[Welcome to Night Vale] Wings and other scientific discoveries

Aug 04, 2013 18:45

Titolo: Wings and other scientific discovieries
Autrice: p-will
Fandom: Welcome to Night Vale
Personaggi/pairings: Carlos/Cecil
Rating: NC17
Conteggio parole: 1520 (FDP)
Warning: wing!fic, slash, lemon
Disclaimer: Se Night Vale fosse mio... non sarebbe comunque così gay.
Note: Prompt wing!porn del COW-T 3.5 @ maridichallenge (#cityangels ftw!). Non betata perché sto per lanciare il tablet in mare.


Un anno fa sarebbe fuggito urlando.

È molto fiero dei suoi progressi.'>
Al tredicesimo appuntamento (non che Carlos li stia contando) Cecil si presenta alla sua porta con degli stivali impellicciati, una camicia arancione a fiori, e un paio di ali candide che gli escono dalla schiena.

“Uh,” dice Carlos, sgranando gli occhi.

Un anno fa sarebbe fuggito urlando.

È molto fiero dei suoi progressi.

*

“Non è niente di cui preoccuparsi, davvero,” sta dicendo Cecil, agitando una mano nell’aria come per scacciare le cose di cui non dovrebbero preoccuparsi. È appollaiato - definizione quanto mai adatta - su uno sgabello al centro del laboratorio di Carlos, sgombrato per l’occasione di tutta l’apparecchiatura delicata dopo che al primo bacio a stampo di benvenuto le ali di Cecil si erano aperte di scatto facendo cadere a terra un intero set di provette. Carlos, completamente assorto nel suo lavoro, gli sta girando attorno con un contatore geiger, fermandosi ogni tanto ad appuntare delle osservazioni in un taccuino (con quella che non è assolutamente una penna, che sono illegali, ma un cimelio di famiglia usato per imprimere segni d’inchiostro su superfici in fibra vegetale). Il contatore geiger mostra letture perfettamente nella norma, il che è quanto mai strano.

“Senti dolore da qualche parte?” chiede, osservando sulla schiena nuda di Cecil la maniera in cui pelle e cartilagine di fondono armoniosamente in una progressione perfettamente naturale. Posa il contatore e si mette ad osservarle da vicino con una lente d’ingrandimento.

“Nient’affatto,” risponde Cecil, dondolando leggermente sullo sgabello. “È solo un… effetto collaterale della giornata di sensibilizzazione verso le difficoltà quotidiane dei nostri concittadini diversamente umani. Il Consiglio Cittadino aveva avvertito che c’era la possibilità di contrattempi del genere. Non hai sentito l’annuncio, oggi?”

Carlos arrossisce un po’ e gorgoglia qualcosa di indistinto. Stava ascoltando il programma di Cecil, quella mattina, ma si era distratto ad ascoltare il resoconto dell’appuntamento numero dodici e poi i suoi colleghi l’avevano preso in giro ridacchiando fino all’ora di pranzo, facendogli perdere il resto della trasmissione.

“Non sembrano pericolose,” ammette, posando anche la lente d’ingrandimento. Il fatto che sono ali, in sé, dovrebbe essere preoccupante, ma non hanno tentato di soffocare nessuno e non emanano spore letali, per cui sono molto in basso nella scala di Cose Preoccupanti Che Possono Capitare A Night Vale. Sono, in tutto e per tutto, delle normalissime ali; il piumaggio è bianco candido, dai vaghi riflessi iridescenti a seconda della luce e dall’aria incredibilmente soffice, sono lunghe poco più di un metro l’una, e sembrano rispondere agli stimoli in maniera involontaria - come quando Cecil è agitato, o contento, o quando Carlos dice il suo nome.

“Oh Carlos, sei sempre così premuroso! Anche se le tue ansie sono completamente infondate.”

Carlos fa un verso poco convinto, ma gira attorno allo sgabello e si ferma di fronte a Cecil, appoggiando un fianco contro un tavolo. La sua curiosità scientifica è profonda e sincera, ma quando Cecil lo guarda in quel modo è impossibile non mettere da parte il suo lato professionale per sorridergli. “Siamo ancora decisi per Wendy’s?”

“Certamente!” esclama Cecil, le ali che fremono con lui, ma poi la sua espressione s’incrina come l’asfalto durante un’evocazione di segugi infernali. Si guarda pietosamente alle spalle, e proprio in quel momento la sua ala destra si spalanca rovesciando a terra un altro sgabello. “Ma questo potrebbe essere un piccolo problema.” Si volta, e ha lo sguardo più triste del mondo. “Carlos, mi dispiace così tanto di aver rovinato il nostro appuntamento!”

Il cuore di Carlos si scioglie - metaforicamente - un po’. “Non è rovinato,” dice, sorridendo in una maniera che spera sia accattivante e non completamente idiota, come suo solito. “Possiamo restare in casa a vedere un film. Le riproduzioni di volti umani sono appena tornate legali, dopotutto.” Cecil lo fissa, grato e adorante, e Carlos si concede un gesto avventato e gli sistema una ciocca di capelli ribelle dietro l’orecchio, poi, distrattamente, accarezza piano l’ala destra di Cecil.

La reazione è istantanea, e estremamente intrigante.

*

“Pensi sia opportuno aumentare la pressione?”

Cecil stringe le lenzuola tra le dita e annuisce con vigore, mordendosi un labbro quando Carlos esegue e inizia a massaggiargli con decisione la porzione di schiena tra le ali.

Stanno facendo un esperimento.

Sì, Cecil è in ginocchio sul suo letto in nient’altro che biancheria, ma si tratta di semplici misure precauzionali: in camera di Carlos non c’è niente di delicato che rischia di rompersi, il letto è la base d’appoggio più ampia della stanza, e i vestiti potevano impicciare lo svolgimento del test. Anche Carlos è in boxer (e camice - Cecil aveva insistito) ma si tratta, di nuovo, di una scelta di praticità - non c’era motivo, dopotutto, di sgualcire dei vestiti appena stirati per gattonare sul letto alle spalle di Cecil. È soltanto una questione di logica.

Fa scivolare le mani lungo l’osso portante delle ali di Cecil, saggiandone la consistenza, e Cecil si lascia sfuggire un lamento acuto mentre si preme all’indietro contro il bacino di Carlos.

Carlos deglutisce a secco e si sistema discretamente la biancheria.

Via, niente da vedere, sono solo gli effetti collaterali di un esperimento ben riuscito.

“Oh Carlos,” ansima Cecil, tremando da capo a piedi quando Carlos passa delicatamente le unghie contro la cartilagine delle sue ali. “Mio splendido, perfetto Carlos con le sue splendide mani e la sue splendide ide- oh cielo, ancora.”

Carlos lo accontenta, infila le mani alla base delle sue ali, dove le piume sono più piccole e soffici e più fitte, pettinandole con cura. Il verso che esce dalla bocca di Cecil sembra un miagolio, alto e estatico, e il respiro di Carlos è ormai lento e pesante. Prova a fargli i grattini e le sue braccia cedono e Cecil affonda in avanti, si punta sui gomiti ansimando, si struscia contro l’erezione di Carlos in una maniera che gli fa stringere i denti e contare da uno a mille in numeri primi per non lasciarsi andare lì e ora.

Potrebbero essere venti minuti che non aggiorna il suo taccuino. Non importa, sta memorizzando tutti i dati più importanti.

“Carlos Carlos Carlos ti prego,” cantilena Cecil, voltandosi a guardarlo da sopra una spalla, i capelli umidi di sudore e gli occhi così scuri da sembrare quasi tutti neri, e Carlos impreca sotto voce e appoggia la fronte tra le sue scapole, cercando di ritrovare una parvenza di controllo, per poi annuire piano e abbassare rapidamente la biancheria di entrambi.

Al contatto dell’aria fresca della stanza contro la sua pelle accaldata sibila di sollievo, ma il rumore si trasforma presto in un gemito quando Cecil ritorna a strusciarsi su di lui con rinnovato entusiasmo.

“Carlos,” dice, come una preghiera, come un’invocazione, le ali che fremono e gli accarezzano i fianchi con le piume più lunghe delle punte. Carlos rabbrividisce e annaspa in cerca del lubrificante (che era a portata di mano per, uhm, questioni scientifiche), combatte con il tappo che non vuole saperne di aprirsi sotto le sue mani tremanti e alla fine, vittorioso, procede ad applicarlo alla propria erezione con un paio di gesti veloci.

Cecil è uno spettacolo incredibile, inginocchiato così davanti a lui, tutto pelle candida e fianchi stretti e gambe forti, e Carlos vorrebbe fargli così tante cose - vorrebbe mappare la sua schiena a baci e morsi, passare ore a prepararlo fino a fargli dimenticare anche l’ultimo degli aggettivi del suo repertorio, prenderlo lentamente e fare l’amore per ore, ma sa che non dureranno molto. Perciò lo guida con gentilezza fino a fargli stringere le gambe, allinea i loro fianchi e poi spinge, delicatamente, tra le sue cosce. Cecil, splendido Cecil, incredibile e perfetto, ansima come se lo stesse possedendo da ore e stringe il più possibile le gambe, facendo vedere le stelle a Carlos ad ogni nuovo affondo.

“Cecil,” mormora, baciandogli la nuca, poi risale dalla sua vita alle scapole alle ali, accarezzandone le piume con devozione, e Cecil geme con la sua voce indecente, asseconda le sue spinte, stringe la lenzuola con tale forza da far scricchiolare la stoffa, e intanto Carlos scende con una scia di baci lungo la sua colonna vertebrale, fino all’attaccatura delle ali. In un’ispirazione del momento passa a baciarne le base, ne traccia i contorni con le labbra e poi con la lingua - e Cecil viene con un grido, senza essere ancora stato toccato, con le mani di Carlos tra le ali e la sua erezione tra le cosce e nient’altro

È così perfetto che il piacere travolge immediato anche Carlos.

La perfezione dura finché non crollano entrambi tra le coperte umidicce in un intrico di arti e appendici piumate. Ci vuole un po’ di coordinazione ma alla fine riescono a sistemarsi, Cecil con la schiena appoggiata alla testata del letto e Carlos con la testa appoggiata sul suo petto e un braccio ben stretto attorno alla sua vita, e non è mai stato così comodo.

“Sei soddisfatto dei risultati dell’esperimento?”

Carlos sorride, struscia la guancia contro lo sterno di Cecil tutto contento. Qualche piuma di scivola via dai capelli e gli cade sul naso. “Lo sono,” mormora, chiudendo gli occhi. “Ma dovremmo replicarlo. È così che funziona il metodo scientifico, sai.”

Cecil sospira con trasporto il suo nome e Carlos chiude gli occhi.

Prima di addormentarsi gli sembra quasi di sentire una pressione leggera, come la carezza di un’ala, tra i capelli.

autore: p_will, fanfiction, welcome to night vale

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