Titolo: We didn't start the fire
Fandom: X
Personaggi: Karen Kasumi, Seiichiro Aoki
Parte: 1/1
Rating: R
Conteggio Parole: 288 (OpenOffice)
Note: lime
We didn't start the fire
Fra fine del mondo e battibecchi con tutti gli autori in ritardo con le scadenze - quattro in particolare stanno diventando un incubo che, solo a vedere il loro nome nella casella di posta, lui suda freddo - Aoki torna a casa con il collo tirato e la schiena rotta, ma non si risparmia dall'afferrare Yuka-chan che gli arriva in braccio di volata.
«Yuka-chan, lo sai che non devi strapazzare papà così!» ma lui ride, riaggiustandosi gli occhiali che sua figlia gli ha storto sul naso causa entusiasmo eccessivo.
«Non fa niente, Shimako-san, va bene così,» e scrolla le spalle, due segni di penna nell'incavo dei polpastrelli.
«Com'è andata oggi?»
«Mah, qualche intervista, Ohkawa-sensei che è in ritardo con le tavole... tutto normale.»
*
Il portapenne cade di schianto quando Karen lo bacia con le mani aggrappate fra i suoi capelli - gli tocca arrancare a tentoni fra il mare di pennarelli e matite sulla scrivania. Con gli occhiali appannati non vede niente, ma assaggia la scia sbilenca e pastosa del suo rossetto mentre lei gli sale addosso con un ginocchio fra le sue gambe, facendo leva sul bordo del tavolo.
Aoki non vuole veramente pensare, mentre la mano di Karen apre in un gesto pratico la fibbia della cinta - eppure gli sembra che i polpastrelli contro il cuoio abbiano tremato per un attimo, chissà - e cerca di ricordare tutte le linee sul viso di Shimako per ricordare a se stesso che nulla di tutto questo dovrà più accadere (o forse per non venire troppo in fretta, come un ragazzino).
Fallisce miseramente - il profumo di Karen è soffocante quando lei avvicina la guancia alla sua. Persino il gemito gli muore in gola.
Tutto assolutamente normale.
~
A/N 22/11/2012, ore 00:23. Tutta colpa di Shu XD. Volevo scrivere di loro da ANNI. Lei chiede, io eseguo felice!
Juuhachi Go.
Titolo: Ed io ti lascio il cuore
Fandom: Card Captor Sakura
Personaggi: Sonomi Daidouji, Nadeshiko Kinomoto
Parte: 1/1
Rating: G
Conteggio Parole: 356 (OpenOffice)
Note: shoujo ai
Ed io ti lascio il cuore
Il giorno del suo matrimonio, è Sonomi ad aggiustarle il vestito da sposa davanti allo specchio. Indugia con le dita sul merletto che orla la scollatura, sforzandosi di farlo star dritto in una linea uniforme.
Nadeshiko la osserva con un sorriso appena sfumato sulle labbra, da cui sua cugina distoglie gli occhi come se vi avesse letto un rimprovero. Sonomi si china appena, per ridare volume alle balze d'organza, poi guarda il suo operato con una ruga quasi impercettibile fra le sopracciglia (c'è ancora qualcosa da fare? c'è ancora qualcosa che può fare?). Il velo giace poggiato su una testa di gesso sul tavolo più largo, un intreccio di fiori e perle e merletto e tulle, un velo da imperatrice - non resta che incoronarla.
Il giorno del suo matrimonio, Nadeshiko guarda Sonomi che le aggiusta il vestito allo specchio per lunghi minuti, nel tentativo di lisciare pieghe inesistenti. Guarda i suoi occhi, che non le sono mai sembrati tanto neri, come se la pupilla ne avesse inghiottito ogni briciola di colore, e guarda le sue piccole dita appoggiarsi su una sua spalla in un tocco che sembra un palpito d'ali, quando invece sono solo le sue mani che tremano. La mano libera le sposta la cortina di lunghi riccioli scuri dal collo - la punta del naso di sua cugina è gelida e lo tocca appena, come se non osasse, ma le labbra che lo sfiorano appena bruciano di una febbre secca e mai esplosa, salgono ad annodarsi sotto l'orecchio e nella cortina di boccoli perfettamente inanellati.
Il giorno del matrimonio di Nadeshiko, Sonomi si sente leggera e ubriaca del proprio veleno, mentre l'aiuta davanti allo specchio ad aggiustare un vestito che strapperebbe a morsi dalla sua sagometta d'uccellino.
«Nessuno ti amerà mai quanto ti amo io,» mormorano le sue labbra, in un mezzo, silenzioso respiro «e tu lo sai.»
Ma non ha il coraggio di guardarla in faccia - spia l'attaccatura della gonna ancora una volta; un bottoncino foderato di seta è uscito dall'asola. Lo chiude al terzo tentativo.
«Grazie,» dice Nadeshiko in un soffio.
Ma è già sola, nel vuoto ovale dello specchio.