[HAWAII FIVE 0] - The start of something beautiful

Mar 27, 2013 23:02

TITOLO: The start of something beautiful
AUTORE: nessie_sun
BETA: nike158
FANDOM: Hawaii 5 0
PERSONAGGI: Steve McGarrett\Danny Williams
RATING: PG13
WORD: 2109
PROMPT: scritta per Sconfiggiamo l'autofill!di piscinadiprompt per il prompt “primo bacio” della dio_niso e per il prompt #88 “serenità incarnata” per 500themes_ita.
DISCLAIMER: ovviamente, Steve e Danny non sono miei e non lo è neanche H50. Niente di quanto segue è scritta a scopo di lucro.
NOTE: @ anybeaver, perchè ogni McDanno è sua di diritto XDD



Non è niente di nuovo o che non abbiamo mai fatto prima, davvero; niente che non sia già successo decine e decine di volte.
Danno a cena a casa sua, seduto sul suo divano a bere una birra mentre lui prepara la cena per entrambi. E’ qualcosa a cui Steve è oramai più che abituato, qualcosa che è diventato parte della loro routine. Eppure, sta volta è differente da tutte le altre volte. Il punto è che Steve non ha mai visto Danny in questo modo. Non sa esattamente cosa sia successo, quale fortunato miracolo si sia verificato per determinare un cambiamento del genere, ma vedere un Danny così rilassato e tranquillo, così insolitamente calmo, è semplicemente qualcosa per cui non è preparato.
La testa abbandonata contro la spalliera del divano, le gambe mollemente poggiate sul basso tavolino di fronte a lui, apparentemente niente di cui lamentarsi, una strana, insolita, serenità che emana da ogni parte del suo corpo e un’aria felice sul viso che agli occhi di Steve sembrano quasi trasformarlo, renderlo diverso dal Danny che conosce. Non è che Danny sia normalmente una persona infelice o cupa, tutt’altro. Danny è una delle persone più solari e aperte che Steve abbia conosciuto. E’ solo che è abituato a vederlo costantemente in movimento, costantemente attivo, mai fermo. Sempre parlando, sempre gesticolando, sempre così vivo. Anche quando sta fermo, Steve può sempre vedere, percepire, il fremito della sua energia crepitargli tutto attorno. Ora, invece, è come se fosse scivolato dentro la modalità “risparmio energetico” di cui Steve, sinceramente, non credeva nemmeno vagamente Danny fosse dotato. Sul suo divano. In casa sua. E Steve non può far a meno di pensare che un po’ di tutta quella beatitudine sia merito suo perché il suo partner sembra essersi trasformato nell’esatto momento in cui sono entrati in casa sua, reduci da una giornata di lavoro più estenuante del solito, e Danny si è lasciato andare sul divano - come se fosse la cosa più naturale del mondo -, sorridendo e slacciandosi la cravatta quando Steve gli ha porto una birra e ha annunciato che andava a preparare la cena. Steve sa che è stupido e non ha senso sentirsi in quel modo, ma è decisamente qualcosa di più forte di lui. Come sa altrettanto bene che non dovrebbe fissare il collo di Danny in quella maniera, il modo in cui la pelle della gola è tesa per la posizione della sua testa e, poi, sparisce oltre i primi due bottoni slacciati della sua camicia; né la curva dei suoi fianchi contro il tessuto del divano o le sue palpebre semichiuse che fremono sotto la luce del lampadario. C’è uno strano formicolio che inizia ad attraversare il corpo di Steve che non è affatto spiacevole, tutt’altro, ma lo spinge a muoversi con urgenza, ad avanzare verso il divano e Danny. E per quanto neanche questo sia qualcosa di nuovo, per quanto Steve si sia abituato da un po’ a controllare certi pensieri non esattamente appropriati che gli attraversano il cervello, Steve non è affatto sicuro di poter semplicemente scrollare le spalle e metterli da parte come si costringe a fare di solito. Perché Danny in quel modo, di fronte a lui, è irresistibile e Steve non riesce a fermarsi.
Danny volta appena il capo quando coglie con la coda dell’occhio l’ombra di Steve avvicinarsi.
“Che c’è? Che hai fatto? Hai bruciato la cena? Stiamo per saltare in aria?” chiede, aprendo completamente gli occhi, e sicuramente intendendo suonare sarcastico e critico come al suo solito, ma non risulta vicino neanche la metà ai suoi soliti standard. Le parole gli escono fuori pigre e strascicate, mescolate con un fondo di un affetto così genuino che non suonerebbero un ‘effettiva lamentela o critica all’orecchio di nessuno.
Steve poggia un ginocchio sul lato libero del divano e si bilancia con il braccio contro lo schienale. Non è ben sicuro di cosa stia per fare o dire perché non è ben sicuro dell’effetto che la visione di Danny in quelle particolari condizioni sta avendo su di lui.
Danny continua a guardarlo e sulla sua faccia c’è un sorriso indescrivibile, i capelli che sembrano quelli di una persona che si è appena alzata dal letto e una delle gambe che inizia a dondolare oltre il bordo del tavolo.
Steve lo trova irresistibile e il suo corpo si sporge sempre più verso quello dell’altro. Sempre di più, sempre più vicino.
E’ a quel punto che Danny si rende conto di qualcosa e si tira su, mettendosi a sedere, con una smorfia per il ginocchio che scricchiola nel processo che gli richiede spostare le gambe, e ritrovandosi esattamente faccia a faccia con Steve.
“Che c’è?” domanda di nuovo, ma adesso il suo tono è diverso. Il tono che usa quando è serio, quello riservato alle cose importanti, di cui si serve quando vuole che Steve gli dica effettivamente quello che sta succedendo.
Steve non risponde. C’è quell’impulso, quel formicolio sempre più intenso, che lo sta controllando al momento. Si sporge ulteriormente verso Danny, rendendosi perfettamente conto di aver invaso del tutto il suo spazio personale, oramai. Ma Danny non gli sta dicendo nulla, non gli sta dicendo di farsi indietro o spostarsi. Neanche quando tra loro non sono rimasti che pochissimi centimetri, neanche quando tra i loro visi resta solo lo spazio occupato dai loro stessi respiri, neanche quando Steve riprende a muoversi e il suo collo si allunga verso la direzione del volto di Danny.
Il cambiamento nell’aria è istantaneo, quasi fosse qualcosa di materiale, qualcosa di possibile da toccare, e gli occhi di Danny si allargano, come per riflesso ad un’improvvisa comprensione, ma continua a tenerli fissi in quelli di Steve.
Baciare Danny è come tutte le altre cose che lo riguardano e come tutte le altre cose tra loro.
E’ naturale e spontaneo, ma nello stesso tempo è un qualcosa di completamente frastornante e travolgente che lo lascia interdetto e stupito.
La bocca di Danny sa di birra e del retrogusto salato del bagel che ha mangiato poco prima. Le sue labbra sono morbide e calde e all’inizio è tutto quello di cui si rende conto ed è assolutamente, meravigliosamente, perfetto. Ma poi l’unica cosa che riesce a pensare è che ne vuole di più, molto di più. La sua mano si muove senza esitazioni fino al collo di Danny, risale finché  non gli si stringe introno alla nuca e se ne serve per spingere Danny maggiormente verso di lui con una pressione leggera ma decisa, mentre approfondisce il bacio.
Danny rimane immobile solo per un istante, incapace di qualsiasi tipo di reazione, prima di aprire la bocca e lasciare libera strada a Steve, alla sua lingua che si muove senza più freni con quella dell’altro che gli va incontro; piega la testa per formare un angolo più soddisfacente per entrambi, aumentando il contatto tra le loro bocche.
Steve sente il proprio cuore battergli all’impazzata nel petto, rimbombargli in gola e nelle orecchie, per niente sicuro di aver ancora realizzato quello che sta succedendo, di avere veramente Danny in quel modo, tra le braccia. Quello che sa con sicurezza è che potrebbe andare avanti così ancora a lungo, perché è la prima volta che bacia Danny ma gli sembra di essere nato per farlo, e quando alla fine si stacca è solo per il bisogno fisiologico di far rientrare ossigeno nei polmoni.
Una volta che si sono separati una zaffata di aria fredda colpisce il viso di Steve, facendolo quasi rabbrividire, e si sente percorso da una sensazione di mancanza immediata. Guarda Danny da sotto le palpebre, con circospezione, e trattiene il fiato in attesa della sua reazione.
Danny si lecca le labbra lentamente; ha il fiato corto e ansima leggermente, ma anche adesso, anche così, ora che li ha riaperti non stacca gli occhi da quelli di Steve. Scruta ancora il suo viso, come poco prima quando gli ha chiesto che cosa stesse succedendo, anche se in questo caso la sua visuale è annebbiata e il volto di Steve gli appare sfuocato.
“Quindi…” inizia Steve titubante e deve far ricorso a ogni briciola dell’addestramento che ha ricevuto in dieci anni in Marina per costringersi a parlare.
“Quindi…” gli fa subito eco Danno e la nota interrogativa nella sua voce è chiarissima in quella frase che resta sospesa tra loro.
“Quindi…”riprende Steve facendosi coraggio - e non può andare così male, no? Perché forse lui è un po’ intontito al momento, ma Danny non gli è sembrato esattamente contrariato, giusto? E comunque si tratta sempre di Danny che se avesse voluto urlargli contro avrebbe di sicuro già iniziato. Non ha mai avuto problemi nel farlo fino a quel momento - “questo è… ok per te?”
Danny sbatte le palpebre un paio di volte e tutto insieme è come se si rianimasse di colpo; Steve può vederlo riprendere il suo piglio solito di ogni conversazione, le mani rimaste fino a quel momento immobili sulle gambe scattare verso l’alto.
“Tu vuoi sapere,” inizia, tendendosi con una molla “se questo è ok per me?!” e sottolinea il questo puntando l’indice verso Steve. “Se è ok, dice lui! Vuoi sapere se comportarti come il solito lunatico che sei, facendo una di quelle tue facce che mi fanno temere di stare per andare incontro all’ennesima esplosione e uscendotene fuori a baciarmi dal nulla è ok per me?! E’ questo che vuoi sapere?!”
Steve percepisce un’ondata di puro panico gelargli il sangue nelle vene.
“Perciò… stai dicendo che… non ti sta bene che io… che ci siamo… baciati?”
“Cosa stai dicendo, adesso, uhm? Sei definitivamente uscito di testa? Ovviamente, certo…”  Danny si blocca per un istante, come preso in contropiede, “certo che mi va bene che ci siamo baciati, idiota!” lo colpisce sul braccio con un pugno che gli fa quasi perdere l’equilibrio. “Che ti viene in mente?”
“Perché tu ti stai lamentando!” gli fa notare Steve, improvvisamente esasperato nonostante la situazione.
“Io non mi sto lamentando! Chi si sta lamentando?! Ti sto semplicemente facendo notare, Steven, che c’erano molti modi differenti in cui farlo che, preferibilmente, non avrebbero incluso farmi rischiare un infarto come al tuo solito!” E qui si ferma perché beh, per essere totalmente onesti, è sicuro di aver avuto comunque qualcosa di molto vicino ad un infarto mente le labbra di Steve erano sulle proprie e che questo non sarebbe cambiato a prescindere da qualsiasi tipo di contesto.
Il corpo di Steve si rilassa visibilmente perché il sollievo che sente è immenso. E’ felice come quando era un bambino, come era in un tempo lontano che è diventato quasi un’ombra vaga nei suoi ricordi; felice come non era da troppo. E non può impedirsi di sorridere.
“Perciò, appurato che non mi sto affatto lamentando e che per una volta tanto sono assolutamente d’accordo col fatto che tu abbia preso una decisione di tua iniziativa,” riprende Danny lanciando a Steve una delle sue occhiate, “come mai proprio ora?”
Steve ci pensa per un attimo in silenzio, tutta la difficoltà che ha sempre avuto e che sempre avrà nell’esprimere i propri sentimenti racchiusa in quegli istanti.
“Perché fino a due minuti fa sembravi così rilassato e felice da essere irresistibile,” gli risponde sinceramente, intensamente, e tuttavia con un luccichio malizioso che gli luccica negli occhi sulla parola irresistibile.
“Due minuti fa mi stavi baciando, ovviamente ero rilassato e felice!”
Oh.
Danny sposta immediatamente lo sguardo, improvvisamente incapace di mantenerlo su Steve, imbarazzato. Il sorriso di Steve, invece, si trasforma in un vero e proprio ghigno.
“Beh, io veramente mi riferivo a un po’ prima di quello,” ridacchia e impedisce a Danny di dire qualsiasi altra parola afferrandolo per un polso e trascinandoselo addosso. “Ma forse dovrei ricominciare per il bene della tua pressione e dei tuoi nervi e tutto il resto,” conclude, ora molto più sicuro di sé. E’ un uomo addestrato a combattere ed uccidere e gestire le situazioni più difficili e questo è Danny, con il quale si sta baciando dopo aver passato mesi a non desiderare altro. Non c’è niente che può andare male.
Danny si ritrova a cavalcioni su Steve e, senza un attimo di tregua, l’altro uomo lo sta baciando di nuovo. Danny lo stringe con forza all’altezza della vita, le dita di una mano che scivolano appena sotto la sua t-shirt per sfiorare la pelle calda - mani sempre incapaci di non muoversi, di stare ferme -, qualsiasi pensiero coerente cancellato dalla mente. Geme contro la bocca di Steve quando lui inizia a mordergli il labbro inferiore, i suoi denti implacabili e le unghie che gli affondano nella schiena.
Steve pensa che quello è il loro secondo bacio ed è già cento volte migliore del primo. E non vede l’ora di sperimentare tutti quelli che verranno dopo.

hawaii five-0, autore: nessie_sun, fanfiction

Previous post Next post
Up