E subito subito la Masterlist così poi si può pensare a p0rnare invece che a postare \O/
Postate nei commenti il vostro fanwork, indicando in grassetto nella prima riga il prompt utilizzato e nel corpo ogni altra informazione ritenete utile ai lettori.
Se la fic è troppo lunga per un solo commento, potete spezzettarla in vari commenti Per
(
Read more... )
Non sarei mai riuscito a far più male del dovuto ad Holmes - escluse le volte in cui i suoi atteggiamenti sembravano invitarmi a prenderlo a pugni -, e con la tipica perizia che mi caratterizzava come medico cercavo di far rilassare il più possibile il mio collega per prepararlo ad accogliere il mio sesso dolorosamente eretto.
Muovevo le mie falangi con attenzione, fermandomi solo per dei brevi istanti quando sentivo le dita di Holmes stringersi sulle mie braccia. Non si era mai permesso alcuna lamentela durante la mia breve preparazione, forse per orgoglio o forse per stupidità - ne dubitavo fortemente -, in quei momenti sembrava solo in grado di comunicare attraverso i gesti - orgoglio, sicuramente orgoglio.
Attesi trattenendo l'impazienza e quelle strane sensazioni che cercavo di mettere a tacere, e quando sentì l'orifizio del mio compagno rilassarsi insieme alle dita ancorate sulle mie braccia, mi permisi di lasciarmi andare.
Allontanai le dita, e spingendo il mio sesso verso l'entrata di Holmes, mi premurai di baciarlo ancora per mettere a tacere un lamento che neanche la sua tempra gli avrebbe permesso di nascondere.
Neanche le mie conoscenze mediche potevano essere paragonate alle sensazioni che avvertivo nell'affondare nel corpo del mio amico.
Potevo elencare a memoria come un corpo reagiva all'eccitazione, ma ciò che provavo andava al di là della teoria medica.
Chiusi gli occhi lasciandomi avvolgere dal calore di Holmes, e percorrendo i fianchi del mio compagno iniziai a muovermi lentamente. Piano, con spinte leggere e calcolate per non ferire ulteriormente il mio amico e per non far finire tutto troppo in fretta.
Mantenni quel ritmo per un tempo che mi parve quasi infinito, tant'è che non riuscivo più a trattenere i miei gemiti.
I versi di piacere che abbandonavano le mie labbra si univano in un unico suono con quelli di Holmes, creando una sinfonia di lussuria che avrebbe portato chiunque alla follia.
Compresi di essermi ormai perso quando non riuscii a fermare la mano del mio collega che andò ad incastrarsi tra i nostri corpi per iniziare ad accarezzarsi. Trovai eccitante la sua espressione, il rossore che colorava il suo volto ed il sudore... e non compresi più nulla.
Perso completamente il controllo e, baciandolo e graffiandolo, iniziai a muovermi con più forza.
Gemetti parole senza senso - forse il nome del mio amante o forse qualche imprecazione -, ritrovandomi in grado solo di ascoltare le reazioni fisiche dei nostri corpi prossimi all'apice del piacere.
Fu Holmes il primo a venire, riversamento il suo seme sui nostri corpi ed emettendo un verso talmente osceno che mi domandai se fosse stato davvero lui a produrlo.
Solo qualche istante dopo l'orgasmo mi colse ironicamente impreparato, rubandomi un alto gemito e privandomi delle forze.
Le mie braccia infatti tremarono, così come le mie gambe, minacciando di non reggere più il mio peso. Infatti, con un ultimo generoso sforzo, mi spinsi accanto al corpo di Holmes pur di non crollargli addosso.
Alle mie orecchie giungevano i nostri respiri pesanti ed appagati che rompevano quel rassicurante silenzio che si era creato.
Piccoli e piacevoli istanti che si infransero con un mio sospiro quando notai che le scure iridi di Holmes si erano puntate su di me.
Cercai di riprendere fiato e di trovare il coraggio di andarmene... ma lo sguardo del mio collega mi teneva bloccato.
Era fastidiosa l'insistenza con la quale Holmes mi fissava. Talmente fastidiosa da risvegliare in me quell'imbarazzo che era andato dimenticato durante gli anni di questa nostra 'relazione atipica'.
Reply
Il mio amico però parve divertito dalla mia richiesta, continuando a studiarmi come se mi avesse visto per la prima volta. Ma la verità era un’altra, non era il ‘fastidio’ a rendermi irrequieto, ma il fatto che... che temevo quello sguardo.
Benché fossimo già nudi, sudati e sporchi dei nostri liquidi seminali - soprattutto con niente da nascondere l'uno all'altro -, Holmes sembrava volermi spogliare ancora e ancora, privandomi della pelle fino a potermi entrare nella mente - un concetto strano ed astratto per un medico come me, ma erano quelle le mie sensazioni.
" La smetta! Che io sia maledetto quando ho accettato questa... cosa!", esclamai, cercando ancora una volta di schermare le mie debolezze - i miei sentimenti - dinnanzi all'analitico e attento sguardo del mio amico.
" Sa che le dico, mio caro Watson?", dichiarò qualche istante dopo Holmes, interrompendo il suo silenzio con un tono volutamente canzonatorio ma soddisfatto - era come se avesse scoperto un qualcosa di vitale importanza che lo compiaceva. " Temo che questa... non sarà l'ultima volta."
Reply
Leave a comment