Avete letto
QUI? NO? O_O ANDATE SUBITO!
...
...
*coff*
Questo è il post in cui scatenare il delirio, o vili sottoposti! (Perchè postate sotto di me, non perchè voi siate inferiori, ovviamente)
Andate, andate, e scatenate le fiamme dell'inferno! *inserire risata malvagia*
No, seriamente. Questo è il post in cui postare i racconti dell'unico,
(
Read more... )
"Io... sono un pittore, mein Führer. O meglio, volevo esserlo. Ma apparentemente non sono abbastanza bravo da mantenere una famiglia coi miei quadri. Facendo il custode guadagno di più, e almeno rimango vicino all'arte che amo, mein Führer."
"Bravo, Peters. Molto responsabile, da parte sua" commenta Hitler con un secco cenno d'assenso "è congedato."
"Heil Hitler!" dice il custode, stavolta con più prontezza, e gira i tacchi, andandosene con una velocità che farebbe quasi pensare stia scappando.
Hitler si volta di nuovo a guardare il plastico, e per la prima volta prova un sensazione sgradevole di fronte a lui. Quella spinta verso il futuro, quell'anelito creativo - stanotte sono morti, uccisi dal fallimento dei piccoli sogni del piccolo custode, così simili a quelli che erano stati i suoi.
Se ne va spegnendo le luci dietro di sé, e percorre al buio il corridoio che l'ha portato lì. Guarda la Cancelleria, le alte finestre rettangolari come buchi neri affacciati sul cortile; e si ripete, si ripete fino a crederci, che lui non è, né sarà mai più, Adolf Peters.
Reply
Non mi hai deluso: la scena che hai descritto è molto bella e al contempo sinistra, con un sottofondo di inquietudine che pervade l'intero racconto. Mi piace molto il modo in cui sei riuscita a rendere questa sensazione, specialmente se si considera il fatto che la scena in sè non ha nulla di angosciante.
Ben fatto.
Reply
Anch'io ho un debole per quel periodo; d'altro canto, dopo aver preso il prompt sull'onda dell'entusiasmo, sono ritornata in me e ho detto "ohmioddio, ma questa è ROBA SERIA!", soprattutto considerato che il prompt richiedeva il POV di Hitler che è... impossibile, in un certo senso. L'unico punto di connessione che potevo trovare era il suo passato di artista fallito e il fatto che di recente ho letto le memorie di Speer, e sono partita da lì.
Reply
Complimenti :D
Reply
Reply
(The comment has been removed)
Reply
Devo dire la verità, quando ho visto il titolo ho pensato 'oddio', e non per sfiducia nelle tue capacità (perchè non avevo mai letto niente di tuo e ora sono contenta di averlo fatto ^^) ma perchè è un prompt difficile su un personaggio il cui solo nome scatena reazioni difficili soltanto per associazione mentale.
Fatta questa premessa, quindi, non posso che farti tanto di cappello. Questo piccolo racconto è sì breve e delicato, ma allo stesso tempo pregnante e colmo di parole non dette, di pensieri non espressi.
Mi è piaciuto molto per l'incontro inaspettato tra due persone a un livello tanto differente, ma sotto sotto così 'simili', e per il modo delicato in cui è uscita fuori non dico un'intera psicologia, ma quanto meno l'accenno di essa. U_U la faccio breve, mi è piaciuto molto, il tema è stato tratto con delicatezza ma non leggerezza, e senza scadere inutilmente in melassose melassosità, e quindi complimenti ^_^
Ok, sparisco a sistemare l'altro claim ^_^
Reply
Anch'io ho pensato "oddio" quando mi sono resa conto di che razza di prompt mi ero accollata XD però, diciamo, mi sono buttata nel fosso e l'ho attraversato in apnea... come dicevo negli altri commenti, ha aiutato anche il fatto che avessi già qualche spunto reale a cui appoggiarmi e da cui trarre una chiave di lettura. Che poi si possa veramente risolvere Hitler è un altro discorso; a me è bastato darne un'istantanea che apparisse almeno un po' plausibile ^^;;
Reply
Studente dell'Accademia fallito, pittore che vendeva i suoi quadri per mantenersi. Un uomo che poi ha fatto fortuna dopo essersi arruolato nell'esercito.
Hai riassunto in breve quello che forse è il senso della vita di un uomo che con cinismo ha reagito al suo passato. Ma sì, anche con aggressività, cercando di nascondere le debolezze.
Lascia un senso di amarezza alla fine. Brava!
Reply
Più che altro mi piace il fatto che non hai cercato né di giustificare né di demonizzare (o di buttare tutto sul patologico), insomma di spiegare qualcosa che fa tremare le ginocchia a molti, storici e non, per cui è venuto fuori un ritratto intimo di un uomo pericoloso e sinistro ma anche frustrato.
Reply
Quando uno sente la parola Hitler, ormai non riesce a vedere altro che il mostro (e non a torto), però in questo breve pezzo sei riuscita a "trasmetterci" l'idea che in lui c'era anche un essere umano con le sue delusioni e i suoi sogni infranti. (morale della favola: MAI distruggere i sogni delle persone, ecco quello che succede)
Ancora complimenti.
Reply
Leave a comment