Titolo: Tu non ci credi
Autrice:
orchidea_lover Fandom: Queer As Folk (US)
Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Pairing: Brian/Justin
Rating: PG13
Genere: One-shot, introspettiva, romance, angst
Parte: 1/1
Note: Justin POV, ambientata subito dopo la puntata 2x02. Spoiler riguardanti il finale della prima stagione e l'inizio della seconda. Scritta per il Doppio Misto Festival di
ff_serietv_ita .
Prompt: Cercare di dimenticarlo
Warning: Slash, lieve linguaggio
Disclaimer: Né Brian né Justin sono miei, ma appartengono a CowLip anche se non lo meritano. Non detengo alcun diritto e quest'opera non ha scopo di lucro.
Non riesco a chiudere gli occhi. Nemmeno qui, nell’unico posto dove vorrei stare, con l’unica persona che in questo momento mi faccia sentire al sicuro. Nemmeno col tuo braccio a circondarmi, Brian. Non ci riesco e non voglio. Se resto sveglio, posso ancora stare con te, posso ancora vedere te, ripensare a cosa stavamo facendo neanche un’ora fa e convincermi che va tutto bene perché ci sei tu. E far tacere quella piccola parte di me che in fondo sa che non sarei qui se Chris Hobbs non mi avesse quasi spaccato la testa. Io lo vedo ogni notte... ogni volta che chiudo gli occhi, è solo il suo viso che vedo. Non ricordavo nulla dell’aggressione fino a poche ore fa, eppure da settimane non faccio che svegliarmi di notte urlando, scappando da lui. E adesso ho paura, Brian... adesso che mi è arrivato tutto addosso all’improvviso, che ho ricordato ogni cosa, è come se sapessi che lui mi aspetta appena al di là del confine del sonno. Dove tu non sarai con me.
Ti guardo dormire, illuminato dal chiarore blu della luce notturna con cui ti piace dare atmosfera al tuo letto. Vorrei svegliarti anche solo per sentire il tuo abbraccio farsi più stretto attorno a me, ma il tuo viso è stanco, e so che è a causa mia, a causa di quella notte che è stata terribile anche per te. Mentre ero in coma, mentre mi raccontavano quello che mi era successo e per me era come se parlassero di qualcun altro, mentre mi chiedevo dove fossi e perché non venissi a trovarmi, so che tu non hai smesso un attimo di sentirti il mio sangue addosso. Forse in questo momento ti fa persino male starmi vicino, forse ti senti ancora in un’assurda colpa per non aver potuto evitare quello che è successo, ma temo che dovrò comportarmi da egoista e lasciare che tu mi tenga comunque insieme a te. Perché ho bisogno di te, ne ho bisogno da morire, sei l’unica persona al mondo di cui ho davvero bisogno. E’ come se non fossi certo di poter continuare una vita normale, e quella paura riesce a smettere di urlarmi in testa solo quando sono con te.
Ho ricordato tutto e so che era necessario, lo volevo anch’io, volevo che tu non fossi da solo a tormentarti ripensando a quegli attimi. Eppure adesso mi sembra che il solo scopo per cui dovevo arrivare a riavere tutto dentro di me, fosse cercare di dimenticarlo ancora. Ed è così incredibilmente difficile... fuori c’è un mondo fatto di gente tra cui non riesco neanche a camminare, muovermi tra le persone mi fa stare male, mi sento aggredito da chiunque mi sfiori... e qui c’è questa maledetta mano che continua a tremare, che non riesco a muovere... dovrò fare i conti per sempre con il fatto che non potrò mai più disegnare come prima. Che non sarò più lo stesso di prima. Mi sembra di essere qualcosa di ormai irrimediabilmente rovinato, da buttare. Ecco perché non riesco neanche a pensare di poter fare a meno di te, Brian. Sei la sola cosa che possa salvarmi in questo momento, la sola cosa che funzioni nella mia vita. La sola persona da cui riesca a farmi toccare, l’unica che non potrà farmi male anche se mi sento continuamente sul punto di sgretolarmi. Vorrei solo sapere che non dovrò sentirmi così stupido e fragile per sempre. Vorrei solo arrivare di volata al giorno in cui insieme avremo dimenticato tutta questa maledetta storia, se quel giorno ci sarà mai.
Mi stringo a te, rannicchiandomi sul tuo petto. Ho freddo e voglia di piangere.
“Justin?”
Sussulto, tirando su la testa e incontrando il tuo sguardo assonnato.
“Scusa... non credevo... di solito non hai il sonno così leggero.”
Mugugni qualcosa, passandoti una mano sul viso, e sembri avere tutta l’intenzione di ignorare la mia osservazione. Sei continuamente preoccupato per me e non vuoi dirmelo, non è vero? Sospiro qualcosa di simile a un singhiozzo, nascondendo il viso sul tuo collo. Sento le tue braccia stringermi, e la tua mano accarezzarmi i capelli.
“Che ti succede?”
Come potrei spiegartelo senza sembrare un ragazzino spaventato? E cazzo, lo sono, sono un ridicolo ragazzino spaventato che vorrebbe solo farsi cullare dalle tue braccia!
“Non ho sonno.” Vorrei non aggiungere altro, ma non riesco a tenermelo dentro. “Non voglio dormire... non voglio.”
Sospiri, cercando di abbassare il viso verso di me, ma in questo momento non riesco a farmi guardare, desidero solo continuare a sentire la tua pelle e il tuo profumo.
“Prima o poi dovrai farlo, altrimenti le energie per scopare dove le prendi?” La tua voce accenna un sorriso, ma poi, dopo una pausa, torna seria. “Tua madre me l’ha detto. Dei tuoi incubi, intendo.”
Mi stringo più forte al tuo corpo, facendomi rigido, ma la tua mano ancora mi accarezza, e pian piano cedo al suo tocco rassicurante. Ma continuo a tenere il viso nascosto su di te.
“Adesso lo so, Brian... so tutto, ricordo tutto... adesso sarà peggio... io non...” Non riesco a proseguire, sento la voce che mi si spezza, mi sembra quasi di non poter respirare. Dio, Brian, stringimi, ti prego!
“Forse lo sarà. Per un po’.” La tua voce è calda, come lo sono le tue braccia. Stringimi forte, ancora più forte... “Poi però ti sveglierai e sparirà tutto. Ti sveglierai sempre e sarà sempre tutto sparito, Justin.” Resti in silenzio per un attimo, e in questo momento mi stai davvero stringendo con tutta la forza che hai. “Così come mi sveglio io e tu non sei più coperto di sangue.”
Sollevo il viso verso di te, e mi accorgo solo adesso di avere le guance umide. Senza rendermene conto, ho davvero iniziato a piangere. Ti guardo, e nei tuoi occhi vedo ancora tutto quel tormento e quel senso di colpa.
“No, non è vero che sparisce tutto.” Abbasso lo sguardo, scuotendo piano la testa. “Non è vero anche se lo vorrei tanto, Brian... Vorrei semplicemente aprire gli occhi e averlo dimenticato.”
La tua mano mi accarezza il viso e tu ti protendi verso di me, per posare la bocca sulla mia e baciarmi a lungo, come se tutti e due avessimo bisogno di riprendere respiro e forza, e questo fosse l’unico modo. Ti stacchi lentamente, le mie labbra ancora ti cercano e non vorrebbero lasciarti andare.
“Lo vorrei anch’io.” Circondi il mio volto tra le mani mentre mi parli, ed è bellissimo sentire il calore dei tuoi palmi. “Magari... cercare di dimenticarlo insieme potrà funzionare meglio.”
Riesco a concedermi una piccola risata tra le lacrime.
“Tu non ci credi.”
Abbassi gli occhi per un attimo e sorridi anche tu, perché non puoi negarlo. Ti stringi nelle spalle, e ti umetti le labbra in quel gesto morbido e così sensuale che fai sempre quando sei in imbarazzo. E subito dopo torni a guardarmi, e i tuoi occhi si fanno dolci.
“Comincia a crederci tu. Può darsi che io ti segua.”