Titolo: And I came here to talk
Fandom: DC Comics *si sente un traditore della patria*
Autore:
el_defeAngstReader:
lisachanoandoRating: 16+
Avvertimenti: Flashfic, MM
Personaggi: Selina Kyle, Tim Drake, Bruce Wayne, Helena Kyle
Conteggio parole: 538 (Word)
Note/Whatevs: Buon compleanno
namidayume! Questa fanfiction ha una storia lunga e travagliata che piccicherò domani, ora non riesco a pensare lucidamente XD Frattanto, Verde @
Fanworld.it.
Disclaimer: Tutta roba della DC Comics e non ho neanche un soldo da parte per questo.
Un po' di dialoghi presi da qui, il titolo è un versetto di Green Eyes (!) dei Coldplay (ma va'?!)
Introduzione: Selina non si volta a guardarlo.
And I came here to talk
«Tim?»
Scende dal soffitto con naturale esuberanza, come se tutti amassero passeggiare appesi a un rampino a testa in giù, e si ritrova a fissare prima gli occhi di Bruce, poi quelli di Selina, e infine quelli del frugoletto vestito di rosa che mugola deliziato.
«Andiamo a caccia?»
«No. Non ancora. Voglio che sorvegli Helena per qualche minuto.»
La mascella precipita inesorabilmente verso il basso, mentre le sue parole si fanno strada nel suo cervello, e mette i piedi per terra, sganciando il rampino. «Cos... mi hai preso per una baby-sitter?»
«No. Tu sei il mio assistente. E sei con me per proteggere gli innocenti.» Il tono di Bruce è tranquillo, e con un'occhiata altrettanto banalmente tranquilla aggiunge, non detto, "e Helena è innocente, almeno".
Tim si guarda intorno - il sorriso di Selina sottile e ben lungi da essere la letale smorfia soddisfatta che normalmente campeggia sul suo splendido volto, Helena che comincia a lanciare gridolini alla "loso, loso" e a indicare il suo costume, e Bruce che neanche batte ciglio, attendendo che lui prenda per mano la bambina e si allontani da loro, lontano abbastanza perché non ascolti ciò che hanno da dirsi. Come se ce ne fosse bisogno, dopo che li ha aiutati per fingere che siano morte entrambe.
***
«... un bersaglio sulla schiena. E per assicurarmi che sia protetta, devo fare a tutti quelli che hanno attraversato... o attraverseranno la mia strada, quello che ho fatto a Black Mask.»
Tim nasconde la sua preoccupazione sotto il solito strato di spavalderia, quando Selina gli si avvicina per riprendere Helena, nessuna traccia della segretezza di poco prima sul suo viso - solo stanchezza, e paura e ancora stanchezza.
«Grazie, Tim.»
«Dovere» risponde impettito, sorridendo e non ottenendo null'altro che due occhi verdi e tremolanti in risposta, e una serie di passi leggeri e lenti che si allontanano da loro - da lui.
«Noi abbiamo scelto questa vita, Bruce» comincia a parlare all'improvviso, febbrilmente, senza smettere di camminare verso l'uscita. «Lei no. Lei si merita di crescere normale. Di crescere sicura. Di crescere e basta. Ammetti la realtà, Bruce. Il mondo in cui viviamo...» si ferma davanti a una teca, incerta, «non è sicuro, per i ragazzini.»
***
«Tim?»
Selina non si volta a guardarlo. Non vuole mostrargli di nuovo la paura che è sfuggita, incontrollata, dai suoi occhi. Non vuole guardare la sua paura riflessa e amplificata in quelli di Tim. Vuole fuggire e restare indietro, vuole molte cose e l'unica che le è negata.
Il suo passo è incerto, e Selina si sente in dovere di aggiungere, «ti ho riconosciuto dal respiro.»
«Dovrei esserne onorato» risponde, con un pizzico di allegria fuori posto. «Mi ha chiesto di venire da te per... per assicurarsi che sia tutto pronto.»
«Non lo sarà mai.»
Selina si lascia abbracciare da dietro, in uno slancio d'affetto che coglie di sorpresa più lui che lei, e che termina quasi subito; ma le braccia non si muovono, e con le proprie mani corre a coprire le sue.
«Sei molto caro a preoccuparti per me, Tim.»
Anche se si sente smascherato all'istante, non si muove, e non le permette di girarsi.
«Mi mancherai» singhiozza piano, lasciando la sua presa.
Il cielo minaccia di nuovo pioggia.
FINE