E subito subito la Masterlist così poi si può pensare a p0rnare invece che a postare \O/
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Si tocca, perché quegli occhi glielo impongono, e inizia a farlo da sopra i pantaloni scuri della divisa, dove già ha un'erezione capace di fargli stare stretto l'intimo. Si massaggia da solo, senza staccare gli occhi dal suo volto e dal suo sguardo - le sensazioni che prova, in quel momento, sono continui rimandi a quello che è stato, perché anche in quell'occasione gli occhi dell'uomo non si sono mai spostati dal suo viso, e questo gli fa muovere le mani con più urgenza e lo gonfia sempre di più, tanto che ad un certo punto non è più sufficiente strofinarsi e basta. Eren si apre la zip del pantaloni e introduce prima le dita e poi la mano intera, ancora non si afferra ma è già un sollievo sentire quel calore, da sopra l'intimo. Sospira, più sereno, e per un istante chiude gli occhi; Levi fa uno schiocco con le labbra, e quando di nuovo il ragazzo gli rivolge il proprio sguardo, ha occhi così liquidi e bagnati e coinvolti che fanno il loro effetto: l'uomo irrigidisce i muscoli del collo e si ferma, in quel solo punto, respirando come respira il ragazzo davanti a lui.
Quando si accorge che gli duole la schiena, Eren usa una mano per sorreggersi alla scrivania mentre l'altra, finalmente, entra nell'intimo e tocca con pelle nuda il sesso, afferrandolo dalla base e compiendo un movimento completo, fino oltre la punta. Quando però da segno di non voler concedere niente più di quello, una curva si insinua tra le sopracciglia di Levi.
-Fammi vedere.
Eren deglutisce a vuoto, senza neanche fermarsi. Ecco cosa non va, in quello - la stonatura di scuro che andrà a renderlo insoddisfatto, più della prima volta che ha avuto quel tipo di approccio con l'uomo. Il distacco doloroso del dubbio, lecito ma pieno di odiosa ritrosia, per qualcuno che ancora non sa bene come comportarsi e preferisce mettere alla prova la coscienza altrui, per vedere quali sacrifici può comportare una decisione già presa.
Dolore, alla fine, emotivo, del non rifiuto e del non consenso.
Il retrogusto amaro di quella sofferenza tutta psicologica si palesa in un orgasmo che tarda ad arrivare, che si arrampica a stento sul sesso ma rimane ben fisso in un punto, senza raggiungere l'apice. Con insoddisfazione e foga il ragazzo si tocca, di fronte all'uomo, e arriva a far rotolare i proprio gemiti oltre le labbra e contrae i muscoli della pancia, cercando di concentrare qualcosa nell'inguine, che soddisfi il senso di mancanza. Ma non ci riesce, non così facilmente.
Sente il proprio odore ed è consapevole che anche l'altro lo percepisca - lo vede nelle sue narici dilatate e nella consapevolezza dello sguardo. La pelle sfregata e così mossa, agitata, produce suoni vischiosi, tra liquido che non è sperma ma quasi e la pelle ormai umida della mano. Eren rivolge all'uomo uno sguardo implorante, pieno di una richiesta taciuta; Levi rimane immobile a guardarlo, sulla sua sedia, si tende e basta ma non accenna alcun movimento.
Ma a quel punto il ragazzo, nell'orgasmo violento che lo colpisce e lo fa inarcare, chiudere gli occhi per un paio di secondi, capisce che va bene così, che piuttosto che niente preferisce tutto quello: tiene per sé il dubbio dell'uomo, gelosamente, anche se continuerà a farlo dolere.
Guarda la propria mano bianca di sperma, mentre riprende lentamente fiato, la apre di fronte al proprio sguardo e resta immobile. Distoglie gli occhi solo quando un fazzoletto candido, mosso da una mano che non è la sua, comincia a pulirlo.
Vede Levi, ancora vicino a lui, che presta attenzione e cura alle sue dita. Non sorride, come mai a sorriso, ma ha lo stesso languore che Eren sente proprio.
Ed è di nuovo rosso sul viso.
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