(
Back to 'The Bruise'!)
Titolo: The Cruise
Autore:
el_defeAlpha reader:
fioredilotoBeta reader:
lisachanoandoFandom: House MD
Personaggi: tutti i principali
Pairing: A-EHM. Established!Cameron/Cuddy, Estabilished!House/Wilson, Chase/Wilson, Chase/House, (dulcis in fundo) Chase/House/Wilson. Terra inghiottimi.
Rating: 18+
Avvertimenti: Accenni di linguaggio, Fluff, Hurt/Comfort, AU colossale, Femslash, Slash, Threesome, Sesso esplicito. *contempla lo sfacelo*
Word Count: NON SO COME, 3096 (Word) XD
Note: AU colossale a partire da 3x09 (Finding Judas / Aspettando Giuda) e 3x10 (Merry Little Christmas / Un piccolo Natale); a questi episodi avevo già dedicato
The Bruise durante la terza settimana del Fluffathlon (e infatti troverete un sacco di scene e dialoghi ripresi da lì), mentre questa è valida per la quinta settimana. In più, sesta voce della mia tabella Sfida prismatica su
diecisudieci: dieci fandom diversi, un unico prompt (Viva la Vida dei Coldplay). Amykette belle, vi lascio l'archivio in eredità *defunge*.
Ulteriori note: 1.b - Orientamento Sessuale: Uno, due, più personaggi, TUTTI i personaggi della storia cambiano orientamento sessuale. Il resto della trama e dell'ambientazione vengono rispettati il più possibile. I personaggi restano tutti IC nei limiti del possibile.
Ebbene sì, miei signori. Benvenuti al Princesston-PlainsboMo, laddove non prendi servizio se nella testa non ti ritrovi il vizio. Per l'IC-ness, ci siamo attrezzati (e credo sia accettabilissima, almeno per i miei canoni lo è O_O). Per il LOL, pure. Per il kink segreto di ogni slasher su House MD (cit.
fiorediloto), idem.
Disclaimer: House MD non è mio bla bla nessuno scopo di lucro bla bla povero in canna bla bla la season 5 non arriva a questi livelli, li OLTREPASSA.
Riassunto: Perché quel livido è il lasciapassare per un sacco di cose, è evidente.
The Cruise
"For some reason I can't explain" (Viva la Vida, Coldplay)
"Cantami, o Maour, del(le) pene di Wilson l'inopportuna impazienza..."
"Perché devo cantarle io? Fallo da solo."
"Quanto sei generosa, Maour."
***
«Sai, è strano che il livido non si decida a riassorbirsi. E tu hai detto che non ti ha fatto così male. Quindi meglio escludere problemi inesistenti che ignorarne qualcuno reale.»
Chase la lascia fare, permettendo che termini il prelievo senza ulteriori proteste, e comincia ad ammirare il proprio sangue che riempie con pigrizia sconcertante la siringa.
«Non stare così. House ha fatto un'idiozia. Succede.»
«È vero» annuisce, deluso. «Ma non mi fa stare meglio, sai.»
«Ma allora ti fa-»
«No, rilassati, tesoro» ride, appoggiando una mano sul suo braccio. «Non parlavo di dolore fisico.»
«Lo so» mormora, comprensiva, un secondo prima che il suo pager cominci a suonare con insistenza.
«È Cuddy?»
Robert lo chiede per il solo gusto di vederla arrossire lievemente. È sempre stato sensibile alla bellezza, dopotutto. Cameron annuisce e fugge via dalla stanza, lasciandolo da solo, con una manica arrotolata per metà e la pelle che pizzica sotto il cerotto che gli ha applicato prima di uscire. Sorride, per quel che può valere.
***
«Il prelievo è a posto. Sei sano come un pesce.»
Quando Robert nota che è Foreman a occuparsi del prelievo - e lo nota dalla mancanza di gusto nel vestiario, non certo dal colore della pelle o dalla voce spiacevolmente diversa - capisce immediatamente di che tenore fosse la chiamata di Cuddy per Allison.
«Cameron si preoccupa troppo» commenta in modo casuale, stiracchiandosi un po'.
«Già» è la sua risposta, seguita parecchi minuti dopo da un «House ha sbagliato» che lo stupisce.
«Non ha mai badato ai rapporti umani.»
«Intendo con la ragazzina. Con te non ha sbagliato. È stato un idiota e basta» spara tutto d'un fiato, esitando appena nell'aggiungere l'ultimo commento. «Insomma, ti ha assunto soltanto per-.»
«No, Foreman» sospira. «E comunque è il Vicodin, non è in sé.»
«Ehi, fammi-» Foreman gli volta il mento in controluce, fissando il livido con aria sospettosa; Robert lo guarda incuriosito, forse sperando che finisca di esaminarlo in fretta.
«Niente, scusa» borbotta, senza lasciargli il mento e, anzi, spostando lo sguardo prima sulle labbra, e poi a incontrare i suoi occhi.
«Non c'è problema. Be'... se mi lasci andare...»
«Sì, scusa.»
«Buonanotte.»
«'notte, Chase.»
***
«Hai due nuovi messaggi.»
Robert lascia la cena del take-away sul tavolino, togliendosi le scarpe con un gesto fluido e gettandosi a peso morto sul divano. «Che stress» sospira melodrammatico a un cuscino di tela rossa, prima di allungarsi a schiacciare il pulsante della segreteria.
«Rob, sono io» ridacchia una voce femminile, eccitata e squillante. «Senti, io sono fuori stasera, quindi se hai bisogno di un po' di coccole possiamo aspettare domani mattina, okay, tesoro? Ah, ti saluta Li... la Cuddy. Sì, non fare domande, ne parliamo con calma.»
La segreteria passa al secondo messaggio, in automatico.
«House è un idiota» borbotta Foreman, quasi di malavoglia. «E fallo penare per bene, prima di perdonarlo.»
Scoppia a ridere nella penombra del soggiorno deserto, la pelle che ancora tira e una vaga sensazione, simile ma non identica, da qualche altra parte. Delle due situazioni, certamente non è la prima ad essere anomala.
***
«Sei molto concentrato.»
Se Robert avesse notato il tempo interminabile che Jimmy ha passato a guardarlo spalmare burro d'arachidi sul pan carrè, avrebbe capito un sacco di cose e ben prima dell'irreparabile. Invece non l'ha fatto, visto che il suo unico desiderio era quello di ingollare in fretta qualcosa per calmare la fame e cominciare il turno, così si limita a mormorare un «Oh» e a continuare la delicata opera di farcitura del sandwich.
«Il livido si vede un po' meno, oggi.»
«Passerà.»
La voce con cui gli risponde è spiacevolmente fredda. Reca con sé lo strascico di avvenimenti passati e ormai archiviati in fondo a uno schedario. Avvenimenti che non rimpiange, tutt'altro.
«E comunque, di un pugno di House state facendo una questione nazionale.»
«Non è un pugno qualsiasi. È una ferita di guerra.»
Robert ride. Si chiede un sacco di cose, e decide di non rispondersi a nessuna di quelle domande. «Se mi tocca una gratifica extra per questo, allora ci sto.»
«Chi ti ha tampinato finora?»
«Vediamo.» Alza il pollice. «Cameron mi ha costretto a fare un prelievo prima di andare a casa di Cuddy...»
«A casa di Cuddy?»
«Vuoi davvero sapere i dettagli?» ride, facendo il gesto di allentare la cravatta. Wilson scuote la testa, imbarazzato, e Robert passa all'indice.
«Foreman mi ha lasciato un messaggio in segreteria ieri sera» dice, e distende il medio, «e la drag queen che qui dentro vi ostinate a chiamare caposala ha preteso di offrirmi un caffè con cioccolata e si è quasi offesa quando le ho detto che non avrei potuto prima della seconda pausa caffè. E poi tu, adesso» conclude, arrivando all'anulare - e non per caso.
«Ho vuotato il sacco con Tritter» butta lì, mentre Robert termina di dividere a metà il tramezzino con una precisione quasi millimetrica.
«Hai- cosa?»
Wilson non gli risponde. Comincia a ingollare il sandwich, in silenzio, reggendo ancora la borsa ed evitando sia di rispondergli, sia di guardarlo negli occhi che, curiosi e stupiti, pretendono da lui una risposta. Qualsiasi risposta.
Soltanto quando terminano di mangiare, Robert si decide a parlare.
«Senti, se l'hai fatto per me io-»
Wilson scuote la testa. «No, ma deve finire. Ora.»
Chase non sa come finisce ad abbracciarlo, seppur per un momento tutto sommato breve. Troppo breve, visto che poi finisce pure a baciarlo, o forse, no, è sicuramente Jimmy ad averlo baciato, ed è riassaporare qualcosa che hai assaggiato una sola volta e mai più. Qualcosa ricoperto di burro d'arachidi, decisamente.
Il gesto rapido con cui Robert gli afferra la nuca per avvicinarlo ancora di più a sé costringe la borsa a precipitare con malagrazia sul pavimento; non che questo importi ai presenti - forse, prima di quel bacio, un pochino - visto che si ritrovano sul divano che qualcuno ha fatto portare lì poco più di tre mesi fa, non avendo abbastanza posti dove pomiciare con il suo uomo. Wilson mugola qualcosa che nessuno dei due riesce o ha intenzione di capire, più un tentativo di annaspare alla ricerca dell'aria sottratta da quei baci pretesi, ottenuti, concessi. Mugola di piacere perché Chase è già lì ad accarezzare e cercare un modo comodo e rapido per sbottonargli i pantaloni, e mugola di sorpreso timore perché quello che, tecnicamente, fino a tre minuti fa era il suo uomo è lì a guardare la scena allucinante che sta prendendo forma davanti ai suoi occhi. Robert deve reclinare la testa in un modo altrimenti impossibile per notarlo e lasciarsi sfuggire un «Oh» che esprime la sua comprensione di fronte a Wilson, immobile sopra di lui e con l'erezione ancora pulsante stretta nella sua mano.
«Continuate pure, eh» commenta, zoppicando fino alla scrivania per prendere un fascicolo. «Cercavo solo questo.»
«House...» Wilson balbetta, tentando di ricomporsi, ma per una volta non riesce ad essere più veloce di lui, e la porta già sbatacchia quando è ancora ben lungi dall'essere rivestito a puntino.
«Buona giornata, Wilson.»
«Buon Natale, Chase» è tutto quello che riesce a rispondere, prima di avviarsi al patibolo.
***
«Ti sei fatto vedere?»
«Ehm... sto bene» risponde, per niente imbarazzato dal fare assolutamente normale di House, la cui unica concessione all'irritazione sta nel modo in cui gli ha scagliato addosso l'ennesima cartella (quella che ha preso prima dalla sala relax, forse?).
«Ottimo.»
Non c'è niente di ottimo, House. Perché non mi dai un altro pugno? Cosa stai tramando? È soltanto quando House comincia a blaterare di stelline d'oro per Cameron e note di merito di opinabile utilità che si rende conto che quelle domande non gliele ha poste, ma sono soltanto rimbalzate nella sua testa come pulci ammaestrate. E dotate di una certa pigrizia, oltretutto.
***
«Parlavo sul serio, prima.»
Gli ha permesso di arrivare al suo fianco giusto per non farsi richiamare di fronte a un corridoio affollato e ai suoi occupanti molto impiccioni. Non per altri motivi. Non per fare la scolaretta ritrosa.
«Neanch'io mentivo. Non ho niente, House» gli risponde, aggiustandosi il nodo della cravatta con lo stesso nervosismo di qualche ora prima.
«Ottimo.»
«Non sforzarti a mostrarmi compassione. È un livido, non muoio, punto.»
«E sono stato tanto cattivo.»
La voce fintamente lamentosa lo irrita in maniera inimmaginabile. Si dirige a grandi passi verso l'ascensore di servizio, alla fine del corridoio laterale deserto, borbottando a tutto spiano.
«Risparmia il fiato. La tua tecnica per scusarti è pessima.»
«Devo fare sesso con te, allora?»
Chase schiaccia il pulsante per il piano terra, scuotendo la testa tra l'incredulo e il divertito. Il ghigno di House è la penultima cosa che riesce a vedere, prima che le porte si chiudano sul bastone che si è intrufolato per impedirne la chiusura.
«Che cosa vuoi, ancora?»
House lo schiaccia contro la parete dell'ascensore, premendo le proprie labbra contro le sue con forza nel medesimo istante in cui le porte riescono finalmente a chiudersi. E il pavimento vibra appena quando Chase comincia a rispondere a quel bacio, prendendogli il viso tra le mani; non sa cosa aspettarsi dal movimento quasi istintivo di House, che si avvicina e si pressa contro il suo corpo così forte da poterne sentire ogni spasmo e da togliergli il fiato.
E poi l'ascensore smette di muoversi, e House con esso.
«Stasera. A casa mia.»
«Cuddy voleva darmi la serata libera e uscire con me.»
«Non è a te che interessa Poppea, no?» ribatte, uscendo dalla cabina con passo quasi marziale, se non fosse per il bastone.
***
«Non mi dire che hai perso mezz'ora per decidere cosa metterti.»
Robert sospira rassegnato. «Sarebbe servito a qualcosa?»
«Quella cravatta fa schifo.»
«Appunto» sorride, lasciandosela sfilare senza troppi giri di parole, e scuote divertito la testa a mano a mano che il cipiglio disgustato di House si fa più marcato.
«Anche la camicia è un pugno nell'occhio.»
«Figuriamoci, è un regalo di Cam.»
«Cameron è un'idiota.»
Si allunga a cercare le labbra di House, che finge soltanto di ritrarsi. «C'è chi non la pensa così.»
«Andiamo, non diventa meno idiota soltanto perché è la donna del mio capo o la tua migliore amica» si lamenta, cercando di sbottonargli la camicia - azzurra a righe bianche, gli era sembrata una buona scelta, l'ideale per irritare il senso estetico di House - con una sola mano. E, appurata l'impossibilità della cosa, esercita la pressione giusta per far saltare i bottoni uno dopo l'altro.
«Potremmo anche farlo in un posto più comodo» obietta, quando House comincia a far scorrere la mano tra le sue gambe.
«Cattivo Chase, cattivo.»
La risposta lo assale da tre parti, soffio malizioso e carezza decisa che si trasforma in una presa altrettanto decisa e bacio che indugia troppo a lungo. «Il bravo ragazzo vuole farlo comodamente.»
«Io lo faccio per te.»
«Egoismo travestito da generosità. Dovrei sculacciarti.»
Robert sbuffa, qualcosa a metà tra l'incredulità e uno sdegnoso dissenso, e un istante dopo si ritrova la mano di House all'interno dei pantaloni.
«Potrei farlo davvero» incespica, cercando la zip dei jeans e spingendolo contro la parete, le dita ruvide che indugiano sul torace prima di tornare ad armeggiare con bottoni e cinture.
«Non... qui» mugola, le gambe che gli tremano ad ogni carezza insistente. «Per... favore.»
«Potresti pentirtene» è il commento quasi ammiccante di House, che cede alla risolutezza negli occhi - e tra le gambe - di Chase. «Oh, d'accordo, fa' come vuoi.»
Stavolta è lui a prendere l'iniziativa e a baciarlo, mentre, un occhio al bastone e uno a un uomo decisamente eccitato, House indietreggia fino in camera da letto, apparentemente incapace di limitarlo in qualche modo. Il sorriso compiaciuto di Robert, però, si congela quando si accorge che nella stanza, effettivamente, c'è già qualcuno.
***
«Hai approfittato della mia pazienza» è il commento tranquillo di Wilson che, tranquillamente semisdraiato e con i soli boxer indosso, guarda i due che, fino a due secondi - e due passi - prima, amoreggiavano con altrettanta naturalezza davanti ai suoi occhi. «Avresti dovuto portarlo in camera appena entrato.»
«Aveva una cravatta orrenda e una camicia ancora più disgustosa.»
«Capisco» sorride. Robert, ovviamente, si perde del tutto.
«Siete due stronzi...»
«Sì» concorda House.
«... maniaci...»
«Abbastanza» annuisce Wilson, dall'altro capo della stanza.
«... e-» Qualunque sia l'aggettivo che tenta di richiamare alla mente, non fa in tempo ad arrivare a srotolarsi sulla sua lingua. House lo spinge con la mano libera sul letto, prima di issarsi a sua volta sul materasso con fatica, e Wilson gli sottrae qualsiasi traccia dell'ennesimo epiteto con un bacio devastante.
«... ah.»
«Jimmy, il ragazzino non ha più parole.»
«... maniaci» annaspa, alla ricerca di fiato.
«Ti stai ripetendo» sorride Wilson, voltandosi verso di lui con un luccichio divertito e facendo scivolare la sua mano al di sotto dei pantaloni di Chase, tutto per godersi lo spettacolo di un viso stravolto da incredulità, eccitazione e indignazione. «House, temo che qualcuno potrebbe dire che siamo due vecchie checche alla scoperta del loro nuovo boytoy, se ci vedesse.»
House fa anche finta di pensarci su, mentre aiuta Robert a sfilarsi i jeans. «E tu lasciaglielo dire. Potrei obiettare solo sulla parola vecchie, sai.» Vorrebbe anche aggiungere qualcos'altro, probabilmente, se il boytoy in questione non gli avesse già ficcato una mano nella cerniera dei pantaloni con un'espressione così magnificamente innocente da far credere a chiunque - ad esclusione di due vecchie comari come loro, s'intende - che è pronto a farsi fare qualunque cosa, da quei due. Quello che invece nessuno dei tre riesce a ignorare è il calore dei corpi vicini, la malizia delle mani e dei movimenti, e il sapore dei baci che si scambiano, come se farlo in tre in un letto che è fatto senz'altro per ospitare due persone leggere fosse la cosa più naturale del mondo - cosa che probabilmente è sensata. E il modo con cui Wilson richiama l'attenzione di Robert è a dir poco scorretto, perché il contatto tra i denti che premono leggeri sulla pelle della sua spalla lo fa rabbrividire e lo costringe a rilasciare quel gemito che stava trattenendo da un po'.
«... cosa?» ansima, liberando l'erezione di House da costrizioni di stoffa più o meno pesante e inarcando la schiena a cercare le labbra di Wilson, che si rifiuta di baciarlo e, anzi, gli porge qualcosa con un ghigno malefico.
«Oh, no-no-no-no.»
«Oh, sì...»
«... sì...»
«... sì...»
«... e ancora sì...» mormorano, proseguendo la risposta con precisione perfetta.
«Questo è prendersi gioco di un povero invalido.»
«Prova a ripetere questa scusa patetica e...»
«... e cosa? Me lo sbattete dentro senza tanti complimenti?» sbotta, e tuttavia rivolge loro la schiena con tanta naturalezza da far capire subito quanto siano sincere le sue parole.
Chase ride, accarezzando l'interno dei glutei con le dita già umide. «Pensi che lo faremmo davvero?»
«Certo che sì!»
«Non c'è niente da fare» commenta Wilson, allungandosi fino a tentare di fargli il solletico, scavalcando un corpo fremente di desiderio (che ne approfitta spassionatamente, visto il gemito sonoro che gli sfugge quando l'altra mano di Chase risale l'interno della coscia) fino a sfiorare un corpo altrettanto fremente di desiderio. «Non possiamo fregare il suo intuito.»
«Siete du-» comincia, ma le dita agili che si insinuano dentro di lui gli impediscono di finire con qualcosa di più che un mugolio sconnesso e incoerente, coperto quasi subito da una risatina impossibile da attribuire a uno dei tre; e quel mugolio torna a farsi sentire - in maniera deliziosamente sonora e capace di sovrastare qualunque risatina - quando è l'erezione di Robert a prendere il posto delle falangi, un mugolio che cresce di intensità a mano a mano che lo accompagna a dischiudere le gambe e affondare dentro di lui, lento e fluido e altrettanto poco silenzioso, incastrato com'è tra House che lo circonda e si stringe intorno a lui e Wilson che lo accarezza e lo stimola e si struscia contro di lui, voglioso.
Ed è molto più difficile poter pensare anche solo lontanamente di mantenere il controllo quando sono in due a tentare di strapparti ogni singolo gemito con le tenaglie, o vedere Wilson che si contorce in posizioni impensabili pur di riuscire ad affondare la testa tra le gambe di House, e la vista di Chase si annebbia per un istante a ogni spinta per tornare a focalizzarsi su dettagli inutili come gocce di sudore che scivolano pigramente ed evaporano senza motivo apparente, o pelle che si arrossa appena quando c'è una mano ad accarezzare con forza e artigliare e quasi graffiare. Chase è troppo poco esperto in situazioni così terribilmente eccitanti, o semplicemente troppo eccitato e basta, per avere una qualsivoglia speranza di spuntarla contro di loro - e infatti viene senza neanche rendersene conto, il piacere già intenso che si dilata e occupa rimbombando tutta la sua testa e rimbalzando nella sua gola in un tono basso e indefinibile, prima di iniziare a ritrarsi gradualmente, quanto basta per continuare a stimolare House e sentirlo sussultare per l'orgasmo quando ancora è stretto tra le sue braccia e si tende all'indietro in preda all'eccitazione che raggiunge il suo culmine. È un gemito meno marcato il suo, diverso per quanto i sensi storditi possano permettergli di appurare, altrettanto appagato e soddisfatto e, be', giusto.
Quando vede Wilson recuperare una posizione vagamente dignitosa, l'espressione calma e composta e un angolo della bocca che tira e pretende di distendersi in una risata a scena aperta, Chase non può trattenersi.
«Non mi dire che...»
«Non chiedermelo» lo interrompe, «e non te lo dirò.»
«Siete due stronzi maniaci.»
«Ricomincia» ansima House, permettendo a Wilson di frapporsi tra sé e Robert. «Io non ho più l'età per queste cose, Jimmy.»
«Tu hai l'età per fare cose ben peggiori» ribatte. «Chi è che ha spinto Cameron tra le braccia del capo soltanto per ingraziarsi la vittima di turno?»
Chase resta a bocca aperta. House è semplicemente impassibile. Entrambi gli mettono le mani addosso con una bramosia inimmaginabile. «Chi fa la spia...» è il commento di uno dei due, prima che comincino ad accarezzarlo e stimolarlo e masturbarlo e farlo semplicemente impazzire. Anche ammettendo che qualcuno si ricordi dell'esistenza di un livido a caso su un dolce faccino a caso, sarà un tantino più difficile giustificare segni rossi e abiti strappati a viva forza agli occhi attenti del mondo. E anche ammettendo che, prima o poi, qualcuno debba porsi un problema del genere, al momento vedere Wilson godere sotto le spinte e le carezze di due persone è decisamente più interessante.
FINE
Noticine finali: è indubbiamente la cosa più zozza che abbia mai scritto dopo Puppet on a lonely string. XD
"House, temo che qualcuno potrebbe dire che siamo due vecchie checche alla scoperta del loro nuovo boytoy, se ci vedesse" è ©
fiorediloto. Il qualcuno è lei.
È tutta di
lisachanoando perché mi beta e non apprezza i pairing, di
fiorediloto per un sacco di motivi che si sviscererà da sola, e per
chelian e
laurazel perché sono state più che amabili in una certa occasione.
Bonus prompt per
laurazel e
eryslash se riescono ad arrivare fin qui e trovare l'ispirazione per qualche cosa da disegnare XD.