[Doctor Who] - Ten years older

Feb 05, 2013 14:49


TITOLO: Ten years older
FANDOM: Doctor Who
PERSONAGGI: Eleven, Amelia Pond, Rory Williams
RATING: PG
POMPT: tramonto liquido @ 500themes_ita
BETA: nike158
DISCLAIMER:  I pesonaggi di Doctor Who non mi appartengono (e solo Dio sa cosa darei per avere un Rory Williams) e certamente non ci guadagno nulla a scrivere ciò.
NOTE: spoiler per la 7x04



Nessuno di loro è sorpreso dal fatto che finisca come finisce.
Probabilmente avrebbero dovuto intuirlo nel preciso istante in cui il Dottore ha detto “nessuna complicazione” (perché la prima cosa che impari viaggiando col Dottore è che ci sono sempre complicazioni), ma sia Amy che Rory erano così eccitati e felici per quel regalo d’anniversario che a entrambi sono sfuggiti i campanelli d’allarme.
Quindi no, nessuno stupore che si scopra che sotto il Savoy è nascosta una nave aliena e che metà del personale dell’albergo sia stato rimpiazzato da alieni; nessuno stupore che suddetti alieni cerchino di ucciderli e che loro riescano a scappare per un pelo, finendo indietro di almeno mezzo secolo e ritrovandosi bloccati lì per due settimane (freddo e neve dovunque mentre il Dottore cerca di riparare i danni fatti dagli Zagoy al Tardis). E davvero, nessuno stupore nemmeno quando riescono a ripartire e il Dottore continua a ripetere incessantemente che “ora è tutto a posto, è tutto risolto!”, ma si materializzano nella sala del trono di Enrico VIII (la vita ha insegnato a Rory che quando succedono cose del genere Enrico VIII è sempre coinvolto. E sì, oramai frasi del genere sono la normalità. Almeno, sta volta ne approfitterà per riprendersi il caricabatteria). Sfuggono per un pelo all’ennesima decapitazione di una lunga lista perché, per quanto paradossale possa sembrare, Enrico VIII prendeva piuttosto sul serio le proposte di matrimonio, e si rifugiano appena in tempo nel Tardis.
Amy e Rory non ce la fanno neanche a essere veramente arrabbiati col Dottore. Non solo perché sono assolutamente abituati a tutto quello, ma soprattutto perché il loro amico sembrava così contento ed emozionato per quel regalo, quasi più di loro, e ora ha una faccia così abbattuta che rinfacciargli come è andata sembrerebbe come picchiare un cucciolo di foca - quasi sicuramente è così che li ha fregati per dieci anni - e, comunque, le sue intenzioni erano buone.
Tutto quello che i due umani vogliono, a quel punto, è tornare a casa loro, preferibilmente nel mezzo della festa che hanno lasciato e nello stesso momento in cui se ne sono andati. Lo dicono al Dottore, appena riescono a riprendere fiato, e per un attimo il Signore del Tempo li fissa con uno sguardo strano senza dire una parola finché, all’improvviso, non fa un giro su sé stesso e inizia ad armeggiare con i comandi del Tardis. Il loro mezzo di trasporto inizia a muoversi molto più velocemente, vira bruscamente a destra, e tutti e tre sono costretti a reggersi alla balaustra della sala comandi per cercare di restare in piedi (Amy si domanda distrattamente se River non poteva insegnare qualcuno dei suoi trucchi su come pilotare il Tardis al Dottore perché, davvero, finiranno con rompersi l’osso del collo tutti quanti prima o dopo). Poi, d’improvviso come ha iniziato, il Tardis si blocca e resta immobile.
Amy si raddrizza a fatica, i capelli che le ondeggiano intorno nel processo, mentre Rory rivolge un’occhiata sospetta verso la porta.
“Siamo veramente a casa, sulla Terra?” chiede scettico.
Il Dottore continua a fissare entrambi in modo strano, si aggiusta il farfallino un paio di volte, intreccia le mani all’altezza del petto e poi le scioglie, ripetendo più volte l’operazione, e se Amy non lo conoscesse così bene potrebbe quasi dire che è in imbarazzo… o a disagio.
“Questa non è la Terra,” dice alla fine, portandosi le mani ai fianchi, e non è una domanda ma una constatazione.
Per come sono andate le cose fino a quel momento, Amy non vuole neanche immaginare dove potrebbero essere o cosa potrebbe esserci appena fuori dalTardis. Le sopracciglia della ragazza si corrugano ancora di più e il suo corpo assume la tipica posizione che di solito significa guai - guai per Rory, solitamente. O per il Dottore, quando stanno viaggiando. O per entrambi, in alcune particolari, memorabili occasioni.
“Beh…” inizia il Dottore, giocherellando con le sue bretelle e dondolandosi sul posto dalle punte dei piedi ai talloni, “effettivamente, no, questa non è la Terra.” Rory si lascia semplicemente andare su una delle poltroncine e si passa una mano sul viso. “Ma sta volta non è perché qualcosa è andato storto o il Tardis è stato danneggiato o qualcuno sta cercando di ucciderci! Sono io che ci ho portati qui!”
Il silenzio che segue è interrotto solo dal rumore dei motori del Tardis che risuona intorno a loro.
“Dottore, dobbiamo davvero tornare a casa. Sai, la festa che abbiamo lasciata a metà, tutti gli invitati, mio padre…” gli ricorda Rory, alzandosi in piedi.
“Sì, sì, certo,” risponde il Dottore e ad Amy sembra di scorgere di nuovo una traccia di… incertezza? “Ma prima volevo che vedeste questo! Dovete, assolutamente, vedere questo! Non ve ne pentirete! Siamo su un piccolo pianeta ai margini di Alfa Centauri in cui il sole tramonta una volta ogni dieci anni. E’ uno degli spettacoli più belli che vi capiterà di vedere! Un tramonto decisamente eccezionale!”
Ed ecco di nuovo il vero Dottore, quella specie di ragazzo iperattivo sempre eccitato per ogni mistero dell’universo e della vita.
“Dottore, non so se sia il caso…” inizia Amy, scambiando uno sguardo di sottecchi con suo marito.
“Andiamo, andiamo, Ponds!” esclama il Dottore, infilandosi tra di loro, passando un braccio intorno al collo di entrambi e spingendoli delicatamente in avanti. Sguscia via, poi, e con un salto raggiunge la porta del Tardis che spalanca con un unico gesto.
“Venite, è bellissimo! Lo adorerete!”
Ovviamente, Amy è la prima che si lascia convincere. Afferra il braccio che l’altro le porge e lo segue all’esterno. Rory li guarda entrambi sparire alla sua vista e sospira, come un genitore che ha a che fare con due figli particolarmente monelli di cui conosce sin troppo bene le birichinate.
All’inizio non sente nessun rumore o segno di vita e questo gli fa drizzare le orecchie e quasi precipitarsi fuori dal Tardis, ma poi sente la voce di sua moglie perdersi in una serie di “Oh, mio Dio!” e “Non ci posso credere! Questa è… questa è una delle cose più belle che io abbia mai visto!” e “Rory, cosa ci fai ancora lì dentro?! Vieni a vedere, non crederai mai ai tuoi occhi!”
E così, rassicurato sul fatto che nessuno cercherà di ucciderli - almeno per il momento - anche lui li raggiunge.
Effettivamente, quello che c’è oltre la porta del Tardis non è facile da descrivere. E’ un tramonto, sì, ma effettivamente un tramonto come non se ne sono mia visti primi.
Il cielo è una tavola immensa di colori, peccato che non siano i colori che ci si aspetterebbe di vedere in un tramonto. Niente arancio o rosso o giallo. Viola e blu e verde da tutte le parti e in mille sfumature diverse, colori che sembrano vivi e in movimento, che si rincorrono tra loro e cambiano mescolandosi sempre più.
“Oh +mio Dio…” bisbiglia Rory, la testa sollevata verso l’altro e gli occhi che non riescono a staccarsi da quello spettacolo. Amy trova la sua mano e la stringe con forza, intreccia le loro dita insieme e Rory sposta per un istante lo sguardo su di lei.
 “E’ bellissimo,” le sussurra in un orecchio.
Quello che deve essere il Sole del pianeta sta sparendo all’orizzonte e i colori non fanno altro che diventare più accessi e più forti, attorcigliandosi in vortici e spirali e diffondendosi ovunque. E’ come se si trattasse di acqua di mille sfumature differenti, un tramonto liquido nel verso senso della parola, che li sta avvolgendo completamente. L’azzurro più tenue che si estende quasi fino a sembrare di toccare il suolo e in alto il viola e il fucsia più intensi, che sembrano illuminare ogni cosa per quanto brillanti (ad Amy ricorda un po’ il cielo di Provenza visto tanto tempo prima col Dottore e Vincent, ma in quell’occasione Rory non c’era e lei non sapeva neanche di averlo perso, così aumenta la presa delle loro mani unite).
“Uno spettacolo così bello. E’ per questo che volevo che lo vedeste. Un regalo di anniversario come si deve,” dice il Dottore ad un certo punto, guardando entrambi i suoi amici mentre parla.
Amy si volta verso di lui e non dice niente, ma sorride solamente e lo abbraccia. E’ uno dei loro abbracci, un abbraccio speciale, e quando si staccano dice semplicemente “Grazie”. Rory lo abbraccia a sua volta, sono più goffi e impacciati ma i loro corpi sembrano adattarsi comunque l’uno all’altro in qualche modo. Si allontana da lui e gli stringe un braccio con una mano mentre gli parla.
“Questo è… questo è veramente straordinario! Grazie!” Lascia scivolare le mani nelle tasche, poi, e torna a fissare lo spettacolo sopra le loro teste. Il Dottore si raddrizza il cravattino e si sistema la giacca, mentre la sua schiena si raddrizza improvvisamente ed assume un’espressione particolarmente orgogliosa e fiera.
Restano così, persi ad ammirare tutto quello per un tempo indefinito: la testa di Amy poggiata contro la spalla di Rory e il suo braccio agganciato a quello del Dottore.
Nessuno di loro è sorpreso del fatto che finisca come finisce.
Quella stessa notte, dieci anni fa, Amy e Rory si sono sposati ed entrambi hanno sposato il Dottore, iniziando ufficialmente a viaggiare con lui.
E ora, stanno solo festeggiando quella notte.

autore: nessie_sun, fanfiction, doctor who

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