Titolo: Hold the line
Autrice: Fae (
faechan)
Prompt/Challenge: There's oceans in between us, but that's not very far (
Criticombola @
Criticoni)
Fandom: Distretto di polizia
Personaggi: Luca Benvenuto, Alessandro Berti
Timeline: durante 'Prede' (9x01)
Spoiler: l'inizio della nona stagione
Rating: PG
Warnings: missing moment, f-ship, vagamente fluff, vagamente slash a vostra discrezione
Parole: 1.461 (FDP)
Disclaimer: Distretto di polizia e tutti i personaggi della serie sono © di ogni avente diritto.
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I caratteri danzano sulla pagina, come serpentelli neri troppo aggrovigliati tra loro per riuscire a distinguerli. Luca sospira e prova a chiudere gli occhi per l'ennesima volta, appoggiando il libro sul materasso e la testa sul cuscino e passandosi le mani ai lati del viso. Non ha sonno, ma è troppo stravolto per riuscire a fare qualunque cosa che non sia starsene lì a fissare il soffitto e cercare di non pensare troppo a tutto quello che è successo. In mezzo al silenzio pressoché totale riesce quasi ad avvertire il respiro regolare di Anna, nell'altra stanza, e ringrazia silenziosamente che almeno lei possa riuscire a dormire un po'.
Il vibrare del cellulare contro il comodino lo riscuote dai suoi pensieri. Lo prende in mano e risponde con un gesto automatico, senza neanche preoccuparsi di controllare il numero sul display. "Benvenuto."
"Al lavoro anche a quest'ora, commissario?"
Si acciglia, sollevandosi istintivamente su un gomito. La voce è lontana, il timbro leggermente innaturale, e per di più la linea è disturbata. "Chi parla?" domanda.
Una risata breve e un po' metallica risuona accanto al suo orecchio. "…Certo che c'avete messo poco a dimenticarmi" lo prende in giro l'interlocutore, e da qualche parte nel mezzo della frase i disturbi cessano e la voce si fa inconfondibilmente chiara.
"Ale" sussurra quasi trasognato, spalancando gli occhi.
"Ciao" risponde piano Alessandro, e il sorriso nelle sue parole gli arriva talmente chiaro che è come poterlo vedere.
"…cazzo, non ci credo" esclama, tirandosi del tutto a sedere e sorridendo anche lui, per la prima volta nelle ultime ventiquattr'ore. "Non è che mi sono addormentato, vero?"
"Penso di no, anche se probabilmente dovresti" ribatte la voce dall'altro capo, e nonostante si sforzi di scherzare qualcosa nel suo tono cambia d'improvviso. "Che cazzo è successo, Luca?" chiede subito dopo, gelando sul nascere il sorriso e tutte le domande che vorrebbe fargli. "Ho visto il telegiornale" aggiunge, un attimo prima che possa essere lui a chiedergli spiegazioni "e scusa per l'ora di merda ma non riuscivo ad aspettare, ho pensato che tu-"
"E' tutto a posto" lo rassicura, interrompendolo. "Tanto non riesco a dormire comunque."
"Che è successo?" ripete Alessandro, e Luca piega la testa all'indietro e lascia andare un sospiro. "Un testimone scomodo" comincia con voce piatta, ripetendo la storia come se non lo riguardasse. "Un poveraccio che era arrivato al distretto poco prima, fermato da una pattuglia. Diceva di aver assistito a un omicidio, ma pensavano che fosse fatto e nessuno gli ha creduto. Invece probabilmente era la verità." Si passa una mano tra i capelli, con un gesto stanco. "Prima che potessimo terminare di interrogarlo ci hanno attirato fuori con un falso allarme bomba, e poi hanno aperto il fuoco."
"Parlavano di due morti…"
"Sì. Uno è lui, l'altro" esita, chiudendo gli occhi "è Carlo. Carlo Fiorentini."
"…cazzo" impreca Alessandro. "Che ci faceva lì? Pensavo che con Anna…"
"Era venuto solo per parlarle, non so di cosa. E adesso chiaramente lei si incolpa di tutto" conclude cupo.
"Li avete presi?"
"Uno soltanto, ma è morto. E ancora non abbiamo una cazzo di idea di chi fossero."
Lo sente sospirare. "Raffaele?"
"Lui sta bene. Ci ha fatto prendere un colpo, ma sta bene. S'è beccato una pallottola, ma ha salvato la vita di Elena." Luca sorride leggermente. "Il problema peggiore che c'ha al momento è la madre che sta in ospedale con lui."
Dall'altro capo c'è l'accenno di una risata, poi silenzio. "E tu?" domanda Alessandro subito dopo, la voce che si abbassa all'improvviso e si fa impercettibilmente più dolce. "Tu come stai?"
Luca chiude gli occhi e si sdraia lentamente, affondando la testa nella morbidezza del cuscino, e per un attimo è come tornare indietro, a un passato che sembra lontano una vita invece di pochi mesi soltanto, ad altre notti in bianco, altri casini, altre telefonate uguali a questa, al loro modo sempre discreto ma sempre costante di esserci l'uno per l'altro ogni volta che ce n'è bisogno. E adesso ce n'è bisogno e in un modo o nell'altro Ale c'è, è lì per lui anche questa volta nonostante ci sia l'oceano a dividerli, ed è un pensiero troppo consolante e lui è troppo disperatamente stanco per non esserne così felice.
"Come sto" ripete, in un sussurro, allungando la mano libera per spegnere la luce. La stanza piomba in un buio quasi totale, rischiarato soltanto dal leggero filtrare delle luci della strada, e quasi confortevole, ora che c'è qualcuno con cui dividerlo. "Sto che è il mio distretto e non ho potuto fare niente. Sto con Anna a pezzi, un procuratore che non conosco con cui devo lavorare, e uh, con il tuo sostituto che è arrivato oggi, pensa."
"…come oggi ?" gli fa eco Alessandro, stranito. "Pensavo che stesse lì già da un pezzo."
"No, figurati, se la sono presa comoda" ironizza. "Dovevano trovare uno che fosse degno di te."
"E com'è?" lo sente chiedere dopo un attimo, curioso.
Ci pensa su per un secondo."…è un po' un figlio di puttana" dichiara, e ridono entrambi. "Ma è bravo, anche parecchio. Se riesce a integrarsi con gli altri potrebbe essere un ottimo acquisto."
"Vedi che non mi sbagliavo" commenta Alessandro. "Vi siete già dimenticati di me."
"…Ti vuoi sentir dire che ci manchi?" lo prende in giro, e il silenzio che gli risponde è così evidentemente imbarazzato da farlo sorridere.
"Solo se è vero" si sente ribattere alla fine.
Ride e si sistema più comodo, passando il cellulare da un orecchio all'altro. "Le prime settimane dopo che te ne sei andato, Anna mi prendeva per il culo" mormora, senza smettere di sorridere "perché quando assegnavo i casi, o quando c'era da fare qualunque cosa, continuavo a ragionare come se tu stessi ancora qui." C'è una risata soffocata, forse persino commossa, e poi c'è di nuovo silenzio e i pensieri di Luca vagano senza che neanche se ne renda conto. "Ho visto talmente tanta gente andare via, che pensavo d'esserci abituato ormai" dice piano, quasi parlando a se stesso. "E invece."
"Invece è diverso, da commissario?" domanda Alessandro quietamente.
"Sì, forse sì" riflette, chiudendo gli occhi e riaprendoli subito dopo. "Siete stati la mia prima squadra, e tu il primo che è andato via. E' stato strano."
Alessandro sospira leggermente, forse sperando di non farsi sentire. "Mi dispiace" comincia dopo un istante. "Dovevo essere lì con voi, adesso."
Luca scuote la testa nel buio. "Non li voglio sentire 'sti discorsi" ribatte, categorico. "La cosa importante era che tu stessi bene, Ale. Solo questo."
"Mi dispiace anche di non essermi fatto più sentire." Luca lo sente esitare e resta in silenzio, aspettando che vada avanti. "E' che" butta fuori Alessandro d'un fiato "avevo bisogno di staccare con tutto, di allontanarmi anche con la testa, almeno per un po'."
"E' tutto a posto" lo rassicura di nuovo, in un sussurro. "Dispiace a me che anche da là non ti sei evitato questo casino. E magari se è successo la colpa è anche mia."
"Non dire stronzate."
"Non lo so. Non lo so, magari se -"
"Non dire stronzate, Luca" ripete, interrompendolo, e Luca si arrende e lo lascia continuare. "Hai fatto tutto quello che potevi."
Un sorriso stanco gli curva le labbra. "Come fai a dirlo?"
"Lo so" replica Alessandro, sicuro. "Lo so perché sei tu." C'è una pausa, spezzata dal rumore di un'interferenza. "E non lo potevo evitare, comunque. E' sempre casa mia."
"E noi stiamo sempre qua per te" sorride Luca, e poi torna serio ed esita un istante prima di andare avanti. "…io sto sempre qua per te, Ale. Lo sai, sì?"
"Sì" dice Alessandro in un soffio, così piano da fargli quasi dubitare di aver sentito. "Grazie." Il rumore di poco prima si ripete, più lungo, prima di cessare del tutto. "Non t'arrendere, Luca" lo sente continuare l'attimo dopo, la voce calda e determinata di sempre che vibra tanto vicina da sembrare reale. "Per quello che vale, io mi fido di te."
Inghiotte, e qualcosa di tiepido gli si scioglie nel petto costringendolo a serrare le palpebre. "Vale tutto" sussurra.
Passano due, cinque, dieci secondi forse, prima che il motore di un'auto rompa il silenzio della strada e quello ugualmente denso che filtra dal ricevitore. Luca si riscuote e sbatte piano gli occhi, accorgendosi con un po' di sorpresa del torpore che comincia a sentire addosso. Prende un respiro profondo, buttando fuori l'aria tutta insieme, ed è come se all'improvviso la massa informe di pensieri che gli affolla la testa si facesse più leggera.
"…meglio che ti lascio dormire, dai" suggerisce Alessandro, come leggendolo nel pensiero.
"Speriamo di riuscirci" sospira, voltandosi su un fianco e cambiando di nuovo mano al cellulare.
"Senti, magari…" Lo sente esitare di nuovo, tossire, schiarirsi la voce. "…magari ti chiamo ancora ogni tanto, okay?"
Luca sorride nel buio. "Quando vuoi" annuisce. "Buonanotte."
"…buon giorno " lo prende in giro Alessandro, e l'eco delle loro risate che si mescolano, assieme al clic della linea che cade definitivamente, è l'ultima cosa che ascolta prima di chiudere gli occhi.
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Note: la mia prima Lucale T_T posso commuovermi da sola? T_T *si commuove da sola* Dunque, questa cosa è stata plottata praticamente subito dopo aver visto la 9x01, è ispirata alla scena in cui a casa di Luca e Anna c'è la televisione accesa sul TG5 che parla dell'attentato al distretto (il TG5 è recuperabile in streaming sul relativo sito, e dovrebbe quindi - suppongo, a meno di restrizioni internazionali di cui non ci preoccuperemo - essere visibile anche dagli USA), ed è ambientata per l'appunto qualche ora dopo quella scena. Ed è nata perché aver ignorato così palesemente l'esistenza di Ale per tutta la stagione, nominandolo giusto mezza volta per sbaglio, è stata una cosa cattiva e ingiusta a cui bisognava porre rimedio ù_ù (ALE TORNA, CI MANCHI T_T). E perché Luca aveva bisogno di essere coccolato, ovviamente ♥