Titolo: "mens sana..."
Fandom: Kamen Rider Kabuto
Pairing: Souji Tendou/Arata Kagami
Raiting: PG
Tipologia: oneshot
Prompt: fluff familiare per
FlufflathlonRiassunto: vivere con una persona come Tendou metterebbe a dura prova persino la pazienza di un santo, ma forse essere stupidi aiuta a trovare più facilmente i lati positivi dell'individuo più insopportabile dell'universo.
Souji si era sfilato le scarpe all'ingresso, riponendole con cura sul loro scaffalino e, dopo avere lanciato un occhiata quasi rassegnata agli stivali di Arata, abbandonati disordinatamente vicino al portaombrelli, era finalmente entrato in casa.
"Oh, Tendou... ma non dovevi stare fuori tutta la notte?"
"E' anche casa mia, se voglio tornare prima posso, sai?"
"... si ma avevi detto di no..."
Souji non si era disturbato a spiegare alcunché a Kagami, era uno spreco ti tempo e fiato, c'era qualcosa di più importante sul quale discutere al momento.
"Kagami, cos'è quella roba?"
Arata aveva seguito lo sguardo di Tendou fino al cibo che si trovava sulla tavola davanti a lui: due onigiri ancora incartati presi al Combini, un piatto fumante di yakisoba istantanei e una confezione di patatine già svanite per metà.
"... cibo?"
"E lo chiami cibo?"
"Bhe... si... è commestibile..."
Tendou aveva solo scosso la testa, sbuffando di irritata disapprovazione, ed era andato verso la stanza da letto.
Kagami l'aveva osservato allontanarsi corrucciato, senza riuscire a comprendere cosa l'altro pensasse... che era grossomodo lo stato in cui passava il 90% della loro convivenza, ma ogni volta era comunque fastidioso.
"E comunque perchè sei qui?"
Aveva ripetuto, sperando di vedere esaudita la sua curiosità... invano.
Souji era tornato con un sacchetto con qualcosa di non meglio definito in mano e gli si era piazzato davanti, una mano sul fianco.
"Non hai ancora buttato quelle schifezze?"
"... no! E' la mia cena!"
"... ecco perchè stai ingrassando"
Aveva sospirato Tendou, e Kagami si era alzato in piedi in uno scatto irritato, balbettando a metà tra l'arrabbiatura e l'imbarazzo: "Non sono ingrassato! Sono solo più... rilassato!"
Souji l'aveva fissato negli occhi con espressione apaticamente indecifrabile, quindi gli aveva puntato un dito in mezzo agli occhi.
"Non è una cosa positiva comunque... dovresti mangiare meglio e fare più esercizio, Kagami"
Arata era violentemente arrossito, e aveva scostato con una manata il dito di Tendou.
"Ohi! Al contrario tuo che fai la massaia io lavoro, dannato uomo dall'ego grande quanto la baia di Tokyo!"
"Io lavoro..."
"Quando non ti pagano non si chiama lavoro, si chiama costosissimo hobby!"
I due si erano fissati negli occhi per qualche istante, quindi Tendou aveva stretto le spalle.
"Vado da Jiiya..."
"Mi insulti e poi scappi così?"
"Ho fatto una constatazione, non ho insultato nessuno..."
"Mi hai detto che sono grasso! E insulti il mio cibo!"
"Kagami, lo faccio per te... mens sana in corpore sano."
"Tua nonna fa i detti anche in inglese ora?"
Tendou ci aveva messo qualche secondo a capire il significato delle parole di Arata, quindi si era voltato verso di lui, gli aveva appoggiato la mano sulla testa e gli aveva baciato la fronte.
"Ci vediamo tra tre giorni, Kagami."
"Tre giorni?"
"Vado a Roma con Jiiya per una fiera culinaria."
Arata l'aveva fissato con la bocca aperta e gli occhi sgranati. Quindi era scattato.
"Ma avvisare prima no? Ohi, tu, guarda che viviamo insieme, voglio essere informato sui tuoi... ehi, mi ascolti?"
Tendou era già uscito, senza degnarlo nemmeno di uno sguardo e lasciandolo li, a fissare frustrato la porta.
"Giuro che un giorno lo incateno al divano..."
Quella sera Kagami era andato a dormire presto, troppo innervosito per pensare anche solo di accendere la TV e guardare qualcosa. E, se non avesse avuto il sonno talmente pesante da non svegliarsi neppure in caso di un bombardamento, avrebbe sicuramente sentito la porta di casa riaprirsi verso l'una di notte, e il rumore di qualcuno che trafficava in cucina.
La mattina dopo, al suo risveglio, si era trascinato stancamente fino al bagno, aveva sbrigato le incombenze, aveva indossato la divisa e infine, ancora più di là che di qua, aveva strascicato i piedi fino alla cucina, per agguantarsi qualcosa di commestibile in frigo.
Quindi aveva notato qualcosa che la sera prima non c'era sul tavolo.
"Ma che..."
Aveva esaminato l'oggetto alieno, che si era rivelato essere un cestino del bento.
L'aveva aperto lentamente, con un po' di timore, come se si aspettasse di vedervi uscire il Kabuto Zecter, pronto a colpirlo, invece aveva presto scoperto che si trattava effettivamente di un bento... un bento dall'aspetto molto invitante, con il kanji di "ten" disegnato con cura con filini di alga nori adagiati sopra il riso, e accompagnato da una lettera posata sopra il portabacchette.
Kagami aveva osservato il kanji di "ten" che troneggiava anche sul lato del foglio ripiegato, quindi l'aveva letto, ancora timoroso, non sapendo assolutamente cosa aspettarsi dal ragazzo.
"Non ho intenzione di lasciarti intossicare oltre con quella robaccia, questo è il bento per oggi, in frigo c'è del cibo veramente commestibile per i prossimi due giorni, poi, ti prego, recati da Hiyori o Tadokoro-san per mangiare, non c'è bisogno di torturare il tuo corpo per pigrizia. E, nonostante non sia vero che io non apprezzo quei due chiletti in più, preferirei non fossero accompagnati da malattie al fegato. Non metterti nei guai in mia assenza e vedi di pensare a me almeno due ore ogni giorno... e sai che io saprò se non lo farai. Saluti da Colui che cammina sul sentiero del Paradiso, l'uomo che comanderà tutto quanto, Tendou Souji"
Arata aveva fissato la lettera, mentre un sorriso si dipingeva quasi inconsciamente sulle sue labbra.
"... ok, forse posso anche non legarlo al divano"
Mentre andava a lavoro, le mani affondate nelle tasche, il sorriso un po' ebete non era ancora svanito dal suo volto... bastava veramente poco per fare contento Kagami!