come un imbuto. Quando c'è troppa acqua, rimetti le cose a posto. -
Gin non la guardava più e Shinpachi aveva appena finito di risistemare al meglio la mattonella spezzata. Quest'ultimo si grattò il capo, imbarazzato, prima di borbottare - Sì, beh, e inoltre non avevamo soldi. -
Kagura si voltò verso di lui, corrucciata. - Sempre a rovinare tutto, tu! -
Dal canto suo, Gin se n'era rimasto fermo a guardarli scannare, urlandosi contro robacce di ogni tipo persino il giorno di Natale.
E quelli erano i suoi amici. I suoi coinquilini deficienti.
Gli imbuti sono sottovalutati; in realtà sono utilissimi, anche se a prima vista non sembra. Servono a mantenere la calma, in un certo senso. A ridimensionare le cose.
- ...tipo che so, un giornalino! -
- Ma un giornalino non è evocativo! -
- Checché tu ne dica, nemmeno un imbuto è evocativo! Non può esserlo, non c'è modo! -
- Questo perché tu non sai guardare oltre l'imbuto stesso! -
- Per vedere cosa, la faccia da idiota di chi l'ha comprato?! -
Lo Yorozuya tirò su col naso, sbadigliando. - Ebbasta. Ehi. Voi. - Si alzò, frapponendosi tra quei due.
Ecco, tu sei un po' come un imbuto.
Quando c'è troppa acqua, rimetti le cose a posto.
- Se la piantate una buona volta vi porto fuori a cena. -
- E con quali soldi, di grazia? -
- Ma quante domande! Su, su, usciamo. -
- Posso prendere anche Sadaharu? -
- Maffai quel che ti pare. -
- Gin, la mattonella... -
- Shinpachi, è Natale, dannazione. Tanto quando torniamo sarà ancora lì ad aspettarci, tranquillo. -
- Il gorillone ha ragione. Augh. -
- Ragazzina, ma parlo turco? Ti avevo detto mai più nella vita! Ero stato chiarissimo! Sai dove te lo metto, il tuo imbuto? Eh?! -

Spazio dell'Autrice:

Storia scritta per la Criticombola, con il prompt #5, “Imbuto”. Secondo - e infimo - passo verso la conquista della Big Damn Table @ fanfic100_ita con il prompt “Natale”.
Urrà.
Cazzata randomica uscita fuori più per l'esigenza di cavar qualcosa da 'sta Criticombola che per vera e propria ispirazione, comunque direi che il risultato è accettabile, via.
Leggibile, quantomeno.
Grazie a chi passerà e lascerà il segno o anche solo a chi leggerà perché sì, poi se ne andrà al cesso dimenticandosi di quanto ha appena letto. Voi ultimi siete i migliori. \O/

Lachesi.    

gintama, autore: janetmourfaaill, fanfiction

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