Titolo: Message
Autrice:
orchidea_lover Fandom: Supernatural RPF
Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Pairing: Jared/Jensen
Rating: PG
Genere: One-shot, romance, fluff
Parte: 1/1
Note: Fanfiction fluff (credo. Spero. Ahhh sono un disastro con le fluff! T_T) scritta per la challenge Voglio il pacco di Natale di
ff_serietv_ita .
Warning: Slash
Disclaimer: I due amabili signorini in questione non mi appartengono. Quest'opera è frutto della mia fantasia, non rispecchia la reale vita privata dei protagonisti che comunque mica la raccontano giusta e ovviamente non ha scopo di lucro.
Quella mattina, Jensen scese di sotto con una leggera vena contrariata. O per meglio dire, delusa. Almeno nei giorni in cui erano liberi dalle riprese, Jared avrebbe potuto evitare di alzarsi presto e mollarlo a letto da solo... Non era lui a lamentarsi sempre dell’impossibilità di passare la mattinata insieme tra le lenzuola?!
Probabilmente, Jensen non si sarebbe risparmiato qualche rimostranza, se nel trovare il compagno nel soggiorno, la sua delusione non si fosse trasformata in meraviglia. Jared gli dava le spalle ed era tutto concentrato nel finire di sistemare gli ultimi addobbi su un ricco e colorato albero di Natale. Qua e là per la stanza, aveva sparso altre piccole decorazioni e qualche candela natalizia, che magari non avrebbero mai acceso ma che non aveva bisogno di alcuna fiamma per trasmettere calore.
Jensen rimase per qualche momento a fissare l’altro, in silenzio. Gli piaceva guardarlo nei momenti in cui Jared non se ne accorgeva, mentre era intento a fare una cosa qualsiasi e non badava alla sua presenza. Era un piccolo piacere tutto suo, assaporare la sua distratta bellezza solo con lo sguardo, sapendo che non appena gli avesse rivolto una semplice parola qualunque, i pensieri e l’attenzione che Jared stava rivolgendo ad altre cose, si sarebbero immediatamente spostati su di lui e l’avrebbero avvolto di calore. Seguì i suoi piccoli movimenti senza interromperlo, sorridendo con tenerezza di fronte al perfezionismo che stava riservando a quell’albero. Era il loro primo albero di Natale.
“Wow.” esordì infine, entrando e avvicinandosi per accostarsi a lui. Jared si voltò sorpreso, e gli rivolse un sorriso luminoso.
“Ehi, buongiorno!” esclamò, ricevendo e ricambiando un morbido bacio sulle labbra dal suo compagno.
“Buongiorno.” rispose Jensen a voce bassa e calda, sollevando un braccio per avvolgerlo attorno al suo collo e accarezzargli i capelli, attirandolo a sé. Aveva ancora voglia delle sue labbra, non soltanto di sfiorarle, voleva mangiarle dolcemente. Non c’era colazione migliore di quella. Jared non si fece pregare e gli avvolse i fianchi in un abbraccio morbido, sospirando deliziosamente in quel lungo e umido buongiorno. Quando infine si staccarono, il più piccolo tornò a guardare l’albero, ammirando la propria opera appena compiuta.
“Allora, ti piace?” chiese entusiasta. “Ah, aspetta, manca ancora...” Si allontanò velocemente, chinandosi per recuperare la spina collegata alle luci che adornavano l’abete. L’inserì nella presa, e di fronte a Jensen, l’albero iniziò a scintillare allegramente. Questi sorrise, rimirandolo.
“Jay, è bellissimo, ma... avrei potuto aiutarti, potevamo farlo insieme.” osservò, pur senza alcuna sfumatura offesa nella voce. Jared sorrise e si tirò su, spostandosi lentamente verso la larga porta del soggiorno, restando a guardare da lì il suo compagno e il loro albero.
“Oppure io potevo farlo per te e farti una sorpresa.” rispose semplicemente. “Ma se vuoi, lo disfo e lo rifacciamo insieme.” aggiunse ridendo.
“E il bello è che saresti abbastanza matto da farlo davvero, se te lo chiedessi!” rise Jensen, voltandosi verso di lui. “No, mi terrò il mio bell’albero-sorpresa, grazie.” dichiarò solennemente.
Jared sorrise, e si appoggiò con la schiena allo stipite interno della porta, senza rispondere nulla. Per qualche attimo, continuò a fissare il compagno come se stesse aspettando che dicesse o facesse qualcos’altro. Il sorriso di Jensen si fece incerto, per poi passare a un’espressione perplessa.
“Che... che c’è?” chiese infine, con una risatina spaesata. Jared ristette, iniziando a far vagare lo sguardo come se si sentisse in imbarazzo per qualcosa... o come se volesse dire qualcosa e non ci riuscisse. I suoi occhi si spostarono veloci da Jensen al pavimento, a Jensen, al soffitto, a Jensen nuovamente, e di nuovo al soffitto. E di nuovo a Jensen. Sembravano gli occhi di un cucciolo che aspetta una carezza. Jensen lo fissò, confuso, avvicinandosi piano. Di solito, quando Jared lo guardava così, lo faceva da molto vicino, cercando coccole o tentando di scioglierlo per fargli fare qualcosa che non gli andava. Tentando e riuscendo, sempre. Del resto, anche se in pochi lo sapevano, gli “occhi da cucciolo” non erano nati semplicemente dal personaggio di Sam: erano stati ispirati direttamente dal suo interprete.
Jensen fece qualche altro passo verso di lui, che non si decideva ancora a muoversi dalla porta.
“Jay... ma che cavolo t’è preso, si può sap...” Si bloccò quando vide che Jared aveva nuovamente alzato gli occhi al soffitto, e stavolta stava continuando a fissarlo con una certa insistenza. Quando Jensen seguì il suo sguardo, gli sfuggì uno sbuffo divertito nell’accorgersi che Jared non fissava affatto il soffitto, ma l’architrave della porta. Per la precisione, il vischio che vi era appeso. Jensen scosse pazientemente la testa e gli si avvicinò, allacciando le braccia attorno ai suoi fianchi e stringendolo a sé. Sollevò lo sguardo verso il rametto di vischio, tornando poi a fissare il viso ora sorridente del suo partner. Jared sembrava davvero felice che lui avesse capito. Come se fosse necessario trovarsi sotto il vischio perché Jensen lo baciasse una, due o un milione di volte...
“Ehi, Jay...” mormorò Jensen, indicando verso l’altro lato della stanza. “Lo vedi quel bell’albero di Natale? Tu non ci crederai, ma neanche trenta secondi fa ero lì vicino che baciavo un tizio assurdamente alto. Oh, ma aspetta, ora che ci penso bene... c’eri anche tu!” esclamò, a metà tra lo sconcertato e il divertito.
Jared sogghignò. “Sul serio?!” ribatté scherzoso. Poi sorrise con dolcezza, stringendosi nelle spalle. “C’ero e mi è piaciuto. Però questo è il primo Natale che passiamo insieme, e ci tenevo a...” S’interruppe, di fronte all’espressione stupita di Jensen. Per un attimo rimase in silenzio, poi rise imbarazzato. “Okay, è una cazzata, vero? Lo so, hai ragione.” Fece per staccarsi, ma Jensen lo trattenne su di sé, stringendolo. Il suo sguardo si sciolse in un sorriso dolce, mentre avvicinava le labbra a quelle di Jared.
“No. Non lo è.” mormorò, le loro bocche che quasi si sfioravano. Jared aveva già socchiuso gli occhi, quando Jensen si fermò e si allontanò improvvisamente, con l’espressione di chi ha appena messo a fuoco qualcosa con cui era venuto a contatto di sfuggita ma a cui, fino a quel momento, non aveva davvero prestato attenzione. “Ehi, aspetta un attimo...” Si staccò da un confuso e allibito Jared, lasciandolo lì mentre usciva dalla stanza velocemente.
“Ma cosa... Jens? Jensen?”
Il rumore dei passi di Jensen attraversò la casa in una frettolosa vibrazione, e poco dopo Jared se lo vide ricomparire davanti, più sconcertato di prima.
“Jared...” cominciò Jensen, incredulo. “Dimmi che ho le allucinazioni e che non c’è del vischio appeso sopra ogni porta della casa...”
A quelle parole, Jared emise una risatina, piegando appena la testa e fissandolo con i suoi occhi dolci.
“Era solo per essere sicuro che avresti colto il messaggio, sai...”
Jensen rimase a fissarlo per qualche attimo, poi si coprì la faccia con entrambe le mani e scoppiò a ridere di cuore. Rideva ancora quando tornò ad avvicinarsi a lui e gli avvolse le braccia attorno al collo. Il rametto di vischio pendeva esattamente sopra di loro. Jensen lanciò uno sguardo veloce verso l’alto, poi sospirò profondamente e fissò il suo compagno, con un sorriso a stento trattenuto.
“Tu sei completamente matto.” asserì con piena convinzione. “Sei adorabilmente matto, questo sì.” continuò, la voce che si tingeva di dolcezza. “Ma completamente. Ricordatelo.”
Jared rise e lo strinse a sé.
“Me lo devo scrivere?”
“Buona idea.” annuì Jensen. “Già che ci sei...” continuò, accostandosi alle sue labbra. “Scriviti anche che abiti con un tizio più matto di te. Deve esserlo, dato che ti ama da impazzire.”
Jared lo fissò per un lungo momento, senza parlare, con solo la luce del suo sguardo ad esprimere quanto intensamente stesse battendo il suo cuore. Alla fine socchiuse gli occhi sorridendo, e mormorò a bassa voce sulle labbra di Jensen, prima di lasciarsene catturare.
“Questo non occorre che me lo scriva... Non credo lo dimenticherò mai.”