[Original] "Non credo di aver capito"

Dec 18, 2014 18:22

Titolo: "Non credo di aver capito."
Fandom: Original
Personaggi: Prof/Studente
Parte: 1/1
Rating: NSFW
Riassunto: Marco deve laurearsi, ma gli manca un esame! Quando per l'ennesima volta non lo supera, il professore gli propone un metodo alternativo...
Note: fill del prompt n° 62 della Maritombola6 di maridichallenge


Marco continuava ad aggiornare ansiosamente la casella e-mail.
Era la quinta volta che ripeteva quell’esame, l’ultimo prima di potersi finalmente laureare. E se anche questa volta non l’avesse passato sarebbe finito fuori corso e i suoi lo avrebbero ucciso.
All’ennesimo click apparve l’agognato messaggio.
Trattenendo il respiro, il ragazzo lo aprì per leggerlo:

“Esito: 16/30
Ammesso all’orale riparativo.”

In seguito erano segnati il giorno, l’indomani, e l’ora, le 9, dell’esame da svolgersi nell’ufficio del professore.
Marco non sapeva se gioire di avere ancora una chance o se essere ancora più terrorizzato. Non aveva mai sentito parlare di un esame riparativo per questa materia.
In ogni caso passò il resto della serata e parte della notte a studiare.

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La mattina, vestito bene per cercare di fare una buona impressione, si presentò con leggero anticipo.
-Buongiorno.- salutò timidamente.
Il professor Mancini, nonostante fosse piuttosto giovane e attraente, metteva tutti in soggezione.
-Signor Rossi. Si sieda.- l’uomo indicò il posto di fronte alla sua scrivania e gli mise davanti il suo compito segnato di rosso.
-Come può vedere, nemmeno questa volta è riuscito a raggiungere la sufficienza. Quante volte ci ha provato con questa? Quattro?-
-Cinque.- ammise il ragazzo, imbarazzato.
-Cinque… Ho saputo che questo è il suo ultimo esame. Appena in tempo per la sessione di laurea di Aprile, giusto? È strano che lei, avendo una media abbastanza buona, non riesca proprio a capire la mia materia. Per questo ho deciso di concederle in modo del tutto straordinario questo orale riparativo.-
-La ringrazio infinitamente.- Marco accennò un sorriso.
Il professore ghignò maliziosamente.
-A questo punto lei ha solo 2 possibilità: provare a risolvere un esercizio e fallire per l’ennesima volta…- fece una pausa per ammirare l’espressione mortificata dello studente. -…oppure sostenere tutt’altro tipo di esame “orale”.-
Il ragazzo lo guardò confuso e scandalizzato. Doveva per forza aver frainteso!
-Non credo di aver capito.- rispose infatti.
-No? Davvero, signor Rossi? In cambio del superamento del mio esame le sto chiedendo di offrirmi il suo corpo. O più specificatamente la sua bocca. Dopotutto questo è un esame orale.-
Marco non rispose, paralizzato dallo shock.
-L’alternativa sarebbe finire fuori corso.- gli ricordò il professore dopo alcuni secondi di silenzio.
Marco si morse il labbro inferiore, prendendo in seria considerazione quell’offerta. Da un lato c’erano i suoi genitori che lo spronavano a finire il prima possibile in modo da poter trovare lavoro e contribuire alle spese di casa, dall’altro c’erano l’orgoglio e soprattutto l’imbarazzo. Non gli era mai nemmeno passata per la testa l’idea di andare a letto con un ragazzo, non era quella la sua preferenza.
Mancini guardò l’orologio.
-Fra mezz’ora ho una riunione di facoltà, le conviene decidere in fretta perché non le darò un’altra possibilità simile.- era sicuro che sotto pressione avrebbe accettato. Non avrebbe avuto il tempo di valutare tutte le opzioni in maniera obiettiva.
Lo studente si prese la testa fra le mani e gemette, ma dopo pochi secondi tornò a guardare l’uomo.
-Va bene. Cosa devo fare?-
Il professore ghignò vittorioso, spingendo la sedia indietro.
-Deve inginocchiarsi sotto la mia scrivania. Immagino che il resto sappia come si faccia, no?-
Marco avvampò a quel commento, ma si alzò per fare ciò che gli era stato chiesto.
-Non l’ho mai fatto, non sono gay.- borbottò imbarazzato mentre gattonava sotto il tavolo.
-Non era quello che intendevo. Ciò che volevo dire è che, indipendentemente dal suo orientamento sessuale e dalle sue esperienze, almeno in teoria dovrebbe sapere come funziona una fellatio.- Mancini riposizionò la sedia in modo da bloccare lo studente là sotto, guardandolo in viso mentre si slacciava cintura e pantaloni.
Marco deglutì a vuoto e si allentò la cravatta. Cominciava a sentire caldo e di certo non era una reazione positiva.
L’uomo appoggiò gentilmente una mano fra i capelli dell’altro, incoraggiandolo ad avvicinare la testa al suo membro.
-Coraggio, non abbiamo tutto il giorno. Ha paura di essere morso dal mio pene per caso?- lo prese in giro, deliziato dalla nuova ondata di imbarazzo passata sul viso del ragazzo.
Lo studente fece un respiro profondo per farsi coraggio, poi iniziò a leccare. Non poteva essere così male dopotutto, altrimenti nessuna ragazza lo farebbe mai… giusto?
Dovette ammettere che il gusto non era terribile come immaginava, anzi, era piuttosto sopportabile. Non che gli piacesse, ovvio, però non gli dava la nausea.
Cercò di fare come aveva fatto la sua ultima ragazza, succhiando lembi di pelle sul lato e passando la lingua sulla punta e lungo il frenulo.
A Mancini doveva sicuramente star piacendo visto che si stava eccitando velocemente e ogni tanto si lasciava scappare qualche sospiro tremolante.
Il ragazzo continuò con quel trattamento anche quando ormai il professore era del tutto eretto, ma quest’ultimo gli tirò piano i capelli per convincerlo a prenderglielo in bocca.
Marco dovette obbedire, succhiando prima la punta e poi cominciando a muovere la testa avanti e indietro. Ogni tanto faceva una pausa per inghiottire la saliva in eccesso e far riposare la mascella, tornando a leccarlo e massaggiandolo con una mano per non rischiare che perdesse l’eccitazione. Voleva che finisse in fretta.
L’uomo sospirava e mugolava di piacere sempre più spesso, stringendo la presa sui capelli dell’altro per costringerlo a seguire il ritmo che desiderava, facendolo accelerare e rallentare più volte per godersi il più a lungo possibile quella situazione. Il viso del ragazzo, così rosso d’imbarazzo e vergogna, il suo sguardo basso per evitare di guardarlo in faccia, i suoi gesti impacciati, era tutto così deliziosamente eccitante che farlo finire in fretta non era proprio un’opzione vagliabile.
Solo dopo diversi minuti di quell’amplesso, così piacevole per il professore e terribilmente insopportabile per lo studente, Mancini costrinse il ragazzo a prendere in bocca il più possibile e venne gemendo. Gli impedì di spostarsi finché non si fu liberato completamente, accasciandosi compiaciuto contro lo schienale della sedia.
Marco si tirò indietro appena gli fu concesso, tossendo fino alle lacrime per via della pessima sensazione di soffocamento che lo aveva colto di sorpresa poco prima.
Il professore spostò la sedia per permettere al ragazzo di uscire e gli offrì un fazzoletto con cui pulirsi la bocca.
-Può andare, signor Rossi. Congratulazioni per la sua laurea.- lo congedò con un tono mellifluo, ghignando compiaciuto.
Lo studente ringraziò imbarazzato prima di uscire velocemente dall’ufficio, quasi correndo fino alla stazione dei treni.

Quando arrivò a casa aveva una nuova e-mail nella casella di posta di ateneo:

“Esito: 24/30”

originale, autore: knockwave

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